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Alcune considerazioni tecniche sul black-out
by Truman Monday September 29, 2003 at 12:25 AM mail: truman@happyworld.it 

Considerazioni tecniche sul blackout. I conti non tornano.


Il black-out avvenuto alle 3.30 di domenica è stato seguito da una serie di dichiarazioni che mi hanno lasciato molto perplesso, anche perché non c'era nei discorsi alcuna considerazione di carattere quantitativo, mentre i numeri sono fondamentali per focalizzare il problema.

Il primo dato da tenere in conto è che di notte non c'è carenza di produzione di energia elettrica rispetto alla domanda, ma eccesso. Tutta una serie di tecniche vengono messe in atto per coprire questo problema, ma le vedremo nel seguito.
Sembra poi strano che il disastro venga attribuito ad una interruzione della fornitura dell'energia elettrica da parte della Francia, visto che di notte non avremmo bisogno di acquistare energia. L'unico motivo potrebbe essere il fatto che costa meno importare energia dalla Francia (che ha eccesso di produzione, a causa dell'alto numero di centrali nucleari), piuttosto che produrla.

Vediamo ora l'aspetto della richiesta di energia. Essa è ampiamente variabile nell'arco delle 24 ore e nell'arco dell'anno, ma alcune regole basate sulle statistiche di consumo dovrebbero essere ben note e facilmente reperibili. Cito i valori a memoria, ma non dovrebbe essere difficile rintracciare i dati effettivi.
I consumi giornalieri sono tipicamente alti tra le 8 e le 16, essendo dovuti alle industrie ed attività produttive in genere, con un picco intorno a mezzogiorno. Dopo le 16 i valori decrescono e dopo mezzanotte crollano a valori intorno al 15% del massimo. Tale valore viene però in pratica innalzato intorno al 20% dall'utilizzo delle centrali idroelettriche per pompare acqua in alto nei bacini, in modo da ricostituire le scorte idriche per il giorno dopo. Anche considerando che la notte di domenica fosse una notte particolare, non è assolutamente ipotizzabile un consumo superiore al 30% del massimo giornaliero (che è inferiore ai picchi annuali, i quali si raggiungono solo in condizioni particolari).
Va aggiunto che nella giornata di domenica l'assorbimento non dovrebbe superare il 50% di quanto si ha in un giorno lavorativo.

L'andamento dei consumi nel corso dell'anno presentava fino a qualche anno fa dei picchi in corrispondenza alle giornate più fredde. Nell'ultimo anno si sono raggiunti picchi analoghi o superiori in corrispondenza dell'estate, a causa del gran numero di condizionatori in funzione. Dei picchi di minore intensità e durata si hanno a volte nelle stagioni intermedie, tipicamente subito prima dell'accensione dei riscaldamenti centralizzati (in autunno) o subito dopo lo spegnimento (in primavera). Tali picchi sono dovuti all'utilizzo di stufe elettriche in giornate fredde, quando i riscaldamenti non sono in funzione.

Mi sembra evidente che nella notte considerata eravamo ben lontani da tutti i casi considerati.

La gestione giornaliera
Andiamo alla logica di gestione delle centrali. Ci sono alcuni tipi di centrali che producono sempre energia: sono quelle ad acqua fluente (cioè idroelettriche senza impianti di pompaggio) e quelle termonucleari. Nel primo caso l'energia dell'acqua viene semplicemente sprecata se si ferma la centrale. In quelle nucleari le complicazioni legate allo spegnimento e successiva riaccensione degli impianti superano di gran lunga i vantaggi legati allo spegnimento.
Le centrali eoliche sono uguali a quelle ad acqua fluente. Dovrebbe essere uguale anche per l'energia geotermica, che in Italia è significativa.
Il grosso della produzione comunque è dovuto alle centrali termoelettriche (tipicamente a olio combustibile o a gas) che si comportano diversamente a seconda delle dimensioni e delle tecnologie costruttive. Le centrali più grandi sono tipicamente analoghe a quelle termonucleari, per cui non ci sono vantaggi sostanziali nello spegnimento. Le centrali più piccole (pur avendo rendimenti inferiori) sono invece più adeguate a spegnimenti ed accensioni rapide per seguire la curva del carico (anche in dipendenza del tipo di turbina usata).

