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by dev Monday January 26, 2004 at 01:01 AM mail:  

Storia di Forza Nuova - dossier pubblicato su Misteri d'Italia assieme ad altri sull'estrema destra in Italia

FORZA NUOVA
Forza Nuova è fondata il 27 settembre 1997 da Roberto Fiore e Massimo Mosello, condannati per associazione sovversiva rispettivamente per Terza Posizione e il FUAN-NAR.
La data scelta, San Michele Arcangelo, afferma la filiazione ideale dalla Guardia di Ferro rumena, altrimenti nota come la Legione dell'Arcangelo Michele, movimento ultracattolico e antisemita.
Il nuovo gruppo, che si caratterizza per il forte richiamo al fascismo storico e al cattolicesimo tradizionalista, aggrega il dissenso giovanile della Fiamma Tricolore -
che si è coagulato intorno alla redazione di Foglio di Lotta, che ha raggiunto una diffusione militante di 20mila copie - frange di skinhead (al seguito di leader del peso di
Duilio Canu e di Maurizio Boccacci) e nuclei autonomi della destra radicale. prodotto della diaspora missina dopo la svolta di Fiuggi.
La disponibilità delle ingenti risorse finanziarie dei due leader, che hanno accumulato un patrimonio miliardario durante la latitanza a Londra, consente un'aggressiva politica di espansione sul territorio con l'apertura di decine di sedi.
Meeting Point, l'agenzia di viaggi e società di servizi, organizza concerti in Inghilterra e trova lavoro ai giovani stranieri, fatturando almeno 30 miliardi all'anno. Ma i due
fondatori si divertono a sostenere che in realtà la maggior fonte di proventi sono le querele vinte contro i giornalisti che li diffamano: in effetti Fiore diventa latitante per un mandato di cattura emesso nella prima inchiesta per la strage di Bologna (il 28 agosto 1980), ma alla fine dell'iter processuale risulterà parte lesa (come vittima di un depistaggio dei servizi segreti), ma pochissimi giornalisti se ne sono accorti.
Tra le più frequenti voci diffamatorie circolate sul loro conto, il reclutamento come agenti dei servizi britannici; la presenza nei campi di addestramento falangisti (in
realtà non si sono mai sporcate le mani con il passaggio all'azione), la fuga di Fiore dall'Italia con la cassa di Terza Posizone.
I collegamenti internazionali di Forza Nuova si diramano attraverso il circuito dell'International Third Position con gruppi in Germania, Polonia, Romania, Galles,
Inghilterra e Stati Uniti, ma alle elezioni europee del 1999 i candidati di Forza Nuova - presentatisi con la Lista Cito - hanno ottenuto poche centinaia di voti.
Meglio è andata alle amministrative: 1,6 per cento alla provincia di Lodi, con punte del 14 per cento a Somaglia e Salerano e un 8 per cento a Metaponto.
La prima uscita pubblica del gruppo è un convegno a Borgo Piave, vicino a Latina, nell'aprile del 1998. L'arrivo annunciato di Roberto Fiore è bloccato dall'inchiesta
contro gli hammerskin che coinvolge l'ex fondatore di TP.
Forza Nuova si pone fin dall'inizio il preciso obiettivo di occupare uno spazio politico movimentista a destra del Polo, rappresentando l'area giovanile di tutta la destra e
cercando, sul piano locale, contatti allargati su campagne concrete contro l'immigrazione, l'aborto, la sicurezza. Un esempio concreto, nella primavera 1999, è la raccolta
di firme insieme alla Lega, alla Fiamma tricolore di Rauti e al Fronte Nazionale di Tilgher per la legge di iniziativa popolare contro l'immigrazione. A sostegno della campagna, un giovane militante romano, Giuliano Castellino, il 2 aprile 1999,sale sull'obelisco di Axum per esporre uno striscione antimmigrati. L'onorevole Borghezio (Lega Nord) si precipita ad esprimere la sua solidarietà, come racconta il bollettino di FN.
Mesi dopo Castellino sarà arrestato per l'attentato antisemita al cinema Nuova Olimpia del 27 novembre 1999, ma allora sarà retrocesso al semplice rango di simpatizzante.
Il giovane ultrà sarà il primo a precipitarsi in ospedale da Andrea Insabato, rimasto gravemente ferito dalla bomba al Manifesto.
