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NOI popoli del mondo
by garabombo Tuesday April 06, 2004 at 08:40 AM mail: bbb 

Y, en general, los habitantes del orbe deben exigir el fin de la guerra, del terrorismo, de la depredación y de la muerte, e impulsar democráticamente los valores de la vida, la civilización y la paz.

NOI popoli del mondo...
2004-04-03_vauro_il_muro.gif, image/png, 299x400

Non si puo’ continuare a fare i sudditi, o gli spettatori TV, la misura di sopportazione della propaganda dei MCM e’ colma.

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

NOI popoli del mondo

Noi cittadin* del mondo siamo indignat*, arrabbiat*, incazzat*per come siamo stat* trattat* da governo degli Stati Uniti, con la complicita’ dei governi di molti stati e della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa (MCM) in merito ai fatti dell’ 11-S e 11-M e le ricadute che ci sono state nella politica mondiale.

Siamo esterefatt*, indignat*, arrabbiat*, incazzat*, perche’ siamo stati trattat* da suddit* deficienti, ubbidienti, succub*, teleutenti, e non come cittadin* e persone.

Le rivelazioni di Richard Clark prima, seguite dalle dichiarazioni di Colin Powell sull 11-S, ci dicono che, delle due l’una :

o

Colin Powell, Condoleeza Rice, Gorge Bush, Dick Cheney e tutto il governo USA sono stati ingannati dai LORO servizi segreti, dalla LORO CIA, dai servizi dei LORO alleati, ed hanno :

ingannato i cittadini di tutto il mondo
ingannato, svuotato e messo nell’angolo l’ ONU
ingannato i governi amici e alleati
fatto due guerre coloniali, con migliaia di vittime, che continuano ad aumentare
un’occupazione coloniale dell’ Afganistan e dell’ Iraq
una politica di balcanizzazione dai Balcani, al Caucaso, al Medio Oriente (Palestina, Libano, Siria, Iraq, Iran, Arabia Saudita), all’ Asia Centrale, fomentando guerre etnico-religiose
una politica di rapina e privatizzazione delle risorse naturali finanziarie industriali dell’ Iraq.

e pertanto dovrebbero :

decapitare tutta la pletora dei loro servizi segreti e di sicurezza (le varie :CIA, DIA…) bonificare in senso democratico i SERVIZI dei LORO USA.
dare le dimissioni (i vari Powell, Rice, Cheney, Baby Bush, e l’intero governo) andando ad elezioni anticipate
chiedere scusa al popolo iracheno e afgano per le sofferenze le morti le distruzioni loro arrecate
chiedere scusa ai POPOLI del MONDO ed in particolare a quell’altra superpotenza, al popolo della pace
chiedere scusa all’ ONU ed ai governi che si sono opposti alle loro guerre
ritirare le truppe coloniali di occupazione e rapina dall’ Afganistan e dall’ Iraq
risarcire i danni materiali e morali del popolo iracheno e afgano, spagnolo, statunitense
finirla con la politica coloniale di balcanizzazione globale
promettere (e mantenere) di non ingannare piu’ nessuno

oppure :

gli Stati Uniti, l’unica superpotenza mondiale rimasta, sono governati da forze occulte che si servono dei servizi segreti statunitensi per GOVERNARE il governo degli Stati Uniti stessi.

Non so quale delle DUE ipotesi sia la piu’ inquietante:

quella degli incapaci

o

quella dei golpisti.

Le dichiarazioni di Powell, sono state trattate dalla stampa mondiale e dai MCM, alla stregua delle rivelazioni se le stagiste di Clinton avessero o non avessero le mutande.

Una controprova ne’ e’ lo stesso Il Manifesto, che mette queste notizie nelle pagine interne con articoli e titolazioni tipo :

Clarke affonda Bush & Co. (28-03-2004 pg. 2 ) (forse l’unico con un certo risalto.)

