Come un'altra controparte, una lobby di potere istituzionalizzata e un controllo da parte di chi amministra.

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15 anni dove il sindacato l’abbiamo vissuto come un potere istituzionale al quale è delegato il controllo sui lavoratori. I primi disamori sono sorti durante le iniziative del sindacato confederale, quello ufficiale, durante le campagne per far ingoiare ai lavoratori i patti per l’Italia, le riforme delle pensioni e le continue flessioni dei diritti in nome della concertazione con i governi di turno. Da qui la volontà di alcuni lavoratori di autorganizzarsi e di avere un potere nei tavoli sindacali interni alla Ferro Italia; ma nella RSU la vita non è stata mai facile, così le iniziative del Comitato di base sono sempre state sottolineate come eccessive e inopportune. Si passava dalla dissociazione dei Sindacati Confederali alle iniziative che alla fine del ’96 hanno determinato la messa in sicurezza dello stabilimento, grazie al continuo martellamento sul rispetto della 626/94 (legge sulla sicurezza), fino all’invito a disertare lo sciopero indetto dal Comitato, eppure era un atto dovuto, visto il non rispetto da parte della direzione aziendale degli impegni presi; quelli rivendicati dall’assemblea dei Lavoratori. Ed ora vi facciamo un elenco di posizioni stonate tra i Sindacati e i Lavoratori, quest’ultimi riattivatisi in Comitato dopo aver marinato per anni gli appuntamenti dei Confederali, per arginare la deriva verso il quale si stanno portando i dipendenti della Ferro Italia, e quindi, il tessuto economico e sociale del Comune di Cannara. Per chi ha voglia di sfogliare il sito di Indymedia Umbria, tutto ciò che stiamo elencando sinteticamente potrà trovare riscontro nella sistematica cronistoria postata, con supporto di foto,citazioni di verbali istituzionali, art. di giornale, etc. etc.
Ci accorgiamo che qualcosa non va nella nostra azienda, ci stanno facendo fare le scorte, lanciamo l’allarme, ma il silenzio del sindacato ci incuriosisce ancora di più, chiediamo che il Sindacato impegni l’azienda a garantire i livelli occupazionali, utilizzando una raccolta firme come supporto. Tornano con un accordo che garantisce la riapertura dopo le ferie. Sale la preoccupazione e iniziano le assemblee, il sindacato parla troppo di ammortizzatori sociali e poco di azioni da intraprendere. Così alcuni lavoratori scrivono a tutti i politici della zona e ne esce un assemblea pubblica dove tutti si prendono impegni, si finisce sul tavolo del Ministro delle Attività Produttive, il sindacato continua a sostenere di non agitarsi tanto, ma non tengono più l’assemblea dei lavoratori e quindi si prestano al blocco totale della produzione. Sei giorni di assemblea permanente, dove si maturano alcuni aspetti della vicenda, il ministero incarica le istruzioni Regionali a seguire la vicenda e il Sindacato può andare in ferie. Appena le ferie c’è l’assemblea più pesante, 5 ore di discussione, che finisce con il verdetto poco gradito dal sindacato, i Lavoratori vincolano la chiusura della trattativa all’impegno dell’azienda a favorire una cessione che garantisca continuità produttiva al sito.Tutta la vicenda Ferro è stata caratterizzata dal controllo del Sindacato sulle iniziative che i lavoratori autonomamente portavano avanti, e solo nel caso di forti pressioni e di situazioni convenienti, il sindacato a sostenuto l’azione dei lavoratori. Ci siamo trovati con volantini attribuitici ma divulgati dall’interno della Rsu. L’altra storia è quella che stiamo vivendo in diretta, minuto per minuto, dove la RSU partecipa ai Sit-in del comitato e i funzionari si dissociano. Siamo di fronte a un’altra istituzione che cura gli affari d’ufficio, non certo organizzazioni che raccolgono la protesta. Anzi la condannano.