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Legalizzazione è libertà
by Drogatz Saturday October 18, 2003 at 04:03 PM mail: corax_aj@libero.it 

Il proibizionismo ha portato negli anni alla criminalizzazione della marijuana mentre le sue incredibili doti potrebbero alleviare le sofferenze di migliaia di malati. Ma la parola "droga" semina ancora il panico.

Il mio augurio per il nuovo anno si rivolge a chi è ancora legato ai residui e agli strascichi della politica conservatrice e reazionaria e a chi ancora professa ideali ormai lontani nel tempo, ideali consunti e logori che nei nostri tempi dovrebbero tuttalpiù suscitare un po' di nostalgia ma senza aver nulla a che vedere con la mentalità comune. Il mio augurio va a voi, paladini della morale e dei valori artificiali, che possa il futuro sciogliere i vostri pregiudizi e mostrarvi la via della tolleranza e della libertà.
Molte restrizioni, più o meno giustificate o basate effettivamente su motivazioni razionali, ci sono imposte attualmente dalla legge che in parte incarna i valori dell'ipocrisia sociale e per il resto rispecchia gli interessi della ristretta classe dominante. Ciò che più mi sconvolge, tuttavia, riguarda una questione a lungo dibattuta e che rappresenta, a mio avviso, una delle più clamorose "sviste" non solo dell'attuale legislazione, dalla quale ormai è impossibile pretendere nulla di positivo per il bene comune, ma anche di buona parte dell'opinione pubblica che vede ancora nel problema uno spauracchio da rifuggire: la legalizzazione delle cosiddette droghe leggere.
La marijuana, appunto, che per il discutibile fatto di essere considerata una droga (al contrario dell'alcol, per esempio, che per l'entità degli effetti dannosi la equivale in tutto e per tutto), è stata letteralmente demonizzata, nel corso degli ultimi decenni, a causa di una preoccupante disinformazione e di un patetico perbenismo che appiccica lapidari giudizi su tutto ciò che si mostra minimamente alternativo all'arbitraria concezione del "bene". La marijuana, o ganja che dir si voglia, è entrata a far parte della storia dell'uomo qualche migliaio di anni fa (il primo documento, trovato in Cina, risale al 2737 a.C., ai tempi dell'impero cinese) ed era considerata quasi una pianta magica per le sue sorprendenti doti terapeutiche, per la sua robusta fibra con cui si fabbricavano tessuti d'ogni sorta, e per le proprietà allucinogene, che, nel corso di cerimonie religiose, permettevano di entrare in contatto con la divinità. Aldilà di questo, comunque, è risaputo che l'uso della cannabis è spesso il solo modo per curare o alleviare gli effetti di malattie come AIDS, cancro, glaucoma, epilessia e sclerosi multipla, ed è in grado di combattere nausea, spasmi muscolari, emicrania, vomito e dolori vari (questo soprattutto grazie al principio attivo denominato delta 9 THC, tetraidrocannabinolo). Per entrare più nel dettaglio, le incredibili proprietà della canapa cominciano col diminuire la pressione intraoculare (causando la dilatazione delle pupille e l'arrossamento degli occhi) di circa il 30% e questo è
di grande aiuto ai malati di glaucoma (malattia che fa aumentare la pressione arteriosa dell'occhio e che può portare alla cecità); un'altra fondamentale caratteristica è quella dell'aumento dell'appetito (la cosiddetta "fame chimica") che aiuta in modo sorprendente i malati di AIDS e di cancro che, per motivi diversi, tendono ad evitare il cibo e quindi a indebolire ulteriormente il loro organismo. Per quanto riguarda la sclerosi multipla e l'epilessia, infine, la marijuana presenta doti anticonvulsivanti riducendo gli spasmi muscolari e i tremori sintomatici di queste patologie. Tali affermazioni provengono da studi medici approfonditi e sono sostenute da importanti associazioni presenti in tutto il mondo. Ora, di fronte a verità tanto evidenti, con che coraggio si può persistere nel proibizionismo assoluto della canapa? Ignorare una questione così importante significa insultare in primo luogo il diritto alla vita e alla salute di migliaia di persone che potrebbero trovare nella cannabis l'unica fonte di sopravvivenza o quanto meno di sollievo da malattie spesso devastanti.
