Policlinico "dei miracoli". Regalo da 50 milioni di euro dal governo all'Opus Dei
Cinquanta milioni di euro, qualcosa come cento miliardi di vecchie lire, un quarto circa di tutto ciò che lo Stato darà a tutti gli atenei italiani. Verranno dati dalla Finanziaria in corso d'approvazione a un solo ateneo, privato, per la realizzazione ex novo di un policlinico. I cinquanta milioni saranno erogati pronta cassa in due tranche - una nel 2004 e una nel 2005 - metà dal ministero dell'Economia e metà da quello della Salute per finanziare il progetto di una università privata, quella dell'Opus Dei. Una cifra enorme, o per dirla con le parole di Paolo Giaretta, il relatore dell'opposizione sulla Finanziaria al Senato, «un'enormità».
Il relatore dell'Ulivo, che è della Margherita, ha definito «gravissimo» lo stanziamento di questi 50 milioni di euro per la costruzione di un campus biomedico, approvato dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama. «Basti pensare -fa notare Giaretta- che il totale del fondo per gli interventi a favore di altre 65 Università ammonta a 238 milioni di euro e che, per l'intera riforma della scuola sono stati stanziati 90 milioni di euro».
È proprio questo il dato che colpisce l’attenzione. I fondi sono infatti stanziati ad una università privata mentre gli stanziamenti a favore di università pubblica e ricerca continuano infatti a diminuire, come denuncia il senatore Luciano Modica, ex rettore dell'ateneo di Pisa. E i rettori hanno già minacciato di protestare duramente, proprio come avvenne l’anno scorso quando si dimisero in massa.
È vero che il campus biomedico dovrà convenzionare con il servizio sanitario nazionale almeno parte dei suoi 350 nuovi posti letto da costruire nell'area di Trigoria (su terreni in parte regalati e in parte venduti da Alberto Sordi).
Ma è anche vero che i cinquanta milioni vengono offerti ad un’organizzazione come l’Opus Dei con agganci importanti nei santuari della finanza vaticana e con casse molto floride, costantemente rimpinguate da donazioni e dai proventi delle molteplici attività anche di tipo assistenziale diffuse in tutto il mondo.
Dunque l'Opus Dei ha davvero bisogno di un così ingente contributo statale? E lo stato della sanità pubblica nel Lazio, esempio di punta di una gestione disastrosa del sistema sanitario nazionale, su cui si riversano anche molti dei malati provenienti dalle regioni del Sud, trova qualche giovamento dal fatto che una simile cifra venga destinata alla costruzione di una struttura medica privata? Il campus biomedico dovrebbe essere pronto nel 2006.
A Roma secondo Giulia Rodano, consigliere regionale diessina, oggi i tagli alla sanità sono arrivati a un punto limite, tanto che in un grande ospedale pubblico come il San Camillo manca il latte fresco, gli omogenizzati e non è più possibile fornire ai ricoverati una dieta con prodotti freschi come la bistecca e il pesce.
In Puglia il governatore Fitto è alle prese con nuove proteste dei cittadini per la chiusura di importanti reparti di chirurgia e di servizi ospedalieri. In Sicilia il governatore Cuffaro propone, per aggirare i tagli, la possibilità alle aziende sanitarie siciliane di vendere all'asta i propri beni alle banche, compresi gli ospedali: una specie di «sanità in leasing» come denuncia il senatore diessino Angius. Infine il presidente della regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, denuncia che i tagli della Finanziaria mettono a serio rischio la realizzazione dei nuovi ospedali, tra cui quello, pubblico, di Parma. Lo stesso Girolamo Sirchia, ministro della Sanità, ha ammesso che per l'apertura dell'ospedale di Parma si dovrà aspettare ancora «un anno o due». Ma lo Stato intanto finanzia per un terzo l'apertura in tempo record del policlinoco dell'Opus Dei (il costo complessivo dell'ospedale di Trigoria è infatti di 157 milioni di euro).
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