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Repressione Coordinata Continuativa
by syj Friday January 16, 2004 at 11:39 PM mail:  

Ormai siamo subissati dalle iniziative repressive deli organi statali nei confronti della conflittualità sociale e politica. Da napoli 2001 in poi si è palesata una svolta autoritaria che ormai dobbiamo cominciare a considerare come dato politico con cui si dovrebbe fare i conti. Invece mi sembra.........

Ormai siamo subissati dalle iniziative repressive deli organi statali nei confronti della conflittualità sociale e politica. Da napoli 2001 in poi si è palesata una svolta autoritaria che ormai dobbiamo cominciare a considerare come dato politico con cui si dovrebbe fare i conti.

Invece mi sembra che ogni singolo episodio viene affrontato a se stante, come se non avvenisse in un contesto. Il contesto è la P2 al governo col suo piano di rinascita nazionale di gelliana memoria, che prevedeva e prevede la messa all'angolo del sindacato come concetto stesso, il controllo ferreo dell'informazione, la deregulation selvaggia del mercato del lavoro, ecc ecc.

Il concetto è la guerra globale permanente (siamo un paese in guerra con truppe combattenti in iraq e afghanistan), per cui gli oppositori sono i traditori , il nemico interno da combattere e annientare.

Il contesto è una crisi economica gravissima da gestire come possiamo immaginare, cioè con criminalizzazione, carcere e pallottole.Il contesto è la governance neocons del pianeta di cui berlusconi è l'articolazione locale.Il conteso è anche l'uso strumentale (e la gestione) del terrorismo per giustificare di tutto e di più.

Invece mi pare che ad ogni iniziativa repressiva si risponde in maniera parziale e localistica o familistica, ognuno si difende i suoi senza accorgersi che ogni giorno ne succedono di tutti i colori. Al di là delle simpatie o antipatie per questo o quel settore politico dovremmo ragionare su cosa sta succedendo, evitando di abituarci al golpe quotidiano.

Mi piacerebbe vedere il movimento (?) discutere e analizzare e prendere iniziative, coinvolgendo tutto il paese in un dibattito sulla limitazione degli spazi di agibilità, sulla censura come normalità, sulla pervasività della videosorveglianza, sull'abnorme potere di questure e carabinieri ormai a pieno titolo soggetti politici che prendono decisioni autonome e poi le applicano, sulla militarizzazione delle nostre città, sulla tracciabilità perenne di ogni nostro spostamento, sull'asfissia che ci prende alla gola.

A fronte invece di un'insofferenza sociale a tutto questo che è palpabile e a cui occorrerebbe dare sponda. Fra l'altro mi viene in mente che a quelli di Scanzano non li hanno mica caricati, arrestati, ecc. Lì l'unità popolare ha funzionato da barriera insormontabile per la repressione.

La frammentazione del movimento (?) invece lascia campo libero a chi ci vuole male. E' necessaria invece una sorta di unità popolare delle forze sociali conflittuali che dia uno stop alla deriva autoritaria, soprattutto ci vuole consapevolezza delle dinamiche in corso, che mi pare non ci sia per niente.


Oltretutto è demenziale l'atteggiamento di chi dice: non sono d'accordo con le manifestazioni casiniste perciò taccio quando c'è l'iniziativa repressiva, e poi mi lamento se cacciano la Guzzanti dalla rai, come se le due cose non fossero inserite appunto nelle stesso contesto!
scusate la confusione

f+++++


Wrom: XCAXZOWC
To: precog

Repressione coordinata e continuativa...ma a che punto siamo?


Repressione coordinata e continuativa...ma a che punto siamo?

da Napoli 2001 agli arresti di oggi...sono ormai troppe le persone che sono passate dalle questure, ai vari bolzaneto, denunciati, torturati, processati, arrestati...

Massima solidarietà, ed un saluto affettuso e caloroso ai compagni arrestati per i fatti del 4 ottobre. Rivendichiamo la loro liberazione immediata!

Altri 12 arrestati. Forse sarà il caso di soffermarci, c'è qualcosa che dal marzo 2001, da quelle giornate napoletane sembra essersi messo in moto, un azione repressiva coordinata e continuativa.

Da quelle cariche violente, da quella piazza senza vie di fuga, dalle torture subite dai manifestanti presi durante gli scontri, passando per Genova, l'omicidio di Carlo, altre torure, altri arresti, una violenza cieca e mai vista cosi spudorata e sfacciata, arrivando fino a questi ultimi arresti, questo paese sta vedendo l'opposizione sociale continuamente obbligata a fare i conti con una repressione dura e pesante.