Uno dei punti di forza del movimento è il Veneto, grazie alla confluenza dei padovani di Gioventù Nazionale, una scissione della Fiamma, guidati dal leader degli ultrà
calcistici Paolo Caratossidis. Sono gli stessi che hanno promosso una campagna a sostegno dei Serenissimi, i militanti dell’irredentismo veneto che si arrampicarono a
Venezia sul campanile di piazza San Marco. In FN confluiscono anche numerosi quadri dell'area skinhead: dal nucleo veronese ad Ambro, il leader vicentino del
gruppo nazirock Gesta Bellica, espulso da segretario del Fronte della Gioventù di Vicenza per la marcia degli skinhead nel maggio 1994 che costano l'incarico a questore
e prefetto locali.
Forza Nuova rivendica con i 1500 voti raccolti dal suo candidato - in seguito inquisito per alcune rapine e per possesso di esplosivo - l'elezione del sindaco di centrodestra di Padova. E proprio a Padova viene lanciato il progetto di Forza Nuova Studenti, che ottiene buoni risultati alle elezioni universitarie, coinvolgendo rappresentanti di Azione Giovani, la costola giovanile di Alleanza nazionale.
A Verona, nel marzo 1998, FN organizza un convegno sulla detenzione politica (di destra) a cui invita diversi esponenti del Polo: Alfredo Biondi, Aldo Brandirali (ex
leader carismatico dell’Unione dei comunisti italiani marxisti-leninisti), Piero Buscaroli. Al convegno assiste anche Franco Freda.
Il segretario provinciale veronese, Roberto Bussinello, è l'avvocato di skin, leghisti e cattolico-tradizionalisti perseguiti dal procuratore della città, Guido Papalia, per
violazione della legge Mancino.
A Trieste, a maggio, Forza Nuova organizza incontri pubblici con la redazione dell'Uomo Libero. Partecipano: Sergio Gozzoli, uno dei dirigenti nazionali dell'organizzazione e Piero Sella. Nel giugno 1998, a Padova, si tiene un incontro studentesco con il responsabile del lepenista Front de la Jeunesse, Samuel Marechal.
Nell'aprile 1999, Caratossidis, studente di Scienze Politiche, spiega la strategia movimentista
di FN in un'intervista a Repubblica: «Lo stadio, le discoteche, le birrerie e anche i centri sociali sono un bacino da sfruttare per la ricerca di voti e consensi…
Se si fa propaganda con i volantini, mille distribuiti tra gli spalti hanno più valore che davanti a un supermercato con pochi soldi, uno striscione allo stadio ha una visibilità nazionale". Per questo le bandiere con la croce celtica o la svastica, oppure lo slogan razzista, non sono elementi su cui soprassedere, sono messaggi simbolici che
vogliono ottenere precisi effetti. La tattica di espansione di Forza Nuova si basa, infatti, nell'occupare spazi dove non già ci sono “concorrenti”.
Entrambi i leader di Forza Nuova sono rientrati in Italia nel 1999: Massimo Morsello (morto di tumore nel marzo 2001) torna per motivi di salute, accolto all'aero-
porto dai deputati di AN Francesco Storace, Alberto Simeone e Vincenzo Fragalà, oltre al parlamentare europeo di Forza Italia, Ernesto Caccavale, all'avvocato Carlo Taormina e a Paolo Giachini, presidente dell'associazione Uomo e Libertà
che ha sostenuto, durante tutto il processo a suo carico, l'ex ufficiale della SS Erich Priebke, ospitandolo a casa sua.
Roberto Fiore, invece, dopo che il reato era finito in prescrizione, ha dovuto aspettare che cadesse l'ultimo provvedimento restrittivo per l'inchiesta contro gli hammerskin.
Nel solco del tradizionalismo cattolico, Forza Nuova pone in cima al proprio programma l’abrogazione delle leggi abortiste e la difesa della “famiglia”, oltre al ripristino
del Concordato fra Stato e Chiesa del 1929.
Cercando di far sua la lezione di Haider, Forza Nuova si erge a difesa delle tradizioni religiose e culturali minacciate dall’invasione extracomunitaria. Tra i suoi dirigenti, non a caso, anziani protagonisti dell’oscurantismo cattolico, come Piero Vassallo,
in gioventù tra i fondatori degli evoliani Figli del Sole e poi al fianco di Baget Bozzo nei ranghi del cattolicesimo anticonciliare. Ma FN ha reclutato anche quadri
storici della destra extraparlamentare, come l'avanguardista Mario Di Giovanni.
Il rapporto con l'integralismo cattolico paga in termini di visibilità: Roberto Fiore, il 23 agosto 2000, è invitato al Meeting di Comunione e Liberazione.
