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Vedi tutti gli articoli senza commenti
12-13 dicembre: due giornate perché la memoria diventi lotta
by csa vittoria Saturday, Dec. 06, 2003 at 1:03 AM mail: vittoria@ecn.org 

Due giorni per ripercorrere il filo nero che lega vecchi e nuovi omicidi di stato, strategie della tensione, repressione e guerre imperialiste. Due giorni per non dimenticare i partigiani della nuova resistenza assassinati dallo stato e dai fascisti perché lottavano per abbattere il capitalismo e per costruire una società di eguali senza classi e senza padroni.

12-13 dicembre: due ...
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Venerdì 12/12/2003

ore 21.30
Incontro, dibattito e presentazione del libro
“In ordine pubblico”
STORIE DI “ORDINARI” OMICIDI DI STATO

12/12/1969 – 12/12/2003

Saverio Saltarelli, 12/12/1970, Milano
Franco Serantini, 5/05/1972, Pisa
Roberto Franceschi, 23/01/1973, Milano
Fabrizio Ceruso, 8/09/1974, Roma
Claudio Varalli, 16/04/1975, Milano
Giannino Zibecchi, 17/04/1975, Milano
Piero Bruno, 22/11/1975, Roma
Mario Salvi, 7/04/1976, Roma
Francesco Lorusso, 11/03/1977, Bologna
Giorgiana Masi, 12/05/1977, Roma
Walter Rossi, 30/09/1977, Roma

Intervengono e partecipano (stesura provvisoria):

Introduce Roberto Tumminelli - coautore del libro
dell'Associazione Per Non Dimenticare (Milano),
Associazione Walter Rossi (Roma),
Amici e Compagni di Luca Rossi (Milano),
Centro Sociale Autogestito Vittoria (Milano),
Pippo Iannaci (ricercatore) interverrà sulla strage di Brescia
e sulla strategia della tensione,
Avv. Mirko Mazzali,
Rosa Piro (mamma di Dax),
è anche previsto un intervento su Fausto e Iaio

A seguire presentazione del video
“Dax Odia Ancora”
a cura dei compagni e delle compagne dell’O.R.SO.
Sabato 13/12/2003
Concerto militante
Stormy Six
Skantinato
l'incasso andrà alla figlia di DAX


per tutte le due giornate saranno esposte mostre fotografiche

link utili:
http://www.pernondimenticare.com
http://www.fondazionecipriani.it
http://www.lestintorecheamleto.it
http://www.piazzacarlogiuliani.org
http://www.ass-pietrobruno.org
http://digilander.libero.it/asswalterrossi
http://www.bfs.it
http://wwwfondfranceschi.it

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perchè la lotta diventi memoria
by basta coi reduci Wednesday, Dec. 10, 2003 at 12:19 AM mail:  

a me sembra che la linea nostalgica del vittoria finisca poi per far diventare un discorso contro la repressione in un discorso stile formidabili quegli anni di Capanna

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Presenze molto valide
by Presenze molto valide Wednesday, Dec. 10, 2003 at 1:12 AM mail:  

Secondo me ci sono delle presenze molto valide che scongiurano questo rischio. Tra loro: Tuminelli, Mirko e la mamma di Davide.

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STUDENTI IN LOTTA CONTRO LE SCUOLE PRIVATE
by FUOCO AL TUMINELLI Thursday, Dec. 11, 2003 at 1:39 AM mail:  

ma Roberto Tuminelli non è il figlio ed erede del fondatore dei Licei privati 'Tuminelli' appunto
BASTA COI SOLDI ALLE SCUOLE DEI RICCHI

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Strage di Stato!
by europposizione Thursday, Dec. 11, 2003 at 8:28 AM mail:  

Iniziative rispetto alla giornata del 12 dicembre

Roma: 13/12/2003 manifestazione ore 16 via Po’ di fronte Unione Industriale

Massa: 13/12/2003 ore 16 presso libreria “mondo operaio” assemblea con proiezione video

Milano: 15/12/2003 ore 21,30 partecipazione alla mobilitazione in piazza Fontana in ricordo dell’uccisione del compagno Giuseppe Pinelli

