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CHIAPAS: il disinteresse dei politici
by La Jornada Tuesday April 13, 2004 at 12:59 AM mail:  

La Jornada 12 aprile 2004 - Arizmendi: Si acuisce la divisione nella zona a causa della presenza di due sistemi giuridici DEPUTATI: L'IMBOSCATA CONTRO GLI ZAPATISTI E' IL FRUTTO DELLA MANCANZA DI ATTENZIONE ALLA QUESTIONE - Membri della Cocopa smentiscono che a breve si possa riannodare il dialogo con l'EZLN


Enriquez Mandes e Elio Henriquez, reporter e
corrispondente

L'aggressione contro simpatizzanti dell'Esercito
Zapatista di Liberazione nazionale (EZLN) a Zinacantán
rilette l'abbandono e la "marginalizzazione" della
questione Chiapas nell'agenda del governo federale, la
mancanza di attenzione politica dell'amministrazione
statale e l'assenza di dialogo, hanno sostenuto
deputati della Commissione di Concordia e
Pacificazione (Cocopa) ed il vescovo di San Cristóbal
de las Casas, Felipe Arizmendi.

"Il governo dello stato dichiara che non ci sono
paramilitari ma che esistono solamente 'alcuni
individui armati', ma la cosa certa è che non esiste
nessun avvicinamento con l'EZLN", ha osservato
Bernardino Ramos. Il legislatore Gerardo Ulloa Pérez
ha lamentato che queste aggressioni persistono e sono
il prodotto della mancanza di interesse
dell'amministrazione di Fox per una pace definitiva.

Ulloa ha osservato che il clima di tensione nella
zona, smentisce le cifre allegre ed il presunto clima
di armonia che impera, come ha dichiarato recentemente
l'incaricato Luis H. Alvarez in una riunione con le
commissioni per gli Affari Indigeni e di Concordia e
Pacificazione, in cui Ramos aveva lanciato l'allarme
sulla crescente presenza militare nei municipi ad
influenza zapatista.

Il deputato perredista ha prospettato che fino a che
prevalgono le condizioni di povertà ed abbandono che
hanno dato origine alla sollevazione del 1994, così
come la politica governativa di disattenzione per i
conflitti comunitari, si manterrà un clima di scontro
"che non conviene a nessuno".

Da parte sua il deputato Bernardino Ramos ha lamentato
che il capo dell'Esecutivo abbia perso interesse per
il conflitto, come ha dimostrato con la sua iniziativa
di legge su diritti e cultura indigeni". A differenza
di altre riforme, come quella fiscale ed elettrica, in
cui si inserirebbero costituzionalmente i diritti
delle comunità, non si è dato da fare. L'ha solo
trasmessa al Congresso per dovere, perché in fondo non
gli interessava", ha dichiarato.

Egli ritiene che in questo momento non esistano le
condizioni che giustifichino una visita dei membri
della Cocopa in Chiapas ed ha evidenziato la necessità
che per prima cosa i legislatori rivedano i motivi
dell'interruzione del dialogo e che il governo di Fox
riconosca di non aver compiuto il suo dovere di
difendere la sua iniziativa di legge.

"Come commissione non abbiamo nessun motivo per andare
ora, salvo che non si riprenda il dialogo. Ma, visto
come stanno le cose, non lo vedo dietro l'angolo".

- Ci sono possibilità di riprendere i contatti con
l'EZLN?

- Per prima cosa dobbiamo rivedere la riforma
costituzionale, poi metterci d'accordo sull'analisi di
cui parlavamo e solo così potrebbero esserci le
condizioni per il dialogo. Altrimenti, la situazione
diventerà molto complicata. Nel contesto attuale, in
cui l'EZLN come interlocutore è stato messo da parte
nell'agenda ufficiale, sembra lontana la possibilità
di riprendere i dialoghi di pace.

Nel frattempo, concludendo la messa a San Cristóbal,
il vescovo Felipe Arizmendi ha dichiarato in
conferenza stampa che la divisione nelle comunità
della cosiddetta zona di conflitto si acuisce per
l'esistenza di due sistemi giuridici.

Ha spiegato: "a qualcuno interessa appartenere ai
municipi autonomi ed altri pagano imposte contributi e
si muovono nell'ambito giuridico delle giunte
costituzionali. Per tanto, ci sono due municipi, due
modi di contribuire, due tipi di educazione, e questo
genera molti problemi e scontri".

Ha aggiunto che se non si presenteranno altre
alternative giuridiche che contribuiscano a risolvere
le differenze e gli scontri tra zapatisti e non
zapatisti, "continuerà a generarsi instabilità" ne Los
Altos, selva e nord del Chiapas.

"Chissà che quanto accaduto (sabato) a Zinacantán
faccia pensare tutti, il governo nei suoi tre livelli
e soprattutto i legislatori, sul fatto che bisogna
cercare strade che aiutino a risolvere questi
conflitti, non solo di povertà, miseria ed
emarginazione, ma anche di ambito giuridico, che sono
diversi e contrastanti e fanno sì che le comunità
molte volte non sappiano a chi versare i loro
contributi o a chi obbedire".

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)

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