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Alla faccia vostra
by Michael C. Ruppert Friday, Feb. 13, 2004 at 4:10 PM mail:

Perche' gli Italiani hanno una base proprio a Nasiryia? Perche' il rapporto Cheney del 2001 sull'energia (ordinato da Bush all'inizio del suo mandato) e', per la prima volta nella storia, segreto? Il petrolio, ragione indicibile della guerra in Iraq, ma sotto gli occhi di tutti, perche' e' diventato cosi' importante? Chi sono quelli che se lo spartiranno? Ci saremo anche noi al banchetto?

Alla faccia vostra...
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"Il rapporto Cheney è molto avaro di dettagli sulla quantità di petrolio straniero che sarà necessaria. L’unico indizio fornito dal rapporto (pubblico) è un grafico del consumo netto e produzione di petrolio nel prossimo futuro.
Secondo questo grafico, la produzione interna di petrolio negli USA scenderà da circa 8,5 milioni di barili al giorno (mbd) nel 2002 a 7,0 mbd nel 2020, mentre il consumo salterà da 19,5 mbd a 25,5 mbd. Questo suggerisce che l’importazione o altre fonti di petrolio dovranno crescere da 11 mbd a 18,5 mbd. Molte delle raccomandazioni del NEP (National Energy Policy, Maggio del 2001) sono orientate a procurare quest’incremento di 7,5 mbd, equivalente al consumo totale di petrolio di Cina e India."
--Prof. Michael Klare
“Piano energetico Bush-Cheney: Procurarsi il petrolio del resto del mondo”
Foreign Policy in Focus, Gennaio 2004
http://www.fpif.org/papers/03petropol/politics.html

"Il muro di pietra della Casa Bianca continua, come anche l’amministrazione Bush continua a negare la richiesta d’informazione non-partisan del GAO (General Accounting Office) su con chi si è incontrata la Task Force sull’energia della Casa Bianca per formulare la sua politica energetica nazionale. Per la prima volta nella storia il GAO ha citato in tribunale l’esecutivo per accedere ai suoi archivi. Sono passati 42 giorni da quando il GAO ha citato l’amministrazione Bush e 333 giorni da quando la Casa Bianca ha ricevuto la richiesta del GAO. Perché la Casa Bianca va così per le lunghe? Che stanno cercando di nascondere?"
--Truthout, http://www.truthout.org
“Il muro di pietra della Casa Bianca”
5 di Aprile del 2002

“La Corte Suprema ha detto Lunedì che aprirà un caso su se il vice presidente Dick Cheney deve rivelare i dettagli sui contatti segreti con i quadri dell’industria energetica quando l’amministrazione Bush ha disegnato la sua politica energetica...
La Corte Suprema dibatterà il caso in primavera, con una sentenza attesa in Luglio”
-- The Associated Press, 15 Dicembre del 2003

“Bush e Blair hanno fatto piani per il giorno in cui la produzione di petrolio raggiungerà il picco massimo, cercando di assicurarsi le riserve degli altri paesi.”
--George Monbiot
“Il fondo del barile”
http://italy.indymedia.org/news/2003/12/435505.php
The Guardian, 2 Dicembre del 2003

“Cina ed India stanno costruendo autostrade e fabbriche d’automobili. La domanda d’energia si presume che aumenterà circa del 50% nei prossimi 20 anni, con circa il 40% di questa domanda soddisfatta dal petrolio...”
“Le riserve di petrolio sono finite e presto saranno controllate da una manciata di paesi; l’invasione dell’Iraq e il controllo delle sue riserve faranno poco per cambiare la situazione. Uno può solo sperare che un elettorato informato ed i suoi rappresentanti con princípi si rendano conto che i fatti sì importano e che la natura – non il potere militare – detterà presto la disponibilità ultima del petrolio.”
--Alfred Cavallo
"Petrolio: l’illusione dell’abbondanza"
Bulletin of the Atomic Scientists, Gennaio-Febraio del 2004
http://www.thebulletin.org/issues/2004/jf04/jf04cavallo.html

