Venerdi 30 aprile e sabato 1 maggio 2004
il csoa Forte Prenestino festeggia
18 anni di occupazione - 21° festa del Non Lavoro
Bambini demolitori che architettano sogni
C'era una volta un
mondo grigio di muri gabbie e scatole chiuse, un mondo di merci e di loro schiavi.
L'unico colore in quel pianeta erano le etichette delle confezioni delle merci
e il sangue che scorreva per il loro possesso.
Grigi gli automi che abitavano il pianeta, ipnotizzati dalla ripetizione dei
gesti del lavoro e dallo strepitio del tubo catodico, giocattoli arrugginiti
schiacciati dalle brutture del neoliberismo e dai feroci rapporti di forza che
regolavano il mondo grigio.
Nel mondo di cemento non c'è posto per i bambini in carne ed ossa pieni
di sangue ed emozioni, confinati nell'angusto parco giochi recintato da filo
spinato, e vuoto: l'unico gioco permesso è quello della guerra (e il
gioco della sottomissione e dello sfruttamento).
Ma nel mondo grigio un giorno qualcosa è cambiato: i bambini demolitori
che architettano sogni si sono messi in viaggio. Vogliono distruggere le scatole
che li ingabbiano, a partire da quelle che i padroni dei giocattoli hanno messo
nella loro testa, decodificarne il codice e smontarne il senso.
I bambini demolitori (alcuni provengono da una lunga storia di ribelli, altri,
a dire il vero hanno anche una certa età) attraversano il mondo in un
vecchio forte che era stato abbandonato: sanno che non si può vivere
sempre nella propria scatola né custodirla gelosamente a colpi di fucile
giocattolo; e ne aprono le porte.
Il vecchio forte, un tempo usato per giocare alla guerra, è ora attraversato
da mille identità diverse, che percorrono l'immaginario, che quando ripartono
portano con sé un suo pezzo, e in cambio, lo segnano con le tracce del
loro percorso.
Nel suo viaggio la tribù nomade di bambini demolitori che architettano
sogni, con i rottami che semina inventa nuovi giochi con cui nutrire la propria
mente; con briciole tecnologiche architetta porte da aprire su nuove realtà
possibili, cabla il suo corpo, che i padroni dei giocattoli volevano inscatolato
e muto, e inventa percorsi e linguaggi per connettersi con la nuova realtà
che ha scoperto: come maglie di una rete immensa, migliaia di tribù di
bambini che architettano sogni percorrono il pianeta, sotto il fuoco spietato
dei padroni dei giocattoli; riconoscendosi, intrecciano i loro destini, contaminano
i loro percorsi, stringono le maglie della rete, ritrovandosi ogni tanto in
confusissimi appuntamenti mondiali.
Arrivano dai villaggi indios del chiapas, occupano terre in brasile, boicottano
gli OGM in india, hanno sconfitto l'apartheid in sudafrica, salgono su alberi
secolari in australia per difenderli, sfileranno in decine di migliaia il primo
maggio a milano nella mayday parade per rivendicare reddito per tutte e per
tutti.
Passano diciotto anni, forse si diventa maggiorenni, e i pugni nello stomaco
segnano il cammino della crew nomade: a genova i proiettili in faccia, nel tempo
i sogni che si infrangono, i progetti che si sgretolano contro muri altissimi,
alcuni giocattoli autoprodotti finiscono in pezzi, tanti bambini se ne vanno
seguendo le loro strade, qualcuno perde la testa, qualcun altro si incammina
verso le stelle, in equilibrio sul filo del dolore e del desiderio.
Eppure, anche con questo, la crew nomade dei bambini demolitori programma un
suo codice, acquista consapevolezza dei propri limiti, resiste agli attacchi
e non svende il suo sogno: i sogni non possono diventare merce.
Qualcuno si moltiplica, qualcuno mette in gioco a fatica gli ultimi neuroni
attivi, qualcun altro sperimenta nuovi giochi con nuove generazioni di bambini
incoscienti.
C'era una volta un mondo grigio di muri gabbie e scatole chiuse, un mondo di
merci e di loro schiavi. Questo mondo esiste ancora, per alcuni aspetti è
anche peggiorato: alcune scatole sono più difficili da smontare e i robot-giocattolo
sono più violenti e inaciditi.
Non sappiamo se riusciremo a demolire tutte le gabbie, ma proveremo ancora
a gettare scompiglio nel parco giochi, anche coltivando e fumando erbette divertenti
contro chi vorrebbe imporre il proibizionismo nel grigio mondo dei giocattoli.
Continueremo il nostro viaggio condividendo percorsi e progetti con le altre
tribù di bambini demolitori, disertando ancora e sempre le guerre dei
padroni del mondo grigio e cercando di colpire alle fondamenta le carceri, i
manicomi, le caserme, la schiavitù del lavoro e tutte le altre scatole
chiuse in cui ci vogliono richiudere, aperti a nuovi sogni e ad altri bambini
demolitori con cui costruire nuovi giochi e architettare nuovi mondi
buon diciottesimo compleanno a tutt*
contro chi la guerra ce l'ha dentro...DISERZIONE!!!
Tribù nomade dei bambini demolitori che architettano sogni
Centro sociale occupato autogestito - Forte Prenestino
Roma, maggio 2004
www.forteprenestino.net
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