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Storie di Muri e Apartheid: Jubara, i bambini e la scuola
by ilnonsubire da electronicintifada Friday September 19, 2003 at 12:24 AM mail:  

6 Settembre 2003 - Ogni giorno i bambini di Jubara per andare a scuola devono attendere i soldati che aprono "l'entrata" del Muro dell'Apartheid, quindi mettersi in fila indiana e camminare rasenti ai soldati armati di mitragliatrici.

Storie di Muri e Apa...
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L'1 Settembre e' il primo giorno di scuola del nuovo anno scolastico in Palestina. Come gli studenti di tutto il mondo, anche i bambini Palestinesi sono eccitati dall'idea del primo giorno di scuola (o del ritono a scuola dalle vacanze). Si svegliano presto, si vestono e indossano lo zaino con i quaderni e le matite. Ma nel piccolo villaggio di Jubara, insegnanti e studenti non sanno mai se saranno capaci di raggiungere la scuola o no. Dipende tutto dai soldati, se apriranno o meno l'entrata del Muro dell'Apartheid e se gli lascieranno passare per raggiungere la scuola nel vicino villaggio di Ar Ras.

Jubara e' un piccolo villaggio di 300 persone (circa 50 famiglie), piccolissimo per essere considerato persino un villaggio. Non ha una scuola e conta sui villaggi vicini e sulla citta' di Tulkarem per quanti riguarda mangiare, sanita' e educazione. 50 bambini delle elementari (fal 1 al 7 grado) frequentano la scuola nel villaggio di Ar-Ras, e 38 ragazzi invece frequentano la scuola secondaria (dall'8 al 12 grado) nei villaggi di Kafr Sur e Kafs Zibad.

Dalla fine della costruzione del Muro dell'Apartheid attorno a Jubara, l'intero villaggio e' intrappolato tra il Muro e la Green Line (i confini del 1967). Esiste solo una strada che passa per Jubara. L'entrata a sud e' bloccata da un grosso cancello metallico all'interno del Muro dell'Apartheid, entrata che e' stata sempre chiusa fin dalla fine della costruzione del muro. L'entrata a nord, che collega la strada di Jubara con Tulkarem, e' quotidianamente controllata da un checkpoint militare.

Prima della chiusura "dell'entrata", gli studenti potevano "facilmente" avviarsi a scuola, camminando o in taxi (che costava 1 shekel). Se "l'entrata e' chiusa, gli studenti e gli insegnanti decono cammira o prendere un taxi per molti chilometri, quindi aspettare in lunghe code nella speranza di oltrepassare il checkpoint, attesa che spesso procura ore di ritardo. Dopo il checkpoint, stundeti e insegnanti devono prendere per forza un taxi per una strada sterrata per raggiungere la scuola( taxi che oggi costa 4 shekels ogni corsa). Visto la condizione di disoccupazione della quasi totalita' delle famiglie del villaggio, molto spesso la scelta e' tra mandare i bambini a scuola o ottenere cibo per mangiare.

Prima dell'inizio dell'anno scolastico, i rappresentanti del villaggio hanno contatto l'Uffico Israeliano del Comando del Distretto (DCO) per trattare l'apertura del Muro, ma una risposta conclusiva e chiara non e' mai stata data. Gli abitanti del villaggio hanno quindi deciso di organizzare una manifestazione sotto "l'entrata" del Muro il primo giorno di scuola per chiedere ai soldati di aprire agli studenti tutte le mattine e i pomeriggi. Gli abitanti del villaggio avevano quindi chiesto a osservatori internazionali e a giornalisti di essere presenti alla manifestazione.

Siamo arrivati all'entrata alle 7 di mattina del 1 Settembre 2003. Circa 50 tra studenti e insegnanti di Jubara erano gia arrivati alla fine della strada e pronti per andare a scuola. Parecchie jeep militari e decine e decine di soldati aramti di mitra erano posizionari di fronte "all'entrata". Presto quindi un piccolo gruppo di giornalisti sono arrivati e si sono uniti agli studenti e agli abitanti.

Verso le 7:30 studenti, insegnanti e abitanti del villaggio, hanno iniziato a camminare verso "l'entrata". I rappresentanti del villaggio si sono quindi rivolti ai soldati per chiedere di aprire il Muro e permettere a bambini e insegnanti di raggiungere la scuola, ma i soldati hanno rifiutato.

Ci siamo quindi avvicinati noi ai soldati e chiesto a loro quando sarebbe stato permesso agli studenti di oltrepassare il "cancello". Ci hanno risposto "Non lo sappiamo, abbiamo ordini di non far passare nessuno".
"Ma l'entrata non dovrebbe essere aperta per permettere agli studenti di andare a scuola"
"Assolutamente no, l'entrata sara aperta tutti i giorni della 6:30 alle 8:00 di mattina e dalle 1 alle 2 di pomeriggio".
"E allora perche non aprite oggi?"
"Oggi e' un giorno speciale". Alla ennesima richiesta della motivazione i soldati si sono allontanati.

