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27 Gennaio giorno della memoria
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LHR Tuesday January 27, 2004 at 11:42 AM |
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Vittime dei campi di Stermino nazisti
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Da un discorso del 4 ottobre 1943 pronunciato da Heinrich Himmler capo delle SS e della polizia tedesca:
"Ciò che le nazioni ci possono dare, per quanto riguarda un sangue dello stesso tipo del nostro, noi lo prenderemo, se necessario, portando via i loro bambini e educandoli qui, insieme ai nostri. Che le nazioni vivano in prosperità o muoiano di fame come bestie, a me importa solo nella misura in cui avremo bisogno degli appartenenti ad esse come schiavi per la nostra Kultur; altrimenti, per me sono prive di ogni interesse.
Se diecimila donne russe che lavorano a scavare una trincea anticarro cadono a terra sfinite, ciò mi importa solo in quanto quella trincea deve essere portata a termine per la Germania."
Eicke venne sostituito da Richard Glücks, suo vice, nel novembre 1939 quando la campagna contro la Polonia era da poco terminata. Sino a quel momento nei campi di concentramento esistenti erano rinchiuse tre categorie principali di detenuti: politici (comunisti, socialdemocratici, Testimoni di Geova, ecclesiastici che si erano apertamente pronunciati conto il nazismo, civili che si erano opposti al nazismo, nazisti vittime delle lotte interne al Partito); asociali (delinquenti, omosessuali, prostitute); ebrei internati a seguito di arresti di massa. Queste tre categorie erano di fatto rappresentate da cittadini tedeschi ed austriaci.
http://www.olokaustos.org/guida/sterminare/campi/camp3.htm
GAY
Furono 50 mila i gay imprigionati dal nazismo, fra 10 e 15 mila furono inviati ai campi di sterminio da cui pochissimi fecero ritorno.
gli zingari, i Testimoni di Geova, i malati di mente o gli omosessuali.
http://www.circolopink.it/memoria.htm
Con l’operazione eutanasia, indicata negli ambienti e nei carteggi nazisti con il nome di copertura T4, le prime e maggiori vittime furono dei cittadine tedeschi. Questa operazione ebbe inizio subito dopo lo scoppio della guerra ed aveva lo scopo di eliminare delle bocche inutili(bambini handicappati, malati mentali, ecc.ecc. ma poi col passare del tempo si estese ed arrivò a comprendere un numero non
ancora precisato di cittadini tedeschi. Le stime degli assassinati con il compiacente aiuto di medici, infermieri, giudici e poliziotti sono varie. Noi le citiamo, ricordando al lettore che si tratta di stime non essendovi da nessuna parte dei dati reali. Si va dalla stima di 80.000 assassini, ai 230.000 (cifra che secondo alcuni è la più vicina alla realtà) ai 600.000 enunciata da un gruppo di studiosi.(Vedi Henry V Dicks, La libertà di uccidere - Milano 1975 pag.66 ).
http://www.recsando.it/mm_forum/pnd/berti/EUTANAS.asp
testimoni di Geova sono stati duramente perseguitati dal regime nazista e rinchiusi nei campi di concentramento a causa del loro pacifismo e del mancato sostegno a Hitler. Nella sola Germania circa 10.000 di loro soffrirono nelle prigioni e nei campi di sterminio, e quasi 2.000 persero la vita.
http://www.massimopantusa.it/Saldi.htm
campi progettati appositamente per lo sterminio di massa sono quattro:
Treblinka: attivo dal luglio 1942. Totale vittime: circa 750.000. Per la maggior parte i deportati vengono uccisi immediatamente.
Chelmo: a circa 60 chilometri da lodz. Dal dicembre 1941. Pensato per lo sterminio degli ebrei del Warthegau. Totale delle vittime: 150.000.
Belzen: apre alla metà del marzo 1942. Totale delle vittime: 560.000 ebrei.
Sobibor: attivo dall'aprile del 1942. Totale vittime: 200.000, oltre ad un numero imprecisato di prigionieri di guerra sovietici.
La situazione è leggermente diversa nei due campi misti di Auschwitz e Maidanek. Auschwitz inizialmente campo di concentramento, si trasforma poi in un campo di prigionia per prigionieri polacchi (1940). I primi massacri di massa nel campo avvengono nel dicembre del 1941, ma è dal giugno del 1942 che Auschwitz - Birkenau viene scelto come centro di annientamento per gli ebrei. Ad Auschwitz vengono assassinati circa 1.000.000 di ebrei fino al novembre del 1944, quando viene dato l'ordine di distruggere l'insieme delle costruzioni, evidente traccia del progetto "soluzione finale". Tristemente famoso il cartello affisso sull'entrata del campo: "Il lavoro rende liberi" (Arbeit macht frei). Maidanek costituisce il secondo "campo misto", costruito alla fine dell'estate del 1941.
Vi sono sia ebrei che polacchi non ebrei, bielorussi e ucraini. Le esecuzioni con il gas iniziano nel 1942: le vittime saranno più di 50.000.
http://www.iccomeglians.net/Lavori/medie/storia/CAMPI%20DI%20STERMINIO.htm
I Lager dello sterminio…i meno famigerati
Germania:
Bergen Belsen
Nel 1943 Bergen Belsen divenne un vero Lager, con l'avvento delle SS che inquadravano i deportati inadatti al lavoro, che venivano persino lasciati morire di fame. Vi morirono circa 45.000 deportati, tra cui Anna Frank, autrice del famoso diario.
Esterwegen
Da questo sistema di Lager uscì clandestinamente la prima documentazione sulle atrocità del regime hitleriano che, per vie traverse, poté essere diffusa nel mondo libero. Purtroppo non fu presa sul serio perchè i fatti esposti rasentavano la follia.
