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Argentina: Benetton e il metodo per diventare latifondista [parte II]
by o dono da boca Wednesday April 07, 2004 at 11:32 AM mail:  

di Sebastian Hacher, tradotto da http://benetton.linefeed.org

Nelle ultime settimane, e attraverso un periodico finanziaro italiano, il respponsabile stampa del gruppo Benetton, Federico Sartor, ha risposto da Treviso con il lavoro "Istruzioni per fare un latifondo". La polemica si e' infiammata a partire dalla vertenza che vede opposti Benetton e la famiglia Mapuche, Curiñanco.

Questa famiglia ha occupato una riserva indigena adiacente ad una proprieta' di Benetton, e sono stati sgomberati dopo una denuncia da parte degli amministratori della Compania de Tierras del Sur Argentino (d' ora in poi CTSA). Il 7 di Maggio prossimo, a Esquel nella provincia di Chubut, un giudice decidera' chi detiene i diritti legali su quelle terre.

Una raccolta di testi, foto e video sopra questo conflitto, inclusa la polemica con Benetton, si puo' vedere, in piu' lingue, all' indirizzo http://benetton.linefeed.org, un sito che da adesso in avanti si occupera' di seguire le attivita' della multinazionale in Patagonia.

Quello che presentiamo qui, e' la seconda parte della risposta alle affermazioni di Federico Sartor, arricchita da una serie di documenti indediti che rispondono alle argomentazioni della multinazionale.

Si tratta di una serie di carte storiche, economiche e legali, la maggior parte delle quali finora inedite, che ci forniscono nuove informazioni sopra il re della Patagonia, Don Carlo Benetton.

Nonostante alcuni argomenti dell' addetto stampa di Benetton siano infantili (per esempio che la CTSA non ha nulla a che fare con il gruppo Benetton o che Buenos Aires, la capitale federale, e' grande 200.000 ettari), pensiamo che non si debba lasciare alcun dubbio e che si debba rispondere alle sue lamentele, una ad una, dimostrando pure come il maggior possidente di terra dell' Argentina riceva aiuti dallo Stato, benefici fiscali e altri legati all' industria petrolifera, senza contare che gia' le sue proprieta' sud americane funzionano come vere e proprio 'maquilladoras' per le filiali europee.


La qualita' delle terre e i sussidi statali


Nella sua risposta, Sartor si lamenta, utilizzando le tipiche argomentazioni dei vecchi conquistadores, che le terre di loro proprieta' in Patagonia sarebbero di bassa qualita'. Senza dubbio, la CTSA non solo alleva pecore. Riceve anche benefici fiscali, riceve soldi per le esplorazioni petrolifere - e forse anche minerarie - e si prepara a lanciare un business nel legno, in parte finanziato dallo Stato.

La vendita di lana, che arriva ai 1.3 milioni di chili all' anno, rappresenta - secondo loro stessi - il 40% delle entrate della compagnia. Il particolare e' che la CTSA ha un solo cliente, Benetton stesso, per il quale esporta lana cruda verso l' Europa, a basso costo grazie ai benefici fiscali, al prezzo del dollaro e al basso costo della mano d'opera di cui gode in Argentina.

Nell' ultimo bilancio a cui abbiamo avuto accesso, chiuso il 31 Dicembre del 2001, la voce 'tasse sul guadagno netto' e' in bianco, nonostante sia stato un anno particolarmente buono per la CTSA. La spiegazione la da lo stesso bilancio, visto che quest' anno Benetton ha firmato un accordo di competitivita' che le ha permesso di ridurre le tasse quest' anno progettando ulteriori riduzioni per il futuro, nonostante attui in questo settore praticamente in regime di monopolio.

Ma i benefici che arrivano nelle terre di Patagonia - rinforzati dall' azione dello Stato - non finiscono qui.

Come eì risaputo, le regioni del sud sono ricche di risorse strategiche, come acqua, gas, petrolio e anche oro. E se gli amministratori delle terre di Benetton hanno chiuso l' accesso a 3 fiumi 'per preservarne' l' acqua, tanto meno disprezzano le altre risorse, dal momento che solo nel 2001 hanno ricevuto US $ 1.682.351 per l' esplorazione petrolifera nelle loro terre.

Dovremo sommare a questo le recenti scoperte di giacimenti d' oro? Como avevamo segnalato in altre occasioni, non e' un caso che il conflitto tra Benetton e la famiglia Curinanco - che riguarda un podere che costituisce l' 0,001285% delle proprieta' degli italiani, faccia cosi' tanto rumore.

Il podere un questione e' circondato da almeno 25 progetti minerari, alcuni dei quali direttamente nelle proprieta' Benetton. E non ce' ragione di pensare che per questi progetti la CTSA non stia prendendo soldi pubblici.

E la varieta' dei loro affari non finisce nel ruolo di maquilladora sovvenzionata e negli interessi petroliferi.

Recentemente, in una delle visite guidate per la stampa, Diego Perazzo - vicepresidente della CTSA - ha esibito orgoglioso l' ultimo affare, quello del legname. "E' una terza attivita' - ha segnalato - pero' non abbiamo dubbi che con il passare degli anni andra' guadagnando importanza e forse superera' le altre due".

Il business del legno promette abbastanza, la CTSA sta forestando con un ritmo di 400 ettari all' anno.

Secondo i suoi calcoli, in questo momenti ci sono 5.200 ettari forestati, per un totale di piu' di 5.500.000 pini, la maggior parte della specie conosciuta come Ponderosa, di origine nord americana e che puo' - a detta di chi l' ha introdotta - raggiungere fino ai 70 metri di altezza ed essere utilizzata per la costruzione di mobili e case.

I Mapuche non si sono mai stancati di denunciare che questa forestazione con pini 'stranieri' sta intaccando l' equilibrio tra le forze della Natura, generando distorsioni nell' ecosistema.
Anche qui ce' un piccolo aiuto statale; nel bilancio della CTSA del 31 Dicembre del 2001, alla voce "Altre entrate nette", figurano 653.545 pesos per "reintegro di esportazione e forestazione".

Per avere una idea comparativa si puo' metter mano alle statistiche di forestazione della provincia di Chubut; nel 1999, per la forestazione di 1.192 ettari, appena il doppio della forestazione fatta dalla CTSA, lo stato di Chubut ha sborsato 447.370 pesos

E, in ultimo, ci tocca parlare anche del business del bestiamo, nel quale Benetton sta investendo i suoi soldi.

Il gruppo e' proprietario, oltre a 280.000 pecore, di 16.000 bovini, e produce 35.000 tonnellate all' anno di grano, frumento e soia nei suoi 8.000 ettari della fattoria Santa Marta, a Balcarce.

Una delle novita' - annunciata alla stampa locale come una buona notizia - e' il nuovo investimento per costruire un frigorifero destinato alla esportazione di carne patagonica, principalmente destinata all' Europa. Il piano di affari della compagnia e' aggiudicarsi la maggior parte delle 21.000 tonnellate di carne che
l' Europa importa dall' Argentina libera da dazi e tariffe.

Come i vecchi conquistadores della Patagonia, i nuovi padroni della provincia recintata, hanno dalla loro lo Stato come grande benefattore e protettore. Una storia che gia' siamo troppo abituati a vedere.



Benetton e il metodo per diventare latifondista [parte I] http://benetton.linefeed.org/archives/000061.html

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