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Procura di Bologna blocca i plichi diretti alla Ue
by dal corriere Wednesday, Dec. 31, 2003 at 9:55 AM mail:

Decreto per permettere alla polizia di esaminare i pacchi ai raggi X. Saranno passate al vaglio tutte le spedizioni ancora «in transito». Indagini: contatti tra inquirenti italiani ed europei.

BOLOGNA - Dopo l'ennesimo pacco esplosivo spedito da Bologna alla sede di Eurojust all'Aja, la procura della città felsinea ha emesso un decreto di blocco di tutti i plichi ancora in transito diretti a Istituzioni ed Uffici dell'Unione Europea o ad organismi ad essa collegati. Il decreto riguarda tutti gli uffici postali dell'Emilia Romagna. La decisione è stata presa perché, come aveva detto nei giorni scorsi il Procuratore Capo Enrico Di Nicola, non si può escludere che possano esserci tuttora altri plichi non ancora arrivati a destinazione. Il decreto di blocco consentirà quindi alla polizia di poter intervenire, esaminare il contenuto dei pacchi ai raggi X e quindi permetterne la regolare spedizione se non contengono sostanze pericolose.

PREVENZIONE - Il decreto - a quanto si è appreso - non ha solo la funzione di bloccare eventuali altri plichi ancora in viaggio, ma anche lo scopo di prevenire che, magari a Capodanno o alla vigilia dell'Epifania, ci sia qualcuno pronto a ripetere la serie di gesti criminali. Sul piano delle indagini intanto proseguono i contatti e la collaborazione fra gli inquirenti italiani e quelli degli altri paesi europei destinatari dei plichi bomba.

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Bologna, bloccati tutti i plichi diretti alle istituzioni della Ue
by dall'unità Wednesday, Dec. 31, 2003 at 10:02 AM mail:

La Procura di Bologna ha emesso un decreto di blocco di tutti i plichi ancora in transito diretti ad istituzioni ed uffici dell'Unione Europea, o ad organismi ad essa collegati. Il decreto riguarda tutti gli uffici postali dell' Emilia Romagna. I pacchi saranno bloccati e sottoposti a verifiche con l'uso di raggi X, per individuare eventuali sostanze pericolose. Solo dopo essere stati esaminati saranno avviati alle loro destinazioni. L'iniziativa è collegata alla possibilità, già emersa nei giorni scorsi, che altri pacchi-bomba, libri incendiari e similari siano ancora giacenti negli uffici postali, o che altri possano essere in corso di spedizione in occasione del Capodanno e dell'Epifania.

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Terrorismo antieuropeo, il postino consegna il quarto pacco bomba
by dall'unità Wednesday, Dec. 31, 2003 at 10:08 AM mail:

L’Europa è scossa dai pacchi bomba. Dopo quello esploso tra le mani di Romano Prodi nella sua abitazione a Bologna, cinque giorni fa, e gli altri destinati lunedì al presidente della Banca centrale Jean-Claude Trichet a Francoforte e al direttore di Europol, Juergen Storbeck, ieri l’obiettivo era Eurojust, la superprocura che coordina a livello europeo l’attività giudiziaria degli Stati membri e che ha sede all’Aja. Anche stavolta i controlli della polizia olandese hanno intercettato in tempo il plico esplosivo. Spedito - come tutti gli altri - da Bologna. I pacchi bomba sarebbero confezionati con lo stesso esplosivo e conterrebbero le copie del volantino di rivendicazione trovato il 21 dicembre scorso nei cassonetti vicini a casa di Prodi, con la firma della Federazione anarchica informale.

Il quarto pacco bomba contro l’Europa aveva come destinatario Eurojust, la superprocura che coordina a livello europeo l’attività giudiziaria degli Stati membri e che ha sede all’Aja. La busta è arrivata ieri, a un giorno di distanza da quelle destinate al presidente della Banca centrale Jean-Claude Trichet a Francoforte e al direttore di Europol, Juergen Storbeck. Proveniva da Bologna esattamente come le altre. Come quella esplosa tra le mani di Prodi appena cinque giorni fa nella sua abitazione. E come temeva il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola che ieri aveva predetto: «È verosimile pensare che gli attacchi non finiscano qui». Anche in questo caso il pacco era pronto per esplodere e la polizia dell’Aja, che ancora non ha voluto confermare se l’ordigno fosse attivo e se fosse presente un volantino con la rivendicazione degli anarco-insurrezionalisti, ha neutralizzato la busta prima che arrivasse al mittente. Bruxelles ora ha paura. Sono in corso accertamenti perché gli inquirenti non escludono che un’altra missiva sia stata spedita nella sede della Commissione Europea e non sia stata ancora individuata.