"Gli attacchi dell’11 di settembre hanno dato agli USA il pretesto per usare la forza per assicurarsi la dominazione globale…
Il piano (“Ricostruire le difese americane”, Progetto per un Nuovo Secolo Americano – PNAC 2000) mostra che il gabinetto di Bush intendeva ottenere il controllo militare della regione del Golfo anche se Saddam Hussein non fosse stato al potere...
La ragione ultima per questa cortina di fumo politica è che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna stanno incominciando a rimanere a secco di riserve sicure d’idrocarburi… Mentre la domanda sta crescendo, le riserve stanno diminuendo costantemente dagli anni ’60.
--Michael Meacher MP, Ministro dell’Ambiente inglese 1997-2003
“La guerra al terrorismo sono palle”
The Guardian, 6 Settembre del 2003
http://politics.guardian.co.uk/iraq/comment/0,12956,1036687,00.html

“Soprattutto, quanto più l’America diventa una società multiculturale, tanto più difficile sarà mostrare consenso sulla politica estera, eccettuato il caso di una circostanza che si percepepisca come una minaccia esterna realmente massiva e diretta”.
-- Zbigniew Brzezinski
La grande scacchiera, p211 (1997)
(portato all’attenzione del mondo da FTW dopo l’11 settembre, il 7 di Novembre del 2001 )

Alla Faccia Vostra
M.Ruppert

29 Gennaio del 2004 (FTW) – Niente può cambiare i fatti.
Quando nel maggio del 2001 gruppo Judicial Watch, cane da guardia conservatore del sistema legale USA, richiese legalmente di poter vedere gli archivi del NEPDG (il National Energy Policy Development Group del vicepresidente Dick Cheney), fu il primo a protestare per l’inaudita segretezza della task force sull’energia. Visto che la Casa Bianca si chiuse a riccio, il GAO (Government Accounting Office – La Corte dei Conti) fece lo stesso il seguente febbraio. Tanto più che era stato il Parlamento che aveva finanziato il progetto. Consultori non governamentali hanno giocato un ruolo rilevante nelle sue delibere e, secondo la costituzione, il GAO ha l’obbligo di verificare come i soldi sono stati spesi e che cosa si è prodotto. Il rifiuto della Casa Bianca originò una quantità di speculazioni dei media su possibili accordi con Enron e grandi compagnie petrolifere; una spartizione dello sfruttamento, una violazione dell’ambiente.
Poco dopo, anche il Sierra Club si unì alla richiesta di Judicial Watch. Uno scandalo per tutti!

È una scommessa sicura che tutti questi denuncianti, dal congressista Henry Waxman ed il Revisore Generale, David Walker, che lottò per il GAO, a Lerry Klayman, che anteriormente aveva combattuto contro Bill Clinton, passando per gli ambientalisti, nessuno aveva la più pallida idea di che cosa stavano davvero chiedendo o perché Dick Cheney li aveva ostacolati con tanta determinazione.

La lotta era appena iniziata.
Come riportato nel giornale del congresso The Hill di Venerdì 19 Febbraio del 2003, il GAO rinunciò alla sua richiesta dopo che l’amministrazione aveva minacciato con grossi tagli al suo bilancio. L’offerta che il GAO non poteva rifiutare gli venne portata dal senatore repubblicano Ted Stevens, dello stato d’Alaska, dove ci si aspettava che si facessero una quantità di nuove trivellazioni. Judicial Watch e il Sierra Club rimasero fermi nella loro richiesta. Entrambi avevano i soldi per arrivare fino in fondo in tribunale.

La controversia rimase in ebollizione durante tutto il 2001 e 2002. Era una crisi che – senza la guerra al terrorismo – avrebbe potuto essere una delle più grandi crisi istituzionali di tutti i tempi. E potrebbe ancora esserlo.
Enron sembra ora come una piacevole diversione. Tutte queste battaglie legali incominciarono prima che il primo aereo colpisse le torri gemelle. Questa è la ragione per la quale tutti erano cosi scioccati dalla segretezza così sfacciatamente illegale e dalla maniera come l’amministrazione lottò per mantenerla. Questo fu ben prima del Patriot Act, del Homeland Security, del Patriot Act II e di tutte le scandalose menzogne che da allora sono state rivelate. Una delle scommesse dell’amministrazione era che, nell’emozione dell’11 di settembre, gli archivi del NEPDG venissero dimenticati.
Hanno perso la scommessa.
Indizi su ciò che si stava discutendo in quella task force segreta – organizzata immediatamente dopo l’inizio del mandato di Bush nel gennaio del 2001 – stanno ora sul tavolo. Suggeriscono fortemente che dentro degli archivi del NEPDG giacciono i segreti più profondi e oscuri dell’11 di settembre. Il motivo, la verità apocalittica che ha forzato questa strage e svolta della storia umana, la cosa che nessuno ha davvero voluto sapere, la cosa che rende assolutamente credibile che il governo americano possa aver deliberatamente facilitato gli attacchi dell’11 di settembre, sta a punto di essere rivelato completamente. La reale possibilità che questi segreti possano essere rivelati in tempi brevi è sufficientemente seria da far sì che due settimane fa Dick Cheney pensò che fosse conveniente andare a caccia d’anatre con il giudice della Corte Suprema, Antonin Scalia che esaminerà il caso in primavera.

