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RESISTIAMO AL CEMENTO!
by csoa GARIBALDI Thursday, Feb. 26, 2004 at 12:01 PM mail: csoagaribaldi@libero.it

dossier informativo su orto botanico e delibera n°87 (maggio2002)

RESISTIAMO AL CEMENT...
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RESISTIAMO AL CEMENTO dossier informativo su Orto Botanico e Delibera n°87 (maggio 2002) ALL’INTERNO: - DISASTRO ANNUNCIATO, DISASTRO ATTUATO, MILANO RESISTENZA 2004 - UNA DELIBERA NON PER TUTTI - VITA MORTE E MIRACOLI - UNA DELIBERA VIZIATA DA TROPPI INTERESSI - QUALE RIQUALIFICAZIONE - LA CITTA’ CHE NON C’E’ E CHE VORREMMO !DECIDIAMO NOI IL FUTURO DELLA CITTA’! A CURA DEL CSOA GARIBALDI PRESENTE DAL 1978 IN QUESTO QUARTIERE! ------------------------------------------------------- DISASTRO ANNUNCIATO, DISASTRO ATTUATO. E ORA MILANO RESISTENZA 2004. Milano, 20 febbraio ’04. Alle sette del mattino di oggi hanno fatto la loro comparsa le ruspe, i camion, le motoseghe, l’arroganza, sotto indicazione del Comune di Milano, e nel giro di una manciata di ore è stato letteralmente raso al suolo un Orto Botanico centenario, situato in di Via Tommaso da Cazzaniga, di fianco al nostro centro sociale. Il cartello appoggiato per terra e ben nascosto recita “lavori di manutenzione”: che tipo di salvaguardia del patrimonio collettivo è questa? Dopo anni di incuria, abbandono e degrado da parte del Comune, questo spazio verde rimasto forzatamente chiuso al pubblico, alla collettività, viene riconsegnato, sotto una nuova “veste” di cemento, alla speculazione edilizia, agli interessi privati, al profitto di pochi, all’individuo e non agli abitanti del quartiere, non alla città tutta a cui appartiene di diritto. Due anni fa, nel marzo del 2002, il Comune approvava una Delibera che prevede lo smantellamento del giardino per consegnare il “lotto” alle agenzie immobiliari. All’interno dello stesso progetto liberticida, si fa avanti anche una rivisitazione dell’uso del palazzo (C.so Garibaldi 89/a/b) dove molti soggetti collettivi, compreso il nostro centro sociale, da oltre vent’anni si dedicano ad attività sociali, politiche e culturali. Tutto ciò a seguito di una probabile futura “cacciata” degli inquilini scomodi, sempre noi. Tutto secondo le regole dettate da questa amministrazione comunale, che sposa in toto le caratteristiche di un modello economico/finanziario che privilegia dare spazi e opportunità a chi ha già accumulato una fortuna di patrimonio economico, che esalta l’apparenza delle vetrine, dei luoghi di culto della moda e della finanza e abbandona al degrado tutto il territorio metropolitano. Non dimentichiamoci che quest’anno apriranno anche i cantieri del progetto Garibaldi-Repubblica, la Città della Moda appunto, consegnandoci un’area il cui accesso sarà praticamente ostruito ai comuni mortali come noi, e sottraendo a tutta la cittadinanza risorse economiche, spazi pubblici, opportunità culturali ecc. Dobbiamo riconquistarci questa città. In questa prospettiva, negli ultimi due anni abbiamo fatto di quello che potrebbe sembrare come un nostro problema una questione cittadina, oltreché territoriale legata al quartiere, perché il nostro spazio è un luogo pubblico come tutte le strade, le piazze, il verde, gli edifici e i luoghi di proprietà del Comune. Il Comune non è comune. Anche questa settimana abbiamo tenuto un incontro con i soggetti sociali della zona, dalle maestre delle scuole elementari ai pompieri, dagli autoferrotranvieri agli infermieri degli ospedali, cercando di mettere al centro del dialogo e della prospettiva futura la possibilità di dare battaglia alle dinamiche che ci sottraggono risorse e che rendono le nostre vite sempre più strette nella morsa della competizione globale e del precariato, per riconquistarci una dignità e una vivibilità a misura di essere umano, e non di schiavo. Noi faremo di tutto per fermare questo ennesimo scempio, e invitiamo tutte le soggettività e le organizzazioni sensibili a queste problematiche