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i mercenari americani feriti a falluja
by kk Thursday April 08, 2004 at 02:11 PM mail:  

dal manifesto




apertura



America sotto shock Bush: Nessun ritiro
Opinione pubblica sconvolta dalle scene tv con lo scempio dei corpi dei quattro mercenari americani uccisi a Falluja. L'Amministrazione promette: «Faremo giustizia, resteremo in Iraq sino alla fine del lavoro». Gli Usa scoprono il ruolo centrale in Iraq degli eserciti privati fuori dal controllo del Congresso. Intanto Kerry sorpassa di nuovo Bush
FRANCO PANTARELLI
NEW YORK
Non resteranno impuniti», dice a Baghdad Paul Bremer, l'uomo di Washington. «Quei criminali non possono indimidirci», dice alla Casa Bianca il portavoce di George Bush, che almeno fino al primo pomeriggio di ieri non aveva ritenuto opportuno rivolgersi direttamente al pubblico americano, sconvolto dalle scene du Falluja. Il presidente ha visto le immagini dei corpi americani straziati, ha deto Scott McClellan, ma non ha riportato nessun commento diretto, limitandosi a ripetere le cose sentite già tante volte: che gli americani «staranno in Iraq fino alla fine del lavoro», che «la nostra volontà rimane ferma» e che «si tratta di aiutare il popolo iracheno a realizzare un futuro migliore». I mezzi di informazione sono stati a dibattere per tutta la giornata di mercoledì sull'opportunità di «urtare la sensibilità della gente» rendendo pubbliche le immagini terribili che arrivavano da Falluja. Alla fine, i giornali hanno tutti pubblicato nelle loro prima pagine le foto dei corpi appesi alle strutture del ponte o presi a calci dalla folla, ma le emittenti televisive, il cui materiale era destinato ad avere un impatto molto maggiore, si sono divise in due partiti: la Cnn, la Fox e la Nbc hanno deciso di «purgare» i loro filmati delle immagini più sconvolgenti; la Cbs e la Abc hanno invece considerato che quelle immagini fossero indispensabili per raccontare l'accaduto. Riferendosi agli avvenimenti di Mogadiscio del 1993, Jim Murphy, il producer della Cbs, ha detto che le immagini di Fallujah erano «dalle tre alle cinque volte peggiori», ma che per dare l'idea di ciò che era accaduto e del clima in cui si svolge l'occupazione americana dell'Iraq «le scene di quei ragazzini che festeggiano mentre trascinano i corpi nelle strade» erano essenziali.

Così le scene sono arrivate nelle case degli americani, assieme ad altri particolari che molti di loro ignoravano, come per esempio l'esistenza di questi contractors cui è stata «appaltata» la sicurezza e che sono alquanto numerosi. Il governo Usa li sta pagando milioni di dollari per «pulire» le strade dalle mine, per scortare i convogli che riforniscono le truppe di cibo e materiali, per curare l'incolumità delle «personalità» che visitano l'Iraq e perfino per fare la guardia allo stesso Paul Bremer. I loro dipendenti sono tutti ex poliziotti o ex appartenenti alle truppe speciali, che in questa avventura possono guadagnare fino a 15.000 dollari al mese.

Il contractor di cui i quattro uccisi a Fallujah erano dipendenti si chiama Blackwater Security Consulting ed ha sede a Moyock, una cittadina nel North Carolina dove l'impressione per ciò che è accaduto è stata enorme e dove - ovviamente - i media hanno concentrato la loro attenzione, descrivendo la vita quotidiana e intervistando la gente nelle strade. «Sono rattristato e indignato - diceva un anziano signore - ma con tutto quello che sta accadendo in Iraq non sono certo sorpreso». «Stanno morendo senza ragione», aggiungeva una donna. «Io non sono per niente d'accordo su ciò che stiamo facendo laggiù. E' chiaro che gli iracheni non ci vogliono». A Moyock vive anche Susie Randolph, il cui marito David è in Iraq, proprio nella zona di Fallujah. Lei era rimasta pietrificata alla notizia di ciò che era accaduto, fino a quando ha ricevuto una telefonata via satellite da David che la rassicurava. «Ma fino a un certo punto», ha raccontato, perché «nello sfondo si sentivano gli spari e il rumore degli elicotteri». Uno degli «addestratori» della compagnia, Chris Epperson, si diceva «molto fiero del lavoro che stiamo facendo. Sentiamo che stiamo sostenendo una casusa giusta», e infatti la Blackweater Security Consulting ha diffuso una dichiarazione ufficiale: «Piangiamo la perdita dei nostri colleghi e preghiamo per le loro famiglie. Il nostro è un compito pericoloso e sebbene rattristati per la perdita dei nostri colleghi ci sentiamo anche fieri perché stiamo aiutando il popolo del'Iraq». Ma un tale aiuto, hanno subito provveduto a spiegare gli esperti di queste cose, è destinato a salire di prezzo. Già nelle ultime settimane, dicono (senza tuttavia fornire cifre), il costo delle assicurazioni era stato aumentato di parecchio. Ora chissà dove arriverà.

Non si sa se per via dei morti dell'altro ieri o per la preoccupazione di ciò che accadrà alla fine di giugno, quando gli americani dovrebbero «consegnare» l'Iraq agli iracheni, ma ci sono segni di vita anche sul piano diplomatico. Ieri Colin Powell, il segretario di Stato, ha detto di «aspettarsi» una nuova risoluzione sull'Iraq da parte del Consiglio di sicurezza. «Bisognerà vedere come qualla risoluzione sarà», ha aggiunto Powell, come se nel contenuto di quella risoluzione il ruolo di Washington fosse quello dello spettatore. Una notizia che forse per via dei tempi non ha rapporti con ciò che è accaduto a Fallujah ma che è importante per il futuro dell'avventura Usa in Iraq è il sondaggio elettorale pubblicano ieri dal Los Angeles Times che dà vincente il democratico John Kerry con il 47 per cento delle preferenze contro il 44 di Bush.

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