la situazione in Iraq vista dai volontari di Un Ponte per..
7 aprile 2004
Aggiornamenti 7 aprile 2004
Queste ultime giornate sono state molte intense e tutta l’attenzione oramai è rivolta alla comunità sciita che sta sollevando una grande protesta, estesa al centro e al sud dell’Iraq: le richieste sono principalmente 3: 1. Rilascio del leader sciita Moustafa Al-Yaakoubi arrestato a Najaf il 3 aprile. 2. La riapertura del giornale Hawza di Al Sadr. 3. Richiesta da parte di Al Sadr di avviare l’indagine sulle stragi di Karbala e Khadimiya avvenute durante la cerimonia di apertura dell’Ashura (la commemorazione del martirio dell’Imam Husayn a Karbala).
Da più di una settimana i seguaci di Moqtada Al Sadr sono scesi nelle maggiori piazze di Baghdad (Al Fardoose, Al Tahrir) protestando contro la chiusura del giornale e chiedendo il rilascio di uno dei loro leader sciita. Le richieste degli sciiti non sono state accolte da Bremer, che ci ha tenuto a ribadire che ‘il giornale rimarrà chiuso almeno per 60 giorni’. Le accuse mosse da Bremer contro il giornale, che secondo lo stesso Bremer ‘incitava alla violenza’non sono state confermate dal giornalista dell’Indipendent, Robert Fisk, in questo momento a Baghdad, che sostiene ‘nella lettera di spiegazioni di Bremer non ci sono reali motivazioni a giustificare la chiusura di questo giornale’. In ogni caso, nel giro di poche ore, le agitazioni contro le forze della coalizione si sono scatenate un po’ ovunque e si sono estese rapidamente anche al sud del paese. Le principali città, Baghdad, Najaf, Kut, Nasiriya, Amara, Nasiriya, Samawa, Basra, sono state al centro di diverse mobilitazioni, perpetrate maggiormente dai seguaci di Moqtada Al Sadr. Ma oggi, anche gli sciiti più moderati a Sadr City, dopo le minacce e le continue incursioni degli americani, ascoltano il leader di Najaf, che ci tiene fra l’altro a non far mancare il suo sostegno alla gente.
Timidi segnali di unità provengono anche dagli studenti dell’università di Baghdad, che ieri hanno sfilato nel quartiere di Adhamiya, proclamando la loro indipendenza e unità alla nazione.
Nel frattempo, dobbiamo prendere atto della nuova emergenza che si sta configurando nelle aree più colpite e soggette a rappresaglie da parte delle forze militari. Stiamo probabilmente entrando in una fase di vera emergenza umanitaria, dove già alcune aree sono a rischio. Abbiamo notizie di Sadr City, che da giorni è senza elettricità e acqua. Sicuramente a Falluja si sta consumando una tragedia umana, che ricorda molto l’orrore di Jenin in Palestina. Inoltre gli ospedali sono carenti di medicinali, farmaci, perché in tutto questo tempo i servizi in questo paese (invece di migliorare) sono peggiorati e Sadr City si trova nelle stesse, se non peggiori, condizioni di prima. A Sadr City, l’ospedale del quartiere ha rimandato a casa i pazienti meno gravi per lasciare posto ai feriti di questi giorni. Gli uffici del partito Al Dawa di Sadr City sono stati adibiti per allestire un Centro Medico di emergenza. Le attrezzature e le medicine vengono forniti dall’ospedale circostante Al Chuadar.
Con l’associazione Intersos, si è deciso di fare una raccolta di medicinali di emergenza (cannule, siringhe, garze, sacche per la raccolta di sangue, penicillina, disinfettanti, strisce per suture, ecc.) per Falluja. Stiamo cominciando la raccolta e acquistando i medicinali presso i nostri fornitori. Domani mattina è prevista la partenza del camion per Falluja.
Un Ponte per
|