Twin towers Condy Rice spiazza Bush (30-03-2004 pg 11)

La Casa bianca volta faccia (31-03-2004 pg 11)

Iraq come in Somalia, uccisi 11 americani (01-04-2004 pg 07)

America sotto shock Bush: Nessun ritiro (02-04-2004 pg 11)

Aerei contro grattacieli, Bush sapeva? (03-04-2004 pg 07)

«Infondate le accuse all'Iraq» (04-04-2004 pg 07)

come poteva essere “Monica Levinsky non portava le mutande”. Sicuramente a suo tempo questa vicenda, articoli e titoli erano piu’ sparati, grossi e corredati da commenti piu’ in risalto. (basta spulciarsi gli archivi),

Non si rileva la preoccupazione che, come dicono molti (dichiarazioni di capi di stato, documenti di commissioni, centri studi, ecc.) ci si avvicina a passi da gigante verso la bazzecola della 3° guerra mondiale

[…) y no faltan analistas que afirman que el general Ariel Sharon -pese a sus avatares judiciales domésticos- ha declarado una "guerra contra el Islam", y hasta un moderado "proccidental" como el príncipe jordano Hassan ha llegado a advertir en la Radio 4 de la BBC (26 de marzo) que la "tercera guerra mundial" podría iniciarse en cualquier momento en Medio Oriente, lo cual coincide, desde otra perspectiva, con la postura de un asesor de Sharon, quien fulminó que la "tercera guerra mundial" era "inevitable".[…]

Pertanto, non bisogna dare piu’ fiducia a quelle forze politiche, giornali, MCM, che non chiederanno con forza in modo esplicito (in prima pagina, continuativamente, con il risalto dovuto)

le dimissioni immediate di :

Powell, Rice, Bush e tirapiedi vari

ed il cambio della politica di conquista coloniale e di rapina e l’abbandono della politica di balcanizzazione globale.

Siamo indignat*, arrabbiat*, incazzat* per la continua presa per il culo cui siamo sottopost*, alla stregua di sudditi incapaci e rimbambit*

Diciamo basta

Un nuovo mondo e’ possibile e necessario.

Di questi giorni, e di oggi la notizia della repressione e rivolta degli sciiti in Iraq, all’interno della politica di balcanizzazione, per dimostrare che, curdi , sanniti e sciiti (mai divisi cosi prima su basii etnico-confessionali) non potranno vivere insieme e una separazione dell’ Iraq sara’ necessaria.

Sulla estensione degli interveti terroristici e delle guerre “preventive” (preventive solo alle possibili soluzioni, che sono solo politiche e pacifiche)le notizie dei nuovi attentati di Madrid (Ma Aznar, ed i MCM non avevano detto che era stata l’ETA? Anche dopo giorni, con il nostro principe che lo sosteneva ancora, uno sviluppo simile al dopo 11-S americano fatto da Baby Bush).

E di oggi (05-04-2004) la notizia del colonnello dei servizi americani sulla gestione della guerra in Afganistan.

Tutte cose che le persone non ottenebrate dai megafoni dei governi quali sono i MCM, gia’ sapevano, senza essere nei servizi segreti o nelle stanze dei bottoni, cercando di essere solo dei cittadin* e non sudditi.

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ò

2004-03-28 Il manifesto La via d'Europa GIANNI VATTIMO
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/28-Marzo-2004/art6.html
(restano in archivio non piu’ di 8 numeri circa 10 gg)


E se il rischio di appeasement, il fantasma di una nuova Monaco che ci viene sempre agitato davanti quando manifestiamo contro la guerra in Iraq, fosse da prendere sul serio, rovesciandone però i termini in modo sostanziale?

Se, cioè, la volontà egemonica a cui non dovremmo piegarci per garantire un futuro alla pace e alla democrazia nel mondo fosse proprio quella del neoimperialismo degli Stati Uniti?

