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- genova -
G8 Genova - dal secolo xix 26.11.03
by carlo Wednesday November 26, 2003 at 10:27 AM mail:  

Ieri 1° udienza x i 26 indagati

RESPINTE LE ISTANZE DEGLI ESERCENTI PER MANCATO GUADAGNO Già risarciti quasi 5 milioni di euro



GenovaCinquecentosettanta domande di risarcimento presentate, cinquecentoquindici liquidate, per un totale di 4 milioni e 950 mila euro, contro uno stanziamento del governo di oltre 7,7 milioni. Sono i risultati finali della contabilità delle devastazioni subite da cittadini e imprese nei giorni del G8, approvata dalla giunta comunale. Non sono state considerate ammissibili 21 richieste di indennizzo per mancato guadagno degli esercizi costretti alla chiusura a causa dei danni, mentre altre 10 istanze sono state archiviate per mancanza di documentazione e altre 22 sono state coperte dalle assicurazioni. Nel rendiconto figura anche la somma di 1.800 euro riconosciuta dal Comune ai familiari di Mario Bergonzoni, un pensionato di 78 anni costretto a lasciare la sua casa di via San Fruttuoso dopo che i black bloc diedero fuoco alla sede della Bnl, al piano terra del palazzo. Il pensionato e sua moglie, sfollati assieme altre due famiglie, finirono prima in albergo, poi in un isti
tuto per anziani. Un esilio durato cinque mesi. Mario, già malato, morì prima di poter rientrare nella propria casa, ritornata agibile. I 1.800 euro rappresentano il rimborso ai familiari per le spese del funerale e piccole riparazioni: la prefettura non ha ritenuto ammissibile la spesa, ma la giunta ha deciso di mantenerla lo stesso, a proprio carico, «per ragioni umanitarie».


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«Danno d'immagine per il G8»
La richiesta sarà presentata oggi. Gli scontri di Genova avrebbero nuociuto all'Italia di fronte alla comunità internazionale. Ieri prima udienza senza incidenti
Lo Stato parte civile contro i black bloc accusati di devastazioni


Genova Anche la presidenza del Consiglio, anche tre ministeri (Interno, Difesa, Giustizia) parte civile contro i ventisei no global accusati di devastazione e saccheggio. La richiesta sarà presentata questa mattina, all'udienza numero due sugli scontri di piazza durante il G8 del 2001. Udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio degli indagati, iniziata ieri in un'aula blindatissima.
C'è anche una duplice richiesta di risarcimento. La prima è della presidenza del consiglio: «I fatti - scrivono gli avvocati dello Stato - hanno recato grave danno all'immagine del nostro Paese nei confronti dell'intera comunità internazionale».
La seconda del ministero dell'Interno, che, scrivono ancora i legali, «malgrado l'impegno profuso, ha visto mettere in dubbio la propria capacità di assolvere alle proprie funzioni istituzionali di garantire l'ordine e la sicurezza pubbliche». Poiché le forze dell'ordine sono state tenute in scacco per due giorni dai violenti, il danno d'immagine, dicono gli avvocati, dev'essere risarcito.
Non è arrivata, invece, la richiesta di costituzione parte civile da parte del Comune di Genova. Il "legale rappresentante" di Tursi (il sindaco Giuseppe Pericu) è indicato nella tabella delle parti lese, per i danneggiamenti agli "arredi urbani e alle strutture". Nell'elenco anche l'Amiu, banche, negozi, uffici postali. Nello snodo principale del procedimento penale, l'intervento dell'amministrazione comunale era atteso da più parti. Invece è giunto solo un commento sfumato: «Faremo le nostre valutazioni».
Massiccio lo schieramento di polizia, carabinieri e finanzieri, ieri mattina; traffico in tilt per la chiusura delle strade intorno a palazzo di giustizia. Trenta no-global del centro sociale Buridda hanno allestito un presidio nel vicino largo Dodici Ottobre.
La novità della mattinata, davanti al gip Roberto Fucigna, è stata la "riformulazione" del capo di imputazione. Dai capi d'accusa degli indagati è svanito ogni generico riferimento alle violenze di quei giorni. E' rimasto, invece, l'elenco dei singoli episodi contestati, sempre con l'ipotesi di devastazione e saccheggio.
Una scelta, quella dei pm Anna Canepa e Andrea Canciani, dettata da una nuova analisi sulla strategia processuale. Questa scelta ha anche spazzato i dubbi di spostamento del processo a Torino. Nell'originario elenco dei danneggiati dagli scontri e dai gesti di teppismo, infatti, appariva anche un gip, Vincenzo Papillo.
La sua Audi 4 era stata danneggiata in via Palestro: settemila euro di danni, poi risarciti. La legge prevede che, se la parte offesa è un magistrato, il processo debba cambiar sede. E in aula, ieri mattina, è comparso anche l'avvocato di Papillo: Giuseppe Maria Gallo. Assiste anche le posizioni di Mario Placanica, il carabiniere che ha esploso il colpo mortale di piazza Alimonda (in questo processo parte offesa) e di Francesco Gratteri, sotto inchiesta per il blitz della scuola Diaz. Chi c'era in aula? Massimiliano Monai, "l'uomo della trave" dell'assalto al Defender dei carabinieri di Piazza Alimonda. Che, alla fine dell'udienza, ribadisce: «Sono sicuro che non sia stato Placanica a sparare a Carlo Giuliani. E poi su quella jeep c'erano anche delle sagome, ho colpito quelle con la trave, non i carabinieri». Poi Luca Finotti di Pavia, indagato per lo stesso episodio; Antonio Fiandra, genovese; Marina Cugnaschi di Lecco; Vincenzo Vecchi, bergamasco; Stefano Caffagnini di Parm
a, e Mauro Degl'Innocenti di Lucca, Filippo D'avanzo di Napoli.
Immediate sono state le reazioni alla decisione della procura sui capi di imputazione. Spiega Laura Tartarini, avvocato del Genoa Legal Forum: «Con queste nuove accuse i pm dimostrano di aver cambiato l'impostazione accusatoria. I ventisei indagati non sono i responsabili delle tre giornate di devastazione e saccheggio, ma solo di singoli episodi».



