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Azioni dirette contro il carcere a Barcellona
by No prison Wednesday September 17, 2003 at 10:19 PM mail:  

Negli ultimi giorni sono state effettuate, a Barcellona, due azioni nei confronti di organismi legati alla societa' carceraria.


a seguire una cronaca delle azioni.


il giorno 10 settembre circa 70 persone si sono riunite sotto gli uffici della u.g.t. (union general de trabajadores), sindacato a cui fra altri, fanno riferimento coloro che gestiscono le carceri spagnole. Metre degli attivisti, bloccando il traffico, volantinavano e attaccavano uno striscione che leggeva ´UGT supporta i torturatori, i secondini non sono lavoratori sono torturatori´, un altro gruppo ha fatto un giro per gli uffici volantinando.



il giorno 12 settembre una cinquantina di persone si sono riunite sotto gli uffici del CIRE (centro di iniziative per le reinserzione). Mentre una parte delle persone ha bloccato la strada con uno striscione altri hanno prestato visita all´ùfficio attuando azioni di sabotaggio. L'azione nel complesso e' durata pochi minuti, la gente si e dispersa velocemente evitando scontri con la polizia o arresti.
Chi ha attuato questa azione dichiara chiaramente in un volantino, di non volere un miglioramento delle condizioni del lavoro nelle prigioni, ma lotta per la distruzione di tutte le carceri e la fine dello sfruttamento.



Cos´e` il CIRE?

il "centro di inziative per le reinserzioni", organismo pubblico soggetto a diritto privato, dipende dalla Generalitat de Catalunya, funziona come un impresa di lavoro temporale dentro le prigioni, gestendo la mano dópera carceraria e cercando le imprese che portano il lavoro in carcere.

La sua attivita consiste nello sfruttamento del lavoro, nascosto sotto l'ídea di reinserzione e nella formazione professionale dei carcerati. Nel 1999 questa impresa ha fatturato 1239 milioni di pesetas e ha atratto 62 nuovi impresari, sedotti dal vantaggio di non poter pagare i contributi alla Securitad Social, cosi come sapere che se un lavoratore non e' produttivo, si ammala etc, potra´ essere licenziato (art.9 del real decreto 782-2001, che regola la relazione lavorativa speciale penitenziaria).

Il carcere di LLeida, Ponent II, e´dove esistono piu´officine di produzione di tutta la Catalunya; in questo anno 2003 si sta aspettando che il tribunale della societa di LLeida realizzi i 12 casi di ricorso che 12 prigionieri hanno effetuato contro il CIRE, esigendo il salario minimo professionale, il pagamento dei contributi, gli straordinari, le ferie e il sussidio di disoccupazione...
l'anno scorso dal carcere di Ponent si fecero un totale di 20 querele da parte di carcerati al sistema di funzionamento del CIRE, denunciando, tra altre cose: ´´(...)nelle ufficine di produzione non ci sono garanzie che protegano il carcerato su cosa costituiscano realmente le ore lavorate e la categoria professionale esercitata.
le imprese sono quelle che decidono il valore del salario, (...), le nomine non hanno trasparenza, (...), se non c'e' lavoro per cattiva gestione dell'impresa il carcerato non riceve nessuna gratificazione."

Dal suo inizio il CIRE non ha pagato i contributi, lo dimostra la raccolta di firme realizzata al principio degli anni 90 da 139 prigionieri e inviata alla "direzione generale dei servizi penitenziari e riabilitazione" (DGSPIR), nella quele si reclamavano i diritti lavorativi salariali.
(...) gli immigrati, il gruppo sociale piu' ampio nelle afficine, vengono metodicamente discriminati per quanto riguarda il salario e le condizioni di lavoro (...)

Sotto la mascare di rinserzione e riabilitazione, si nasconde un'impresa i cui benefici vengono direttamente dallo sfruttamento di persone che, per la loro situazione di carcerati, hanno un'enorme difficolta' ad esigere quello che gli e' debito.
Proliferando sulla disperazione e la miseria, il CIRE apporta benefici economici ad imprese i cui prodotti sono spesso alla nostra portata,tutto questo mostrando un'odiosa faccia di assistenzialismo e di interessamento sociale.

INTENDENDO CHE, A VOLTE, NEL CARCERE ESSERE SFRUTTATO PUO' ESSERE L'UNICA FORMA PER OTTENERE SOLDI NECESSARI PER LA SOPRAVVIVENZA, NOI NON VOGLIAMO MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO PER I CARCERATI, VOGLIAMO FARLA FINATA CON LE CARCERI E LO SFUTTAMENTO.

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