Flossenburg
Il campo, abbastanza appartato, aveva nelle vicinanze una miniera di granito che fu sfruttata con il lavoro dei prigionieri. Il forno crematorio era al di fuori del recinto spinato percorso da corrente elettrica, sui fianchi di una collinetta.
Dora-Mittelbau
Nel lager di Dora M. mancava qualsiasi installazione igienica per soddisfare i bisogni corporali, mancava l'acqua; la vita era un inferno. Molti deportati non hanno visto la luce del sole per mesi e mesi. 90.000 circa deportati persero la vita.
Gardeledeng
Il 4 maggio del 1945 ci fu un'evacuazione dal campo di concentramento di Rottleberode (Aussenlager Rottlebeorde); la destinazione probabilmente era Gardelegen. L'11 maggio 1945 il treno con i prigionieri arrivò alla stazione ferroviaria di Gardelegen, e quando tutti i prigionieri furono raggruppati all'interno di un capannone, le SS appiccarono fuoco e i prigionieri che cercavano di scappare venivano fucilati. L'area di Gardelegen fu liberata dalla 102° Divisione di Fanteria Americana: quando le truppe americane videro per la prima volta il "luogo delle torture delle SS", furono profondamente sconvolte ed ordinarono alla popolazione locale di seppellire le vittime. Fu inoltre stabilito che la popolazione locale si occupasse del mantenimento delle tombe dei 1016 prigionieri scomparsi. I luoghi del massacro ed i resti del capannone sono collocati in un "Gedenkstatte" ufficiale ("Posto del "Ricordo"), tuttora visitabile.
Neungamme
Il Lager di Neuengamme, situato nella Germania settentrionale nei pressi della città di Amburgo, venne aperto il 13 dicembre 1938 con l'arrivo di un trasporto di 100 deportati provenienti da Sachsenhausen di cui Neuengamme inizialmente fu un comando esterno. Dopo l'occupazione della Polonia, Himmler voleva avere a disposizione un Lager capace di accogliere 40.000 polacchi e così nella vecchia fabbrica di mattoni cominciarono affluire trasporti di piccola entità, 200 - 250 persone, tutte destinate a produrre mattoni. La materia prima, l'argilla, veniva estratta da una cava che si trovava già dentro il recinto del Lager. Il Lager di Neuengamme con i suoi 80 sottocampi divenne così il più grande Lager della Germania settentrionale: passarono dentro i suoi reticolati circa 104.000 deportati e si stima che fra i 45.000 ed i 55.000 non sopravissero.
Ravenbruck
Sulle rive del lago Schwed, di fronte alla cittadina di Furstenberg, nel Mecklenburg a 80 Km a nord di Berlino fu costruito nel 1939 il più grande campo di concentramento femminile d'Europa. In un terreno formato da dune sabbiose e circondato da conifere e betulle furono costruite 32 baracche d'abitazione per prigioniere, uffici per l'amministrazione, case per le SS ed una fabbrica della ditta Siemens Werke di Berlino. Migliaia di donne lavorarono, soffrirono e persero la vita in questo campo e nelle vicine cave di sabbia. Anche a Ravenbruk furono condotti su vasta scala esperimenti medici di ogni genere. Il campo fu liberato il 30 aprile 1945 dall'Armata sovietica.
Sachsenhausen
Chiamato anche "Oranienburg - Sachsenhausen", era uno dei più grandi campi di concentramento nella Germania settentrionale. Nel campo di Sachsenhausen venivano sperimentati i metodi più aggiornati, semplici ed economici, di «liquidazione» delle «sottospecie umane» (Untermenschen). Esisteva per questo un'apposita installazione in una baracca non lontana dal campo, dove i prigionieri col pretesto di una normale misurazione della loro statura venivano invece uccisi con un colpo di pistola sparato da un SS appostato dietro una fessura del muro, corrispondente all'attrezzatura della misurazione. Sachsenhausen funzionava anche da campo di addestramento dei reparti di SS destinati alla sorveglianza e gestione di altri Lager: una vera scuola di sadismo e di meticolosa criminalità organizzata.
Polonia:
Belzec
Questo campo fu costruito con lo scopo dichiarato di servire al genocidio degli ebrei e dei polacchi. Ben poche informazioni sono pervenute su questa fabbrica della morte. Si sa che almeno 600.000 deportati furono uccisi nelle sue camere a gas.
Chelmino
Nel lager di Chelmino i nazisti sperimentarono la soppressione degli ebrei, stivati in camion appositamente attrezzati, a mezzo del gas del tubo di scappamento. Solo tre di questi camion uccisero 97.000 ebrei. Furono 360.000 le vittime totali.
Gross-Rosen
Questo campo, che prende nome dal vicino villaggio di Gross Rosen, Rogoznica in polacco, venne istituito originariamente come dipendenza del KZ Sachsenhausen e divenne campo principale ed autonomo il 1° maggio 1941. Da Gross Rosen dipendevano circa un centinaio di sottocampi e comandi esterni di deportati messi a disposizione di imprese d'ogni genere, impegnate nella produzione di prodotti chimici e materiale bellico. Gross Rosen fu liberato il 14 febbraio 1945 da reparti della 52a armata sovietica del fronte ucraino.
Stutthof
Dopo l'aggressione e l'invasione della Polonia, i nazisti fecero costruire a 250 detenuti polacchi, nelle vicinanze del villaggio polacco di Sztutowo, questo campo originariamente previsto solo come campo di lavoro. Poi, con l'evolversi degli eventi, anche Stutthof divenne un vero e proprio luogo di massacri indiscriminati, dotato di adeguate attrezzature. Nei primi tempi la maggior parte dei deportati erano polacchi, civili, marinai e militari sbandati rastrellati nella zona. In seguito affluirono a Stutthof anche lettoni, lituani norvegesi, belgi, russi, ungheresi e zingari. Le condizioni igieniche e di vita erano tali che nel 1944 un'epidemia di tifo costò la vita a più di 5.000 deportati. Il Lager di Stutthof fu mantenuto in funzione fino all'ultimo momento quando, sotto l'incalzare dell'avanzata delle armate russe, fu evacuato il 25 gennaio 1945.
