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Un momento per la verità
by Dave Hunt Thursday, May. 06, 2004 at 6:07 AM mail:

Il punto di vista di un israeliano che vede accerchiata da soli nemici la sua terra. Ora mettiamo il caso che un giorno la Lombardia venga accerchiata da francesi, tedeschi, svizzeri, austriaci, sloveni,spagnolo, emiliani, marchigiani ecc i quali tutti allo stesso modo hanno quale obiettivo la distruzione della Regione Lombardia. Secondo voi i lombardi ( vale per tutte le regioni il discorso) se ne stanno seduti davanti ai loro condomini ad aspettare di essere ammazzati oppure ipotesi più plausibile si armano per difendersi? Altra ipotesi: ad un certo punto il comune in cui abitate viene accerchiato da una coalizione di comuni limitroifi e non che vogliono distruggere il vostro paese la vostra gente saccheggiare e bruciare le vostre case voi cosa fareste? Questi esempi possono essere banali ma illustrano chiaramente quale sia la situazioen degli israeliani. Ogni popolo al posto degli israeliani farebbe la stessa cosa che fanno gli israeliani per difendersi.


UN MOMENTO PER LA VERITA'


Dave Hunt
traduzione di Giovanni Cappellini

L'11 settembre l'America si è svegliata con le scene terrificanti, trasmesse dalla TV, di aerei di linea che si schiantavano deliberatamente contro le torri del World Trade Center e contro il Pentagono. Incredulità e stupore davano adito ad una domanda: chi sarebbe in grado di pianificare con attenzione ed eseguire efficacemente una tale distruzione e carneficina inumana? Quale causa potrebbe convincere ciecamente individui istruiti ed acculturati a sacrificare le loro proprie vite e le vite di così tanti estranei in questa maniera? Secondo le persone civilizzate questi uomini erano incredibili fanatici. Ma lo erano veramente?

E' lecito chiamare il leader spirituale di un'intera nazione "fanatico", un uomo universalmente riconosciuto come rappresentante legittimo della propria religione? Chi potrebbe conoscere una religione meglio del leader di quella religione stessa? Tale era l'ayatollah dell'Iran Khomeini quando ha dichiarato: "La gioia più pura e schietta nell'Islam è uccidere ed essere uccisi per Allah". (1) Questo è fanatismo?

Ed è lecito chiamare il fondatore di una delle religioni più importanti del mondo "fanatico"? Maometto, che con i suoi seguaci ne ha trucidati a migliaia per istituire e diffondere l'Islam, ha detto dei musulmani: "Se qualcuno abbandona la fede, uccidilo... (2) Ho ricevuto l'ordine da Allah di combattere con le persone finché esse non proclamano che non c'è Dio fuori di Allah e che Maometto è il suo profeta." (3) Maometto era un fanatico? Sono fanatici quelli che oggi gli obbediscono alla lettera riguardo alla pena di morte nei confronti di altri musulmani (come in Afghanistan, negli Emirati Arabi, in Pakistan, nell'Arabia Saudita e nel Sudan) che per scrupolo di coscienza si convertono ad un'altra religione?

Abbiamo bisogno di una nuova definizione di fanatico?

C'è una qualche ipocrisia nel nuovo sdegno con il quale l'America ed il mondo adesso vedono il terrorismo. L'uomo più sanguinario della storia, l'uomo più malvagio, nonché terrorista di successo, Yasser Arafat, ha ricevuto il premio Nobel per la pace ed è stato accettato come statista mondiale. Arafat è la prova, per chi vorrà imitarlo, che il terrorismo paga bene. Le Nazioni Unite, l'Unione Europea ed innumerevoli leader politici e religiosi mondiali lo hanno appoggiato nel suo terrorismo contro Israele. Arafat e la sua OLP possiedono il record di dirottamento più grande (quattro aerei in una singola operazione, è stato appena eguagliato), il più grande numero persone tenute in ostaggio in una sola volta (300), il più grande numero di persone colpite da arma da fuoco in un aeroporto, il più grande riscatto mai ottenuto (5 milioni di dollari pagati dalla Lufthansa), il più grande assortimento di obiettivi (40 aerei civili carichi di passeggeri, 5 barche con passeggeri, 30 ambasciate o ministeri diplomatici più innumerevoli depositi di carburante, fabbriche, ecc...) (4). Invece di un processo presso un tribunale internazionale come per i capi nazisti e serbi, gli exploit sanguinari di Arafat gli hanno procurato la riconoscenza come leader per la pace!

