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Fronte Unico Antisistema
by nick Monday October 20, 2003 at 09:19 PM mail:  

Fronte Unico Antisistema

In molti casi si è verificato il cosiddetto “incontro degli estremi” che
si è manifestato attraverso una presunta alleanza strategica tra
nazionalrivoluzionari e comunisti, oppure con una fusione tra soggetti
politici delle due aree, coniugando fondamenti teorici di entrambe le
scuole ideologiche (Es: Socialismo e Nazione).
Per quanto riguarda la prima, ovvero l’alleanza strategica, l’esempio di
“Costruiamo l’Azione” è il più famoso, ma i tentativi di “sfondare a
sinistra” sono stati molteplici (Primula ed altre formazioni minori)
anche se la maggior parte di queste manovre sono state soffocate sia
dalla repressione borghese, che dal grande limite che coinvolge
(purtroppo) anche le organizzazioni di estrema sinistra (Aut.Op. Lc
etc.), cioè il considerare l’intera area neofascista come funzionale al
sistema.
Partendo dalla constatazione che l’unico avversario comune è lo Stato,
Costruiamo l’Azione tenta di costruire un fronte unico di lotta contro
il sistema: “ Noi, da parte nostra, abbiamo capito i nostri errori e
diciamo agli autonomi: sveglia ragazzi non fatevi inculare un’altra
volta, vasta di gare le scimmie ammaestrate dell’antifascismo per
elemosinare il plauso e la simpatia dei merdaiuoli. I nemici sono comuni
e stanno tutti ammucchiati insieme, diamo addosso senza quartiere
all’immondo merdaio.”
E ancora:”Crediamo che l’azione rivoluzionaria si debba necessariamente
costruire con la lotta delle masse, masse che solo con la lotta saranno
capaci di diventare popolo”.
Un progetto ambizioso e un po’ utopico, anche se l’unità dei
rivoluzionari (di estrema destra e di estrema sinistra) in un unico
fronte di lotta al sistema capitalista è il risultato (politico) più
logico proveniente da una contrapposizione che ha diviso generazioni,
distrutto validi militanti e che ha giovato esclusivamente alla
borghesia in quanto detentrice del potere politico e della gestione dei
mezzi di produzione.
In quegli anni erano molte le persone che erano impegnate politicamente
e che credevano in uno sbocco rivoluzionario alla crisi del capitalismo.
La proposta della rivista CLA è sicuramente la più avanzata, perché
tenta di fare un’autocritica (cosa che hanno sempre fatto i comunisti)
ammettendo i propri errori, comprende la natura reazionaria
dell’antifascismo trasmesso dai partiti della democrazia borghese e
crede in una alleanza tra comunisti e fascisti contro il nemico comune
(capitalismo) che si concretizzerebbe nella costituzione di un Fronte
Unico Antisistema. Inoltre sostenendo che l’azione rivoluzionaria si
debba costruire con la lotta delle masse, si allontana definitivamente
dal sozzume piccolo-borghese che ha invaso sia l’area della sinistra
rivoluzionaria che quella della Terza Posizione. La lotta delle masse
popolari è necessaria, senza d’essa sarebbe impossibile per un organismo
che si definisce “avanguardia”, sopravvivere politicamente e continuare
la propria attività di propaganda e di sovversione dell’ordine costituito.
Ogni rivoluzione è uscita vittoriosa dal conflitto armato con la
reazione, grazie al coordinamento di un’avanguardia che lavora tra le
masse popolari per educarle e guidarle verso la costruzione di una nuova
società. Senza il fondamentale apporto quantitativo degli iscritti e dei
simpatizzanti, oppure con il supporto proveniente dal popolo in armi
durante la rivoluzione, la distruzione del sistema diventerebbe solo una
utopia irrealizzabile.
L’esperienza (breve) di Costruiamo l’Azione, le sue proposte, le sue
analisi devono essere rivalutate e attualizzate, per diventare
comprensibili e utili alla nostra analisi e quindi al processo di
alleanza strategica che si traduce concretamente nella costituzione di