Tanto più che esperienze di legalizzazione attuate in paesi come l'Olanda e parzialmente in Inghilterra (per limitarci all'Europa) hanno dato risultati chiaramente positivi: in Olanda, dove la vendita di marijuana e hashish è regolamentata da leggi comunque rigide, il consumo tra gli adolescenti è sei volte inferiore a quello degli Stati Uniti in cui vige il principio della tolleranza zero. Il consumo di droghe pesanti, inoltre, non è affatto aumentato in seguito all'attuazione delle nuove normative (in vigore ormai da quarant'anni). L'esperienza della legalizzazione, tra l'altro, ha permesso alle forze dell'ordine di occuparsi maggiormente di reati più gravi, aumentando così la sicurezza in tutto il paese. Risulta quindi lampante che una liberalizzazione sorretta da leggi mirate non può che giovare alla salute e persino all'economia del nostro paese, dal momento che una regolamentazione statale della vendita della sostanza ridurrebbe i costi del consumo e della produzione, che adesso sono aggravati dal rischio dell'illegalità, permettendo di incrementare i guadagni e i risparmi del governo: verrebbero infatti eliminate le spese legate alla prevenzione e alla repressione, perdipiù lo stato incasserebbe i proventi delle tasse derivanti dal commercio della canapa.
La versatilità della canapa si manifesta anche nelle proprietà della sua fibra da cui si ricava un tessuto dalle ottime qualità, fresco d'estate e caldo d'inverno. Questo l'Italia lo sa bene dal momento che fino agli anni '50 era la seconda produttrice di canapa nel mondo dopo l'Unione Sovietica e, solo grazie alla ridicola campagna di moralizzazione iniziata negli Stati Uniti dopo il fallimento del proibizionismo dell'alcol negli anni '30, la marijuana è diventata agli occhi della società causa di crimini e violenza e conseguentemente oggetto di repressione. In realtà la marijuana provoca nel soggetto che ne fa uso tutt'altro che pulsioni violente e tanto meno omicide, nè per altro è dimostrato che dia dipendenza fisica nè che porti al consumo di droghe pesanti; anzi, il passaggio a un consumo di sostanze pericolose (cocaina, eroina e droghe sintetiche) è agevolato senz'altro dall'illegalità con cui si svolgono attualmente gli scambi: rivolgendosi a uno spacciatore per comprare della ganja o dell'hashish è facile essere coinvolti nell'acquisto di altra roba. La legalizzazione, infine, permetterebbe di offrire ai consumatori un prodotto sicuro e di origine certa, eliminando il rischio di acquistare schifezze realmente dannose per la salute, prima di tutto, e poi per il portafoglio (sostanze come lucido da scarpe, liquido per pneumatici, hennè e paraffina sono spesso usate per tagliare l'hashish). Una recente proposta di legge del vice-presidente del Consiglio nonchè segretario del partito di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, appoggiato dal Ministro della Sanità Sirchia, da quello dell'Istruzione Moratti e da altri ancora, era mirata a promuovere la marijuana al livello delle droghe pesanti con l'intento di eliminare le "superficiali e superate" distinzioni tra droghe leggere e droghe pesanti e a rendere quindi perseguibile la detenzione, l'uso e lo spaccio di erba come se si trattasse di eroina o di crack. In pratica un ragazzo che fosse beccato a fumare una canna sarebbe messo sullo stesso piano di un tossicomane all'ultimo stadio (non me ne vogliano i tossici, che comunque ritengo non dovrebbero essere perseguiti in nessun modo). Molti ancora si chiudono gli occhi e storgono il naso quando si tratta di marijuana ma se solo lasciassero cadere i loro pregiudizi e si liberassero delle imposizioni del pensiero comune capirebbero senza difficoltà che la legalizzazione è una somma di infiniti vantaggi per l'intera società nonchè un piccolo grande contributo al bene più prezioso dell'uomo: la libertà.

Ho scritto quest'articolo circa un anno fa, ma credo che, a parte qualche particolare, mai come adesso si sia rivelato più attuale.

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hai proprio ragione pinolo Wednesday November 05, 2003 at 03:35 PM
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