Se leggiamo per esempio l'articolo che un eminente esponente dei liberal Ds, Franco Debenedetti, ha pubblicato su La Stampa del 23 marzo, sotto il titolo «Non ci sono terze vie», è questa la conclusione a cui abbastanza logicamente giungiamo.

Se è vero che non ci sono terze vie - sul piano dell'ordine capitalistico interno, ma soprattutto sul piano dei rapporti internazionali - ebbene, noi stiamo dalla parte dei nemici della civiltà occidentale.

Certo, il titolo dell'articolo di Debenedetti va probabilmente, o meglio: sperabilmente, declinato al futuro. Con la politica di Bush e con il suo corrispettivo simmetrico, il terrorismo, non ci saranno più, in un futuro vicino, terze vie.

Se si va avanti così, presto qualunque forza di opposizione progressista si troverà obbligata a scegliere tra Sharon e i Palestinesi, tra la società disciplinare dominata da Bush o da chi per lui, e l'immensa moltitudine del sottoproletariato mondiale sempre più povero e sempre più ristretto nelle sue «riserve» sociali, geografiche, sanitarie (campi profughi o lazzaretti per gente che muore di sete, malata di Aids, di dissenteria, di malaria..).

Chi non sarà «scivolato» nel terzo mondo - secondo un'altra minaccia favorita dai teorici dell'alternativa secca - o chi non vorrà assoggettarsi alla disciplina della fortezza assediata (dove ogni facilità di vita sarà duramente limitata dalla sempre più rigida militarizzazione), dovrà prender partito per gli «altri», e l'accusa che ora si muove ai pacifisti, di fare il gioco dei terroristi, diventerà un'accusa del tutto fondata.

E' un quadro troppo fosco? Lo è, solo però se non prendiamo come definitiva la tesi sull'inesistenza di terze vie. Che oggi viene agitata per compattare l'Occidente, come se tutti quelli che stanno da questa parte del «muro» - quello ideale che ci separa dai rogue states, quello reale che Sharon sta costruendo in Palestina, si sentissero americani minacciati; ma che, se viene presa sul serio, realizzerà davvero ciò che crede di profetizzare.

E quanto a quadri foschi, che cosa significa il rapporto del Pentagono sulla imminente lotta per le risorse basilari della vita sul pianeta - aria e acqua anzitutto - per la quale l'Occidente dovrebbe essere preparato a molto breve scadenza?

Mentre la politica di Bush, guardata dal punto di vista dei suoi esiti immediati, ha tutti i caratteri di un clamoroso fallimento - l'Iraq niente affatto pacificato né «democratizzato», l'Afghanistan ancora peggio, il conflitto palestinese sempre più irrisolubile - è del tutto spiegabile come scelta razionale se collocata sugli sfondi apocalittici che sta contribuendo a realizzare.

Gli Usa si attrezzano per lo scontro che la fine dell'ideologia marxista sembrava aver cancellato dall'orizzonte della storia, e che invece
si sta preparando sotto i nostri occhi e con il nostro attivo contributo:

la proletarizzazione sempre più accentuata, anche nelle zone ricche del pianeta, che non sembra destinata a dar luogo solo a una lotta tra due contendenti - i signori e gli schiavi. I protetti «interni» e gli esclusi «esterni» al muro.

All'interno della fortezza dei privilegi è sempre più marcata la differenza tra padroni e servi; questi ultimi, in nome dell'inesistenza di terze vie, dovrebbero sentirsi pienamente partecipi del mondo in cui vivono, identificandosi (massmediaticamente, berlusconicamente) con i loro padroni, e apprestandosi a difendere con ogni mezzo il loro ordine «democratico».

Quelli che si agitano là fuori sono tutti accomunati dal nome di terroristi, cioè nemici e basta: del «nostro» benessere, della nostra «civiltà», dell'umanità vera.