Marco Menduni
26/11/2003

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Tribunale sotto assedio
IL PROCESSO In occasione della prima udienza preliminare per le devastazioni accadute durante il G8 palazzo di Giustizia è stato preso d'assalto
Gli indagati salgono in aula, code e disagi all'ingresso


Palazzo di giustizia blindato, traffico semibloccato in piazza Portoria e, a complicare ancora di più le cose, la pioggia. La prima giornata di udienza preliminare che riguarda 26 no global accusati di devastazioni e saccheggi durante il G8, è stata contrassegnata dalle code. Code per raggiungere il centro cittadino, code per trovare un parcheggio nei silos della city e code, davvero lunghe, per chi doveva entrare a palazzo di giustizia. Piccapietra, via XII Ottobre e tutte le strade limitrofe erano presidiate da uomini delle forze dell'ordine: i poliziotti armati e le camionette posteggiate ovunque facevano tornare alla memoria i drammatici giorni vissuti il 20 e il 21 luglio di due anni fa.
Nel palazzone di vetro potevano entrare direttamente, pur passando attraverso i controlli elettronici, soltanto magistrati, giudici, avvocati e impiegati. Tutte le altre persone hanno dovuto lasciare un documento, del quale veniva consegnata all'interessato la fotocopia, mentre il documento vero e proprio, è stato riconsegnato all'uscita: un'operazione che ha richiesto tempo per cui, soprattutto nella prima parte della mattinata, la coda delle persone che dovevano entrare si è ammucchiata compatta sotto gli ombrelli. Questa mattina stesso scenario: l'unica speranza che manchi almeno la pioggia per rendere le operazioni più scorrevoli. Ressa anche di fotografi e cineoperatori che inseguivano gli indagati più famosi: tra questi Massimiliano Monai, noto come "l'uomo della trave", perché nei filmati è ripreso mentre cerca di sfondare i finestrini della camionetta dei carabinieri con una trave, Eurialo Predonzani e il pavese Luca Finotti, accusati dell'assalto al defender in piazz
a Alimonda. Udienza anche oggi, dunque, poi tutto rinviato al 2 e 3 dicembre: dopo di che il giudice Roberto Fucigna dovrà decidere se rinviare o meno gli indagati a giudizio secondo la richiesta che gli è stata presentata dai magistrati inquirenti.



El. V.
26/11/2003


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