Nel suo breve discorso alla nazione, quello della mattina del 12, il presidente Bush ha dichiarato che gli attacchi su New York e Washington sono stati "atti di guerra". Per meglio dire, sono stati atti di "jihad" (guerra santa). Ha detto che "la libertà e la democrazia erano state attaccate [ma] noi non permetteremo che questo nemico vinca la guerra grazie alla [...] restrizione delle nostre libertà." E' una semplice coincidenza il fatto che le libertà di parola, di religione, di stampa nonché di voto e di coscienza, che consideriamo così care in America, siano soppresse in ogni paese musulmano?

Chi accetta di rilevare l'evidente legame tra questa dichiarazione di guerra contro l'America e la dichiarazione di guerra contro il mondo intero fatta da Maometto nel settimo secolo, una dichiarazione che da quel momento in poi è parte dell'Islam? Fin dall'inizio la jihad è stata condotta dai guerrieri islamici per diffondere questa religione di violenza ed odio. L'Islam non cambia.Quando le masse islamiche insorgono, immancabilmente cantano nel loro "fanatismo": "Allah è grande! Allah è grande!"

In seguito a questo terribile atto di "guerra santa", il nostro presidente ed i leader del congresso hanno fatto riferimento a Dio varie volte ed hanno invocato la Sua benedizione per rintracciare i responsabili di quest'azione infame. Il Dio della Bibbia al quale si sono riferiti non è Allah, il Dio dell'Islam, servito fedelmente dai terroristi, che hanno compiuto l'attacco, in maniera così fedele! Possiamo essere certi che i dirottatori non fossero Israeliani o cristiani evangelici. Giammai! Il fatto è, semplice ma orribile, che solo la religione islamica può fornire le motivazioni per ciò che essi hanno fatto. Perché i musulmani sono in gran parte responsabili del terrorismo nel mondo d'oggi. C'è una ragione definitiva e fondamentale.

Sarebbe estremamente ingenuo immaginare che i terroristi che vogliono farsi esplodere in Israele o far schiantare un aereo con la perdita delle proprie vite e di quelle degli altri lo fanno per una causa encomiabile ed umanitaria. Il coraggio viene in maniera estrema da un'unica dottrina dell'Islam. Abu-Bakr, il primo califfo a succedere a Maometto (ed uno dei pochi ai quali Maometto promise il paradiso senza martirio), ha dichiarato che se anche lui avesse avuto un piede già in paradiso non avrebbe potuto essere sicuro del beneplacito definitivo di Allah. Il solo modo di per assicurarsi sicuramente il paradiso è sacrificare la propria vita nella jihad. Certo, il suicidio è vietato come uccisione di sé stessi. Ma sacrificare la propria vita per uccidere gli infedeli procura la massima ricompensa.

E qual è la ricompensa che il paradiso dà al martire della jihad? La promessa di un palazzo di perle nel quale ci sono 70 residenze; all'interno di ogni residenza ci sono 70 dimore ed in ogni dimora un letto nel quale ci sono 70 lenzuola ed in ogni lenzuolo una splendida vergine. Il martire ha la certezza che avrà l'appettito e la forza di 100 uomini per il cibo ed il sesso. Questo è il sogno fantastico che viene inculcato ai ragazzi musulmani fin dalla loro prima infanzia. Questa sola motivazione dà loro un coraggio smisurato ed una determinazione sufficienti per addestrarsi e per eseguire atti terroristici nei quali sacrificano le loro vite per arrecare morte e distruzione ai "nemici di Allah".