E se prendessimo finalmente atto che tutte le rivoluzioni, o le resistenze, sono state iniziate sotto forma di atti «terroristici»? Se ci rendessimo conto, anche, che per i tedeschi occupanti i partigiani erano «banditi»?

Non si può, significherebbe pretendere di distinguere troppo fra chi fa una guerra e chi, invece, pratica un nichilismo violento privo di ogni giustificazione, come qualcuno che agisce sotto l'effetto di droghe.

L'uso stesso del termine «terrorismo», e (più vago ancora) «terrorismo internazionale», è ormai solo un segno che si accetta la visione della storia foggiata dal Pentagono e a suo uso. Infine: una terza via c'è ancora.

L'Europa, approfittando della scadenza delle imminenti elezioni, potrebbe e dovrebbe finalmente capire che il suo avvenire e quello della democrazia nel mondo risiede nel costruirsi proprio come terza via, mettendosi insieme (a capo? ) ai tanti paesi non allineati, a cominciare dal Brasile di Lula, per contrastare la terroristica divisione del mondo a cui gli Stati uniti e i loro alleati stanno lavorando.

Certo una tale decisione implicherebbe modifiche sostanziali nella politica economica dell'Unione, per esempio una netta presa di distanza dal protezionismo agricolo che strangola la produzione di tanti paesi.

E' un esempio di come gli europei dovrebbero accettare di immaginare una politica di riduzione delle proprie pretese a favore della costruzione di un futuro pacifico, e anche di una difesa delle proprie condizioni, insieme economiche e culturali, di sopravvivenza.

Può darsi che la sinistra «di governo» trovi che un tale orientamento sia poco realistico, in tempo di elezioni è sempre obbligatorio parlare di «sviluppo» (e cioè concorrenza, libero mercato, tanto peggio per i deboli).

Ma si potrebbe almeno cercare di non dimenticarsene del tutto. (gianni vattimo)

E se come sostiene Alfredo Jalife-Rhame su la Jornada, quotidiano della UNAM di Citta’ del Messico, gli obiettivi degli USA sono quelli

http://www.jornada.unam.mx/2004/mar04/040328/016a1pol.php?origen=opinion.php&fly=1 :

- Della “balcanizcion global” (Nei Balcani, in Russia, in Medio Oriente, in Asia Centrale, ecc.).

- Della “globalizcion militar “armata piu’ che mercantile e/o finanziaria.

- La conquista di tutte le fonti energetiche da parte della “petrocracia anglosajona”, che determina e conduce la politica degli USA.

Si capisce che stanno ottenendo cio’ che si prefiggono, la realizzazione delle loro aspettative.

(i testi di BAJO LA LUPA sono reperibili su la Jornada il cui archivio elettronico parte dal 1996 http://www.jornada.unam.mx )

P O L I T I C A México D.F. Domingo 28 de marzo de 2004 BAJO LA LUPA Alfredo Jalife-Rahme

Las revelaciones de Clarke y la "balcanización global" - Ningún vínculo entre el ataque a Irak y el 11-S

[…] ES NOTABLE LA convergencia racial-ideológica-teológica desde los Balcanes, pasando por el Caúcaso, hasta el Medio Oriente, de los intereses geoestratégicos de los huntingtonianos -los nuevos nazis de la posmodernidad- y los neoconservadores straussianos que controlan el Pentágono, aliados a la dupla Sharon-Netanyahu, del partido Likud. […].

