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Mayday 004: Tutti insieme in marcia a tempo determinato
by dal manifesto Saturday, May. 01, 2004 at 8:10 PM mail:

«MayDay 2004», da Parigi alle mobilitazioni degli autoferrotranvieri. Immagini e racconti sulla precarietà.

La sua prima apparizione ha ormai il sapore della leggenda. Alcuni ritengono che si è manifestato all'ingresso di un supermercato; altri di fronte a un McDonald's. Infine, c'è chi è pronto a scommettere una mano sul fuoco che «San Precario» ha parlato per la prima volta in pubblico su un autobus chiedendo ai suoi compagni di viaggio di non pagare il biglietto, perché è giusto che ai lavoratori saltuari o intermittenti o a tempo determinato quest'obolo deve essere risparmiato. Ma per alimentare ulteriormente la sua leggenda, su Internet corre voce che un discorso simile San Precario lo ha fatto anche in quel supermercato dove sarebbe apparso la prima volta: questo volta, però, invitava le persone in coda alle casse di ridurre unilateralmente di un buon 15 per cento il conto finale. La figura di «San Precario» è diventata così il logo delle mobilitazioni portate avanti da lavoratori precari che si riconoscono in collettivi, riviste, sindacati di base che da tre anni a questa parte chiamano a raccolta il primo maggio a Milano il numeroso esercito degli «atipici». Il primo anno, l'incontro, chiamato MayDay, che ha le caratteristiche ibride del tradizionale corteo e della street-parade, ha meravigliato in primo luogo gli organizzatori. Si aspettavano poche migliaia di persone e invece erano dieci-venti mila. Stesso discorso lo scorso anno: non dieci-venti mila, bensì il doppio. E oggi a Milano i più cauti prevedono la stessa partecipazione dello scorso anno, anche se San Precario ha giurato che scommettere su centomila presenze è una previsione realistica.

La moltiplicazione delle presenze ha però un doppio significato. Da una parte, la maggiore consapevolezza che gran parte delle nuove entrate nel mercato del lavoro sono caratterizzate da contratti di lavoro a tempo determinato e che questa «regola» di comprimere salari, diritti e allungare orari e elevare al quadrato la sudditanza dei lavoratori e delle lavoratrici alle decisioni dell'impresa non vale solo per i giovani, ma per tutti, come insegnano le mobilitazioni di questi giorni alla Fiat di Melfi.

E tuttavia la precarietà è una condizione difficile da raccontare, perché presuppone solitudine e un rapporto «individualizzato» con l'impresa. Rompere la gabbia della solitudine è quindi il primo, necessario passo per creare le condizioni che alcuni diritti sociali valgano anche per i «tempo determinato». E così la comunicazione assume una importanza centrale nelle mobilitazioni dei lavoratori precari. E' così che è nato il dvd MayDay 2004, prodotto da un gruppo di mediattivisti e distribuito con la rivista Carta questa settimana.

Un dvd «corale», che racconta battaglie vinte e invita a pensarne di altre. Il modello attraverso il quale si possono mettere in piedi vertenze e mobilitazioni che accompagna le oltre due ore di immagini e videointerviste viene dalla Francia, più precisamente dagli «intermittenti dello spettacolo» che da oltre un anno hanno ingaggiato un braccio di ferro con il governo francese che vuole cancellare i già tenuti diritti acquisiti. Con intelligenza, hanno pensato che per coinvolgere tutti i lavoratori dello spettacolo bisognava valorizzare tutte le differenze e le diversità nelle condizioni di lavoro. E di lasciare spazio a tutti quelli che erano interessati a migliorare le condizioni di lavoro.

E questo non vale solo per gli «intermittenti» dello spettacolo, ma anche per i commessi di MacDonald's, quei chainworkers che se provano a formare un sindacato per chiedere le solite cose (più soldi e più libertà) hanno sempre la solita risposta: licenziamenti. E questo non avviene solo in Francia, ma anche in Italia e non riguarda solo McDonald's, ma tutti i McJobs o le mobilitazione degli autoferrotranvieri dei mesi scorsi.

Così scorrono le immagini delle mobilitazioni italiane, a Milano come a Roma, a Bologna come a Venezia. Sono dipendenti dell'Istat o giovani ricercatori, Pony Express o interinali qualunque. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti - analisi, racconti, abbozzi di inchiesta metropolitana - per comprendere qualcosa in più di quello che è accaduto nel mercato del lavoro. Niente male.

Il dvd è distribuito assieme a Carta. Ma se non riuscite a trovarlo, usate il passaparola e duplicatelo più che potete. Perché il desiderio di essere liberi dal regno della necessità non può essere fermato da stupide leggi, come quella sul copyright.


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