Restano le centrali idroelettriche con bacino che, come già detto, possono consumare energia elettrica nelle ore notturne per pompare acqua verso l'alto ed ampliare così le riserve idriche da utilizzare nelle ore di carico.

Ci sarebbe forse da considerare ancora l'energia degli autoproduttori, cioè di quegli enti che producono in proprio l'energia elettrica e rivendono il surplus. Questa quota è abbastanza bassa e non ho dati significativi sulla distribuzione nelle 24 ore.

Da quanto sopra, comunque, non ci dovrebbero essere stati problemi a produrre energia a livelli intorno al 100% di quanto viene prodotto normalmente in Italia nell'arco di pochissime ore, mentre una quota significativa avrebbe dovuto essere disponibile immediatamente. (Piccoli impianti a gas e bacini idroelettrici).
Considerando una quota di importazione del 10%, avremmo dovuto avere il 90% dell'energia disponibile, contro una richiesta del 30%. I conti non tornano.


Il "Crollo" della rete.
Qualcuno ha affermato che la mancanza di energia dalla Francia ha provocato il crollo di tutta la rete, essendo essa un tutto integrato.
Non è così e ne abbiamo avuto esperienza nei mesi scorsi, quando una domanda quasi costantemente superiore all'offerta ha causato disagi molto moderati. Il gestore della rete ha dimostrato di essere capace di intervenire a volontà sui picchi di consumo, disattivando le utenze solo quando realmente necessario, e solo per tempi limitati.
Presumibilmente in quei giorni la rete veniva monitorata in continuazione, mentre nella notte di domenica sicuramente non c'era questa attenzione.
Però tutti avremo osservato temporali di notevole entità e nubifragi vari, con conseguente interruzione dell'energia in varie zone. Eppure non ricordo un black-out paragonabile a quello di domenica. La rete più volte ha sopportato guasti di notevole entità e segmentazioni, senza che mai un guasto si propagasse in tutta l'Italia.
Va probabilmente ricordato il fatto che tutte le linee principali sono dotate di interruttori automatici, in grado di staccare e riattaccare la linea senza bisogno di intervento umano, per i quali l'arrivo di un fulmine sulla linea è un evento perfettamente normale.

Insomma, il sovraccarico non c'è stato e la rete italiana è perfettamente in grado di sopportare eventi anomali.

Allora cosa è stato?



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black out
by black out Monday September 29, 2003 at 12:43 AM mail:  

ipotesi : 1 La rete italiana è solo teoricamente capace di produrre in maniera costante , i black out di questo estate giustificati con la favola dei ventilatori lo dimostrano. Ciò è dovuto alle privattizzazioni imposte già da anni alla rete elttrica . Si sa che i privati tendono molto di più al risparmio e al profitto rispetto allo stato , ciò potrebbe pmotivare i guasti continui dovuti magari a casualità oppure dovuti al fatto che in determinati momenti come il sabato sera le attenzioni alla regolare erogazione sarebbero inferiori non essendovi un ricavo molto superiore ai costi di produzione . (poche le fabbriche in funzione e non tante le luci accese nelle abitazioni)
-sabotaggio anticapitalista nascosto perchè si vergognano
-sabotaggio di Berlusconi e i suoi che vogliono mano libera per ristrutturare il settore a piacimento senza dover star a sentire nessuno e magari introducendo il nucleare.

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nuove centrali
by evidenza Monday September 29, 2003 at 01:04 AM mail:  

è evidente che il blackout è stato creato ad arte per creare nuove centrali

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come volevasi dimostrare
by drughino Monday September 29, 2003 at 02:09 AM mail:  

da http://www.repubblica.it/
Il blackout ha paralizzato l'Italia.