Theresienstadt
Insieme a 74 campi e comandi esterni, Theresienstadt, in polacco Terezín, dipendeva da Flossemburg. Fu un campo «autogestito», affidato alla discrezione, ovverosia alla ferocia dei «triangoli verdi» (delinquenti comuni), i quali non mancarono alcuna occasione per infierire contro i «triangoli rossi» (deportati politici). Da Terezín partivano periodicamente convogli per Auschwitz.
Treblinka
Il 3 Luglio 1942 fu istituito a qualche chilometro a nord est di Varsavia il quarto dei più grandi campi di sterminio costruiti in Europa per effettuare la progettata "soluzione finale". Il campo di Treblinka era situato in una pianura sabbiosa, vicino ad un binario che portava ad una cava di ghiaia. Il campo aveva due sezioni di sterminio, la 1 e la 2 dove i deportati venivano sterminati al ritmo di 10000 al giorno. Il massacro avveniva principalmente nelle 13 camere a gas dove i cadaveri venivano in un primo tempo interrati in fosse comuni, poi bruciati su enormi graticole fatte con rotaie di ferro. I prigionieri provenivano da ogni parte d'Europa e per non impressionare i nuovi arrivati il comandante del campo Stangl fece costruire persino una finta stazione ferroviaria che si apriva su quella che fu chiamata la strada verso il cielo. Le SS erano riuscite ad organizzarsi in modo da trattare un intero convoglio in sole 4 ore. In questo campo furono uccise più di un milione di persone. Stangl ed il successivo comandante K.Franz furono condannati dopo la liberazione, ma del campo non resta più traccia.
Francia:
NatzweilerStruthog
A 800 m. d' altezza sui Vosgi a circa 50 km da Strasburgo in una posizione incantevole fu creato l' unico campo di concentramento e sterminio sul suolo francese. L'Alsazia era passata sotto il diretto controllo della Germania nel 1940 e il 21 maggio del 1941 fu inaugurato il campo di Natzweiler Struthof. Era formato da 17 baracche in legno, una cucina, il crematorio, con un alto camino. A circa un chilometro e mezzo di distanza nella strada verso Schirmeck era situata la camera a gas. I deportati dovevano eseguire lavori stradali ed erano impiegati negli stabilimenti industriali nelle vicinanze. Dal campo principale dipendevano numerosi sottocampi in parte annessi agli stabilimenti Krupp, Adler e Daimier Benz. Nel blocco 5 erano effettuati esperimenti medici ad opera dei prof. Hirt, Haagen e Bikenbach dell' Università di Strasburgo. Quando il campo fu liberato dagli alleati, nel Novembre 1944, era ormai disabitato e i prigionieri morti o spostati in altri campi.
Italia:
Fossoli
Il campo fu istituito presso Modena, nei pressi della linea ferroviaria: da qui partirono numerosi convogli di deportati tra cui Primo Levi, insieme ad altri partigiani destinati ad Auschwitz.
Fu utilizzato come centro di raccolta delle persone che dovevano essere inviate nei campi tedeschi, austriaci e polacchi. Fossoli, fu sostituito con il campo di Bolzano sotto l’autorità tedesca: anch’esso era un campo di passaggio ma furono anche torturate ed uccise molte persone.
Ferramonti di Tarsia
Il campo di Ferramonti di Tarsia fu costruito in provincia di Cosenza, in Calabria, vicino al fiume Crati nel 1940 con lo scopo di confinare elementi considerati pericolosi al regime nazi-fascista.
http://www.gndesign.it/shoahnet/altri_campi.htm
E sugli zingari:
http://italy.indymedia.org/news/2004/01/469930.php
http://italy.indymedia.org/news/2004/01/470226.php
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DICHIARAZIONE SULLA RAZZA
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LHR Tuesday January 27, 2004 at 02:09 PM |
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(La ridicola, ma non per questo meno infame "Dichiarazione sulla razza" fu approvata da Gran consiglio del fascismo il 6 ottobre 1938, e venne pubblicata sul "Foglio d'ordine" del Partito nazionale fascista, il 26 ottobre 1938)
Il Gran Consiglio del Fascismo, in seguito alla conquista dell'Impero, dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l'aspetto metropolitano di un problema di carattere generale. Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:
a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.
Ebrei ed ebraismo Il Gran Consiglio del Fascismo ricorda che l'ebraismo mondiale - specie dopo l'abolizione della massoneria - è stato l'animatore dell'antifascismo in tutti i campi e che l'ebraismo estero o italiano fuoruscito è stato - in taluni periodi culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica unanimemente ostile al Fascismo. L'immigrazione di elementi stranieri - accentuatasi fortemente dal 1933 in poi - ha peggiorato lo stato d'animo degli ebrei italiani, nei confronti del Regime, non accettato sinceramente, poiché antitetico a quella che è la psicologia, la politica, l'internazionalismo d'Israele. Tutte le forze antifasciste fanno capo ad elementi ebrei; l'ebraismo mondiale è, in Spagna, dalla parte dei bolscevichi di Barcellona. Il divieto d'entrata e l'espulsione degli ebrei stranieri Il Gran Consiglio del Fascismo ritiene che la legge concernente il divieto d'ingresso nel Regno, degli ebrei stranieri, non poteva più oltre essere ritardata, e che l'espulsione degli indesiderabili - secondo il termine messo in voga e applicato dalle grandi democrazie - è indispensabile. Il Gran Consiglio del Fascismo decide che oltre ai casi singolarmente controversi che saranno sottoposti all'esame dell'apposita commissione del Ministero dell'Interno, non sia applicata l'espulsione nei riguardi degli ebrei stranieri i quali: a) abbiano un'età superiore agli anni 65; b) abbiamo contratto un matrimonio misto italiano prima del 1° ottobre XVI.
