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i Camerati corrono in aiuto del Campo Antimperialista
by Abe Tuesday October 14, 2003 at 12:37 PM mail:  

l'importante e' non essere anti-fascisti si è cominciato a dire che una manifestazione politicamente ortodossa a sostegno dell'Iraq dovrebbe essere, al contempo, antimperialista e antifascista. Che l'accostamento dei due concetti configuri una contradictio in adiectis, per noi è lampante.

ecco qui che prontamente arrivano i camerati in difesa del Campo:
Alberto Mariantoni del Fronte nazionale e Claudio Mutti, che dire due persone degne di "nota" che ci spiegano come gli antifascisti non dovrebbero fare la morale ai camerati anti-americanisti in quanto l'antifascismo e' assolutamente imperialistico .....
questo solo per dire di quali persone e valori si avvalgono i "campisti" nel loro superamento della dicotomia destra/sinistra



----- Original Message -----
Wrom: TWFAOBUZXUWLSZLKBRNVWWCUFPEGAUTFJMVRES
To: <almar72@l...>
Sent: Monday, October 13, 2003 9:30 PM
Subject: Fwd: Americanisti di tutto il mondo, unitevi!


>
>
> Un magistrale ed istruttivo articolo del prof. Claudio Mutti.
>
> Per sottotitolo, io avrei scritto: "Chi fa la "cacca" nella neve di
Gennaio, di Maggio si scopre!":
>
> Da leggere e meditare. Soprattutto, per quegli "Antifascisti" che, ancora
oggi, tentano di "fare la morale" ai Fascisti, a proposito, sia dell'
"Anti-Americanismo" che della sacrosanta battaglia per la Libertà,
l'Indipendenza, l'Autodeterminazione e la Sovranità politica, economica,
culturale e militare per l'Italia, l'Europa ed il resto delle Nazioni del
mondo.
>
> Bravo Mutti. A Roma direbbero: "Quando ce vo', ce vo'!".
>
> Un saluto a tutti, e buona lettura.
>
> abm
>
> --------- Forwarded Message ---------
>
> DATE: Mon, 13 Oct 2003 17:49:23
Wrom: EAIJJPHSCRTNHGSWZIDREXCAXZOWCONEUQZAAFXISHJEXXIMQZUIVOTQNQEMSFD
To: <almar72@lycos.com>
> Cc:
>
>
>
> L'AMBLIMORO ANTIFASCISTA
>
> Claudio Mutti
>
>
> L'ossimoro, figura retorica che consiste nell'accostare in un'unica
locuzione due parole esprimenti concetti contrari, è, come rivela l'etimo
greco, una "acuta insensatezza" (oxy moron). Come esempi di ossimoro il
Dizionario della lingua italiana di Devoto-Oli del 2000-2001 cita
espressioni quali "ghiaccio bollente" o "convergenze parallele" (anche se
quest'ultima potrebbe essere definita, più particolarmente, un...
ossimoroteo) .
> Poi, però, vi sono anche dei casi in cui l'accostamento di due termini dal
significato contrastante configura una insensatezza che non è affatto acuta,
ma è, invece, decisamente ottusa, sicché un sintagma di tal genere lo
potremmo battezzare, se ci fosse consentito l'ardire, con un neologismo di
nostro conio: amblimoro (ambly moron), "ottusa insensatezza".
> Così alla categoria degli amblimori si potrebbero assegnare sintagmi quali
"antifascismo antimperialista", "antifascismo e antimperialismo",
"antifascista e antimperialista", "critica all'americanismo sulla base della
tradizione antifascista" et similia.
> A parte gli scherzi, espressioni insensate come queste sono circolate
recentemente, dopo che qualcuno ha lanciato l'idea di organizzare, a
sostegno dell'Iraq, una manifestazione senza pregiudiziali ideologiche,
dalla quale nessuno dovrebbe essere escluso sulla base del suo particolare
orientamento politico.