Ravenna: 12/12/2003 ore 16 assemblea con proiezione di video all’Università
13/12/2003 ore 16 Manifestazione regionale
P.zza S.Francesco

Bologna: 12/12/2003 ore 16 assemblea con proiezione video all’Università







12 dicembre la strage è di stato, lo stato è stragista


il 12 dicembre 1969 alle 16.37 esplodeva una bomba nella Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana a Milano, provocando 16 morti e 88 feriti. Altre 3 più o meno alla stessa ora esplodevano a Roma, con altri 17 feriti. Erano gli anni della cosiddetta “strategia della tensione”, degli “opposti estremismi”. Erano gli anni in cui prima ancora che esplodessero le bombe erano già pronti gli ordini di cattura e le prime pagine dei giornali. Erano gli anni in cui mentre, una parte della classe operaia si relazionava con la contestazione giovanile, il capitalismo preparava, da un lato l’opzione golpista, sul modello greco e dall’altro “convinceva” il Pci ad abbandonare definitivamente l’opzione, semmai l’avesse avuta, rivoluzionaria e a sviluppare unicamente l’opzione “contenitiva” nei confronti del proletariato. Da Piazza Fontana in poi ogni tentativo di organizzarsi, a sinistra del Pci, si sarebbe scontrato con la volontà dello stesso di “farsi Stato” scelta che in taluni casi ha sconfinato nella delazione. Non si scherzava o ci si allineava con le istanze borghesi e riformiste o si poteva finire giù da un balcone di un questura, uccisi da un servitore dello stato come Calabresi, che uccideva un compagno e poi costruiva tutta un ipotesi accusatoria al fine di giustificarne il “suicidio”, aiutato in questo anche da compiacenti magistrati che sviluppavano ipotesi “irreali” come quella del “malore attivo”, definizione coniata appunto da Gerardo D’Ambrosio, magistrato tanto caro al Pci, sia quando copriva i mercenari di stato sia quando, attraverso i processi per “mani pulite”, liquidava la prima repubblica e il CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). Coincidenze, causalità, artificiose ricostruzioni, ecco i termini che alcuni (PCI) hanno utilizzato contro coloro che non credevano alle falsità dello Stato, e tutto per ricavare il lasciapassare per la stanza dei bottoni. E’ credibile che un gruppo di una quindicina di compagni svolse un lavoro encomiabile di controinformazione con mezzi e fondi limitati e che un partito con un radicamento e un dispiego di mezzi enorme come era il PCI di quegli anni, non sia stato in grado di sviluppare nulla di simile e che anzi rispetto a quella controinchiesta sviluppo solo un attività di sabotaggio? Perché L’Unità ancor prima che Giuseppe Pinelli toccasse terra, già aveva “sbattuto il mostro in prima pagina”? Perché ci sono voluti quasi 20 anni perché Valpreda fosse dichiarato innocente?

Oggi cosa è cambiato? Poco o nulla! Siamo ancora in presenza di uno stato che uccide i proletari e assolve i suoi mercenari. Da Genova al canale di Sicilia, passando per Bologna o Brescia, con qualsiasi governo di centro-destra o di centro-sinistra, è sempre la stessa storia. Ogni giorno, in ogni occasione, ci scontriamo e incontriamo la dittatura borghese. Perché di fronte alle forti mobilitazioni operaie di quegli anni, agli scioperi generali, solo nel ’69 ce ne furono due, il Pci altro non fece che accordarsi con il grande capitale e chiudere gli occhi per mostrare a chi ne dubitava che era affidabile che potevano fidarsi che era pronto per il “compromesso storico”. In quante occasioni abbiamo sentito parlare a proposito di Piazza Fontana e delle “stragi di stato” di apparati deviati, di doppio Stato, di servizi segreti deviati, ma deviati da chi e perché? Non c’è nessun doppio stato, né c'è uno stato buono e uno cattivo. Questa divisione tra uno stato costituzionale buono e uno repressivo cattivo è assurda e fuorviante. Lo stato anche quando è repressivo usa metodi costituzionali, è proprio lì la questione, “l'errore” fondamentale, considerare lo stato costituzionale diverso da quello repressivo. La realtà è che la dittatura borghese articola la sua azione a seconda della sua convenienza, quando può usa l’inganno elettorale, il “conflitto parlamentare”, o la costituzione, ma se questo non è sufficiente riorganizza le sue leggi nei termini che gli convengono e scaglia i suoi mercenari contro chi si oppone ai suoi disegni, tenendo sempre presente che di fronte al suo nemico più temibile, il proletariato, è pronta a soprassedere a qualsiasi contraddizione interna al suo schieramento, per muoversi compatta contro l’unico soggetto reale che è antitetico con il suo fine ultimo, il profitto.