L'America è stata chiamata "il Grande Diavolo" dai leader musulmani dei vari paesi del mondo. Perciò l'attacco all'America è stato un attacco da parte di Allah contro il suo principale nemico. I palestinesi hanno ballato per le strade per celebrare la distruzione in America, gridando vittoria ad Allah. Il giorno prima dell'attacco la CNN ha mostrato immagini di bambini di una scuola elementare della West Bank che, come d'abitudine, cantavano morte ad Israele. Solo l'indottrinamento dell'Islam rende possibili tali incredibili scene ed il terrorismo che esse celebrano.

Benché le persone di buona volontà naturalmente esiteranno ad iniziare a dare la colpa ad una delle più grandi religioni del mondo, non possiamo più permetterci certi sentimentalismi. Eppure Bush in precedenza ha considerato l'Islam come una religione che ama la pace.

I devastanti atti di guerra compiuti dai terroristi islamici contro gli Stati Uniti sono stati accolti da affermazioni ingenue da leader di stati, che ci invitano, in buona fede, a distinguere fra il terrorismo messo all'opera da gruppi di estremisti e fra lo stesso Islam, che è pacifico. Tuttavia ci sono più di cento versi del Corano a favore dell'uso della violenza per diffondere l'Islam. Nel Corano, Allah comanda ai musulmani: "Non sceglietevi per alleati i giudei e i nazareni [cristiani]...uccidete questi idolatri [non musulmani] ovunque li incontriate...combattete coloro che non credono in Allah..." (Surah 5:51; 9:5,29,41, ecc..). Benché la maggior parte dei musulmani sarebbe riluttante ad obbedire a certi comandamenti, questo è l'Islam ufficiale ed esso non può essere cambiato, a meno di ammettere che Maometto fosse un falso profeta ed un assassino.

Parecchi anni fa Steven Emerson produsse per la PBS un ottimo filmato intitolato "Jihad In America". Le sue cineprese andarono direttamente dentro dei gruppi associati con le moschee qui in America nei quali dei giovani entusiasti erano arruolati per la Jihad contro gli Stati Uniti. I capi musulmani erano ripresi mentre parlavano di come mettere l'America in ginocchio attraverso il terrorismo e mentre facevano affermazioni a sangue freddo come la seguente di Fayiz Azzam, detta a Brooklyn nel 1989: "Il sangue deve scorrere, ci devono essere vedove, orfani; mani ed arti devono essere amputati ed il sangue e gli arti devono essere diffusi ovunque affinché la religione di Allah possa reggersi sulle sue gambe!" Sì, la religione di Allah è la motivazione!

Nel Kansas, anno 1988, un'altro capo che reclutava sacri guerrieri islamici contro gli Stati Uniti esultava in questa maniera: "Oh fratelli! Dopo l'Afghanistan [dove i "liberi combattenti" musulmani, aiutati dalla CIA, avevano cacciato i sovietici ed instaurato il brutale regime talebano] niente è più impossibile per noi! Non ci sono superpotenze o minipotenze. Non importa se la nostra potenza viene dal credo religioso!" Sì, il credo religioso, il particolare credo dell'Islam, è la sola motivazione capace di ispirare questo "fanatismo".

All'inizio del video, Emerson, che aveva seguito le tracce del terrorismo internazionale per i dieci anni precedenti, riferiva su ciò che lui ha chiamato "rete degli estremisti islamici" negli Stati Uniti. Emerson ammoniva con forza che "per questi guerriglieri la jihad è una guerra santa, una lotta armata per sconfiggere i non credenti, o infedeli, e che il loro scopo ultimo è stabilire un impero [mondiale] islamico". Ciò nonostante, ha fatto marcia indietro, affermando, in maniera incredibile che "l'Islam come religione non condona la violenza; solo i radicali ne rappresentano una frangia estremista è violenta..." Questo è semplicemente non vero. Certi uomini non diventano terroristi perché sono arabi o estremisti, ma perché sono musulmani devoti. Chi si fronteggerà con questo dato di fatto evidente?