ad attivarsi insieme a noi, a portare la loro solidarietà attiva, a mobilitarsi in qualsiasi forma per fermare questa e tutte le altre eventuali speculazioni che ci vogliono sottrarre luoghi, tempi, opportunità sociali liberate dalle caratteristiche malate di questo modello economico. ---------------------------------------------------------- UNA DELIBERA NON PER TUTTI. Il 6 maggio 2002 veniva approvata dal Consiglio Comunale di Milano la delibera n. 87. Una delibera, un numero, un ennesimo “progetto” di riqualificazione territoriale……… Visto così tutto appare assolutamente normale: esiste un consiglio comunale, esistono dei progetti e questi spesso vengono approvati. Ma chi fa i progetti? Chi li sostiene? In che direzione vanno? Cosa comportano per il territorio urbano? E soprattutto quali interessi sostengono? Proprio partendo da queste domande così semplici vogliamo illustrare in maniera più particolareggiata in cosa consiste la DELIBERA 87 , la sua genesi, i suoi attori e le conseguenze urbanistiche e sociali che comporterà per il quartiere Garibaldi. La delibera 87 interviene direttamente nel cuore del quartiere Garibaldi, essa interessa quella porzione di territorio compresa tra corso Garibaldi 89 e l’adiacente via T.Cazzaniga, interessa l’edificio denominato “CASA DEGLI ARTISTI” (edificio storico che vede al suo interno la presenza molteplice di spazi sociali, artigianali ed artistici) e il vivaio/ortobotanico retrostante oltrechè tutta la popolazione circostante. Ad uno sguardo superficiale essa si presenta proprio come un progetto di riqualificazione territoriale , un connubio tra pubblico e privato atto appunto a riqualificare una porzione di territorio oggi considerata degradata, ma basta scavare un po’ più in profondità per accorgersi di come poi gli interessi economici del privato facciano a pugni con l’interesse sociale del pubblico. L’area in questione possiede al suo interno due storie distinte e separate: la prima, è quella fatta di tribunali, avvocati, carte bollate ovvero della guerra giudiziara intercorsa per 60 anni tra comune di milano e immobiliari private per la sua proprietà e quindi per il suo sfruttamento economico; la seconda, è quella fatta dai soggetti sociali che nel corso degli anni hanno autonomamente costituito la ricchezza di questo piccolo pezzo di territorio ed in parte del quartiere Garibaldi. (quartiere in continua dismissione da 20 anni dove gli interessi economici di pochi hanno prevalso sul bene di tutti). Così mentre pubblico e privato erano impegnati a farsi la guerra e si disinteressavano completamente di tutto il resto, qualcun’altro si attivava per far vivere gli spazi in questione mettendo al primo posto non il mero profitto economico bensì l’interesse sociale collettivo. Ma torniamo ai giorni nostri e ad un’analisi più dettagliata della delibera. Innanzitutto quello che desta immediatamente attenzione è che pubblico e privato hanno siglato la pace riguardo alla proprietà trovando un accordo proficuo per entrambi. Il privato cioè l’ immobiliare Marsala e le cooperative edilizie Montesuello e Legnago (oggi probabilmente accorpate nella cooperativa Nuova Garibaldi) ottengono, tramite la convenzione stipulata, buona parte della suddetta area verde destinandola ad area di edilizia privata residenziale cioè alloggi privati (in pieno centro storico !!) in cambio di verde (il progetto prevede una colata di cemento di circa 12000 mc), il comune ottiene la riqualificazione di quel po’ di verde rimanente (un fazzoletto di terra circondato da cubi di cemento) a carico dei privati dando così un contentino simbolico agli abitanti di zona. E’ previsto inoltre il rifacimento esterno della CASA DEGLI ARTISTI (con relativa espulsione dei suoi attuali occupanti). Ecco che così il gioco è fatto nel silenzio generale; dei privati ottengono con poco un’area che frutterà loro milioni e milioni di euro, il comune si fa bello vantando come riqualificazione urbana a costo zero una volgare speculazione