Ebrei di cittadinanza italiana Il Gran Consiglio del Fascismo, circa l'appartenenza o meno alla razza ebraica, stabilisce quanto segue:
a) è di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei;
b) è considerato di razza ebraica colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera;
c) è considerato di razza ebraica colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica;
d) non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all'infuori della ebraica, alla data del 1° ottobre XVI.
Discriminazione fra gli ebrei di cittadinanza italiana Nessuna discriminazione sarà applicata - escluso in ogni caso l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado - nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana - quando non abbiano per altri motivi demeritato - i quali appartengono a: 1) famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall'Italia in questo secolo; libica, mondiale, etiopica, spagnola; 2) famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola; 3) famiglie di combattenti delle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola, insigniti della croce al merito di guerra; 4) famiglie dei Caduti per la Causa fascista; 5) famiglie dei mutilati, invalidi, feriti della Causa fascista; 6) famiglie di Fascisti iscritti al Partito negli anni 19- 20- 21- 22 e nel secondo semestre del 24 e famiglie di legionari fiumani. 7) famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accertate da apposita commissione.
Gli altri ebrei I cittadini italiani di razza ebraica, non appartenenti alle suddette categorie, nell'attesa di una nuova legge concernente l'acquisto della cittadinanza italiana, non potranno:
a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;
c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
d) prestare servizio militare in pace e in guerra. L'esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.
Il Gran Consiglio del Fascismo decide inoltre: 1) che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione; 2) che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia rigorosamente repressa; 3) che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l'attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti; 4) che, insieme alle scuole elementari, si consenta l'istituzione di scuole medie per ebrei. Immigrazione di ebrei in Etiopia Il Gran Consiglio del Fascismo non esclude la possibilità di concedere, anche per deviare la immigrazione ebraica dalla Palestina, una controllata immigrazione di ebrei europei in qualche zona dell'Etiopia. Questa eventuale e le altre condizioni fatte agli ebrei, potranno essere annullate o aggravate a seconda dell'atteggiamento che l'ebraismo assumerà nei riguardi dell'Italia fascista.
Cattedre di razzismo Il Gran Consiglio del Fascismo prende atto con soddisfazione che il Ministro dell'Educazione Nazionale ha istituito cattedre di studi sulla razza nelle principali Università del Regno.
Alle camicie nere Il Gran Consiglio del Fascismo, mentre nota che il complesso dei problemi razziali ha suscitato un interesse eccezionale nel popolo italiano, annuncia ai Fascisti che le direttive del Partito in materia sono da considerarsi fondamentali e impegnative per tutti e che alle direttive del Gran Consiglio devono ispirarsi le leggi che saranno sollecitamente preparate dai singoli Ministri.
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da "La terza metà del cielo"
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Alberto Melis Tuesday January 27, 2004 at 02:12 PM |
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Capitolo 4 Lo sterminio nazista
Il piccolo era una bellezza. Indossava una sontuosa uniforme bianca costituita da lunghi pantaloni bianchi dalla riga ben stirata, una giacca con i bottoni d'oro, una camicia da uomo e una cravatta. Noi fissavamo come stregate quel bambino stupendo. "Mostra loro come balli il Kozak" disse Mengele e iniziò a battere ritmicamente le mani. Il piccolo allora iniziò a scalciare i talloni pur mantenendo la posizione seduta. Era stupefacente. "E ora canta una canzone". Il piccolo cantò un'ammaliante melodia zingara. Noi continuavamo a stare sull'attenti mentre il bambino si esibiva di fronte a Mengele. Era evidente che a Mengele piaceva. E strano, ma in mezzo a tutta questa carneficina noi riuscivamo a chiederci solo una cosa: Mengele aveva intenzione di salvare quel bambino bellissimo dalla camera a gas? Ma il giorno dopo egli sfilò per il Campo senza il piccolo zingaro...
