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Partigiano Comunardo Tobia
by babi Wednesday April 21, 2004 at 06:51 PM mail:  

In aprile, dopo la convalescenza, sarei dovuto tornare al fronte, in Corsica o in Sardegna, ma sapevo già che non l’avrei mai fatto, avevo già deciso di “buttarmi bandito”.

1- Secondo lei la nascita e il radicamento del fascismo in Umbria può essere letto come reazione dei blocchi sociali dominanti alla conflittualità contadina? Come strumento e forma politica attraverso la quale gli agrari e nel campo industriale la Società Terni mantengono il loro potere e la loro egemonia sul territorio e sulla società umbra nel suo complesso?

Comunardo Tobia: " A Terni le condizioni degli operai nelle fabbriche erano terribili. Nel 1907 ci fu l’occupazione delle fabbriche e lunghissimi periodi di scioperi, gli operai morivano di fame e riuscivano a vivere solo della solidarietà altrui. Dopo la serrata molti lavoratori erano stati costretti ad emigrare.
Il fascismo a Terni era quello dei gerarchi delle fabbriche. Io vivevo a Papigno, all’epoca uno dei paesi più grandi della provincia di Terni dove c’era la fabbrica di carburo. La maggior parte degli abitanti di Papigno erano operai della fabbrica e l’antifascismo nacque dai giovani operai che reagivano alle drammatiche condizioni di lavoro imposte loro dai gerarchi fascisti.
A Papigno non c’era una grossa presenza di camerati, erano circa 18. Le loro prime azioni furono quelle di bruciare la cooperativa e le case del paese ed in loro aiuto arrivò la brigata fascista perugina “la Disperatissima”
Molte furono le aggressioni fasciste ai "Centri Operai" di Papigno e delle acciaierie di Terni”


2-Durante il ventennio quali furono nella regione, oltre alla violenza, i mezzi di creazione del consenso fascista? Che tipo di vita culturale si conduceva?

C.T. : "Come fonte di consenso c'era "l'opera dopolavaro". Ma gli strumenti usati per la diffusione della cultura fascista erano sostanzialmente basati sul controllo delle carriere nelle fabbriche e della cultura attraverso continue perquisizioni, minacce e censure di qualsiasi pubblicazione o libro che era ritenuto contro il regime."


3-Che tipo di opposizione civile e sociale operaia-contadina-intellettuale emerge -se cio' accade-durante il ventennio? Che ruolo hanno i giovani in questa reazione al regime fascista? Clamoroso fu l'episodio delle scritte fatte da due giovani antifascisti perugini Primo Ciabatti e Riccardo Tenerini il 6 giugno del 1941 e che suscito' una reazione molto dura delle autorita' di polizia....


C.T. : "Le prime azioni antifasciste erano costituite da scritte, lanci di volantini per cui si rischiavano 5 anni di galera...Nel '36 Pascucci Dazio ed altri, organizzarono una protesta contro l'intervento italiano nella guerra di Spagna e per questo Pascucci fu condannato a 5 anni di carcere.
L’opposizione del partito comunista è sempre esistita alternando periodi di maggiore o minore intensità. Ci furono delle retate nel ’26, ’29 ’32, ’36, ’39. Nel ’39 ci fù il famoso processo Bracci. Questi, figlio della Segretaria Provinciale delle donne fasciste e del primario di chirurgia dell’ospedale di Terni, fu il fondatore dell’associazione antifascista “La Scintilla” che fu scoperta a causa di un’infiltrato dell’OVRA."

4-Quando inizia ad organizzarsi la resistenza in Umbria? Quando si accentua la spinta antifascista e l'attivita' partigiana? Indipendentemente dagli esiti militari quale fu' il peso della resistenza partigiana in termini di partecipazione politica e di creazione di quel tessuto civile democratico che alimenterà la vita e lo sviluppo della regione nel dopoguerra?

C.T. : " Io fui uno dei pochi fortunati a tornare dal fronte russo. Avevo fatto parte della divisione Torino, rimasta famosa perché il 90% dei soldati morirono in Russia. In aprile, dopo la convalescenza, sarei dovuto tornare al fronte, in Corsica o in Sardegna, ma sapevo già che non l’avrei mai fatto, avevo già deciso di “buttarmi bandito”. Grazie all’intervento di un comandante che avevo aiutato in Russia, entrai nei servizi militari a Roma, all’ufficio censura posta prigionieri di guerra. Lì rimasi poco tempo perché dopo un po’ arrivò una lettera che informava il comando con questo testo: “il soldato Comunardo Tobia appartiene a una famiglia con sentimenti politici opposti al regime”, così fui rimandato al corpo militare di Latina. Invece di raggiungere Latina scappai a Terni e arrivai proprio mentre erano in atto i bombardamenti. Andai negli uffici del comune e approfittando del caos creato dai bombardamenti, con l’aiuto di un compagno feci una certificazione falsa che attestava di essere rimasto gravemente sinistrato nei bombardamenti e proprio l’8 settembre (giorno dell’armistizio) ebbi la licenza.