La Natura se la ride mentre esperti, guru e persone preoccupate di tutto il mondo sprecano freneticamente e disperatamente energie disorganizzate contro il TIR della tirannia e della follia: eleggere un Democratico (qualsiasi Democratico), richiedere l’impeachment di Bush, firmare un assegno a favore di un gruppo attivista, scrivere un annuncio pubblicitario, organizzare una protesta, votare, non votare, intentare una causa, intentare un’altra causa, richiedere che i maggiori mezzi di comunicazione dicano la verità, se è che davvero vuoi ascoltare la verità; dare la colpa ad una religione, ad una razza; dare la colpa al Capitalismo, al Comunismo; lottare l’uno contro l’altro per scaricare le frustrazioni e le paure. Questo ti farà sentire meglio. Fai qualsiasi cosa pur di non accettare l’ovvia realtà che deve star succedendo qualcosa di veramente, veramente, cattivo, perché il governo degli Stati Uniti abbia facilitato e orchestrato gli attacchi dell’11 di settembre.
Ci sono così tante inconsistenze, bugie provate, conflitti d’interesse e contraddizioni nella versione dell’amministrazione Bush sui fatti dell’11 di settembre, che la semplice quantità - in un mondo razionale –avrebbe fermato il governo tanto tempo fa. Ma questo non è un mondo razionale.
È pieno di persone – da entrambe le parti – che non si stanno comportando razionalmente.

UN’OCCHIATA DI SETTE PAGINE SOTTO LA PORTA

Nel luglio scorso, dopo aver appellato con una richiesta di FOIA (Freedom of Information Act – Libertà d’Informazione) per i documenti del NEPDG, Judicial Watch ha vinto una piccola vittoria con il rilascio di sette pagine dei documenti del NEPDG.

Includono:
• Una mappa dettagliata di tutti i campi petroliferi in Irak (11% delle riserve mondiali);
• Una lista specifica di due pagine con tutte le nazioni che avevano contratti di sviluppo per lo sfruttamento del petrolio e del gas iracheni e le ditte implicate (AGIP è presente con un progetto bilionario “casualmente” a Nassiryia. Ndt);
• Una mappa dettagliata di tutti i campi petroliferi in Arabia Saudita (25% delle riserve mondiali);
• Una lista con i progetti di sviluppo per petrolio e gas in Arabia Saudita;
• Una mappa dettagliata di tutti i campi petroliferi negli Emirati Arabi (8% delle riserve mondiali);
• Una lista con i progetti di sviluppo per petrolio e gas negli Emirati Arabi;
Questi documenti si possono trovare in: http://www.judicialwatch.org/071703.c_.shtml .


Nella loro austerità questi documenti gridano quello di cui il NEPDG stava parlando. Se gli USA devono assicurarsi 7,5 mbd (milioni di barili al giorno) di nuova produzione petrolifera da un posto qualsiasi, c’era un solo posto dove potevano ottenerli: il Golfo Persico. Al completo, includendo il Qatar (fermamente sotto controllo USA e sede centrale del Comando USA) e Iran, il Golfo riunisce il 60% di tutto il petrolio estraibile dal pianeta. Non solo questi nuovi campi petroliferi si devono controllare, ma sono anche necessari investimenti di bilioni di dollari per accelerare la produzione per soddisfare i bisogni degli USA, negando allo stesso tempo l’accesso a questa produzione da parte del resto del mondo dove, pure, la domanda è in forte aumento.