testimonianza da Auschwitz
I sommersi
Il 20 ottobre 1945 iniziò il Processo di Norimberga: imputati i criminali di guerra nazionalsocialisti. Un anno più tardi, nei dispositivo di sentenza, soltanto poche righe ricordavano lo sterminio del Popolo zingaro: "I gruppi di azione ricevettero l'ordine di fucilare gli Zingari. Non fu fornita nessuna spiegazione circa il motivo per cui questo popolo inoffensivo, che nel corso dei secoli ha donato al mondo, con musica e canti, tutta la sua ricchezza, dovesse essere braccato come un animale selvaggio. Pittoreschi, negli abiti e nelle usanze, essi hanno dato svago e divertimento alla società, l 'hanno talvolta stancata con la loro indolenza. Ma nessuno mai li ha condannati come una minaccia mortale per la società organizzata, nessuno tranne il nazionalsocialismo, che per bocca di Hitler, di Himmler, di Heydrich, ordinò la loro eliminazione"'. In queste poche frasi della sentenza, nella quale si mostra peraltro di ignorare la Storia degli Zingari in Europa e le persecuzioni avvenute in passato, c'è tutta la povertà d'indagine, l'indifferenza è la superficialità con le quali il tentativo di genocidio zingaro è stato sbrigativamente ignorato non solo dai tribunali di guerra ma anche dalla stragrande maggioranza degli storici che ricostruirono il fenomeno hitleriano. Sicuramente ciò è dovuto, almeno parzialmente, al fatto che gli Zingari, gente per la gran parte nomade, non ha mai avuto una Storia facilmente ricostruibile; di conseguenza anche le operazioni di sterminio che su di essi si abbatterono ebbero come unici riscontri o le testimonianze dirette o i pochi documenti nazisti che si salvarono dalla distruzione. Ma io credo che questo scarso impegno degli storici sia dovuto, anche e soprattutto, al fatto che pochi di essi furono realmente interessati a questa parte della Storia che, ancora oggi, resta in gran parte sommersa, tutta da salvare, tutta da ricostruire. Eppure la ricomposizione di questa parte della Storia, la messa in risalto di ciò che successe ai Rom, potrebbe essere di grande aiuto per un'analisi più completa del fenomeno nazionalsocialista sin dalle sue origini. Quando oggi si disquisisce dell'ideologia nazista, e dei sui tentativi di genocidio, si accentra l'attenzione sul massacro del popolo ebreo. E ciò è corretto se, oltre la quantità numerica dello sterminio, si pensa a quanto furore, a quanta spietata volontà di morte, a quanta mostruosa sapienza tecnologica vennero impiegate dai tedeschi nella loro opera che colpì, primi fra tutti, proprio gli Ebrei. Tuttavia ciò può portare facilmente ad un grave errore: l'odio verso gli Ebrei, che si nutriva degli incubi mistico-demoniaci, politici ed economici della Germania post-Weimar, sembra quasi diventare la motivazione prima di un razzismo che invece aveva ben altre basi ideologiche e scientifiche e che per questo era infinitamente più pericoloso. Questo errore è sicuramente dovuto anche al fatto che ciò che sinora si è posto in primo piano è stato l'aspetto politico del nazionalsocialismo, interpretato come una macchina di sopraffazione perfettamente organizzata, capace di rielaborare, tutt'al più in maniera rozza e imperfetta, l'ideologia germanica preesistente e di piegare ai suoi voleri la scienza e la tecnologia. In realtà, e la storia dell'eccidio degli Zingari lo dimostra (poiché esiste un filo continuo tra le persecuzioni avvenute prima e dopo l'avvento di Hitler), la vera essenza dell'inenarrabile, della mostruosità ideologica, sonnecchiava all'interno del mondo culturale e scientifico germanico, pronta a risvegliarsi e a trovare braccia e gambe che l'avrebbero fatta forte e portata lontano. Come separare ciò che successe dopo, da tutto quanto ben prima era stato teorizzato? Come dissociare il mito della storica missione della Deutsche Nation di Fichte, i deliri di purezza razziale di Jahn, il fanatismo intellettuale del Circolo di Bayreuth, l'Alldeutschtum (il pan germanismo) di Von Treitschke, l'orrida prevveggenza di Ploetz, da tutto quello che poi successe? Benno Muller-Hill, Direttore dell'Istituto di Genetica all'Università di Colonia, movendosi su un terreno infidamente minato per l'ostracismo manifestato dal mondo accademico tedesco, ha ricostruito dall'interno, dal mondo degli antropologi, degli eugenisti e degli psichiatri, il massacro razziale degli Zingari e delle altre razze, o categorie della propria razza, ritenute inferiori. L'analisi dello scienziato tedesco non può non riportare alla memoria quanto da altri già espresso sul nostro Lombrosismo, e su quanto esso avrebbe potuto rivelarsi letale, se non si fosse sviluppato all'interno di una cornice culturale che aveva già in sé gli anticorpi scientifici e filosofici atti a contrastarlo. Benno Múller-Hill, chiedendosi perché lo sterminio degli Zingari, degli Ebrei e dei malati di mente fosse avvenuto proprio in Germania e non negli altri stati fascisti (se non per contagio), trova questa risposta: "La Germania apparteneva ai paesi che erano guide mondiali nel campo della scienza e dell'industria. La psichiatria e l'antropologia erano ancora le migliori e le più sviluppate (...) Quando Hitler prese il potere, psichiatri ed antropologi ne furono entusiasti, poiché vedevano in lui il realizzatore e il promotore delle loro idee". Alla sua cronaca degli eventi, in relazione al primo periodo del Novecento tedesco, mancano però un preambolo e una data importante: la Germania è sempre stata la nazione nella quale gli Zingari sono stati assoggettati, repressi o trucidati più che in altre parti d'Europa e già nel 1899, a Monaco di Baviera, esisteva uno specifico Ufficio di Polizia che si occupava esclusivamente di loro e che poi si trasformò nella Centrale Nazionale delle questioni zingare. Queste, tra le altre, alcune delle date ritenute