edilizia. Poco importa che le osservazioni critiche al progetto esposte da molti cittadini della zona siano state spazzate vie, poco importa che il tessuto sociale ivi presente verrà espulso, poco importa che un progetto ECO-INCOMPATIBILE, questo sì esempio di degrado morale e politico, venga portato avanti come nuova frontiera del benessere sociale e poco importa infine l’atteggiamento grottesco e tragico insieme, tenuto dalla maggioranza comunale al momento dell’approvazione tra consiglieri che votavano un qualcosa che neanche conoscevano con la bocca piena dal ricco buffet del bar. Cosa aggiungere infine ? Solamente la constatazione che di progetti come la delibera 87 ne vengono approvati a iosa, progetti che sostengono un modello di sviluppo di grande respiro economico-finanziario per pochi e di abbrutimento sociale ed ambientale per tutti, senza differenze. ----------------------------------------------------------- VITA MORTE E MIRACOLI Vita: ogni essere umano conduce la propria vita. I tempi quotidiani della vita sono per lo più vincolati dai rapporti sociali materiali sui quali si fonda l’esistenza di ognuno. La casa dove si vive, il lavoro dove si produce, la scuola dove si studia, la salute………………. Tutti questi elementi cioè la casa, il reddito , l’istruzione, la sanità dovrebbero essere la base minima assicurata ad ogni uomo e ad ogni donna per condurre un’esistenza quantomeno dignitosa (poiché la felicità è altra cosa), qualcuno molto ardito li chiama diritti fondamentali, qualcuno addirittura si è battuto ed ha lottato per essi. Nella realtà sulla base di questi rapporti materiali (o diritti molto presunti) si strutturano le vite degli esseri umani e si introducono quelle che vengono chiamate DIFFERENZE ECONOMICHE E SOCIALI. C’è chi nasce ricco e chi no, c’è chi vive in splendide case super accessoriate e c’è chi deve vivere in case molto meno dignitose (magari facendo mille sacrifici per avere almeno quella), c’è chi lavora tranquillo realizzando grandi guadagni, c’è chi conduce lavori con pochi guadagni e molti soprusi (c’è anche chi muore ogni giorno di lavoro!!!), c’è chi si può istruire comodamente in splendide scuole (magari private e magari finanziate pubblicamente) e c’è chi frequenta scuole dove la formazione non è altro che conformarsi ad una vita da schiavi; c’è chi può curarsi con serenità in strutture ospedaliere super attrezzate e c’è chi deve curarsi in ospedali fatiscenti e con la paura di non avere abbastanza soldi per farlo. MORTE Ecco quindi che l’esistenza quotidiana si configura come enorme trappola dove se nasci e vivi dalla parte sbagliata non avrai mai accesso a niente se non sacrifici e umiliazioni Città sempre più inquinate trasformate in enormi dormitori, dove l’invivibilità e l’esclusione sociale sono la regola, dove la produzione senza sosta di merci e denaro porta solo ad altre merci e ad altro denaro e non al benessere sociale collettivo. Città che vengono sfregiate da una ristretta cerchia di persone quali politici e capitalisti in funzione della riproduzione del loro potere e dei loro capitali, città dove le esigenze sociali di chi le vive vengono quotidianamente stuprate. Una di queste città è Milano. Esiste un quartiere a Milano chiamato Garibaldi, un quartiere un tempo vivo e popolare, abitato da un tessuto sociale umanamente ricco e creativo, oggi ridotto a deserto pedonale ricco solo di vetrine e locali, plastica e showroom dove chi lo faceva vivere è stato ghettizzato ed espulso. Dove la speculazione edilizia è passata come un rullo compressore lasciando enormi guadagni in poche mani e povertà sociale in tutti gli altri. MIRACOLI Esiste una casa in questo quartiere occupata da più di vent’anni. Una casa sottratta al degrado e fatta vivere da più esperienze sociali e politiche . La casa è situata in c.so Garibaldi 89/a e 89/b e vede al suo interno un centro sociale autogestito , un centro di documentazione e casa del popolo, un laboratorio artigianale di liuteria e studi artistici. Questa