Con le parole di Klare (http://www.fpif.org/papers/03petropol/politics.html):
Secondo il Dipartimento d’Energia, la produzione netta di petrolio dell’Arabia Saudita deve crescere del 133% nei prossimi 25 anni, da 10,2 mbd nel 2001 a 23,8 mbd nel 2025, per poter anticipare le necessità del mondo alla fine di questo periodo. Espandere la capacità dell’Arabia Saudita di 13,6 mbd, che è l’equivalente della produzione totale degli USA e del Messico, costerà centinaia di bilioni di dollari... Il rapporto Cheney richiede esattamente questo... Comunque sia, qualunque sforzo di Washington per fare pressione su Riyahd probabilmente incontrerà una certa resistenza da parte della famiglia reale...
Per non parlare dei mussulmani fondamentalisti ed i normali cittadini Sauditi che si oppongono al loro regime barcollante e corrotto.
Il 60% del petrolio trivellabile nel pianeta
Si trova in un’area non più grande dello stato dell’Indiana
Ecco qui il motivo che sta dietro al tentativo di implicare silenziosamente e ingiustamente il governo dei Sauditi nell’attentato dell’11 di settembre. Un’osservazione più attenta delle cartine ottenute da Judicial Watch spiega il perché. Quando si mettono una vicino all’altra rivelano che il 60% del petrolio sta in un “triangolo dorato” che va da Mossul nel nord dell’Irak allo stretto di Hormuz, da lì fino ad un campo petrolifero in Arabia Saudita a 75 miglia dalla costa, un po’ ad ovest del Qatar, e poi di nuovo su fino a Mossul. Il sessanta percento di tutto il petrolio trivellabile del pianeta sta in un’area non più grande dello stato dell’Indiana. Non è sorprendente, allora, che la stragrande maggioranza dello schieramento delle truppe americane dall’11 di settembre sia in questa regione? Con che facilità potrebbe l’esercito americano occupare questa area, che sta già circondando, nel caso che la monarchia Saudita diventi instabile?

La lista dei paesi e delle imprese che hanno già investito in nuovi progetti di sviluppo nella regione sembra come la risposta perfetta alla domanda: “Ok, con chi dobbiamo avere a che fare per ottenerlo? Chi starà con noi se gliene offriamo una parte e chi si rifiuterebbe, perché non vorrebbe veder ridotta la sua fetta?”. Dai un’occhiata ai documenti e rispondi a questa domanda ed avrai separato perfettamente i paesi investitori in due parti: quelli che hanno appoggiato l’invasione irachena e quelli che si sono opposti.

Il fatto è che, come descritto dalla citazione iniziale di Michael Klare, per assicurarsi importazioni sicure delle quantità consumate dalla Cina e dall’India significa portare via quel petrolio alla Cina e all’India o ad un’altra combinazione di paesi. La domanda è, a chi?

Altre battaglie globali per il resto del petrolio sono già cominciate, anche se silenziosamente per il momento. Quest’anno la Cina sorpasserà il Giappone come secondo maggior importatore. Un articolo del 3 di gennaio del 2004 nel New York Times intitolato Japan and China Battle for Russia's Oil and Gas (http://www.pipeline.com/~rgibson/japanchina.html) descrive la forte competizione e l’alta posta in palio. Russia costruirà un solo oleodotto ad est dei suoi campi petroliferi siberiani. Terminerà nel mezzo della Cina o sulla costa pacifica Russa, dove potrebbe servire per rifornire Giappone, Corea e Filippine. Scrive Brook: “Con la scelta che affronta Russia, le dinamiche politico-economiche dell’Asia del nordest saranno profondamente ridisegnate per gli anni a venire”.

Non è uno scherzo

Russia ha 60 bilioni di barili (Gb) di riserve provate, una riserva che potrebbe rifornire il pianeta terra per 690 giorni e non ci sono più quantità significative di petrolio da scoprire da nessuna parte dentro o fuori dalla Russia. La scoperta di nuovi giacimenti ha avuto il suo picco negli anni ’60 ed ha incominciato a declinare da allora. La razza umana ora usa quattro barili di petrolio per ogni nuovo barile trovato ed il gap si sta ampliando sempre più ogni anno. Quello che rimane da scoprire sarà di peggiore qualità, più costoso da ottenere e più costoso da raffinare.

