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[Bolivia]: un'altra giornata di scontri e morti
by imc italy Sunday October 12, 2003 at 12:16 PM mail:  

aggiornamenti dalla Bolivia

***traduzioni da Indymedia Bolivia: http://bolivia.indymedia.org/es/2003/10/3109.shtml

ALEX MOLLERICONA (5 anni) morto per colpi di arma da fuoco nella serrata civica alteña.
ALEX warita nel cielo aymara, non cesserai mai di splendere wawitay, con te moriamo tutti, con la tua luce combatteremo sempre
La demenza violenta del governo non ha limiti.
Qualcuno può spiegare e giustificare il decesso di un bambino di cinque anni per colpi di arma da fuoco?
Il decesso di ALEX MOLLERICONA non è stato accidentale, qualcuno lo aveva già condannato: per essere povero e dover vivere a El Alto anziché vivere nella zona sud della La Paz in cui vivono i ministri e deputati; per essere aymara e dover migrare dalla Comunità alla città di El Alto; per vivere in una città pronta a difendere le sue risorse; per vivere in una città che è indignata contro un governo straniero, e per gli stranieri che sono contro i boliviani; per vivere in un paese in cui ai dirigenti non importano le vite umane, soltanto gli affari delle multinazionali; per vivere in un paese in cui i dirigenti preferiscono uccidere ogni scintilla di dignità boliviana, invece di far fronte ai loro padroni.
ALEX MOLLERICONA era un bambino a cui la Bolivia non avrebbe dato molti benefici, come è per la grande maggioranza di bambini alteños. Con un po’ di fortuna avrebbe fatto la scuola primaria, forse anche la secondaria, per poi essere apprendista in una bottega, o un disoccupato che sopravvive vendendo piccole cose agli angoli delle strade, molta povertà, molto alcool per sopportare questa vita senza "dimenticare le pene". Se le cose restaranno come sono ora, ALEX mai sarebbe diventato "rispettabile", la discriminazione etnica in Bolivia non permette che gente aymara di pelle scura si apra piccoli spazi all'interno la classe media, dato che anche i grandi commercianti aymaras non cessano di essere trattati con disprezzo. Ma questo va detto, ALEX sarebbe stato un uomo di lavoro, capace di sacrificarsi ed essere solidale con la sua famiglia, la sua Comunità, la sua zona e con la sua patria.

Mentre la Bolivia offre tutte le comodità e sicurezza, possibili ed impossibili, al figlio di un ministro. A parte le automobili, le grandi case ed i viaggi, certamente questo figlio di un ministro, con le imposte pagate da noi, con il frutto del lavoro di uomini che vivono anche a El Alto, avrà un collegio pagato in dollari, poi l'università e le specializzazioni, e la Bolivia offrirà le sue relazioni ed il suo potere affinché questo bambino quando crescerà sia anche lui ministro o qualche cosa simile.
Ma se ALEX fosse cresciuto, avrebbe lavorato con sforzo per pagare imposte, per produrre ricchezze e prodotti alimentari per altri, per fare strade e belle case nella zona sud, senza rassegnarsi, ribellandosi e protestando quando il cuore non avesse sopportato più le umiliazioni, quando ci sono boliviani che vogliono svendere la Bolivia, svendere tutti noi.
ALEX è El Alto, ALEX è il popolo, saldo a combattere in ogni persona, giovane, bambino, minatore, lavoratore, donna, indiano, vicino, in ogni uomo e donna degni che lottano una volta e tutte le volte che è necessario contro i carri armati ed i fucili che difendono le comodità degli altri che ben conosciamo.
Invece quelli ai quali la Bolivia ha dato tutto, quelli che ciò che non gli ha dato la Bolivia se lo sono rubato, quelli non darebbero una mollica per la loro patria, la loro fedeltà è con l'impero non con la Bolivia ed i suoi abitanti, l'ampiezza della loro comodità e della loro sicurezza dipendono dal loro servilismo. Quelli che hanno di più sfruttato la madreterra e il lavoro di tutti, ai quali non costò nulla , svenderebbero sempre la Bolivia e i boliviani.
Ma ALEX warita , che ci guarda dal cielo con la sua luce che sorride, ci dice che se continuiamo a combattere, questo cambierà un giorno.