casa ha espresso ed esprime tutt’ora ricchezza sociale e le sue componenti sono parte attiva di quella parte di società che non si rassegna ad una vita dominata dalle decisioni di pochi. Un autentico miracolo sociale che vive da oltre venti anni e che oggi si trova sotto la minaccia di sgombero perché il comune di Milano, alcune immobiliari e l’accademia di Brera hanno deciso che al suo posto sia meglio costruire altri palazzi per super ricchi (con mega parcheggi sotterranei ) distruggendo oltretutto un orto botanico ricchissimo e da anni trascurato. L’ennesimo progetto di ristrutturazione/speculazione che vuole cancellare ogni cosa che si ponga sulla sua strada MA NOI ABBIAMO DECISO CHE DA QUELLA STRADA NON CI SPOSTIAMO ----------------------------------------------------------- UNA DELIBERA VIZIATA DA TROPPI INTERESSI Non è cosa semplice per noi poveri umani non addetti ai lavori scoprire che cosa c’è di nascosto in questa delibera. Ci sforziamo di farlo con Voi. Si pensa spesso che l’Amministrazione pubblica e i tecnici urbanisti operino nell’interesse di tutti e nel pieno rispetto della legge e dei regolamenti vigenti. Anche se non sempre si ha la voglia di leggere, capire, di dover lottare per un accesso alle informazioni, in questo caso abbiamo cercato le carte e dopo averle studiate diciamo per essere benevoli che esse sono piene di “errori” di legge e di normativa. Riteniamo e ce ne assumiamo la responsabilità che la delibera del Consigli Comunale in carica contenga precise violazioni di legge: § per eccesso di potere; § per contrasto con il piano regolatore generale195/1980; § per sviamento dell’interesse pubblico; § per contraddittorietà; § per travisamento dell’istituto del piano di recupero ad iniziativa dei privati; § difetto di motivazione; § mancato e/o erronea valutazione dei presupposti. (legge n°457/78 del 5-8-1978 art.27-28-30). Cerchiamo adesso di chiarire del perché facciamo queste affermazioni. Il Comune di Milano è proprietario della quasi totalità delle are e degli edifici oggetto della delibera. Secondo la legge i piani di recupero ad iniziativa dei privati possono essere attuati allorché gli stessi abbiano “almeno i tre quarti del valore degli immobili interessati”. Non è questo il nostro caso. La legge n°457 articolo 30 non viene rispettata. Il Comune può indicare il recupero del patrimonio edilizio e urbanistico esistente ”mediante interventi rivolti alla conservazione ed al miglior utilizzo del patrimonio stesso”. Ma costruire case sul verde esistente non è certo un recupero qualificante del territorio. La legge n°457 articolo 27 non viene rispettata. Quando i numeri diventano “mobili” come l’elastico e si costruisce più del dovuto La delibera Comunale prevede di costruire 1285 metri quadrati, per 49.000 metri cubi. Secondo la normativa sugli Standard di costruzione definiti dal Decreto Ministeriale del 2.4.1968 e dalla Legge Regionale del15.4.1975 n°51, si devono rapportare a 44 metri quadrati per abitante. Il che tradotto in parole più semplici significa che le nuove costruzioni devono rispettare un parametro superficie alloggi-verde ben preciso. Il Comune ha permesso di costruire più metri quadrati e quindi metri cubi inventandosi un numero pari a 26,5 metri quadrati per abitante, sottraendo così spazio verde. La cosa “buffa” si fa per dire, è che sempre nel nostro quartiere questo “gioco” dei numeri non è stato applicato per la edificabilità sulla area delle ex varesine che rimane come dettato dalla legge in 44 metri quadrati per abitante. Strada che vai legge che si inventa. Il vantaggio che il l’amministrazione Comunale in carica ha dato alle società immobiliari e di costruire più metri quadrati aumentando il guadagno enormemente. La legge non viene rispetta. -La delibera Comunale in oggetto permette di edificare con una distanza dagli altri fabbricati esistenti di 8,8 metri 5,5 metri. Il Decreto Ministeriale 2 aprile 1968 articolo 9 paragrafo 2, stabilisce una distanza minima tra pareti