Tornato in paese, trovai pochi compagni, gli antifascisti erano stati tutti arrestati. Nessuno di noi aveva esperienza di guerriglia, a noi si aggiunse successivamente Alfredo Locci un antifascista con una certa esperienza politica. Decidemmo di organizzarci insieme e occupammo una casa diroccata in 13-14 persone. In seguito un soldato siciliano ci informo che nel distaccamento militare del reparto fumogeni, abbandonato dai soldati in fuga dopo l’armistizio, si trovavano delle armi (moschetti 91/38 e due mitragliatori). Con il tram dopo aver preso le armi andammo ad Arrone, verso la montagna e lì rimanemmo per una settimana in una casa diroccata.
Nel frattempo venimmo contattati da Pascucci Dazio che ci chiese di partecipare ad un incontro con Pasquale Filipponi e Bartolini Dante.
Il 15 settembre 1943, si spostarono i giovani partigiani della prima postazione Partigiana Umbra che si chiamò "Rocca Rossa". Ad essa si unì un albanese, Pietro, militarmente più esperto di noi e con il quale facemmo un po’ di esercitazioni. Il 21 settembre decidemmo di fare il primo sbarramento stradale tra Labro e Leonessa con due postazioni.
Arrivò una motocarrozzetta a bordo c’erano un ufficiale tedesco e due donne sfollate.
Il mitragliere partigiano si bloccò immediatamente perché non voleva uccidere le donne, tuttavia chiuse gli occhi e apri il fuoco ferendo il tedesco che abbandonato il mezzo riuscì a dileguarsi nel bosco. Dopo aver preso mappe e documenti incendiammo il mezzo e lasciammo andare le donne verso Leonessa.

Il problema più grande che avevamo era come alimentarci.
Un coltivatore ci informò che in quella zona c’era un gerarca fascista che si "stava preparando per la guerra" accumulando molte scorte alimentari. Decidemmo di agire: due di noi vestiti da soldati dell’aereonautica tedesca si presentarono a casa sua per "requisire" le scorte: grano, prosciutti, marmellate che furono trasportati da muli dateci in prestito ( coperto da un finto furto) da un contadino del posto. Ma gli alimenti non durarono molto perché il giorno successivo ci fù la fuga dal carcere di Spoleto di detenuti italiani e slavi e ci raggiunsero molti uomini affamati.

A questa prima brigata si unirono i partigiani di Piediluco e Marmore, nacque così la Brigata Gramsci che nel periodo massimo raggiunse 1000 uomini. La brigata Gramsci liberò il territorio che va da Arrone a Leonessa, fino a Cascia.
Nonostante quegli anni furono molto importanti per la nascita della democrazia in Italia non c’è molta letteratura sulle vicende che abbiamo vissuto e a volte quel periodo storico viene raccontato senza tenere conto della verità del contesto dell'epoca come nel caso di Vincenzo Pirro, insegnante di liceo a Terni il quale ha scritto due testi storici “Dalla Guerra alla Resistenza” e “L’Umbria e la ricostruzione” basandosi solo su notizie raccolte dai verbali della Prefettura della RSI. E’ chiaro che le Prefetture, all’epoca nelle mani dei fascisti non possono documentare la verità storica di quel periodo"

5-Ci furono contrasti dopo la liberazione nei mesi del '44 tra vari settori della resistenza? Se si da cosa nascevano? Un episodio come quello dell'arresto e dell'internamento di Alfredo Filipponi -comandante della brigata Gramsci e segretario della federazione provinciale del PCI ed esponente del ClN Provinciale- si situa all'interno di questi scontri o contrasti fra le componenti politiche ?


C.T. : Alfredo Filipponi fù arrestato dagli inglesi e tenuto in un campo di concentramento insieme ai fascisti. Pubblicò un libro “Il Diario” che racconta la vita e le azioni della Brigata Gramsci, ma non credo che il suo arresto fosse dovuto a contrasti interni alle diverse componenti della resistenza."


6-Secondo lei ad un radicale cambiamento di regime politico seguì un altrettanto radicale rinnovamento degli apparati statali e politico-sociali, cioè un vero processo di "defascistizzazione" della società italiana, oppure attraverso le maglie dell'amnistia e indulto del 22 giugno '46 questo processo fu interrotto consentendo ad un gran numero di alti gradi militari, magistrati, funzionari di polizia, giornalisti, docenti universitari, fucilatori, spie, aguzzini e collaborazionisti della Repubblica Sociale Italiana di “riciclarsi" impunemente nelle istituzioni e nei partiti della neonata Repubblica ?

C.T. : "Dopo la liberazione ci fù in Italia un abuso delle leggi di amnistia. Tutti i fascisti furono liberati e tornarono a ricoprire i ruoli che avevano prima. Ai partigiani veniva negata la possibilità per inserirsi nei posti di una certa importanza. Ad esempio nelle fabbriche ai partigiani venivano assegnati i ruoli di sorveglianti con obbligo del porto d'armi che naturalmente le questure non rinnovano o non concedevano, così, ovviamente questi posti tornavano ai fascisti. La tendenza generale era quella di riabilitare i fascisti a scapito dei partigiani."