un Fronte Rivoluzionario di Liberazione Nazionale e Sociale.
Sulla fusione di soggetti comunisti (stalinisti) con ambienti
nazionalrivoluzionari non si può non citare Jeune Europe (Giovane
Europa), l’organizzazione europea transnazionale fondata nel 1960 da
Jean Thiriart.
Jeune Europe è una Organizzazione per la formazione di un quadro
politico, partito rivoluzionario d’avanguardia, con una struttura
interna basata sul centralismo democratico (di origine leninista); La
formazione fisica e paramilitare gioca un ruolo considerevole nei corsi
delle Scuole quadri dell’organizzazione dove si preparano i militanti
alla creazione dei futuri partigiani e guerriglieri antiamericani,
infatti le direttive della Jeune Europe sono molto chiare: Nell’ipotesi
di un conflitto, noi saremo impegnati in azioni paramilitari e militari.
La liberazione dell’Europa dall’invasore yankee è uno degli obiettivi
fondamentali dell’organizzazione/ partito. Come sostiene Thiriart
“Quando si vuole l’Europa si vogliono tutti i mezzi per farla. Bisogna
fin da ora inserire nella lista delle possibilità un’azione stile
Vietnam in Europa…Colui a cui fa paura questa ipotesi non è né un
rivoluzionario né un nazionalista europeo”.
La soluzione armata di un possibile conflitto tra forze rivoluzionarie
antimperialiste europee e forze reazionarie statunitensi è privilegiata
rispetto ad altre forme di lotta legali ritenute (evidentemente)
impotenti rispetto alla lotta armata. Una guerra rivoluzionaria condotta
con la collaborazione di forze antimperialiste tricontinentali (Asia,
Africa, Sud America), ma concentrata nella colonia più ricca degli Stati
Uniti, l’Europa.
La lotta antiamericana deve iscriversi nel quadro di una coalizione
mondiale del tipo “Fronte dei nazionalismi”. Nazionalismi arabo, cubano,
cinese ed europeo.
Sono frequenti i contatti intrattenuti da Thiriart con la Cina maoista,
con il FLN algerino oppure con OLP palestinese, anche se non hanno
prodotto alcuna alleanza strategica, ciò non vuol dire che il progetto
politico-militare thiriartiano sia fallito, anzi, con la fine dell’URSS,
l’inizio dell’egemonia politica/economica mondiale degli USA, l’alleanza
antimperialista con i popoli oppressi dell’Europa e degli altri
continenti diventa sempre più necessaria per sconfiggere l’imperialismo
statunitense e la convergenza politico/strategica tra opposti estremi è
funzionale allo sviluppo di un processo rivoluzionario europeo e
tricontinentale.
La proposta politica di Jeune Europe non era limitata ad una semplice
alleanza antiamericana. Eliminati gli elementi destrosi
dell’organizzazione (la corrente anticomunista che faceva capo a
Teichman), Thiriart la orienta progressivamente verso posizioni
nazionalcomuniste. Teorizza il Comunitarismo come un superamento del
comunismo e non come un suo avversario. Nel 1965 definiva il
comunitarismo come un socialismo nazional-europeo, nel 1984 come un
comunismo europeo de-marxistizzato.
In un articolo intitolato “Scacchiere mondiale e nazionalcomunismo”,
afferma che il concetto rivoluzionario sarà negli anni a venire la
creazione di un’Europa Socialista di stile rivoluzionario, la nostra
Europea comunitarista e in questa costruzione i quadri e i militanti
comunisti dell’Europa dell’Est hanno da giocare un ruolo immenso.
Si ipotizza in definitiva, la creazione di una Europa unita, libera e
indipendente, comunitarista e nazionalista che si contrappone insieme ai
popoli oppressi e le nazioni liberate, all’imperialismo degli USA.
L’esperienza di JN come quella di CLA deve essere valutata e analizzata
attentamente per riuscire a separare gli elementi negativi (errori e
limiti) da quelli positivi e utilizzare quest’ultimi per avanzare (in
termini di qualità e quantità) nel processo di costruzione di
un’avanguardia rivoluzionaria di popolo.