e finestre antistanti di 10 metri. La legge non viene rispettata. Chi vuole consultare la delibera può trovarla on line sul sito http://www.inventati.org/csoagaribaldi ----------------------------------------------------------- QUALE RIQUALIFICAZIONE ?! Lunedì 6 maggio 2002, il Consiglio Comunale di Milano, approvando la delibera n°87, ha dato il via all'ennesimo progetto di "riqualificazione territoriale". Riqualificare il territorio vuol dire oggi fare affari sporchi, nel silenzio e nell'ombra dell'inettitudine amministrativa, e attraverso i piani urbanistici, gestire e modificare le risorse del territorio, il cui esito finisce immancabilmente nell'incidere sulla produzione di vita e relazioni sociali, o meglio sulla loro frammentazione e dissoluzione. Questa manovra speculativa tocca noi, auto-gestori di uno spazio, la casa degli artisti sita in C.so Garibaldi 89/a e /b, ma non trascura di arrivare fino a tutti gli abitanti della zona; per poi trovare i suoi corrispettivi in progetti analoghi in tutta la città (vedi il quartiere Isola, i Navigli, l'area ex Varesine ecc). Oltre a volerci strappare un palazzo che per più di vent'anni è stato sottratto alle logiche della speculazione edilizia e finanziaria, restituendo alla società e ai cittadini uno spazio libero nel quale poter dare senso a ciò che vuol dire progettare (liberare energie creative al servizio della collettività), oltre a voler costruire altri parcheggi privati, si prevede lo smantellamento dell'orto botanico di Via Cazzaniga, anch'esso un piccolo patrimonio sociale da anni chiuso e abbandonato, per calarvi chissà quante tonnellate di cemento che daranno forma ad altri due palazzoni, sempre nelle mani dei privati chiaramente! L'inaridimento delle nostre vite deriva anche dalla gestione di un territorio metropolitano sempre più recintato, degradato, volgarizzato e banalizzato, nel quale city del business e del consumo e interi quartieri trasformati in cittadelle della moda sono inframezzati dal vuoto dei servizi sociali, dal caos provocato da una mobilità ormai impossibile, e dalla scomparsa degli spazi pubblici di incontro sociale e comunicazione. Senza dimenticarci di interi quartieri dormitorio, senza niente se non casermoni dove annullarsi dopo una estenuante giornata di lavoro. Ma vi siete mai chiesti chi come e perché vengono prodotti interventi urbanistici, piani di recupero, progetti di ricollocazione ecc. Noi ce lo siamo chiesti, e le nostre risposte ci hanno indotto innanzitutto a "impugnare" la delibera legalmente, per renderne pubbliche non solo le inadeguatezze ma i veri e propri abusi di potere che si celano dietro alle irregolarità che la contraddistinguono. Tuttavia, ciò che più ci interessa è recuperare una "cultura del territorio" nella quale dare corpo ad un reticolo di intelligenze, capacità e strumenti per "vedere" il territorio, reinvestirlo di un senso pubblico collettivo, e per agire in esso e renderlo più vivibile e compatibile alle esigenze e ai bisogni primari della comunità. Sì, perché, tra l'altro, oggi più che mai la casa, un tetto, non la garanzia per condurre una vita con un minimo di serenità ma un vero e proprio traguardo irraggiungibile per migliaia di persone. E anche e soprattutto qui, Comune, finanzieri, immobiliari e corruzione sono i protagonisti dello scempio. Cultura del territorio è dunque la nostra possibilità di sottrarre il capitale sociale all'inerzia dei soprusi quotidiani, sviluppando le indispensabili capacità per interpretare le trasformazioni e per poter intervenire collettivamente in difesa della dignità della vita e dei precari equilibri ambientali. ----------------------------------------------------------- LA CITTA’ CHE NON C’E’ E CHE VORREMMO L’imbarbarimento delle condizioni di vita della metropoli milanese è così evidente che diventa apatia e solitudine senza nemmeno rendersene conto. Due anni fa ci siamo avventurati nella ricerca di un dialogo e confronto col vicinato, dato che, a prescindere dal fatto che