Finalmente, attorno alle 7:43 circa, i soldati hanno aperto "il cancello" giusto appena per permettere ai bambini di attraversarlo in fila indiana e in mezzo a un cordone di soldati armati. Prima i bambini con le loro uniformi blu, poi le bambine con le loro uniformi blu e bianche e alla fine i ragazzi e gli insegnati, seguiti dai giornalisti presenti (ovviamente circondati dai bambini che volevano "apparire e raccontare le loro storie alla televisione").

Appena la caronvana e' passata, i soldati hanno urlato ai giornalisti di allontanarsi e tornare indietro attravero il cancello. Abbiamo cosi sentito il tonfo fatto dal cancello che veniva violentemente chiuso e visto i soldati chiudere il cancello con pesanti catene. I soldati hanno quindi rimesso il filo spinato in messo alla strada, davanti al cancello, imprigionando ancora una volta gli abitanti di Jubara nel loro villaggio. Sulla rete elettrificaca c'era un cartello che diceva "Pericolo di morte! Chiunque si avvicini a questa rete o provi a danneggiarla mette a rischio la propria vita". Il tutto era scritto in Ebreo, in Arabo e in Inglese.

Visto che ci siamo soffermati a studiare e osservare il muro, il suo cancello metallico, i suoi sensori elettrici, il suo filo spinato... visto che eravamo fermi a guardare, le jeep dell'esercito israeliano ci hanno subto raggiunto attravero la nuova strada di sicurezza, costruita tra il muro e la rete. Ci siamo chiesti se l'esercito avrebbe rispettato la promessa di aprire nuovamente il cancello alle 13 per permettere agli studenti ti ritornare a casa. Ma cosa succedera' domani e tutti gli altri giorni in cui la presenza dei media e di osservatori internazionali non ci sara'?

scritto da Cathy e Marlous and Kate dell'International Women's Peace Service (http://www.womenspeacepalestine.org/) il 10 September 2003.

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Piccola scheda su Jubara
by ilnonsubire da electronicintifada Friday September 19, 2003 at 12:24 AM mail:  

Piccola scheda su Ju...
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Jubara e' una delle 16 comunita' (in totale 11.500 abitanti) che sono state completamente tagliata fuori dalla Cisgiordania per via della costruzione del Muro dell'Apartheid. Gli abitanti si trovano imprigionati tra il muro e la Green Line, e possono entrare e uscire dal loro villaggio solo in base all'umore dei soldati che controllano i "cancelli" e i checkpoints. A fine Agosto, il villaggio di Jubara e' stato completamete sigillato per 8 giorni: nessuno poteva entrare o uscire dal villaggio. Gli abitanti non potevano prendere latte, uova e il resto del mangiare perche' esiste un solo negozio nel villaggio, e con la chiusura il proprietario del negozio non poteva raggiungere Tulkarem per prendere altre scorte.

A Jubara non ci sono ospedali o cliniche. Per raggiungere il pronto soccorso gli abitanti devono chiamare un'ambulanza e farla arrivare da Tulkarem, sperando che riesca a passare i checkpoints e che i soldati la lasceranno entrare nel villaggio.

I soldati al checkpoint di Jubara hanno una lista di tutti i 300 abitanti del villaggio, e nessun Palestinese e' autorizzato a entrare nel villaggio ecceto per quelli che ci vivono. Amici e parenti non possono venire in visita, cosi come non possono portare beni esseziali per gli abitanti, come cibo e vestiti. I soldati ci hanno detto che i Palestinesi di fuori necessitano un "permesso speciale" per entrare nel villaggio, ma alla domanda di dove si potessa ottenere un permesso del genere non ci hanno saputo rispondere.

Jubara e' interamente dipendente dall'agricoltura (aranci, limoni, alberi di ulivo, terreni coltivabili, verdure e pollai) per la sua sussistenza. Dentro il villaggio abbiamo visto i campi con i resti degli alberi di arancio che sono stati abbattuti e bruciati dai soldat. Abbiamo visto i terreni coltivabili abbandonati e sciupati per il non utilizzo, visto che l'esercito ne ha impedito l'uso. Abbiamo visto i pollai che una volta ospitavano fino a 40.000 polli ora completamente vuoti: i contadini responsabili non potevano piu' ne vendere i polli e ne comprare il mangiare per sfamarli. Abbiamo visto infine sulle colline i resti degli alberi di olivo bruciati dai soldati.

Persino i trattori, i camion o anche le semplice carrette non sono piu autorizzate a passare dentro il villaggio.

Per quanto tempo ancora sara' permesso agli abitanti di Jubara di vivere nel loro villaggio? O forse le loro vite diventeranno cosi impossibili, che una dopo l'altra, tutte le sue famiglie se ne andranno per diventare cosi una nuova generazione di profughi e rifugiati? Per quanto acnora dovremmo assistere a questo silenzio e invisibile deportazione dei Palestinesi dalle loro terre?

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rete elettrificata... e cartello...
by ilnonsubire da electronicintifada Friday September 19, 2003 at 12:24 AM mail:  

rete elettrificata.....
jubara2.jpg, image/jpeg, 483x362

...Sulla rete elettrificaca c'era un cartello che diceva "Pericolo di morte! Chiunque si avvicini a questa rete o provi a danneggiarla mette a rischio la propria vita". Il tutto era scritto in Ebreo, in Arabo e in Inglese...

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