> A taluni è parso scandaloso che non sia stata fissata, per la suddetta
iniziativa, la condizione necessaria della professione di fede antifascista
da parte degli aderenti, sicché si è cominciato a dire che una
manifestazione politicamente ortodossa a sostegno dell'Iraq dovrebbe essere,
al contempo, "antimperialista e antifascista".
> Che l'accostamento dei due concetti configuri una contradictio in
adiectis, per noi è lampante. Ma, a quanto pare, per molti non lo è affatto
e quindi è necessario dimostrarlo, dati alla mano.
> Romolo Gobbi, che in un paio di pagine ha accennato alla storia delle
posizioni americaniste del marxismo, da Marx fino all'alleanza
sovietico-americana nella seconda guerra mondiale, fa notare che "all'inizio
(...) la sinistra non poteva che essere americanista e fordista, in quanto
fin dall'origine era stata industrialista; infatti fin dall'Ideologia
tedesca Marx e Engels avevano esaltato lo sviluppo dell'industria (...) E il
marxista che volle realizzare il socialismo prima dello sviluppo
generalizzato del capitalismo, Lenin, fu tanto più americanista e fordista
(...)" (1).
> Effettivamente, uno dei massimi esponenti del pensiero marxista in Italia,
il protoantifascista Antonio Gramsci, rivendicò al gruppo comunista
dell'"Ordine Nuovo" (da lui fondato nel 1919 con Palmiro Togliatti e altri)
il merito di aver sostenuto una "forma di 'americanismo' accetta alle masse
operaie". Per Gramsci esiste infatti un "nemico principale", ed è, citiamo
testualmente, "la tradizione", la "civiltà europea (...), la vecchia ed
anacronistica struttura sociale demografica europea" (2). Bisogna dunque
ringraziare, dice, il "vecchio ceto plutocratico", perché ha cercato di
introdurre "una forma modernissima di produzione e di modo di lavorare quale
è offerta dal tipo americano più perfezionato, l'industria di Enrico Ford"
(3).
> E il ceto plutocratico, nella persona del senatore Agnelli, individuò
prontamente i propri compagni di strada. Un autorevole chiosatore dei
classici del marxismo, Felice Platone, ricorda infatti come il senatore
Agnelli avesse fatto delle "avances" nei confronti del gruppo di Gramsci e
di Togliatti, in nome di una pretesa "concordanza di interessi tra gli
operai della grande industria e i capitalisti dell'industria stessa". È lo
stesso Gramsci, d'altronde, a parlare in maniera sintetica di un
"finanziamento di Agnelli" e di "tentativi di Agnelli di assorbire il gruppo
dell''Ordine Nuovo'" (4).
> Non è stato comunque Gramsci né il primo né l'unico, tra i marxisti, a
vedere nell'America il paesaggio ideale per l'edificazione di una società
alternativa a quella europea, che purtroppo è "gravata da questa cappa di
piombo" delle "tradizioni storiche e culturali" (5). È Gramsci stesso,
infatti, a menzionare esplicitamente l'interesse di "Leone Davidovic" (cioè
Lev Davidovic Braunstein, alias Trotzkij) per l'americanismo (6), le sue
inchieste sull'American way of life e sulla letteratura nordamericana.
> Questo interesse del pensiero marxista per l'americanismo è dovuto, spiega
Gramsci, all'importanza e al significato del fenomeno americano, che è, tra
l'altro, "il maggior sforzo collettivo verificatosi finora per creare con
rapidità inaudita e con una coscienza del fine mai vista nella storia, un
tipo nuovo di lavoratore e di uomo" (7). Le realizzazioni dell'americanismo
hanno fatto nascere una sorta di complesso d'inferiorità nei marxisti, i
quali proclamano per bocca di Gramsci che "l'antiamericanismo è comico,
prima di essere stupido" (8).