AFRICA OCCIDENTALE, AMERICA LATINA, ASIA SUD ORIENTALE

La parte pubblica del rapporto del NEPDG affronta (in modo indiretto) aree del mondo che si sono infiammate sempre più dall’11 di settembre: Africa Occidentale, America del Sud ed Asia sud orientale. Da più di due anni, FTW è stato attento ai cambi nella presenza militare USA e NATO in Africa Occidentale, Venezuela, Colombia, Filippine e Indonesia (cfr: http://www.fromthewilderness.com/free/ww3/index.html#oil , http://www.fromthewilderness.com/free/ww3/011404_controls.html).
È particolarmente interessante il fatto che, il primo di Maggio del 2003, il Voice of America della CIA, il comandante NATO James Jones annunciò che la NATO stava focalizzando il suo centro d’attenzione sull’Africa Occidentale; si stanno negoziando nuove basi navali nelle piccole isole di Sao Tome e Principe (Klare) e che gli Stati Uniti hanno fornito alla Nigeria cinque navi da guerra la scorsa estate (Reuters, CNN). Non è conveniente che un colpo di stato favorevole agli USA abbia rovesciato il governo di Sao Tome lo scorso luglio (fonte: CNN)
Come dettagliato da Klare, l’importanza di queste regioni è che anche se contengono riserve minori di quelle del Golfo Persico, possono essere messe in commercio (ed esaurite) rapidamente per sostenere la domanda corrente senza destabilizzare l’economia USA (e del mondo). Le decine e forse centinaia di bilioni di dollari necessari per investire in infrastrutture per aumentare la produzione nel Golfo arriveranno solo quando i prezzi del greggio saliranno alle stelle per fornire il capitale necessario. Non pensate che Wall Street sia disposta a consumare le sue riserve. Non saranno loro che pagheranno, sarai tu.

Non ti sbagliare, le compagnie petrolifere e Wall Street stanno contando con prezzi del petrolio alle stelle per finanziare questo sviluppo di breve durata e, ugualmente importante, per ridurre il consumo quando la gente si accorgerà che non potrà pagare cinque o sei dollari la benzina e molte imprese falliranno. Il mondo usa un bilione di barili di petrolio ogni undici giorni e mezzo ed il tasso di consumo sta aumentando. Ci sono, nel migliore dei casi, 500-600 bilioni di barili nel Golfo Persico che può essere trivellato se si fa un investimento nei prossimi dieci anni, iniziando immediatamente.
Fate i conti.

Le tanto celebrate “riserve sicure”, numeri forniti dagli economisti, sono risultate tanto discutibili quanto i bilanci di Enron. FTW ha documentato come nell’aprile del 2002 l’US Geological Survey ammetta che estimò le riserve in funzione della domanda. Il 9 di Gennaio del 2004 Royal Dutch Shell annunciò che aveva esagerato la stima delle sue riserve del 20%. I mercati reagirono di conseguenza. Quando andranno alle stelle i prezzi? In sei mesi o un anno a partire dalle elezioni del 2004.
No – se il presidente George W. Bush può evitarlo – prima d’allora.


FTW ha passato 27 mesi esplorando ed insegnando alla gente tutte le sfumature coinvolte in un mondo che sta prosciugando le sue fonti di idrocarburi per produrre energia. Abbiamo osservato i suoi effetti sul trasporto, elettricità, crescita e contrazione economica, potere economico, civiltà e – forse più importante di tutte – produzione di cibo. Lo scontro che si avvicina sugli archivi del NEPDG è probabilmente la battaglia più importante che si può combattere per comprendere la verità sull’11 di settembre e il fondamentale mandato che sta conducendo ora la storia mondiale.
Non sono ottimista sul risultato.

PERCHÉ GLI ATTIVISTI FALLISCONO
Ci sono due ragioni perché gli sforzi degli attivisti per fermare l’inerzia dell’Impero sono falliti e continueranno a fallire: la natura umana e la natura umana.
Gli attivisti di tutto lo spettro politico stanno fallendo nel mondo post 11 di settembre, movendosi e tirando fuori idea dopo idea, senza un principio unificante o un obiettivo ben delineato. È successo tante volte prima con le vittime di una dozzina di altre stragi di stato: le nuove vittime – come le vedove del New Jersey dell’11 di settembre che sono famose per la loro insistenza nel contrastare le menzogne del governo – commettono gli stessi errori che sono stati già commessi, hanno fiducia in strategie che sono già state tentate e sottovalutano la saggezza e l’esperienza di quelli che hanno già sofferto. La natura umana dice che è sbagliato criticare le vittime. Eppure le nuove hanno l’abitudine di dimenticare le vecchie, solo per essere rimpiazzate e dimenticate quando il prossimo crimine del governo, inevitabilmente maggiore, succederà.
Ogni volta che arriva una nuova tragedia, sia l’11 di settembre, il TWA 800 (un abbattimento dell’US Navy), il coinvolgimento della CIA nel traffico della droga, la Contra in Iran, Waco, lo scandalo dei risparmi e dei prestiti, gli azionisti di Enron, il disastro aereo di Gander, o uno qualsiasi di dozzine di altri eventi della storia recente, una nuova generazione di persone è immediatamente e brutalmente trasformata da persone che prima avevano fiducia nel sistema a gente che ne e stata tradita. Psicologicamente ed emozionalmente violentati, si arrabbiano. Vogliono a tutti i costi lottare. Il bisogno di vincere il sistema che non ha funzionato come gli era stato “insegnato” diventa un nuovo imperativo per la loro sanità e stabilità mentale. Devono credere che possono far sì che la gente li ascolti, che possono aggiustarlo.
Quando, quindi, altri che sono stati brutalizzati prima di loro si presentano con la loro preziosa esperienza e cercano di spiegare l’abbandono della terra, le nuove vittime di devono confrontare con la terribile responsabilità di riconoscere che loro stessi non hanno ascoltato o risposto quando i loro predecessori chiedevano aiuto. Sono stati semplicemente troppo rapidi nel dire “sono troppo occupato” o “sono solo cazzate. Non può essere così”. Però è così. Le nuove vittime sono state una volta sorde come ora sembra loro il resto del mondo. Ancora si aggrappano a un filo e all’illusione che “questa volta sarà differente”. Per la loro propria sanità mentale devono ignorare la realtà della gente che è venuta prima di loro, quando ascoltare ed imparare potrebbe fornire un punto di vista unificante che potrebbe assicurare il successo. Tutto quello che ci vuole è coraggio ed una buona mappa.