Sognare che se la costituzione venisse applicata puntualmente noi avremmo uno stato democratico, significa non conoscere la storia e nello specifico la costituzione. La costituzione è una misura per canalizzare, per costituzionalizzare appunto, i conflitti sociali, attraverso la trasformazione del conflitto sociale in conflitto parlamentare.

Lo stato costituzionale borghese preferisce, perché più gestibile, tendenzialmente un sistema di consenso generale e generico, che spesso viene definito “pace sociale”, ma la sua longevità sta proprio nel tenere sempre come riserva, l'opzione repressiva nel caso che questo consenso generico venga disturbato o interrotto. L’incedere della crisi, riduce costantemente i margini di profitto per la borghesia, di fronte a questo dato l’esigenza di tagliare i “rami secchi”, sfruttare e accentuare i processi produttivi a discapito di condizioni e sicurezza sul lavoro, l’ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro, assieme alla tendenza alla guerra che sviluppa su piano internazionale, per assicurarsi l’accesso alle risorse è l’unica prospettiva di sopravvivenza che ha il capitale. Lo vediamo proprio in questi giorni, ad esempio con il “caso” creato ad arte contro i lavoratori dell’ATM di Milano, contro di loro entrambi gli schieramenti borghesi, si sono scagliati, con differenti accenti, ma con sostanziali similitudini, Fassino e Albertini, hanno detto e c’è da credergli, che contro i lavoratori del trasporto pubblico che, secondo loro hanno sbagliato, scaglieranno tutte le loro armi, perché chi minaccia le LORO REGOLE sbaglia e deve pagare. Non è così per noi, siano i benvenuti coloro che rompendo le regole della borghesia ne mostrano la debolezza e la possibilità di batterla, noi che quotidianamente ci battiamo contro di essa, sappiamo che solo la lotta paga.

Proprio a questo servono le leggi speciali ed emergenziali, a contenere fino al possibile le istanze proletarie di rivolta. Schierare i loro mercenari non potrà a lungo proteggere i LORO “palazzi dorati”, sappiamo che quando queste non dovessero bastare, c’è lo stato forte che con lo stragismo e/o l’esercito tenterà di mantenere il Potere. Ecco cosa spaventa più di ogni altra opzione il capitale, la possibilità di dover cedere il potere, e per farlo non esita a utilizzare qualsiasi mezzo. Contestualmente a ciò quindi nella lotta contro il capitale bisognerà considerare come praticabili tutte le forme di lotta senza escluderne alcuna, avendo però la capacità di utilizzare quella adeguata alla fase, per riuscire a non regalare alcuna energia al nemico, per procedere intaccando a ogni attacco lo schieramento nemico così da riuscire al fine a scalzare lo stato dal suo “scranno”. Pacificamente, o attraverso opzioni riformiste rinforzeremo solo lo schieramento borghese permettendogli, nella migliore delle ipotesi, di riprendere fiato tra una battaglia e l’altra. Ciò non vuol dire quindi che tatticamente non dovremo in talune occasioni schierarci con un profilo adeguato alla fase che attraversiamo, ma dobbiamo aver sempre ben chiaro che lo Stato borghese oggi come allora, non può essere cambiato, l’unica opzione, visto che altro da perdere non abbiamo se non le catene dell’oppressione, è abbatterlo!



Perché il 12 dicembre torni ad essere una giornata di lotta contro stato e capitale

La strage è di stato

Calabresi assassino

Solo la lotta paga

Senza tregua contro il capitale

Libertà per tutti i proletari rinchiusi nei lager di stato



Europposizione

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