> Abbiamo parlato, più sopra, di letteratura americana. Ebbene, una delle
più significative manifestazioni di cultura antifascista avvenute durante il
Ventennio fu quella che ebbe luogo nel 1942, con la pubblicazione
dell'antologia Americana curata da Elio Vittorini per l'editore Bompiani. È
stato detto a buon diritto che per Vittorini e per i compagni che lo
affiancarono nell'iniziativa in qualità di traduttori (tutti più o meno
gravitanti nell'orbita del Partito Comunista clandestino), "la letteratura
americana contemporanea (...) diventò una sorta di bandiera; e fu anche o
forse soprattutto come un implicito manifesto di fede antifascista che
Vittorini concepì e realizzò la sua antologia. L'America doveva risultare
anche per i lettori, come era per lui, una grande metafora di libertà e di
futuro" (9).
> Ancora più esplicito, in quegli stessi anni, era l'americanismo di un
antifascista d'altissimo rango: Palmiro Togliatti. Nei discorsi che il
Migliore indirizzava da Radio Mosca agli ascoltatori italiani, è frequente
una esaltazione degli Stati Uniti che a volte assume veri e propri accenti
di misticismo. Ecco un breve ma significativo florilegio.
> 8 agosto 1941. "E in realtà noi dobbiamo essere grati all'America non
soltanto di aver dato lavoro per tanti decenni a tanti nostri fratelli, ma
per il fatto che a questi uomini, che uscivano dalle tenebre di rapporti
sociali quasi medioevali, ha fatto vedere e comprendere che cosa è un regime
democratico moderno, che cosa è la libertà. (...) Mussolini e il fascismo
(...) vorrebbero far credere al popolo italiano ch'esso ha nel popolo
americano un nemico (...). Gli italiani che conoscono l'America dicano ai
loro concittadini la verità. Dicano loro che il popolo degli Stati Uniti è
amico dell'Italia, ma è nemico acerrimo di ogni tirannide (...) E gli
italiani che amano il loro paese, che non sono e non vogliono essere servi
di nessun dispotismo, hanno un nuovo motivo di riconoscenza verso il popolo
degli Stati Uniti, dal quale viene oggi al popolo italiano non solo un nuovo
incitamento a rompere le proprie catene, ma un così potente aiuto concreto"
(10).
> 2 gennaio 1942. "Ma da quella parte ci giunge per l'etere un'altra voce. È
la voce del grande popolo americano. Nel suo accento maschio par di sentire
il rombo di mille fabbriche che giorno e notte lavorano, senza posa, a
forgiare cannoni, tank, aeroplani, munizioni. Un mese fa l'America
fabbricava in un mese tanti aeroplani quanti la Germania e i suoi vassalli
messi assieme. Tra poco ne fabbricherà due volte tanto. Trenta milioni di
operai americani hanno giurato di non allentare il loro sforzo produttivo
sino a che non saranno schiacciati i regimi fascisti di terrore, di
violenza, di guerra. Buone prospettive, dunque, per l'anno nuovo" (11).
> Che la "Resistenza" antifascista sia stata un fenomeno di
collaborazionismo al servizio dell'imperialismo angloamericano, è un dato di
fatto, riconosciuto oggi anche dalla storiografia comunista "eretica", cioè
non allineata con la mitologia resistenziale. "L'accusa al movimento
partigiano di essere inserito a pieno titolo nel fronte militare di guerra
alleato ha avuto un evidente riscontro storico" (12), scrive ad esempio uno
storico che ha redatto varie voci per l'Enciclopedia dell'antifascismo e
della Resistenza. Già nel 1944, d'altronde, l'organo di un gruppo comunista
scriveva: "Nate dallo sfacelo dell'esercito, le bande armate sono,
obiettivamente e nelle intenzioni dei loro animatori, degli strumenti del
meccanismo della guerra inglese" (13).