fondamentali da Benno Miiller-Hill: - 1900: vengono riscoperti i lavori di Mendel. Gli scienziati tedeschi credono di trovare conferme sull'eredità di intelligenza e patologia attraverso la genetica meendeliana. "Essi pensano che sarebbe loro compito impedire l'aumento sia delle razze inferiori che degli inferiori della propria razza, onde evitare l'imminente tramonto della cultura europea"; - 1904: fondazione degli Archivi per le razze e per la biologia sociale; - 1905: fondazione dell'Associazione per l'igiene razziale; - 1920: il giurista Binding e lo psichiatra Hoche pubblicano il libro "La liceità di terminare la vita indegna di essere vissuta"; - 1923: Adolf Hitler, in carcere dopo il putsch di Monaco, legge il libro di Baur-Fischer-Lenz "Eredità nell'uomo e igiene razziale", dal quale trae spunto per l'idea razziale esposta in "Mein Kampf"; - 1927: viene fondato a Berlino il KWI (Kaiser Wilhelm Institut) per l'antropologia, la genetica e l'eugenica; - 1932: si raccomanda una legge (l'Eugenica per il benessere del popolo) tesa alla sterilizzazione degli inferiori; - 1933: il ministro della Giustizia Guertner sollecita una legge che proibisca i matrimoni interrazziali; - 1933: l'antropologo Fischer, eletto rettore dell'Università di Berlino, definisce la politica del Governo come politica biologico-demografica, cura dell'importanza vitale dell'eredità e della razza e orientata alla selezione e all'eliminazione; - 1934/35: presso il KWI si tiene il primo corso in antropologia per i medici delle SS; - 1936: il ministro degli Interni ordina un rilevamento di biologia ereditaria; - 1936: lo psicologo e psichiatra Robert Ritter inizia, con l'appoggio della Società Tedesca per la Ricerca, presso il Centro di Igiene Razziale e di Ricerche politico-demografiche, il lavoro sugli Zigani; - 1938: Ritter riceve un contributo di 15.000 marchi per i suoi studi sulla asocialità e sulla biologia degli ibridi (Zigani ed Ebrei); - 1938: si discute la possibilità di una legge che preveda la sterilizzazione e il Campo di Concentramento per tutti gli asociali; - 1939: Hitler inizia la seconda guerra mondiale. In tutto questo periodo i contatti tra scienziati e uomini di potere si mantennero ovviamente molto stretti. Scienza e politica, ed era la seconda a trovare nella prima l'oggettività e la credibilità ideologica delle quali abbisognava e per le quali non era sufficiente la sola volontà di potenza, si trovarono unite nel progetto di sterminio. Un progetto di sterminio che, prima ancora che sugli Ebrei e sugli Zingari, si abbatté sui diversi della stessa razza tedesca: i malati di mente e i disabili gravi vennero uccisi a migliaia grazie ad apposite istruzioni su quello che Hitler chiamava "diritto all'eutanasia". Sugli Zigani, che non scatenavano nella borghesia nazista incubi di natura mistico-religiosa, né appetiti economici, né tanto meno fobie di tipo politico (Ebrei=comunisti), si perpetrò l'accusa di costituire una razza, sì di origine indo-ariana, ma ormai impura e del tutto inutile e asociale. Gli studi del prof. Ritter e della sua assistente Eva Justin, dovevano dimostrare che i 30,000 Zigani tedeschi, dei quali solo 5.000 ancora nomadi, erano ormai divenuti un gruppo razziale "ibrido" e perciò destinato all'eliminazione. Questa la classificazione che Ritter e Justin fecero degli Zigani tedeschi: - Z ................ zingaro puro; - ZM .............zingaro meticcio; - ZM1 ...........metà zingaro e metà tedesco; - ZM2 ...........metà ZM 1 e metà tedesco; - ZM+ ...........zingaro più che a metà; - ZM- ............tedesco più che a metà; - NZ ..............non zingaro. Il 20 gennaio 1940 il prof. Ritter scrive che "gli Zigani non erano affatto Zigani, bensì ibridi con il sottoproletariato dei criminali e degli asociali tedeschi". "... si rivelò la possibilità di constatare che più del 90% dei cosiddetti Zigani indigeni siano degli ibridi. Ne segue che per un incrocio razziale indigeno, gli Zigani si mescolano prevalentemente con vagabondi, asociali, criminali ed a causa di ciò si è prodotto un sottoproletariato di Zigani e vagabondi, che è costato allo Stato somme incalcolabili per l'assistenza. Come ulteriore risultato della ricerca, abbiamo osservato che gli Zigani sono del tutto primitivi dal punto di vista etnologico, ed il loro ritardo spirituale li rende incapaci all'adattamento sociale. (...) La questione zigana potrà dunque considerarsi risolta, solo quando il grosso degli ibridi zigani, asociali e fannulloni,sarà riunito in grandi campi mobili di lavoro, e quando l'ulteriore aumento di questa popolazione mista sarà definitivamente impedito. L'istinto di ricerca sull'igiene razziale è già oggi capace di esprimersi oggettivamente sul grado di mescolanza e sul valore ereditario di ogni singolo così detto Zigano, cosicché per la messa in atto di misure di igiene razziale non ci sono più problemi..." Ma già nel 1936, secondo Mirella Karpati, erano cominciate le misure di igiene razziale. Convogli di Zigani erano stati inviati nel Campo di Concentramento di Dachau: era già iniziata la soluzione finale. Con l'inizio della guerra le deportazioni si fecero più massicce e, in ogni zona occupata dall'esercito tedesco, la sorte degli Zingari era segnata: o il campo di concentramento o la fucilazione sul posto. Le popolazioni dei territori occupati, soprattutto quelle dell'Est europeo, vennero suddivise in quattro categorie (in previsione del successivo sterminio degli slavi), I, II, II, IV: a quest'ultima, quella che prevedeva l'eliminazione sul posto, appartenevano gli Zingari. La maggior parte delle vittime del massacro morirà nelle strade, nei villaggi distrutti, negli accampamenti dati alle fiamme dai gruppi di assalto. In Serbia la questione zingara venne risolta definitivamente: nazisti e ustascia, tra coloro che