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- economie -
Senza democrazia non c’è contratto: venerdì a Roma i metalmeccanici della Fiom
by dall'unità Thursday November 06, 2003 at 05:34 PM mail:  

Senza democrazia non c’è contratto: venerdì a Roma i metalmeccanici della Fiom.

Diciannove treni speciali, 1500 pullman, tre cortei, un comizio conclusivo a piazza San Giovanni: questi i dati organizzativi della manifestazione nazionale dei metalmeccanici della Fiom che si svolgerà a Roma il 7 novembre, in concomitanza con uno sciopero di otto ore. Una manifestazione che si preannuncia ancora più grande di quella che due anni fa portò a Roma 150mila persone. Al corteo aderiscono anche i movimenti del Social Forum e i partiti della sinistra (fin ora sono arrivate le adesioni di Ds, Comunisti Italiani e Rifondazione).

La questione principale che porta i metalmeccanici a scendere in piazza è semplice: non si possono firmare contratti separati senza il consenso dei lavoratori. Soprattutto non possono farlo organizzazioni minoritarie come la Fim e la Uilm, che invece hanno già firmato un accordo per il rinnovo del contratto nazionale, rifiutando per giunta la legittima richiesta di sottoporre la loro decisone ad un referendum fra i lavoratori.

Lo slogan della manifestazione riassume il problema: «Senza democrazia non c’è contratto». Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom amplia il concetto: «Se si dovesse affermare l’idea che è possibile fare in questo modo i contratti nazionali, non ci sarebbe solo il problema che la Fiom ha la maggioranza assoluta: si sancirebbe anche che i lavoratori non contano più, non solo fra i metalmeccanici».

Il secondo tema della protesta riguarda i lavori atipici e i contratti a tempo determinato. Su questo argomento, l’opposizione della Fiom alla recente legge 30, la cosiddetta legge Maroni, che aumenta la flessibilità del lavoro dipendente è totale e prevede un’iniziativa che va in direzione opposta: «Continueremo a muoverci su una linea che mette in discussione e contrasta i processi di precarizzazione» afferma Rinaldini «sostenendo il passaggio a contratti a tempo indeterminato. Siamo inoltre contrari all’introduzione di nuovi rapporti di lavoro».

L’iniziativa della Fiom ha ottenuto risultati molto importanti nel corso di questi mesi. Sono infatti state aperte 1868 vertenze pre-contrattuali che coinvolgono 405 mila lavoratori. Sono già stati raggiunti 294 accordi, 73 negli ultimi venti giorni, che riguardano soprattutto aziende di media grandezza. Ma anche le grandi aderiscono sempre più numerose. Sulla base di questi risultati, raggiunti in sede locale, la manifestazione rappresenta un momento di unificazione e rilancio della lotta.

Il clima che si respira a livello nazionale è pessimo. L’economista di Forza Italia Renato Brunetta ha recentemente definito la Fiom un’organizzazione «eversiva», suscitando la reazione indignata del sindacato: «Quando nelle accuse alla Fiom vengono superati i livelli di guardia come fatto da Brunetta» ha annunciato Rinaldini «noi, fatte le dovute verifiche legali, inoltreremo querela chiedendo un adeguato risarcimento. Il risarcimento sarà versato nella cassa di resistenza a sostegno della lotta dei metalmeccanici». Una scelta di fermezza sulla quale il sindacato ritiene di non poter transigere, perché dietro certi attacchi si nasconde anche l’esplicita allusione a una possibile relazione fra sindacato e atti di terrorismo.

I segnali ostili inviati dal governo vanno anche oltre le parole. Nel decretone allegato alla finanziaria è contenuto un articolo che riduce pesantemente le agevolazioni pensionistiche per i lavoratori esposti all’amianto e annulla le procedure per il riconoscimento di questo diritto già presentate all’Inail negli anni passati. Un provvedimento odioso, che coinvolge 180 mila persone, un segnale, dicono alla Fiom, dell’atteggiamento sprezzante e quasi vendicativo di questo governo.

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