Forza Nuova ha dato buona prova di sé nella campagna omofobica contro il Gay pride. Il 22 giugno, al grido “l'Italia ha bisogno di figli”, Fiore ha organizzato un incontro all'Hotel Nazionale di Roma. Vi prendono parte il professor Possenti, responsabile per la Consulta etico religiosa di AN, Marco Ferrazzoli, giornalista del Borghese,
Pietro Giubilo, ex sindaco di Roma, meglio noto come “il signor Nessuno”, portato al trionfo di 100mila preferenze agli inizi degli anni '90 da una strepitosa
campagna porta a porta organizzata dai ciellini romani, attualmente esponente del CDU nella giunta Storace.
Il 1° luglio un corteo di seicento neoforzisti sfila per il centro di Roma, tra saluti romani, croci celtiche e slogan razzisti contro immigrati e omosessuali. In serata segue
la fiaccolata istituzionale promossa dagli integralisti del Circolo Lepanto. Lo showdown finale, la contromanifestazione in contemporanea con la sfilata gay, è disdetta all'ultimo momento in segno di lutto per la morte della figlia di Massimo Morsello, riconosciuto come leader spirituale della comunità militante ma anche noto in
un più ampio ambito come il “De Gregori nero”, per alcuni cd di successo.
Al dibattito di Rimini, dall'eloquente titolo: “Aborto: il genocidio del XX secolo”, Fiore annuncia la disponibilità di Forza Nuova a sostenere il Cavaliere «se promuoverà
un referendum contro l'aborto, se si impegnerà per una legge forte contro l'immigrazione». L'aborto è il vero cavallo di battaglia di Forza Nuova: un convegno per
la vita è stato organizzato da Donne in Azione (aderenti a FN), nella "Bergamo bianca", insieme all'associazione irlandese Youth Defence, nel febbraio 1999.
Dopo l'arresto di Andrea Insabato per l'attentato al Manifesto, Francesco Storace rivendica lealmente l'amicizia giovanile con Massimo Morsello, che lo ringrazia
dalle colonne dell'Espresso: «Ha avuto coraggio. Quell'intervista gli poteva costare politicamente».
«Finanziatori italiani non ce ne sono», si schermisce Morsello nella stessa intervista, precisando i termini sulle “amicizie pericolose” dei leader di FN: «L'imprenditore Tonino Molinari è solo un amico. Quereleremo chi dice il contrario. Abbiamo però
un imprenditore ebreo che ci ha affidato centinaia di milioni da investire. Come ha fatto il Comitato che difendeva Franco Freda e altri detenuti politici».
La conferenza stampa nella sede del movimento, la mattina del 28 dicembre 2000 ha un'antipatica anteprima. Il federale romano di FN, Francesco Bianco, già condannato
per il FUAN-NAR (era alla guida dell'auto durante la rapina in cui perse la vita Franco Anselmi), prende a cazzotti Guido Ruotolo, ex-giornalista de il Manifesto,
da qualche mese a La Stampa. Bianco di lavoro fa l'edicolante, rivendica l'amicizia con Insabato e sostiene di averlo incontrato la mattina dell'attentato: perché il Manifesto - chiede provocatoriamente Bianco prima di prendere a pugni Ruotolo - può ospitare in redazione ex brigatisti (Geraldine Collotti e Francesco Piccioni), mentre
i leader di Forza Nuova non possono dare lavoro a camerati ex detenuti (Insabato, ma anche Rosario Lasdica o Davide Petrini)? Il Manifesto ha riesumato i suoi precedenti,
creandogli qualche problema di sicurezza, ma forse Bianco ha commesso uno scambio di persona. Colpendo Guido Ruotolo ha infatti detto «Iacona, tu sei un provocatore». E anche Iacona è un giornalista, ma della redazione di Michele Santoro, il cui vice è il fratello gemello di Guido, Sandro Ruotolo. La conferenza stampa è stata indetta per ribadire l'estraneità di Insabato a FN, ma anche per difendere l'ex di TP «che non è un terrorista». «Siamo vittime della politica degli opposti estremismi, un tempo targata DC ora DS - dicono Fiore e Morsello - bersaglio designato di chi teme la nostra volontà di presentarci alle elezioni» (ma
il risultato elettorale sarà l'ennesimo tonfo, con percentuali omeopatiche). Nell'inverno 2002 l'ultima clamorosa iniziativa pubblica del movimento è la creazione
di un Osservatorio contro le sette, affidata ai militanti veneti, un'iniziativa che sembra confermare il peso crescente dei rapporti con gli ambienti dell'integralismo
cattolico.

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