> Gli antifascisti badogliani, cattolici, liberali e socialdemocratici non
hanno avuto, successivamente, troppe difficoltà ad ammettere il carattere
collaborazionista della "Resistenza", anche perché negli anni del dopoguerra
i loro partiti continuarono ad essere subalterni alla politica statunitense
e britannica e molti ex partigiani "bianchi" proseguirono la loro attività
filoccidentale, magari nelle file del controspionaggio o della "Gladio";
comunisti e socialisti, invece, essendosi schierati con l'URSS nella
situazione venutasi creare con la "guerra fredda", cercarono di creare
un'immagine patriottica della "Resistenza" e di attribuire all'azione
partigiana il merito esclusivo della sconfitta nazifascista. Come se gli
Angloamericani non fossero esistiti.
> Come se l'azione partigiana degli antifascisti non fosse stata appoggiata
e finanziata dagli imperialisti occidentali.
> Nel Sud occupato, alcune formazioni dell'estrema sinistra si erano messe
immediatamente a disposizione degl'invasori angloamericani. In Campania, ad
esempio, era nato il Partito Socialista Rivoluzionario Italiano, che tra i
suoi obiettivi immediati poneva quello di "aiutare gli angloamericani nella
liberazione del rimanente territorio della penisola" (14). "Dopo aver
accolto gli Alleati come liberatori, i socialisti rivoluzionari si erano
incontrati a Salerno con il generale Clark chiedendo di poter assistere le
truppe nel loro ingresso a Napoli ed avevano, inoltre, partecipato alle
trattative per la costituzione dei Gruppi Combattenti Italia" (15).
> Al Nord, fin dal febbraio 1943 il Partito comunista, il Partito d'Azione,
il Partito proletario per una repubblica socialista e il Partito socialista
cristiano avevano preso contatto con l'OSS, il servizio segreto americano,
tramite un agente di collegamento di prim'ordine: l'ingegner Adriano
Olivetti, amico di Carlo Rosselli (16).
> La dipendenza, anche economica, dei partiti antifascisti del CLNAI dagli
alti comandi angloamericani venne formalizzata con un documento di cinque
pagine redatto in inglese, i cosiddetti Protocolli di Roma, che vennero
firmati il 7 dicembre 1944 dal generale britannico Henry Maitland Wilson,
comandante generale alleato nel Mediterraneo, e dai capi antifascisti:
Alfredo Pizzoni ("Pietro Longhi"), Ferruccio Parri ("Maurizio"), Giancarlo
Pajetta ("Mare"), Edgardo Sogno ("Mauri").
> I partigiani si impegnano ad eseguire, nel corso del conflitto, tutti gli
ordini degli Alleati; si impegnano a nominare come capo militare del Corpo
Volontari della Libertà un ufficiale gradito agli Angloamericani; si
impegnano ad eseguire qualunque ordine dopo la "liberazione" del territorio
italiano. E il CLNAI, da parte sua, viene riconosciuto dagli Angloamericani
come il solo governo, di fatto e di diritto, dell'Italia settentrionale.
> Al punto 5 del documento viene stabilito il finanziamento da destinare
alle attività antifasciste, in questi termini testuali: "During the period
of enemy occupation in Northern Italy the utmost assistance will be given to
the CLNAI in common with all other anti-fascist organisations, to meets the
needs of their members who are engaged in opposing the enemy in occupied
territory: a monthly contribution not exceeding 160 million lire will be
made on the authority of the Supreme Allied Commander to meet the expenses
of the CLNAI and all other anti-fascist organisations".
> Tradotto in italiano: gli imperialisti atlantici stanziano un
finanziamento mensile di 160 milioni di lire (valore di allora) a favore dei
collaborazionisti antifascisti, da ripartire in cinque regioni italiane
nelle proporzioni seguenti: Liguria 20, Piemonte 60, Lombardia 25, Emilia
20, Veneto 35.