LA DIRETTA: minuto per minuto / IL FORUM: dite la vostra
FOTO: Italia al buio / Gente / Città / Prime pagine dei siti.

Marzano: "Subito l'inchiesta
Ma ci vogliono più centrali"

Ciampi: "Per i nuovi impianti
ormai non si può più aspettare"

Tre vittime del buio in Puglia
La paura regione per regione.

Sardegna e Capri isole felici
Lo stop elettrico non le ha colpite: la prima non dipende energeticamente dall'Italia, l'altra ha una sua centrale.

A New York come in Nigeria
storia del mondo senza luce
Fenomeno tipico delle società avanzate. Gli Usa l'hanno subito molte volte. Ma anche India e Algeria l'hanno provato
In Italia 3 mesi di problemi e distacchi.

Roma, la notte
diventa nera
Mezzo milione
dormono
in strada.
questa la prima pagina di repubblica( Ultimo aggiornamento LUNEDI 29 SETTEMBRE 2003 ore 00.06 ).
Detto ciò faccio i complimenti a Truman per l'articolo interessante che ha postato e concordo con Evidenza che la campagna mediatica di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla costruzione di nuove centrali è in corso.

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come volevasi dimostrare
by drughino Monday September 29, 2003 at 02:10 AM mail:  

da http://www.repubblica.it/
Il blackout ha paralizzato l'Italia.

LA DIRETTA: minuto per minuto / IL FORUM: dite la vostra
FOTO: Italia al buio / Gente / Città / Prime pagine dei siti.

Marzano: "Subito l'inchiesta
Ma ci vogliono più centrali"

Ciampi: "Per i nuovi impianti
ormai non si può più aspettare"

Tre vittime del buio in Puglia
La paura regione per regione.

Sardegna e Capri isole felici
Lo stop elettrico non le ha colpite: la prima non dipende energeticamente dall'Italia, l'altra ha una sua centrale.

A New York come in Nigeria
storia del mondo senza luce
Fenomeno tipico delle società avanzate. Gli Usa l'hanno subito molte volte. Ma anche India e Algeria l'hanno provato
In Italia 3 mesi di problemi e distacchi.

Roma, la notte
diventa nera
Mezzo milione
dormono
in strada.
questa la prima pagina di repubblica( Ultimo aggiornamento LUNEDI 29 SETTEMBRE 2003 ore 00.06 ).
Detto ciò faccio i complimenti a Truman per l'articolo interessante che ha postato e concordo con Evidenza che la campagna mediatica di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla costruzione di nuove centrali è in corso.

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è un insieme di elementi
by gh Monday September 29, 2003 at 07:58 AM mail:  

1.perchè non si riutilizzano le vecchie centrali dismesse?perchè si vogliono trovare nuovi siti?
x fare guadagnare con qualche speculazione qualche alleato fedele al nano?
su ciampi non bisogna fare affidamento,silvio lo tiene con una mano per le palle,mentre con l'altra stringe la mano ai potenti di turno x fare affari.
infatti ieri silvio gliele ha prontamente strizzate e subito ciampi è partito con la storiella delle centrali

2.la responsabilità dell'inefficienza del nostro sistema non è dettato unicamente dalla dipendenza energetica straniera o dall'assenza di centrali sufficienti,ma soprattutto dalla logica di gestione PARTITOCRATICA lottizzatoria e monopolistica del gestore |ossia,dallo spoil system del centrodx se ne frega delle competenze acquisite sul campo dai dirigenti di vecchia data e li epura stalinianamente solo xchè tesserati ex-Pci,d'altronde Bondi se lo ricorda assai bene il metodo|.P.Bersani l'aveva già affermato a una festa dell'unità.


insomma la california non ha insegnato nulla

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