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ARGENTINA: riscoppia la protesta piquetera, bloccato il paese
by o bichero Thursday, Feb. 19, 2004 at 10:45 PM mail:

Con oltre 100 blocchi stradali distribuiti in tutto il paese: è iniziata così la giornata di lotta coordinata da varie organizzazioni di piqueteros, i disoccupati autorganizzati.

Giovedì 19 febbraio
Diritto al transito o diritto alla repressione?
Con oltre 100 blocchi stradali distribuiti in tutto il paese: è iniziata così la giornata di lotta coordinata da varie organizzazioni di piqueteros, i disoccupati autorganizzati.
I media ufficiali hanno montato una campagna che vuole mettere in contrapposizione i piqueteros con il resto della società, usando gli "incidenti" dello scorso venerdì, quando membri di organizzazioni legate all'area del presidente Kirchner, attaccarono un automobilista di fronte al ministero dello sviluppo sociale. Il governo assicura che garantirà la libera circolazione del traffico, mentre i giudici minacciano di perseguire anche con l'arresto i dirigenti piqueteros.

La protesta si farà sentire forte a Buenos Aires, dove a partire dalle dieci della mattina si bloccherà la ruta 3 nel quartiere La Matanza, la Panamerica all'altezza di General Pacheco, il Puente Pueyrredón (il collegamento della capitale buenos aires con la sua provincia, ndt) e l'autostrada per La Plata. A partire dalle 15, concentramento alla sede della Legislatura della città di Buenos Aires per protestare contro la riforma del Código Contravencional. La giornada si chiude alle 17.30 con una manifestazione davanti al Congresso della nazione.

Uno degli obiettivi del piano di lotta è esigere l'annullamento della riforma del Lavoro e dare appoggio al progetto alternativo presentato dalle organizzazioni, in rifiuto della nuova riforma spinta dal governo. L'iniziativa ufficiale mantiene l'essenza dell'attuale legislazione. Tra i vari punti, riduce da sei a tre mesi il periodo di prova, quando non dovrebbe esistere. Si mantengono le agevolazioni per le imprese e si riducono gli apporti sociali dei padroni. Inoltre, si continua a limitare il diritto allo sciopero nelle attività considerate come servizi essenziali, esattamente come aveva decretato Menem nel '98 e De La Rua con la riforma del Lavoro del 2000.
La proposta ufficiale mantiene questo punto e include anche il settore del gas quale servizio essenziale.

La giornata è indetta anche per chiedere la restituzione di 250.000 piani lavorativi annullati, il rifiuto del pagamento del debito estero, la rottura con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l'istituzione di una tariffa sociale, in non aumento del GNC e delle tariffe dei servizi pubblici privatizzati e la libertà di tutti i prigionieri politici.

Le organizzazioni che partecipano al piano di lotta sono il Blocco Piquetero Nazionale (Polo Obrero, MTL, MTR, CUBa, UTL y UTDO), MIJD, CTD Anibal Verón, FTC Mesa Nacional, MST, PTS, MTD 26 de Junio, UTDOCH, UTP, Futradeyo, MTD Cláypole, Barriadas del Sur, Resistencia de los Trabajadores, FUBA, MRP 15 de Noviembre y la CTD de Comodoro Rivadavia. Inoltre partecipano alcuni sindacati e le assemblee popolari.



I media ufficiali ed il governo contro la protesta sociale

Le attività di oggi si svolgono in un clima stranito, dove il potere tenta di generare un consenso simile a quello anteriore al massacro del 26 giugno 2002. Il governo, la giustizia ed i media preparano il dispositivo per l'isolamento e la repressione, anche se stavolta gli spiragli all'interno del potere impediscono per ora che s'impongano i settori che chiedono apertamente sangue. Però con questo governo il sangue è già scorso, anche se Kirchner si vanta di essere un difensore dei diritti umani. Basti ricordare la repressione a Neuquén, i due assassinii a Jujuy, gli arresti continui di dirigenti piqueteros a Salta e il velo d'impunità che copre il massacro summenzionato de 26/6/2002 ad Avellaneda.

Funzionari del governo nazionale hanno fatto dichiarazioni ambigue sul non reprimere , però allo stesso tempo hanno garantito il "diritto a transitare" e hanno richiesto ai piqueteros che "tengano presente la solitudine nella quale sono restati". Da governi come quelli di Felipe Solá (uno degli autori morali del massacro di Avellaneda) o Romero a Salta: minacce per impedire i blocchi. La giustizia per mezzo del Fiscal de Ejecución Penal Platense Marcelo Romero, ha invece minacciato di arrestare i dirigenti piqueteros per garantire la libera circolazione. Il giudice federale di La Plata Adolfo Gabino Ziulu ha ordinato ai governi nazionale e di Buenos Aires di prendere misure precauzionali.

Si cerca di far apparire le organizzazioni dei lavoratori disoccupati come gruppi isolati che intimidiscono per i loro bastoni e volti coperti, che ostruiscono il traffico, violando il diritto alla libera circolazione. Come se si potesse paragonare un imbottigliamento del traffico con la fame. Il metodo del blocco stradale ha permesso alle famiglie di disoccupati di organizzarsi per reclamare e protestare per la situazione di miseria, domandando un lavoro dignitoso e il cambio sociale. Se si va un po più in là della demagogia di Kirchner, basta guardarsi intorno per osservare che le cose non vanno per niente bene. La fame, la marginalizzazione e l'umiliazione continua ad essere ciò che offre l'Argentina a milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà.

A partire dalla presa del ministero del Lavoro della scorsa settimana, e specialmente dai confusi episodi di venerdì scorso, i mass media hanno messo in moto una pressante campagna contro i piqueteros "duri", principalmente facendo apparire la protesta come il colpevole di tutti i mali. Il silenzio alla "chi tace, acconsente" di Página 12, la richiesta aperta di repressione di Infobae e de La Nación, il taglio spettacolaristico di Crónica che appella a cacerolazos contro i piqueteros: con la disinformazione ce n'è per tutti i gusti!

I media corporativi, una pedina chiave nel tentativo di fare delle vittime dei carnefici. L'ingranaggio politico, giudiziale, poliziesco e mediatico cercano di isolare e reprimere chi soffre le conseguenze della concentrazione della ricchezza e si organizzano per sovvertire questa situazione.

foto:
http://argentina.indymedia.org/news/2004/02/175678.php
http://argentina.indymedia.org/news/2004/02/175688.php

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