La morte di Alex Mollericona
vladimir emilano zapata 11/10/2003 23:59

Tre morti per le proteste in Bolivia
La Paz- Secondo diverse fonti, sabato tre persone sono morte - tra le quali un bambino- e 15 sono state ferite negli scontri tra forze dell'esercito e della polizia e manifestanti della citta' di El Alto che chiedono le dimissioni del Presidente della Bolivia, Gonzalo Sanchez de Lozada.
Il bambino, Alex Morellicona, di cinque anni, secondo quanto riferito dai vicini e dai media e' morto vittima degli spari di esercito e polizia che scortavano, assieme a carri armati, due veicoli cisterna per rifornire di benzina la citta' di La Paz.
Fonti ospedaliere informano invece della morte di Walter Huanca, ferito gravemente la mattina di sabato negli scontri tra abitanti e polizia per il controllo della strada tra El Alto e La Paz.
Jimmy Pareja, pubblico ministero assegnato alla Polizia Tecnica giudiziaria, ha reso noto che un altro manifestante e' morto sotto gli spari nel quartiere Ballivian, a El Palo, ed ha anche smentito la voce non confermata di un appoggio della polizia ai manifestanti.
Gli scontri si sono concentrati su Avenida Bolivia, a el Alto, dove la carovana di militari ha provato a rompere le barricare alzate dai manifestanti che si oppongono anche all'esportazione di gas naturale a condizioni svantaggiate per la Bolivia.
"I militari ci stanno sparando", "ci sono molti morti e feriti" raccontavano i vicini alle radio, mentre in sottofondo si sentivano gli spari.
E' stato impossibile arrivare a el Palo, a circa 20km da La Paz, a causa di scontri in cinque diversi punti di El Alto, dove si concentrano, oltre alla classe media impoverita, migranti indigeni, ayamares e quechuas.
L'arcivescovo di El Alto, monsignor Jesus Juarez, ha chiesto la fine della violenza e "il rispoetto della vita".
"Si stanno violando i diritti umani fondamentali" ha denunciato l' Obispo.
Intanto, l' Assemblea del Diritti Umani (APDHB) si e' incontrata con il presidente Sanchez del Lozada per cercare di pacificare il paese mediante un dialogo del governo con i sindacati.
EL MERCURIO


******Dalle agenzie di stampa italiane:

Proseguono nella città di El Alto in Bolivia le proteste e gli scioperi provocati dall'opposizione locale a un progetto del governo sulla esportazione di gas naturale attraverso il Cile. I dimostranti si sono ripetutamente scontrati con polizia e militari. Un commissario è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco. Secondo la radio boliviana, è morto anche un bambino di sette anni. Venerdì scorso erano morte tre persone e c'erano stati nove feriti. Fus 12-OTT-03 04:37 NNNN


E' morto uno dei dimostranti rimasti feriti in scontri avvenuti ieri a El Alto, localita' a 20 km da La Paz, durante una manifestazione a sostegno dello sciopero a tempo indeterminato indetto dalla Centrale operazia boliviana (Cob). La vittima, Walter Huanca, aveva poco piu' di 20 anni. Altri sette manifestanti sono rimasti feriti. I dimostranti presidiavano un blocco stradale sull'unica via di comunicazione esistente tra El Alto e la capitale, quando un reparto antisommossa della polizia ha cercato di disperderli. La capitale, intanto, e' praticamente isolata dal mondo esterno, con gravi difficolta' di approvvigionamento di carburante.
Anche un bambino di cinque anni e' rimasto ucciso negli scontri avvenuti ieri a El Alto, localita' a 20 km dalla capitale La Paz durante una manifestazione a sostegno dello sciopero a tempo indeterminato indetto dal sindacato della Centrale operaia boliviana (Cob). Lo hanno reso noto i media locali. In precedenza era stata notizia di un'altra vittima, Walter Huanca, un giovane di una ventina d'anni che era stato colpito alla testa da un proiettile o da un candelotto lacrimogeno ed e' morto in ospedale


I disordini che da settimane affliggono la Bolivia hanno avuto un nuovo picco nelle ultime ore con la morte di tre persone, fra cui un bambino di cinque anni, e il sequestro da parte di un gruppo di minatori di due agenti di polizia. Dopo oltre tre settimane, la campagna organizzata dall'opposizione per impedire l'esportazione di gas boliviano verso gli Usa e il Messico e' sfociata 13 giorni fa in una consegna di sciopero a tempo indeterminato che ha avuto un seguito non omogeneo nel paese, ma che ha ottenuto l'obiettivo di paralizzare la capitale, La Paz, e la vicina citta' di El Alto. E' qui che ieri si e' svolta l'ennesima giornata di protesta, con una manifestazione e un blocco stradale che sono stati repressi dalle forze dell'ordine, con un bilancio di tre morti e numerosi feriti. Queste ultime vittime portano a dieci il numero dei morti dall'inizio delle proteste. Per reazione a questa azione delle forze dell'ordine, un gruppo di minatori che hanno marciato nei giorni scorsi verso la capitale, ha preso in ostaggio due agenti di polizia a El Alto, minacciando di ucciderli. Nello stesso tempo, il leader del Movimento al socialismo (Mas, opposizione), Evo Morales, ha annunciato che i coltivatori di coca del tropico di Cochabamba e del Chapare manifesteranno a partire da domani, con blocchi stradali sulla nevralgica arteria commerciale Cochabamba-Santa Cruz de la Sierra. ''I nostri militanti - ha detto Morales - dispongono di fucili Mauser e di altre armi da fuoco e sono autorizzati ad usarli per difendersi''. Il governo del presidente Gonzalo Sanchez, che non sembra essere in grado di controllare la situazione, ha ricevuto ieri sera una delegazione composta da esponenti dell'episcopato di El Alto, dell'Assemblea permanente dei diritti umani e del Sindacato dei giornalisti, per cercare di intavolare un dialogo che per il momento sembra di difficile realizzazione.

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