E ancora

P O L I T I C A México D.F. Miércoles 31 de marzo de 2004 BAJO LA LUPA Alfredo Jalife-Rahme

Expansión simultánea de la OTAN y el terrorismo islámico

[…] MIENTRAS EN EL FRENTE interno las asombrosas revelaciones del beligerante Richard Clarke, anterior jefe de la oficina de contraterrorismo, desnudaron al mendaz presidente George W. Bush en todo su resplandor y cimbraron los cimientos de la Casa Blanca, los racistas huntingtonianos y los neoconservadores straussianos no sueltan prenda y pasan a una notable contraofensiva geoestratégica en el frente externo, después del hito histórico de la votación del 14 de marzo en España, aprovechando la expansión de la Organización del Tratado del Atlántico Norte (OTAN) a siete países miembros del anterior bloque soviético. […]

E ancora

P O L I T I C A México D.F. Domingo 4 de abril de 2004 BAJO LA LUPA Alfredo Jalife-Rahme

Finanzas de la guerra terrorista: suben petróleo, plata y oro La globalización mercantil es más que nada "militar"

[…]TODAVIA LAS ESTRUJANTES revelaciones de Richard Clarke, anterior jefe del contraterrorismo en Estados Unidos, no acababan de cimbrar los cimentos de la Casa Blanca, cuando llovían a granel nuevas filtraciones que dejan muchas dudas sobre los verdaderos beneficiarios de los atentados del 11 de septiembre, desde su génesis hasta sus consecuencias actuales.

Emad Mekay, de Inter Press Service (29 de marzo), devela que Philip Zelikow -anterior miembro del Consejo Consultivo Presidencial de Inteligencia del Exterior (PFIAB, por sus siglas en inglés) de Baby Bush, colocado por el mismo presidente como miembro de la controvertida Comisión Investigadora del 11/9- había afirmado que "la guerra contra Irak era necesaria para defender a Israel".


Ninguna novedad para los lectores de Bajo la Lupa,


salvo que lo empiezan a decir abiertamente los mismos actores de primer nivel,

como Zelikow, quien formó parte del grupo de choque electoral de Baby Bush y ha escrito un libro con Condoleezza Rice, la actual asesora de Seguridad Nacional, y otros tres (uno de ellos sobre el "Islam en el Medio Oriente") con el supertóxico Robert Zoellick, el zar del comercio bushiano. […]

[…]LAS ONDAS DE choque del asesinato del líder fundamentalista palestino Sheik Ahmed Yassin siguen reverberando.

Ahmed Maher, ministro de Asuntos Exteriores de Egipto, catalogó a Israel como a una "organización terrorista", y no faltan analistas que afirman que el general Ariel Sharon -pese a sus avatares judiciales domésticos- ha declarado una "guerra contra el Islam", y hasta un moderado "proccidental" como el príncipe jordano Hassan ha llegado a advertir en la Radio 4 de la BBC (26 de marzo) que la "tercera guerra mundial" podría iniciarse en cualquier momento en Medio Oriente, lo cual coincide, desde otra perspectiva, con la postura de un asesor de Sharon, quien fulminó que la "tercera guerra mundial" era "inevitable".[…]

E D I T O R I A L México D.F. Domingo 4 de abril de 2004
NO MAS TERROR NI DEPREDACION

Madrid fue ayer, de nuevo, escenario de terror y desasosiego: al menos tres presuntos extremistas islámicos -posiblemente vinculados a los atentados del pasado 11 de marzo- se inmolaron con explosivos tras enfrentarse a balazos con la policía en un conjunto habitacional de los suburbios de la capital española.

La detonación cobró también la vida de un agente policial y dejó heridos a otros 11. El edificio en el que se registraron los hechos, ubicado en el barrio de Leganés, al sur de Madrid, quedó prácticamente destruido.

Que estos terribles sucesos hayan tenido lugar en el contexto de un operativo policiaco para capturar a presuntos implicados en los atentados de hace tres semanas dice mucho del estado de exaltación irracional en el que se encuentran sumidos quienes han optado por la vía desesperada, aunque criminal e inaceptable del terrorismo.

En este sentido se inscriben también las perturbadoras amenazas emitidas recientemente por Al Qaeda: todo el mundo "infiel" es un blanco para el extremismo islámico y todas las ciudades de Occidente -Roma fue mencionada de forma explícita- pueden ser atacadas.

