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[Bolivia]: i movimenti sociali contro il Governo
by econoticias(trad.garabombo) Monday January 26, 2004 at 09:01 PM mail:  

da econoticias.com e argentina.indymedia.org

COCHABAMBA 23 GENNAIO 2004
La tregua è finita. Una riunione nazionale della Centrale Operaia Boliviana (COB) ha invitato tutti i sindacati e le organizzazioni popolari del paese ad uno sciopero generale illimitato, da realizzarsi entro 20 giorni, viste le non risposte che la politica neoliberista degli operai offre ai lavoratori boliviani e i provvedimenti economici antipopolari portati avanti dal governo nazionale di Carlos Mesa.

Dopo 9 ore di riunione oltre 60 organizzazioni sindacali riunite nella COB hanno dichiarato guerra al modello economico del libero mercato, che "genera ingiustizia sociale, povertà e crisi". "dobbiamo preparare lo sciopero generalizzato illimitato, e dichiarare uno stato d'emergenza in tutto il paese, preparare il blocco delle vie di comunicazione e organizzarsi per fare pressione sul governo e costruire un fronte politico di lotta".
Uno dei massimi dirigenti della COB, il minatore Jaime Solares, ha aggiunto: "Il Governo di Carlos Mesa mantiene una netta continuità con le politiche dell'ex presidente Sanchez de Lozada, cacciato nell'ottobre scorso, e persevera nelle politiche dettate dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale; il nuovo Governo dovrà evitare la sofferenza dei boliviani".
Dalla COB hanno annunciato anche che il blocco delle vie percorribili del paese verrà organizzato grazie al coordinamento con i campesinos guidati da "el Mallku" Felipe Quispe; altro passaggio interessante sull'intenzione da parte dei lavoratori di riappropriarsi di due delle imprese pubbliche più grandi del paese nel campo minerario e patroliero: la Corporación Minera de Bolivia (COMIBOL) e i Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB).

CRITICHE AL GOVERNO MESA
Durante tutta la riunione le critiche sono state molto dure nei confronti di Carlos Mesa, che ha assunto l'incarico presidenziale il 17 ottobre scorso, dopo l'insurrezione popolare che ha cacciato via Sanchez de Lozada. "Il governo nazionale non ha risposto alle richieste dei lavoratori, le ha ignorate del tutto e noi non intendiamo accettare l'aumento salariale del 3% che ci hanno offerto, visto che c'è chi sta seduto in Parlamento e guadagna dai 30 ai 50mila bolivianos e noi quotidianamente a fatica arriviamo alla fine del mese".
In questo senso la richiesta di aumento del salario minimo dovrebbe raggiungere secondo Solares i 3000 bolivianos (380 dollari).

DITO PUNTATO SUL PARLAMENTO
I nuovi movimenti sociali punteranno alla chiusura del Parlamento nazionale vista la mancanza assoluta di risultati raggiunti dal Governo sul piano della politica economica interna. "E' il popolo che richiede la chiusura del Parlamento e la COB non può che appoggiare questa posizione". I boliviani sono stanchi dell'intransigenza di deputati e senatori che non hanno nessuna intenzione di ridurre i propri stipendi (che sono aumentati da gennaio di circa 1000 dollari.

CONTRAPPOSIZIONI INTERNE
Alla chiusura del Parlamento si oppone un'altra figura importante del panorama delle organizzazioni sociali popolari boliviane, Evo Morales, leader dei coltivatori della pianta di coca e del MAS, Movimiento al Socialismo. Attraverso le parole di Escobar, un senatore del MAS, Morales ha fatto sapere (accolto da grida e insulti) a chi si riuniva a Cochabamba che la sua posizione in merito era nettamente distante da quella della COB e dei campesinos di Quispe. Infatti Morales pensa che "sia necessario proseguire nel percorso di governo di Mesa, preservando il Congresso e la via elettorale; con la chiusura del Parlamento si rischierebbe seriamente di fare un favore alla Casa Bianca e allo stesso Sanchez de Lozada, con la possibilità di arrivare perfino ad un golpe militare".

