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Albertini buttafuori dei rom
by dal manifesto Thursday October 30, 2003 at 12:16 PM mail:  

In 180 cacciati da un'ex fabbrica. E' già la seconda volta.

Scacciati. Ovunque vadano. E' questo l'unico destino che la giunta Albertini riserva a 180 rom milanesi di origini rumena. Nel giro di pochi giorni sono stati sgomberati due volte. Due settimane fa il comune ha mandato le ruspe a distruggere le loro baracche costruite nei pressi del campo di via Barzaghi, e ieri mattina le forze dell'ordine li hanno cacciati anche da una ex fabbrica dove si erano rifugiati. Gli occupanti sono stati divisi in due gruppi e smistati in due diversi commissariati. Da una parte chi non era in regola con il permesso di soggiorno è stato trattenuto in attesa di essere espulso. Tutti gli altri sono stati sistemati alla meno peggio in un capannone in attesa di continuare la loro odissea. «Gli agenti sono arrivati all'alba in tenuta anti-sommossa - raccontano alcuni testimoni - e hanno sfondato il cancello senza incontrare resistenza. Abbiamo cercato di avere notizie di tutti i fermati e in serata abbiamo visto partire tre pullman diretti verso il confine».

Nella ex-fabbrica di via Polidoro, zona viale Certosa, vivevano intere famiglie con donne e bambini. Da quando erano entrati in quello stabile i rom avevano costituito un comitato di occupazione sull'esempio di un'altra casa occupata da tempo da altri nomadi, in via Adda, una zona centrale di Milano. Per il comune quello è un «cattivo esempio» che assolutamente non deve essere imitato. Non a caso chi ieri era presente allo sgombero dice di aver sentito gli agenti promettere che «la prossima volta andiamo in via Adda». Anche la storia di quella occupazione anomala è iniziata in seguito a un altro sgombero in via Barzaghi, il campo che per anni è stato una delle più grande baraccopoli d'Italia e che da qualche tempo è stato trasformato in una «gabbia» comunale dove possono vivere in condizioni pietose solo pochi nomadi. Gli occupanti di via Adda, invece, hanno deciso di abbandonare i campi e di prendersi un intero caseggiato a pochi passi dalla Stazione Centrale. Si tratta di una situazione molto delicata che resiste da mesi nonostante le condizioni difficili in cui vivono gli occupanti, le inevitabili lamentele di alcuni milanesi del centro, i raid di polizia e carabinieri che per tutta l'estate hanno prelevato alla spicciolata qualche rom nelle strade del quartiere. Un mese fa in via Adda è morto anche un neonato e a quel punto il prefetto di Milano, Bruno Ferrante, ha ammesso la necessità di trovare una sistemazione per i nomadi.

Con lo sgombero di ieri invece la giunta di centro destra sembra rigettare ogni soluzione. «Lo sgombero - dice Daniele Farina, consigliere comunale del Prc - trasloca i problemi senza alcuna intenzione di risolverli. Un gioco dell'oca in cui brilla la latitanza dell'amministrazione, l'assenza di una politica dell'abitare e un uso politico dei problemi che ne derivano».



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