il palazzo nel quale risiediamo è stato dal Comune messo in mano alle Immobiliari, le contraddizioni sociali invadono ormai tutto il territorio metropolitano. Dal Centro alla Periferia, cambiano i redditi privati e le esigenze collettive, ma i danni e gli scempi provocati da un’Amministrazione del territorio in linea con il dogma del neoliberismo non sostengono di certo un impegno verso una vita migliore. La possibilità di muoversi, di respirare aria meno fetente, di poter usufruire di spazi verdi o di spazi pubblici e sociali liberi dal controllo e dalle regole del consumo, così come la possibilità di avere un tetto senza dover ipotecare almeno un terzo della propria vita, o molto semplicemente avere la possibilità di oziare di fronte ad un esercito di persone arruolate nella guerra del capitalismo, dove tutti sono contro tutti; tutto ciò, appunto, ci viene tolto sotto il naso, e al posto di bisogni e desideri abbiamo più doveri, più sanzioni, più regole, più telecamere, più ore di lavoro da fare per avere gli stessi stipendi di qualche anno fa. La città si perde nell’ottica della privatizzazione, dell’abbandono, dello sperpero delle risorse, dello smantellamento dello stato sociale (sanità, pensioni, formazione, viabilità, acqua ecc.). La città che invece vogliamo si basa sull’accoglienza, su ritmi di lavoro più umani e compatibili con la conservazione della propria salute, su tutele e garanzie per una vita dignitosa, sull’assistenza sanitaria e la formazione scolastica sempre garantite e di qualità decente, sulla possibilità di muoversi senza ammalarsi, sul rispetto dell’ambiente e degli abitanti che intendono godere autonomamente degli spazi pubblici senza subire restrizioni delle proprie libertà… Noi ci muoviamo insieme a tutte le persone, lavoratori, studenti e precari che nel territorio metropolitano e nel quartiere vogliono intrecciare rapporti di solidarietà e mutuo soccorso, rispetto alle lotte, alle rivendicazioni, alla tenuta dei diritti e al soddisfacimento dei bisogni elementari della vita sociale. Per creare e organizzare percorsi e progetti che diano corpo alla città che vorremmo. Invitiamo tutti e tutte a programmare uno o più confronti aperti sulle tematiche del quartiere e oltre. Troviamoci allora in un confronto aperto per discutere, trovare rimedi e soluzioni in una città completamente abbandonata dai dirigenti istituzionali, per la salvaguardia e il riconoscimento dei nostri diritti e bisogni. Dossier prodotto a cura del Centro Sociale Occupato Autogestito GARIBALDI. Corso Garibaldi 89/b Milano Tel. 02/29002464 csoagaribaldi@libero.it WWW.INVENTATI.ORG/CSOAGARIBALDI MM2 Moscova Tram 3-4-7-12-14 Bus 41-43-57-70-94 FIP:C.SOGARIBALDI89/Bmi25/02/04 ----------------------------------------------------------- PROSSIME INIZIATIVE: punti di controinformazione giovedì 26 –venerdì 27 –sabato 28 in corso Garibaldi sotto i portici e in via Tommaso da Cazzaniga davanti a quel che rimane dell’Orto Botanico dalle 15 alle 19 SABATO 28 FEBBRAIO DALLE ORE 12:00 PRESIDIO ATTIVO DAVANTI/DENTRO L’ORTO CON: PRESENTAZIONE DEL DOSSIER INFORMATIVO “RESISTIAMO AL CEMENTO” PIANTUMAZIONE DI NUOVI ALBERI PROIEZIONE DEL VIDEO “ COME SI DISTRUGGE IL VERDE” MOSTRA FOTOGRAFICA GAZEBO CONTROINFORMATIVO MUSICA E SPETTACOLI

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manutenzione??????
by csoa GARIBALDI Thursday, Feb. 26, 2004 at 12:01 PM mail: csoagaribaldi@libero.it

manutenzione??????...
lavori_manutenzione.jpg, image/jpeg, 1100x756

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prima dei lavori di manutenzione??? del Comune
by csoa GARIBALDI Thursday, Feb. 26, 2004 at 12:01 PM mail: csoagaribaldi@libero.it

prima dei lavori di ...
prima.jpg5utwf1.jpg, image/jpeg, 691x1366

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dopo = 0
by csoa GARIBALDI Thursday, Feb. 26, 2004 at 12:01 PM mail: csoagaribaldi@libero.it

dopo = 0...
dopo.jpg5uvziv.jpg, image/jpeg, 691x1366

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