Si apre dunque una situazione molto complessa interna ai movimenti sociali e alle organizzazioni popolari, che a più riprese hanno dimostrato una capacità di mobilitazione e di intervento nelle politiche legate alla difesa delle risorse del territorio boliviano.
Da un lato Solares, i minatori, la COB e Quispe con i gruppi organizzati di campesinos che puntano alla reale trasformazione della realtà politico-istituzionale del paese, dall'altra un personaggio molto influente come Evo Morales, leader dei cocaleros e del MAS, molto più cauto sulla presa del potere da parte del popolo e soprattutto che punta soprattutto sulle elezioni nazionali del 2007.
Del resto i più attenti osservatori avranno notato che anche nella rivolta popolare dell'ottobre scorso che termiò con la morte di 77 persone e la fuga dell'allora presidente Sanchez de Lozada, Evo Morales rimase abbastanza lontano dai luoghi di maggior conflitto e dalle posizioni più radicali espresse in piazza, parlando anche di "mobilitazioni premature e sconvenienti".
Evo Morales alle ultime elezioni presidenziali ha ottenuto pochi voti meno dell'allora eletto Sanchez de Lozada e quindi al momento è potenzialmente il candidato più votabile per le prossime elezioni del 2007; queste condizioni fanno si che resti su posizioni molto meno radicali rispetto ad altri soggetti dell'opposizione popolare, fino a dichiarare che "chi parla di chiusura del Parlamento non accetta i principi democratici, ricerca solo un colpo di Stato, una dittatura, ed è pronto a fare un favore all'ambasciata USa e a Sanchez de Lozada".

PROSPETTIVE PER UNA POSSIBILE ASSEMBLEA POPOLARE
Al posto dell'attuale Parlamento, la Central Obrera Boliviana propone di istaurare un'Assemblea Popolare, che rappresenterebbe il secondo caso di sperimentazione di uno strumento politico "alternativo" nella storia della Bolivia dopo quello degli anni '70, formata da rappresentanti dei lavoratori, campesinos, classe media impoverita, intellettuali e partiti rivoluzionari e di sinistra.
"Vogliamo un'Assemblea Popolare perchè rappresenta uno strumento fondamentale per sonfiggere la povertà e per cambiare questo modello economico vigente assassino".

Ma quali sono i tempi per la progettazione e la messa in atto del percorso che porta agli scioperi illimitati e all'Assemblea Popolare?
Machaca, dirigente della COB: "Se il Governo non darà risposta ad almeno il 75% delle richieste dei lavoratori il piano per la costruzione dell'Assemblea Costituente verrà messo in atto da subito".

GOVERNO DI MESA IN SERIE DIFFICOLTA'
Il governo di Mesa, aldilà delle bellicose intenzioni dei movimenti sociali affronta una fase di seria crisi. Sconfitto a Washington dove il direttivo nazionale intendeva ottenere un urgente appoggio finanziario di circa 105 milioni di dollari. Questa somma sarebbe servita al Governo per attuare provvedimenti economici severi ma non così tanto da scatenare la rabbia popolare. Senza queste somme il discorso cambia e dagli apparati finanziari governativi già parlano di un plan fiscal, ovvero di misure economiche severe che causeranno "sudore e sacrifici per il popolo".
Contro questo Plan Fiscal ci sono già state forti mobilitazioni in diverse zone del paese.
A El Alto più di 15mila persone hanno manifestato contro i tagli alle spese per la scuola pubblica; la richiesta più forte portata in piazza è quella di uno stanziamento di un salario fisso per 1500 nuovi maestri che dovrebbero insegnare nelle scuole pubbliche della città che conta oltre 800000 abitanti. Se questi sono i presupposti tra due settimane in bolivia partirà la terza rivolta popolare in pochi mesi.

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