Se nella storia passata del nostro paese sono stati innumerevoli i
tentativi di collaborazione e di unificazione tra sinistra comunista e
destra fascista, se esistono ancora oggi compagni e camerati pronti a
dialogare, a costruire un Fronte unito compatto contro il sistema, vuol
dire che lo Stato borghese, i partiti del regime partitocratico e i vari
filistei piccolo-borghesi, non sono riusciti a separare completamente le
due maggiori correnti rivoluzionarie antimperialiste. Fin quando si è
persa la battaglia non si è persa la guerra, bisogna continuare a
lavorare per concentrare i nostri sforzi in un’unica organizzazione che
diventi un’inesorabile tenaglia contro la falsa contrapposizione
Antifascismo/Anticomunismo, che se annientata, eliminerebbe
automaticamente dalla nostra generazione i mille pregiudizi che
affollano le giovani menti, liberando la creatività, l’iniziativa e
l’arditismo rivoluzionario.

- Alcune delle condizioni “politiche” per aderire Fronte Unico Antisistema:
1) Lotta per la liberazione nazionale dal colonialismo politico,
economico e culturale degli Stati Uniti e per la liberazione sociale
dall’oppressione della borghesia imperialista.

2) Superamento della dicotomia destra/sinistra che implica quella
dell’antifascismo/anticomunismo.

3) Extraparlamentarismo. Il movimento si svilupperà al di fuori dei
palazzi del potere, non avrà nessun contatto con le organizzazioni che
operano legalmente nelle istituzioni dello Stato borghese.

4) Rifiuto del riformismo. Sia liberale che socialdemocratico, perché
liquida l’abbattimento violento dello Stato borghese e lo sostituisce
con una serie di riforme che non cambiano in positivo le condizioni
delle classi oppresse e del popolo in generale, anzi, ogni governo (di
centro-destra o di centro-sinistra) pone nelle sue politiche prima di
tutto gli interessi della borghesia e poi (quasi mai) quelli delle masse
popolari. Il riformismo è il nemico numero uno di ogni rivoluzionario,
perché inganna e illude i proletari che siano possibili passi avanti con
il solo e semplice ausilio dello strumento delle riforme, quando sono
ormai passati 60 anni e tutto ciò che è stato conquistato nelle lotte
degli anni passati viene cancellato dalla prepotenza della classe dominante
5) Separazione tra politica e religione. Anche se la nostra cultura
nazionale è influenzata dal cristianesimo, ciò non vuol dire che la
politica debba occuparsi della religione e la religione della politica.
Sono due sfere diverse ma non contrapposte. La religione appartiene alla
nostra intimità, è parte della Tradizione, ma non è un spada da
sfoderare contro fantomatici nemici musulmani…
6) Lotta all’immigrazione, perché è il prodotto dell'imperialismo
(colonialismo antico e nuovo colonialismo delle multinazionali), sottrae
capacità lavorativa ai paesi d'origine distruggendo economie locali e
disgregando culture millenarie. Distruggere l'imperialismo nell'Area
mediterranea attraverso la cooperazione di forze rivoluzionarie
nazionali, eliminerebbe di conseguenza l'immigrazione di massa.
7) Lotta contro il sionismo. Per abbattere il colonialismo statunitense
nell’Area mediterranea – mediorientale, è necessaria l’eliminazione di
Israele (avamposto yankee tra i paesi arabi) e dei suoi collaboratori
presenti in Europa.

8) Sostegno politico e materiale alle lotte dei popoli oppressi
dell’Europa [Baschi,Corsi,Sardi,Irlandesi,Bretoni etc.] e del resto del
mondo (Palestinesi, iracheni, cubani, venezuelani etc.) e alle
organizzazioni rivoluzionarie antimperialiste (IRA, ETA, FNLC, FPLP,
FARC …).

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