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- migranti - - calabria -
31 Gennaio a Crotone davanti Al Centro di Permanenza Temporanea di S. Anna
by Osservatorio Regionale sui CPT Sunday January 25, 2004 at 03:25 PM mail: g.commisso@unical.it 

L’osservatorio Regionale sui CPT, aderendo alla giornata europea di mobilitazione per la libertà dei migranti, indice per sabato 31 Gennaio alle ore 11.00 un presidio davanti ai cancelli del nuovo Centro di Permanenza Temporanea di S. Anna a Crotone.

31 Gennaio a Crotone...
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Giornata di lotta per la libertà dei migranti, il 31 Gennaio a Crotone davanti Al Centro di Permanenza Temporanea di S. Anna.
Il 31 gennaio 2004 la lotta per la libertà dei migranti attraverserà le frontiere dell'Unione europea. In quella data, il Forum Sociale Europeo di Parigi ha infatti proclamato una giornata di lotta durante la quale l'Europa clandestina scenderà in piazza:
- per la chiusura dei centri di detenzione dentro e fuori l'Unione europea
- per la regolarizzazione di tutti i migranti in Europa
- per il riconoscimento del diritto d'asilo.
Queste rivendicazioni sono strettamente collegate tra loro. È ormai chiaro che i centri di detenzione per i migranti più che essere luoghi di eccezione del diritto sono diventati dei luoghi normali di repressione, il punto terminale della catena di condizioni che impongono la precarietà, la clandestinità, lo sfruttamento dei migranti in Europa. Il 31 gennaio sarà una giornata di lotta contro questi luoghi normali che il governo italiano sta per istituire in ogni provincia.
In Calabria esistono due centri di permanenza temporanea, uno a Lamezia Terme, l’altro appena inaugurato a Crotone, nell’area dell’ex aeroporto militare di S. Anna. Da mesi su queste strutture vigila l’Osservatorio regionale sui CPT, costituito da una miriade di associazioni e di singoli, convinti oggi più che mai che i centri detentivi per migranti, ben lontani dal garantire la benché minima tutela per le persone che loro malgrado vi sono recluse, costituiscono in realtà dei veri e propri lager, fuori da qualsivoglia parvenza di diritto. Dentro le loro mura sono recluse persone che non hanno commesso reati, private della loro dignità, in condizioni spesso disumane, talvolta picchiate e seviziate. Sono luoghi di negazione, prodotti da una falsità (l'orda dei migranti che ci invade), e che producono falsità, a cominciare dal nome: non accolgono, non assistono, non aiutano. Semplicemente rinchiudono, detengono e cancellano.
L’esistenza di questi centri è sostenuta da un lato dalla retorica delle pratiche di controllo a tolleranza zero, dall’altro dalla presunta emergenza che vorrebbero governare. Del tutto priva di fondamento appare la presunta pericolosità dei migranti detenuti ed insostenibile l’equiparazione tra clandestini (ma sarebbe meglio dire clandestinizzati) e terroristi che sempre più spesso emerge nell’attuale retorica sui migranti. Rimane sullo sfondo la questione della genesi dei flussi migratori, che è problema di ordine planetario difficilmente sanabile con il ricorso alle carceri razziali. Legislatori e cittadini dovrebbero soffermarsi a riflettere, in maniera più puntuale, su quali sono le dinamiche globali che effettivamente inducono all’esodo. In questa prospettiva, ci pare che le guerre umanitarie, preventive e permanenti, insieme ai precetti del WTO e della Banca Mondiale, contribuiscano non poco all’incremento del numero dei profughi – economici e non - nei paesi occidentali.
Ci preme ricordare infine che calabresi, siciliani e pugliesi non vanno fieri delle strutture carcerarie presenti sui loro territori, anzi ne farebbero volentieri a meno. E questo ancor di più se si dovessero accertare i gravi abusi e i maltrattamenti che vengono denunciati dai migranti reclusi al loro interno come, ad esempio, quelli che hanno già portato alla chiusura del CPT di Bari-Palese e a 19 rinvii a giudizio per gli operatori del CPT Regina Pacis di Lecce, o come quelli che paiono emergere dalla gestione della cooperativa Malgradotutto del CPT di Lamezia Terme.
A partire da queste ragioni chiediamo con insistenza agli uomini e alle donne della nostra regione di partecipare il 31 gennaio alle ore 11.00, giornata europea di mobilitazione contro i CPT, alla manifestazione che le realtà calabresi, riunite nell’Osservatorio regionale sui CPT, indicono di fronte al centro S. Anna di Crotone.
Cosenza, 24 Gennaio 2004 Osservatorio Regionale sui CPT

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