Noi non lo abbiamo fatto, ma se qualcuno avesse archiviato gli arresti, le denunce, le torture subite, i fermi a partire da quella data di Napoli, ci troveremmo a fare i conti con qualche centinaia, forse un migliaio, di compagn@ passati per questure, bolzaneti vari, carceri, tribunali...

Non si tratta di partire dalla questione della repressione per rilanciare un movimento, semmai partiamo dalle condizioni sociali oggettive prima tra tutte quella della precarietà e della rivendicazione di un reddito per tutt@ lavoro o non lavoro. E probabilmente proprio di questi soggetti politici, proprio di queste rivendicazioni sociali, che possono ritessere una ricomposizione sociale forte, i padroni e i governanti hanno paura Si tratta però di cominciare a tirare le somme e focalizzare la questione.

Non si tratta quindi solo di rivendicare la liberazione immediata dei 12 compagni arrestati in questa prima settimana di gennaio, ma di denunciare pubblicamente la quantità di persone che da quel marzo 2001 hanno dovuto subire una repressione continuativa.


Dagli studenti delle scuole medie superiori, denunciati in massa perchè occupavano una scuola o in autogestione o perchè sorpresi a far girare una canna, ai compagni del movimento anarchico presi sempre a pretesto e condannati a priori per qualsiasi rumore nella nazione, da chi si occupa di informazione libera, con le perquisizioni alla ricerca di video, con strane sparizioni di archivi e documenti, a chi occupa casa, fino agli ultimi arresti per volantinaggio.

Non parliamo poi di quei lavoratori, spesso precari, che hanno come risposta il licenziamento immediato e non per ultimi i lavoratori precettati i cui nomi sono già in mano ai giudici consegnati dai carabinieri. Per ultimo, ma non meno importante, il continuo accostamento delle organizzazioni armate al movimento.

Un continuo accostamento che vuole porre il movimento nella condizione mentale della giustificazione continua.
Insomma, qui si tratta di una repressione coordinata e continuativa. Coordinata dalle forze padronali e politiche di questo paese. Sia di centro destra che di centro sinistra.

Sullo sciopero degli autofferotranvieri la posizione di Rutelli con quella di AN con quella dei Confederali è praticamente la stessa. I lavoratori autofferotranvieri sono fuorilegge e va ristabilità la legalità. L'autorganizzazione fa paura.


Continuativa, perchè da quel marzo 2001 si è messo in moto un governo, che non dimentichiamolo, è gestito da piduisti, fascisti, razzisti padani, padroni e guerrafondai vari. Un governo che fa parte della più grande cosca del pianeta quella del boss Bush, o meglio delle multinazionali del terrore, quelle delle armi e del petrolio. Un governo, quello Berlusconi, che ha avuto la benedizione da quel Ministro dell'interno Bianco del governo di centro sinistra proprio nelle giornate di Napoli 2001.

Un' azione repressiva coordinata e continuativa. Distruggere qualsiasi opposizione sociale, peggio se in procinto di dare segnali reali di autorganizzazione sociale autonoma.

In tutto questo scenario non possiamo non fare almeno un accenno alla legge Fini sulle droghe, sulla questione esplosiva visti i livelli di sovrapopolazione carceraria, nonchè della presenza dei CPT, veri e propri lager "democratici".

Probabilmente ci sarà bisogno di riflettere e bene. Cos'altro dovremmo denunciare oggi se non questa mattanza coordinata e continuativa, questo continuo attacco alle libertà di espressione, di libera aggregazione. Cosa ci sarà mai di criminale nell'occupare una scuola tre giorni prima delle feste di natale da permettere circa un centinaio di denunce a studenti per lo più minorenni, solamente a Roma?

Dovremmo fare i conti, dovremmo capire quante persone da quel marzo 2001 hanno subito queste azioni repressive coordinate e continuative. Dovremmo poter dare i numeri, ci accorgeremmo che sono alti e che le persone e i procedimenti in atto o le torture subite o le violenze e le ferite, non sono scollegate da questi ultimi 12 arresti.

Ma questi finiscono in quella somma che ci fa denunciare al mondo che viviamo in un paese in cui la repressione è normalità, viviamo in un regime, in uno Stato di Polizia...l'unica a non licenziare ma che continua ad assumere e ad aumentare gli stipendi dei propri dipendenti.

No alla Repressione.
No allo Stato di Polizia.
No alla guerra permanente.
Liberare Tutti e Tutte.
Redistribuire le ricchezze.

Infoxoa

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