Pero, más allá de las amenazas directas o indirectas, ese ominoso comunicado es un indicador de las gravísimas circunstancias a las que ha sido conducido el mundo por quienes en su momento, desde Washington, Londres y el propio Madrid, no dudaron en llevar la muerte y la destrucción a Irak, abatiendo con ello la vida y el destino de miles de inocentes.

Al Qaeda amenaza con aplicar una "diplomacia militar escrita con sangre y decorada de miembros humanos" pero, debe reconocerse, eso es justamente lo que Estados Unidos y Gran Bretaña han hecho en Irak y lo que Israel realiza en territorios palestinos.

Al Qaeda, grupo terrorista repudiable y criminal, promete "transformar las naciones de los infieles en un infierno y en zonas de guerra", pero eso es equivalente a lo que Bush y Blair han perpetrado ya en Bagdad y lo que Sharon realiza cotidianamente en Palestina.

Por ello, ha de reiterarse, el primer paso para desactivar el terrorismo es eliminar sus causas directas: los ejércitos invasores deben salir inmediatamente de Irak y Afganistán; Cisjordania y Gaza deben convertirse en un Estado palestino libre e independiente, y debe cesar el hostigamiento de Occidente en contra del mundo árabe y musulmán.

Los civiles muertos el 11 de marzo de 2004 en Madrid, el 11 de septiembre de 2001 en Nueva York y Washington y los que han caído en tierras afganas, iraquíes y palestinas a manos de fuerzas invasoras. son el trágico saldo de la política depredadora, injusta y bárbara que los actuales gobernantes de las potencias occidentales -con algunas honrosas excepciones- han legado a la humanidad.

El terror, así, ha alcanzado por igual a una lujosa oficina corporativa en las Torres Gemelas de Nueva York, a un suburbio de gente trabajadora en Madrid o a un barrio árabe en Nablus o Bagdad.

Sin embargo, los responsables últimos de tales ataques -sean estos dirigentes islámicos radicalizados ocultos en remotos parajes o mandatarios resguardados por su aparato militar- permanecen impunes y siguen causando estragos a escala global.

El terror es la cruel e intolerable herencia de su política y de su brutalidad, y son seres humanos común y corrientes -los cuales, por añadidura, se han manifestado reiterada y masivamente en favor de la paz y en contra de la guerra y la violencia- los que lo padecen en carne viva.

¿Qué sigue ahora?

¿Una nueva matanza en alguna población palestina o israelí?

¿Un nuevo atentado contra civiles en Europa o Estados Unidos?

¿Una nueva invasión devastadora e imperialista disfrazada de acción "preventiva" y llena de "bajas colaterales"?

La humanidad no debe tolerar más la preservación de este círculo perverso y bárbaro, y debe poner un alto a quienes lo impulsan.

Sobre todo, en el caso de las naciones democráticas, es un imperativo que los ciudadanos hagan oír nuevamente su voz y obliguen a sus gobiernos a poner fin a la presente escalada de barbarie.

Los ejércitos invasores deben salir inmediatamente de Irak, nación que debe ser devuelta, junto con su patrimonio natural, a los iraquíes.

Debe ser creado, con todo el respaldo internacional, un Estado palestino libre e independiente.

Las potencias -léase Estados Unidos, Gran Bretaña o Israel- deben abandonar sus actos injerencistas e imperialistas y concentrarse en la atención de sus asuntos internos y en el bienestar de su propia población.

Las instituciones internacionales, sobre todo la ONU, deben restituir el multilateralismo y revalidar la negociación y el diálogo como la vía para la solución de los conflictos.

Y, en general, los habitantes del orbe deben exigir el fin de la guerra, del terrorismo, de la depredación y de la muerte, e impulsar democráticamente los valores de la vida, la civilización y la paz.




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Il piromane
by garabombo Tuesday April 06, 2004 at 08:40 AM mail: bbb 

Il piromane...
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Noi siamo comunque coinvolti, dobbiamo fermare i piromani.

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