BOLIVIA: CARRI ARMATI NELLE VIE DI LA PAZ, LOZADA TIENE DURO

La Paz, 14 ott. - In Bolivia è di almeno 15 morti il bilancio degli scontri di piazza di lunedì tra manifestanti e polizia. E oggi all'alba i carri armati e i blindati si sono schierati lungo le strade della capitale La Paz, con i militari concentrati alla periferia della città e pronti a intervenire in caso di nuovi disordini.
Ieri sono stati quattordici (tra cui due soldati) i morti nell'area di La Paz mentre un manifestante è rimasto ucciso nella regione di La Cruz. Ma la rivolta contro il piano economico del governo non scuote il presidente Gonzalo Sanchez de Losada, che in un discorso trasmesso in televisione ha annunciato l'intenzone di tenere duro: "Non mi dimetterò, la Bolivia è in pericolo", ha dichiarato. Il presidente ha congelato fino al 31 dicembre il progetto nel mirino dei manifestanti di un gasdotto fino al Cile per le esportazioni verso Usa e Messico, ma ha nuovamente denunciato ingerenze straniere dietro la rivolta: "E' un grande progetto sovversivo organizzato e finanziato dall'esterno per distruggere la democrazia boliviana".
Sono una cinquantina le vittime di un mese di proteste popolari nel più povero Paese sudamericano: nel mirino ci sono le riforme liberiste di Losada e la decisione di esportare gas naturale verso Usa e Messico utilizzando un porto cileno.
Intanto Francia, Germania e Gran Bretagna hanno invitato i propri cittadini a non recarsi in Bolivia fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata. (AGI/reuters)