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- media -
Bolivia, la censura sulla stampa
by by bolpress Wednesday October 15, 2003 at 10:21 PM mail:  

Dopo i 59 decessi della guerra del gas a El Alto e la La Paz, il
governo ha iniziato a dirigere il suo sguardo verso la stampa.
Due periodici sono stati confiscati per aver suggerito la
rinuncia del Presidente, una stazione di radiodiffusione aymara è
stata chiusa ed un canale di televisione ha denunciato minacce contro di sè.

Tutto si è prodotto oggi. Il periodico El Diario ha iniziato ad
essere confiscato a La Paz dopo avere intitolato nella sua prima
pagina che " i boliviani ha il diritto di chiedere la rinuncia del
Presidente". Queste notizie si sono basate su delle consultazioni ad
analisti americani.

"i media saranno attaccati come nelle dittature", ha segnalato a
Radio Fides il dirigente di El Diario Jorge Aliaga.

Anche il settimanale Pulso è stato confiscato in molte zone della
Paz, come ha denunciato il suo capo di redazione Gustavo Guzmán.
Questo periodico ha aperto la sua edizione straordinaria titolando "In nome della democrazia il Presidente deve rinunciare". Inoltre, uno di e suoi articoli
rivela che quattro consulenti militari degli
Usa consigliano al governo come si attua "l’occupazione del
potere".

Il terzo caso è della stazione di radiodiffusione Jimenez che
diffonde un'informazione in lingua aymara da una zona popolare
paceña. Questa emittente ha interrotto le sue trasmissioni, come ha
informato il canale 36 "rete a" della La Paz.

Questo canale, che diffondeva continuamente immagini di alcuni morti
nella "guerra del gas", ha ricevuto "molte minacce" -
così hanno detto i suoi redattori - e per ciò ha deciso di
sospendere per ore la diffusione di notizie che effettuava in modo
quasi ininterrotto.

Ciò che è successo oggi con questi mezzi d'informazione, ha
un precedente nel canale statale, dove la settimana scorsa cinque
giornalisti hanno rinunciato al proprio lavoro, denunciando manipolazione e pressioni del
governo nel trattamento delle notizie.

Il portavoce della presidenza, Maurizio Antezana, ha detto che il
governo garantisce la libertà d'espressione ed ha promesso una
inchiesta su queste accuse.

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