> Stipulando i Protocolli di Roma, dunque, il Comitato di Liberazione
Nazionale Alta Italia subordina anche formalmente il movimento partigiano
alla strategia militare angloamericana e lo mette, come scrive un autore
comunista, "alle dirette dipendenze degli alleati" (17), mentre il Comando
Volontari della Libertà viene riconosciuto come l'esecutore degli ordini del
comandante in capo alleato.
> Ma lasciamo la parola a Renzo De Felice. "Gli accordi di Roma portarono
alla Resistenza 160 milioni. Fu la salvezza. E Harold MacMillan,
responsabile in loco della politica inglese nel Mediterraneo, poté scrivere
nelle sue memorie il feroce e soddisfatto commento: 'Chi paga il suonatore
decide la musica' " (18).
> "Rompere con gli Alleati, per la Resistenza, era impossibile: sarebbe
stata la catastrofe economica (lo stesso Parri in un suo Memoriale
sull'unità della Resistenza, scritto nel 1972, ricorda che la prospettiva
era quella di 'chiudere bottega')" (19)
> "Gli Alleati sapevano di avere in mano le carte migliori: la forza
militare e gli aiuti economici. Se per mantenere un partigiano, alla fine
del 1943, servivano mille lire, agli inizi del 1945 ne costava 3 mila e
anche 8 mila, nelle zone più dispendiose. Insomma, la questione economica si
era fatta politica. Un esercito così grande non poteva autofinanziarsi: le
requisizioni, tassazioni forzate, colpi di rifornimento e cioè rapine,
grassazioni, furti stavano compromettendo, in quel lungo inverno del '44,
l'immagine stessa del movimento sul territorio. Gli esiti sarebbero stati
catastrofici. Bisognava razionalizzare il sistema di finanziamento al di là
delle sovvenzioni degli industriali, che però man mano che il tempo passava
avevano sempre più paura dei tedeschi, e degli aiuti dei servizi segreti
inglesi e americani. Fu questo il capolavoro di Pizzoni. I soldi degli
Alleati arrivavano a Milano dal Sud passando per la Svizzera" (20).
> Nel 1944, davanti allo spettacolo di un'estrema sinistra stipendiata dagli
angloamericani, il fascista repubblicano Stanis Ruinas si rivolgeva così ad
un suo vecchio amico, che dal fascismo antiborghese era approdato al
comunismo: "A costo di passare per un ingenuo, confesso di non comprendere
come degli uomini che si proclamano rivoluzionari - socialisti comunisti
anarchici - e che per i loro ideali han sofferto la galera e l'esilio,
possano plaudire all'Inghilterra plutocratica e all'America trustistica che
in nome della democrazia e della libertà democratica devastano l'Europa.
Intuisco in anticipo la tua risposta. Da rivoluzionario non ami Hitler e non
hai fiducia in Mussolini. E va bene. Ma come fai ad avere fiducia
nell'Inghilterra imperialista che ha tradito la Persia, schiacciato le
repubbliche boere, oppresso per tanto tempo l'India e l'Egitto, e si arroga
il diritto di proteggere e dirigere tanti popoli degni di libertà? (...)
Come fai a conciliare i tuoi ideali riv
>
> oluzionari con quelli di Churchill e di Roosevelt?" (21).
> Grazie a Dio, ben presto il Maresciallo Stalin li avrebbe costretti,
questi "uomini che si proclamano rivoluzionari", a rinnegare la loro fiducia
nell'"Inghilterra plutocratica" e nell'"America trustistica". Ma quelli,
tra i loro figli e nipoti, che oggi salgono in cattedra a impartire lezioni
di antimperialismo, ad esigere credenziali e ad imporre pregiudiziali,
farebbero bene a studiare la storia della loro famiglia e a rifletterci
sopra. E se proprio non vogliono decretare la damnatio memoriae per quei
loro antenati che in un certo periodo hanno eseguito la musica scelta da chi
li pagava in dollari e in sterline, almeno ci risparmino l'ottusa
insensatezza dell'"imperialismo antifascista".