non riuscirono a fuggire, non ne lasciarono vivo neppure uno. Tra i Romá residenti a Cagliari qualche anziano ricorda ancora la fama dell'ustascia Artukovic, noto per la sua collezione di occhi strappati ai bambini e alle donne zingare. I massacri si estesero anche ai Balcani, in Olanda, in Belgio. In Norvegia sopravvissero solo alcune decine di Zingari. In Francia vennero allestiti decine di Campi di Concentramento. In Italia alcuni Campi vennero costruiti vicino a Campobasso, nei pressi di Teramo, Bolzano e Cosenza. Secondo Mirella Karpati un Campo di raccolta venne progettato anche in Sardegna, a Perdasdefogu, al quale sarebbero stati destinati gli Zingari della Venezia Giulia: testimonianze orali lo confermerebbero ma non è stata trovata alcuna traccia documentale. Si è calcolato che all'interno dei Campi di Concentramento in Germania in Polonia perirono circa 520.000 Zingari. Kenrick e Puxon, che dell'eccidio danno ancora un'altra valutazione, parlano, tra gli altri, di 25.500 deportati dalla Croazia, 40.000 dalla Francia, 20.000 dalla Germania, 100.000 dall'Ungheria, 25.000 dall'Italia, 50.000 dalla Polonia, 300.000 dalla Romania, 80.000 dalla Slovacchia, 200.000 Russia, etc. Il numero esatto degli Zingari deceduti nel corso della seconda guerra probabilmente non si conoscerà mai, ma, cifre a parte (c'è chi ha parlato di 800.000/1.000.000 di morti), il piccolo Popolo degli Uomini rischiò ero la definitiva scomparsa dal continente europeo. Nel corso della guerra diversi degli sfortunati che finirono nei Campi di Concentramento, prima di essere inviati alle camere a gas, vennero utilizzati per esperimenti scientifici di varia natura. A Dachau, già nel 1938, 2.000 Zigani tedeschi vennero sottoposti ad esperimenti sul freddo e sul paludismo. A Buchenwald vennero impiegati in esperimenti sul tifo: gli si inoculava la malattia e poi si studiavano le reazioni sino al sopravvenire della morte. A Natzweiler-Stutthof Zingari francesi, cechi, polacchi e ungheresi furono le cavie per gli esperimenti della Società di Studi sull'Ereditarietà. Ad Auschwitz, un certo prof. Clauberg praticava la sterilizzazione tramite iniezioni intrauterine di formaldeide. Sempre nello stesso campo di concentramento venne inviato, il 30 maggio 1943, il prof. J. Mengele, dottore in medicina ed in filosofia, proveniente dall'Ufficio principale per la razza e gli insediamenti di Berlino. Il suo compito era quello di portare avanti due diversi progetti sulle "proteine specifiche" e sul colore degli occhi, dietro ordine ed in collaborazione con il prof. Werschuer, Direttore del KWI per l'antropologia. Suo assistente era il dottor Nyiszli, un ebreo prigioniero che si salvò dalla morte e che più tardi, al processo di Norimberga, potrà testimoniare contro Mengele: raccontò, tra le altre atrocità, di aver "preparato" lui stesso gli occhi eterocromatici di quattro coppie di gemelli zingari trucidati poco prima. Gli studi di Mengele vertevano soprattutto sui gemelli e sui nani. I poveretti venivano misurati, poi uccisi e dopo ancora sezionati dallo schiavo-carnefice Nyiszli: "Dovevo togliere tutti gli organi di possibile interesse scientifico, in modo che il dott. Mengele potesse studiarli. Quelli che potevano interessare l'Istituto di antropologia in Berlino-Dahlem, venivano fissati in alcool. Tali parti venivano appositamente imballate, per essere spedite attraverso la posta. (... ) I Direttori dell'Istituto di Berlino-Dahlem ringraziavano sempre vivamente il dott. Mengele per questo materiale raro e prezioso". Mengele fece ogni tipo di esperimenti sugli Zigani ed in particolare sui gemelli monozigotici e dizigotici. Terminata la guerra fu uno degli scienziati che riuscì a sottrarsi alla giustizia. Qualcun altro venne condannato dal Tribunale di Norimberga, altri ancora, la stragrande maggioranza, ripresero la loro normale attività accademica e qualcuno fece anche carriera. Eva Justin, collaboratrice di Ritter, dopo la guerra divenne "addetta di previdenza sociale". H. Grebe, assistente di Verschuer al KWI per l'antropologia, sarà nominato professore incaricato a Marburgo e successivamente diventerà presidente della Lega tedesca Medici Sportivi. Heinze, perito per l'eutanasia, divenne nel 1953 capo dell'Ambulatorio di psichiatria giovanile nell'ospedale di Wunstdorf. F. Lenz, uno degli autori del libro che ispirò Hitler nella sua politica razziale e già Capodivisione del KWI per l'antropologia, divenne professore straordinario a Gottinga. Konrad Lorenz, che nel 1940 aveva auspicato l'eliminazione degli asociali ad opera dei medici popolari, vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1973 ed oggi lo si ricorda come uno dei padri dell'etologia. Il prof. Verschuer, capo di Mengele, divenne ordinario di genetica umana all'Università di Miinster. H. Muckerinann, prima Capodivisione del KWI, dopo la guerra fu reintegrato nel ruolo e più avanti formò un gruppo di ricercatori che, in ambito antropologico, ripresero i loro lavori. Uno dei temi indagati alcuni anni dopo la guerra fu "lo sviluppo somatico e psichico nei meticci europei-negri". Il prof. Fischer, direttore del KWI per l'antropologia dal 1927 al 1942, andò tranquillamente in pensione. Sua figlia Gertrud così lo descrive a Muller-Hill: "Mio padre era un uomo tenero. Di fini sentimenti. (...) Un pezzo di salciccia di Lione e un quartuccio, era tutto quello che voleva"". Difficile riconoscere in quest'uomo lo scienziato che nel marzo 1943 così scriveva sul Deutsche Allge"meine Zeitung: "E una rara e straordinaria fortuna, per una disciplina di per sé teorica, quando essa si trova a fiorire in un periodo in cui l'opinione generale le si fa incontro con riconoscimenti, anzi, in cui perfìno i suoi risultati pratici sono benvenuti, e presi a base di misure statali. Quando il