Indagati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale i giovani del centro sociale Orso si sono avvalsi della faoltą di non rispondere per valutaregli elementi raccolti la sera in cui venne ucciso Davide Cesare.
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Si sono avvalsi della facoltą di non rispondere, davanti al Pm Claudio Gittardi, quattro esponenti del centro sociale milanese Orso indagati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale durante gli scontri del 16 marzo scorso con polizia e carabinieri all'ospedale San Paolo di Milano.
In quell'ospedale era stato appena portato il corpo di Davide Cesare, militante dei centri sociali, ucciso la sera stessa e per il cui omicidio sono indagati un uomo e i suoi due figli ritenuti simpatizzanti dell'estrema destra. Davanti al Palazzo di Giustizia di Milano stamani si č tenuto un presidio dei militanti dei centri sociali milanesi per denunciare "il muro di gomma della menzogna" che, a loro dire, č stato eretto intorno alla vicenda.
"Si č voluto imputare il ritardo dei soccorsi all'atteggiamento aggressivo dei pochi compagni accorsi sul luogo - era scritto in un volantino diffuso durante il presidio -, quando invece un video amatoriale rivela la presenza di numerose Volanti che bloccano tutte le vie d' accesso a via Brioschi (dove venne ucciso il giovane, ndr). Si č voluto dipingere il dolore e la preoccupazione degli amici di Dax accorsi al San Paolo come un attacco mirato alle forze dell'ordine, con tanto di sassaiola laddove sassi non ce ne sono".
Nei mesi scorsi, gli esponenti dei centri sociali avevano presentato 11 esposti contro polizia e carabinieri che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di un carabiniere. La scelta dei quattro indagati di non rispondere č stata motivata con la necessitą di valutare gli elementi raccolti su quanto accaduto quella sera.
Vecchio articolo dettagliato: http://www.milano.vivacity.it/articoli/dettaglio/0,3573,8|1|201582,00.html
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