E mentre per l’ordigno inviato a Trichet si muove ora la procura federale tedesca che ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio e ha puntato la sua attenzione contro i membri di un gruppo anarchico italiano, la Ue (al contrario delle nostre istituzioni) si prepara a rafforzare le misure di sicurezza per il rientro di Prodi dalle vacanze italiane. «Da domenica abbiamo iniziato le discussioni - ha detto Fernard Koelkeberg, consigliere del ministro dell’Interno belga Antoine Duquesne - sulle misure di sicurezza da adottare per il ritorno del signor Prodi a Bruxelles. Le istituzioni europee con sede a Bruxelles devono essere particolarmente attente a tutta la posta che arriva dalle città italiane. I servizi postali devono prestare particolare attenzione per la posta proveniente da Bologna».

Sale l’allarme
In tutti pacchi bomba sarebbero presenti le copie del volantino di rivendicazione trovato il 21 dicembre scorso nei cassonetti esplosivi vicino casa di Prodi intitolato «Operazione Santa Claus». La firma è della Federazione anarchica informale. Dopo l’ultimo attentato sventato le procure si coordinano. Bologna ha chiesto e ottenuto una riunione con i magistrati di collegamento per ottenere notizie da Germania e Olanda. Del pacco arrivato alla superprocura europea si è avuta notizia ieri pomeriggio dalla procura bolognese. La polizia dell’Aja si è limitata a confermare, ma non ha aggiunto altro in attesa delle analisi: «Abbiamo ricevuto un pacco contenente esplosivo - ha dichiarato il portavoce - . Grazie all'intervento tempestivo degli uomini della sicurezza il dispositivo è stato prontamente disattivato e non ha causato danni nè a persone, nè a cose». Confermata anche la provenienza bolognese dell’ordigno, ma non è stato fornito l’indirizzo del mittente. Preoccupato il rappresentante italiano a Eurojust, il giudice Cesare Martellino: «Quasi sempre si tratta di episodi collegati - ha detto - . nel panorama europeo il fenomeno comincia diventare preoccupante».

Stesso esplosivo
Se le autorità dell’Aja sono avare di notizie sull’ultimo pacco bomba, comincia invece a farsi luce sugli altri due attentati. Il libro bomba esploso sabato sera nelle mani nel presidente della Commissione europea Romano Prodi e quello arrivato lunedì pomeriggio nella sede dell'Europol (da ieri in massima allerta), erano confezionati con lo stesso tipo di esplosivo. Uguale anche il sistema di attivazione dell'ordigno e il «contenitore»: come per Prodi c'era un libro. L’obiettivo era il direttore Storbeck e come mittente portava il nome di un anarchico francese, Emile Henry, ghigliottinato nell’800. La polizia federale tedesca ha invece confermato ieri che la busta (grande quanto un libro) indirizzata al presidente Trichet conteneva una sostanza infiammabile, probabilmente un diserbante che può essere usato come combustibile, e un innesco funzionante. Il dispositivo era dunque in grado di esplodere e per questo la procura ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio. Questa volta il pacco indirizzato al presidente delle Bce conteneva un’indicazione precisa e interessante: l'indirizzo bolognese indicava come mittente la Casa editrice Europea in via dei Terribilia dove nel luglio del 2001, durante il G8 di Genova, venne fatta trovare una pentola-bomba nel cestino di una bicicletta poi disinnescata dagli artificieri. Anche quell’attentato venne rivendicato dal Fai e dalla «Cooperativa artigiana fuochi e affini».

Tre sospettati
Intanto continua il vaglio degli investigatori sul materiale raccolto nelle perquisizioni fatte l' altro ieri, dopo il plico a casa Prodi. Per ora nell' inchiesta bolognese non ci sono indagati, ma tra i perquisiti ci sarebbero tre posizioni più in evidenza delle altre. Si tratta di tre uomini nelle cui abitazioni tra Bologna e provincia sono stati trovati cavi elettrici, un floppy disc dai contenuti «interessanti» e una parrucca. La notizia non ha trovato ancora conferma. Ma sembra, inoltre, che cinque buste sospette siano state ricevute venerdì scorso dalla Missione di polizia europea in Bosnia (Eupm), indirizzate al commissario dell'Eupm, Sven Frederiksen, e a quattro alti funzionari della Missione. Lo ha reso noto oggi un comunicato dell'Eupm diffuso a Sarajevo.



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