>
>
>
>
>
>
> (1) Romolo Gobbi, America contro Europa. L'antieuropeismo degli americani
dalle origini ai giorni nostri, MB Publishing, Milano 2002, p. 10.
> (2) Antonio Gramsci, Americanismo e fordismo, Universale Economica, Milano
1950, pp. 20-21. Le pagine di Gramsci raccolte in questa edizione
corrispondono al Quaderno 22 (V) 1934 dei Quaderni del carcere.
> (3) Op. cit., p. 20.
> (4) Op. cit., p. 18. La nota del Curatore, Felice Platone, è a pié di
pagina.
> (5) Op. cit., p. 25.
> (6) Op. cit., p. 42. Sui rapporti di Trotzkij con l'usurocrazia
statunitense cfr. Pierre Saint-Charles, Banchieri e bolscevichi, in: Henri
Coston (a cura di), L'alta finanza e le rivoluzioni, Edizioni di Ar, Padova
1971, pp. 41-50.
> (7) Op. cit., ibidem.
> (8) Op. cit., p. 62.
> (9) Giovanni Raboni, E un giorno la sinistra si risvegliò americana.
Sessant'anni fa la mitica antologia di Vittorini smontò l'idea fascista
sugli Usa "Impero del Male", "Corriere della Sera", 24 settembre 2002, p.
35.
> (10) Mario Correnti (Palmiro Togliatti), Discorsi agli italiani, Società
Editrice L'Unità, Roma 1943, pp. 40-42.
> (11) Op. cit., p. 93.
> (12) Arturo Peregalli, L'altra Resistenza. Il PCI e le opposizioni di
sinistra. 1943-1945, Graphos, Genova 1991, p. 356.
> (13) Sulla via giusta, "Prometeo", 4, 1 febbraio 1944.
> (14) Arturo Peregalli, op. cit., p. 130.
> (15) Ibidem.
> (16) "Somiglia a Rosselli anche fisicamente, forse perché è mezzo ebreo,
da parte di padre" - scrisse nel suo rapporto l'informatore dell'OSS che
incontrò Olivetti nei pressi di Berna. Cfr. Ennio Caretto e Bruno Marolo,
Made in USA. Le origini americane della Repubblica Italiana, Rizzoli, Milano
1996, p. 58 ss.
> (17) Renzo Del Carria, Proletari senza rivoluzione, vol. IV, Savelli, Roma
1976, p. 166.
> (18) Renzo De Felice, Rosso e Nero, Baldini & Castoldi, Milano 1995, p.
88.
> (19) Renzo De Felice, op. cit., pp. 84-85.
> (20) Renzo De Felice, op. cit., pp. 95-96.
> (21) Stanis Ruinas, Lettere a un rivoluzionario, cit. in: Paolo
Buchignani, Fascisti rossi. Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una
migrazione politica 1943-1953, Mondadori, Milano 1998, pp. 21-22.
>
> --------- End Forwarded Message ---------
>

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X ON=CIA e tutto il resto.......... vhg Sunday November 23, 2003 at 01:47 PM
il professore Nero Guforosso Tuesday October 14, 2003 at 07:34 PM
x UFO Pierufo (carmillaonline) Tuesday October 14, 2003 at 07:06 PM
ma quanti sono ufo Tuesday October 14, 2003 at 06:57 PM
ma quanti sono ufo Tuesday October 14, 2003 at 05:56 PM
ma quanti sono ufo Tuesday October 14, 2003 at 05:41 PM
ehi Obsy guglielmo Tuesday October 14, 2003 at 03:49 PM
Mutti ha ragione su gramsci! antinazi Tuesday October 14, 2003 at 02:55 PM
Mani in pasta obsy Tuesday October 14, 2003 at 01:51 PM
antiamericanisti i fasci? ma non fatemi ridere!!!! ON=CIA Tuesday October 14, 2003 at 12:24 PM
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