I TRE GIORNI DEL CONDOR

Ma c’è una parte più profonda della natura umana che copre il pianeta con una malaticcio, leggero-dolce-crudo velo di negazione. È meglio esemplificato dalle battute finali del film I tre giorni del condor di Sidney Pollack del 1975, forse il migliore film di spionaggio che sia stato fatto. Come FTW ha mostrato in storie recenti – usando documenti declassificati della CIA – la CIA era cosciente del picco del petrolio fin dalla metà degli anni ’70. I tre giorni del condor prese quell’amara verità e disse allora quello che pochi nel mondo dopo l’11 di settembre hanno il coraggio di dire. Posso garantirvi che questo è la ragione prioritaria nella testa di Dick Cheney, nella testa di qualsiasi membro esperto dell’amministrazione Bush e nella testa di chiunque verrà scelto nelle primarie democratiche. Liberarsi di Bush non affronterà i fattori causali sottostanti dell’energia e del denaro e ogni soluzione che non affronti questi temi si rivelerà inutile.

Turner (Robert Redford): "Abbiamo un piano di invadere il medio oriente? ?"
Higgins (Cliff Robertson): " Sei matto?"
Turner: "Lo sono?"
Higgins: "guarda, Turner…"
Turner: "Abbiamo un piano?"
Higgins: "No. Assolutamente no. Abbiamo giochi, questo è tutto. Giochiamo giochi. Che succede se? Quanti uomini? Che ci vuole? C’è un modo più economico che destabilizzare un regime? Questo è quello per cui ci pagano.”
Turner: "Continua. Quindi Atwood ha solamente preso il gioco troppo sul serio. Lo voleva fare davvero, è così?”
Higgins: "Era un’operazione rinnegata. Atwood sapeva che 54-12 non l’avrebbe mai autorizzata. Non c’era modo, non con l’agenzia nel mezzo di uno scandalo.”
Turner: "Che sarebbe successo se non ci fosse stato tanto scandalo? Supponiamo che non avessi incontrato il piano? Diciamo che nessuno lo avesse incontrato?"
Higgins: "Tutto un altro gioco. Il fatto è che non c’era niente di male con il piano. Oh, il piano era corretto. Il piano avrebbe funzionato."
Turner: "Ehi, che succede con voi? Pensate che non essere scoperti in una bugia sia la stessa cosa che dire la verità?"
Higgins: "No. È economia pura e semplice. Oggi è il petrolio, no? In 10 o 15 anni - cibo, plutonio. E forse anche prima. Ora che pensi che la gente voglia che facciamo?
Turner : "Chiederlo a loro"
Higgins: "Non ora, allora. Chiediglielo quando sarà terminato. Chiedigli quando non ci sarà riscaldamento nelle loro case e avranno freddo. Chiediglielo quando I loro motori si fermeranno. Chiedilo a chi non ha mai conosciuto la fame ed incomincia a sentirla. Vuoi sapere una cosa? Non vorranno che glielo chiediamo. Vorranno solo che lo conseguiamo per loro."
E tu, che cosa vuoi?

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