7-Oggi assistiamo ad una martellante campagna mediatica che ridimensiona il carattere totalitario del fascismo italiano e delegittima il ruolo dell'antifascismo. Non solo la storiografia revisionista, ma anche divulgatori improvvisati, giornalisti interessati , politici "fraintesi", tendono attraverso l'uso strumentale della "pacificazione" a minimizzare i crimini del fascismo, a rivalutare il fascismo in sede politica/sociale/storiografica. Lei che ne pensa?
Quali sono secondo lei le cause della diffusione del revisionismo storico, che ovviamente senza una potente proiezione sui media non sarebbe possibile, che vuole trasformare gli antifascisti da oppressi che si erano ribellati ai propri oppressori in "terroristi", "eversori", "fuorilegge"-si pensi alle Foibe-a Schio ecc?


C.T. : "Al congresso nazionale ANPI sono intervenuto a proposito delle dichiarazioni dell’Onorevole Violante il quale in qualche modo giustificava i “giovani repubblichini” mettendoli quasi al pari dei resistenti al fascismo.

8-Uno degli aspetti più ripresi e rivalutati dal revisionismo storiografico è il corporativismo. Crede che questa ripresa del corporativismo, questa riconsiderazione del corporativismo sia da addebitare nel quadro di un economia globalizzata, all'esigenza di contenere le spinte economiche, politiche, civili dei lavoratori e degli strati popolari all'interno degli interessi delle classi medio-alte, inoltre all’esigenza di un capitalismo che con crescenti difficoltà a competere sui mercati internazionali ha ormai esaurito i margini per una mediazione democratica del conflitto sociale?


C.T. : "Nel ’34 e ’35 il Partito Comunista dette indicazioni di penetrare all’interno delle corporazioni fasciste per sollecitare le proteste dei lavoratori. Ma non si ottennero molti risultati perché le direttive che regolavano i rapporti di lavoro erano centralizzate; ad esempio le paghe e gli aumenti venivano decisi a Roma quindi a livello sindacale, nel locale si poteva fare ben poco. Non esisteva una reale "contrattazione". I responsabili locali delle corporazioni furono tra i primi ad essere presi di mira dalle azioni degli antifascisti ternani.

Vorrei ricordare l’importanza notevole che nell’attività partigiana ebbero le brigate slave formate da soldati che dalla Jugoslavia erano stati deportati in Italia. Alla Brigata Gramsci aderirono due battaglioni slavi il “Tito1” e il “Tito2”."

9- La posta in gioco non e' evidentemente la "re-interpretazione " di determinati fatti storici, ma la demolizione sistematica di tutta la tradizione rivoluzionaria, democratica del '900, la ri-costruzione di un consenso intorno alle politiche neoautoritarie, antiproletarie delle forze sociali oggi al potere...

C.T. : "Per quanto riguarda il processo di revisione, penso che in Italia oggi c’è un’ampia unità antifascista ma solo a parole. In realtà su certi argomenti c’è poca decisione e poca pressione. Le classi sociali, dalle quali all’epoca nacque il fascismo, non si sono estinte e oggi fanno di tutto per far dimenticare questo periodo storico. È necessario essere più uniti e decisi contro il fascismo.
Ad esempio a Calvi molti pensavano che l’eccidio sofferto fosse un caso isolato, senza collegarlo con l’attività di rappresaglia generale dei nazifascisti.

10-Secondo lei il Fascismo e' ancora una categoria politica attuale e moderna? Che cosa rappresenta per lei l'antifascismo oggi?


C.T. : "Per quanto riguarda le forme attuali di fascismo, il fascismo storico non e' attuale, ma “La Lega” presenta molte caratteristiche che ricordano il partito fascista. C’è da ricordare che la marcia su Roma è partita dall’Umbria( da Perugia) e dall’Emilia (gli agrari), l’opposizione non è unita come sarebbe opportuno e le sue decisioni favoriscono le classi che dettero origine al fascismo così che la classe lavoratrice che si è vista togliere molti diritti conquistati con dure lotte. Ad esempio le acciaierie di Terni prima della privatizzazione erano dell’IRI, poi sono state vendute alle multinazionali durante il processo di privatizzazione iniziato dal governo di centro sinistra. Io ho partecipato allo scorso sciopero sindacale contro la riforma delle pensioni non solo per salvaguardare la mia pensione, ma soprattutto per ragioni politiche e perché oggi...al governo ci ritroviamo le stesse classi dirigenti che in passato ci hanno regalato il regime fascista. Adesso dovremmo batterci perché la sinistra cacci via il governo Berlusconi, che rappresenta chi in passato ha finanziato il fascismo, con la speranza che l’attuale opposizione, poi, non faccia gli stessi errori di un tempo."

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