nazionalsocialismo ha trasformato anni fa non solo lo Stato, ma anche l'opinione generale, la genetica si trovò ad essere abbastanza matura, da offrirgli una base"". Miiller-Hill, di fronte al mondo scientifico tedesco che dopo la tragedia rientrò compatto nei ranghi, negando ogni responsabilità diretta negli stermini di massa, ha scritto che "Il sangue versato è stato dimenticato con un'intensità proporzionale ai milioni di volte in cui è stato versato. La storia recente dell'effetto di queste discipline umane (l'antropologia e la psichiatria, NdA) che sono appropriate del pensiero genetico è da capogiro, e piena di crimini come un incubo. Da questo incubo molti genetisti, antropologi e psichiatri sono scivolati nel profondo sonno dell'oblio"". Quando lo studioso intervistò i padri scientifici del razzismo nazista ancora rimasti in vita, o i loro collaboratori, la risposta fu unanime: non sapevano nulla dei massacri e si consideravano scienziati "puri". Il prof. Wolfang Abel, Capodivisione del KWI per l'antropologia, intervistato a Mondsee in merito alla soluzione finale riservata agli Zigani, risponde: "Ma ce ne sono ancora tanti!" Il dott. Helmut v. Verschuer, figlio del prof. Otmar, intervistato a proposito del rapporto di collaborazione tra suo padre e Mengele, rispose così: "Me lo ricordo come un tipo amichevole. All'Istituto, a causa della sua bontà umana, le signore gli avevano dato il nomignolo di Padre Mengele"". "Padre Mengele". Lo stesso che uccideva i piccoli gemelli zingari con un'iniezione intracardiaca per poterne prelevare gli occhi e che al dr. Nyiszli, che gli chiedeva quando sarebbe finito lo sterminio, rispondeva: "Amico mio! Continua sempre, sempre!"
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Triangolo viola
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LHR Tuesday January 27, 2004 at 02:17 PM |
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" i martiri hanno raggiunto il fondo delle sofferenze, noi abbiamo il debito verso di loro di andare fino in fondo della verità." George Bernanos
Durante i 12 anni del regime nazista di Hitler milioni di persone vennero imprigionate nei campi di concentramento. Per distinguere le varie categorie di prigionieri i nazisti idearono un sistema di distintivi di diverso colore da portare sugli abiti. Gli ebrei ricevettero un distintivo giallo, gli oppositori politici rosso, gli omosessuali rosa e via dicendo. I testimoni di Geova, perseguitati a motivo delle proprie convinzioni religiose, ricevettero come distintivo un triangolo di stoffa VIOLA. Questo sito è dedicato proprio a fare luce sulla storia di questi martiri dell'Olocausto spesso dimenticati.
http://WWW.TRIANGOLOVIOLA.IT
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Progetto T4: lo sterminio dei disabili
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a cura di Michele Pacciano Tuesday January 27, 2004 at 02:23 PM |
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Forse non tutti sanno che il genocidio nazista cominciò proprio dai disabili. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppate poi nella Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili, anticamera dell’universo concentrazionario. Come vedremo le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione delle persone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza.
Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò all’uccisione sistematica dei bambini disabili, cui è dedicata una larga parte di questa ricerca, in quanto uno degli aspetti più oscuri dell’olocausto. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, per interrompersi poi, ma solo formalmente, su pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad Auschwitz-Birkenau. Perché nella tragedia di ognuno, si ritrova la Storia di tutti.
Sono passati 56 anni dalla Liberazione, ma la Shoah non è poi così lontana. Solo un anno fa in Austria si è celebrato l’ultimo processo contro il dottor Henrich Gross, psichiatra di Vienna, già citato nella ricerca, accusato di aver effettuato oltre 300 esperimenti usando bambini disabili come cavie umane. E’ di questi giorni la notizia che, anche in Italia, un’apposita commissione sta quantificando i risarcimenti dovuti alle vittime dell’olocausto, tra le quali rientrano, a pieno titolo, anche le persone disabili che abbiano patito persecuzioni. Il risarcimento, per quanto simbolico, potrà dare dignità a tutte quelle "Persone" che la gli artefici della Shoah avevano preteso di cancellare con "Più" o con un "Meno".
Lo sterminio dei disabili, scenario e modalità
Il primo passo: l'uccisione dei bambini disabili
Il progetto T4. La soppressione degli adulti disabili
I disabili e la guerra, dissimulazione e dignità storica
La deportazione dei disabili ebrei, la truffa di Cholm II
I manicomi di Venezia: una storia italiana. Le deportazioni da S. Servolo e S. Clemente
Bibliografia essenziale:
Friedlander Henry, "Le origini del genocidio nazista", Roma, Editori Riuniti, 1997
Lallo Angelo, Torresini Lorenzo, "Psichiatria e nazismo", Venezia Ediciclo editore, 2001
Picciotto-Fargion Liliana, "Il libro della memoria, gli ebrei deportati d’Italia (1943/1945)", Milano, Mursia, 1991
Zuccotti Susan, "L' olocausto in Italia", prefazione di Furio Colombo, Milano, TEA, 1995
per approfondire:
Nazi Euthanasia (storia del progetto T4, in inglese)
The T4 Euthanasie Programme (in inglese)
per le richieste di indennizzo:
Vittime disabili di religione ebraica: occorre rivolgersi all'Agenzia Ebraica
Altre vittime disabili: occorre rivolgersi alla O.I.M.. (organizzazione internazionale migrazioni) di Ginevra, sezione distaccata di Roma, al dott. Luca Donadei, tel. 06/44250020
dal sito: http://www.romacivica.net/anpiroma/deportazione/deportazionedisabili.htm
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