L'astio nei confronti di Israele e l'invito a distruggere l'America per il supporto che gli fornisce erano altri temi basilari dei terroristi visti nel documentario. Un altro capo musulmano negli Stati Uniti dichiara che la collina del Campidoglio di Washington è un "territorio occupato dai sionisti", che gli ebrei controllano il congresso e che gli Stati Uniti meritano ciò che accade perché aiutano Israele. Riguardo ai "santi guerrieri islamici", nominati varie volte, il filmato documentava nella maniera più chiara possibile che l'Islam è la forza guida dietro al terrorismo. Sorprendentemente, però, il narratore e gli esperti del controterrorismo intervistati dichiaravano che non bisognava dare la colpa all'Islam, ma solo al "fanatismo" di certi individui. Per esempio, Paul Bremer, in precedenza ambasciatore a disposizione del controterrorismo al Dipartimento di Stato, disse che "è importante fare una distinzione... la maggioranza dei musulmani e degli arabi è per la pace."

E' vero che la larga maggioranza dei musulmani è per la pace e protesterebbero a tal punto da opporsi al terrorismo. Siamo d'accordo con loro. In tutti i casi, essi non dovrebbero chiedersi perché seguono una religione fondata sulla violenza e diffusa, fin dal principio, assieme alla spada? Sotto la guida di Maometto, nel settimo secolo, migliaia di arabi (nonché ebrei e cristiani) nella penisola araba sono stati uccisi dai "sacri guerrieri", la forza dell'Islam, per imporre questa religione nel mondo arabo. In seguito alla morte di Maometto, in tantissimi hanno abbandonato l'Islam, pensando di essere liberi. All'improvviso, migliaia di arabi furono massacrati nelle guerre dell'apostasia, che hanno obbligato l'Arabia a tornare sotto Allah. Partendo da questa base, l'Islam è stato diffuso ovunque assieme alla spada.

Alla radio ed alla TV, durante quel martedì nero che non riusciremo mai a dimenticare, abbiamo sentito ripetere da uomini di governo in buona fede che dobbiamo stare attenti a non incolpare l'Islam per ciò che hanno fatto pochi fanatici. Tuttavia, gli atti terroristici sono in diretta obbedienza a Maometto, al Corano, ad Allah ed all'Islam. Mentre i musulmani di nome (ma non di fatto) respingono l'idea, tutti gli studenti islamici sono d'accordo sul fatto che usare la violenza, ogniqualvolta sia possibile, per diffondere l'Islam, fino a che esso non ha conquistato il mondo, sia il dovere di ogni musulmano. Abbiamo bisogno di farci queste semplici domande: non è il tentativo di imporre l'Islam la causa di crudeli assoggettamenti, torture e massacri di milioni di persone nel Sudan meridionale? Non è l'Islam la forza che guida le uccisioni e le sommosse distruttive nei confronti dei cristiani in Nigeria, Indonesia, Pakistan ed altrove? Non è il rafforzamento delle leggi islamiche che elimina ogni diritto civile a coloro che in Afghanistan subiscono il governo dei talebani? Cos'è se non l'Islam ciò che unisce l'altrimenti diviso mondo arabo in un odio implacabile ed irragionevole nei confronti di Israele? Nessuna mappa araba al mondo ammette l'esistenza di Israele. E' solo la pretesa islamica che vuole Ismaele, e non Isacco, come figlio della promessa e che vuole far appartenere la terrasanta ai musulmani a unire gli arabi nella "fanatica" determinazione a distruggere gli ebrei.

C'è una naturale riluttanza ad accettare qualsiasi affermazione che sembra essere un attacco dettato da pregiudizi nei confronti di una religione a dimensione mondiale. E' la paura di tale pregiudizio che impedisce al mondo di guardare in faccia alla realtà. Ma è un pregiudizio affermare delle cose evidenti? No, non lo è -- ma è difficile ammettere che l'Islam stesso è una religione violenta, e coloro che lo praticano non sono estremisti o fanatici nel comune senso di queste parole, ma onesti discepoli di Maometto.

Il mondo è stato dalla parte dell'Islam nell'ingiusta rivendicazione della terra d'Israele, la quale viene oggi chiamata in maniera non appropriata "Palestina". Questa terra promessa, data ad Israele dal Dio della Bibbia, è stata ininterrottamente occupata dagli ebrei negli ultimi 3000 anni, e questo è stato l'unico popolo ad aver fatto così. In riconoscimento a questo innegabile fatto storico, tutta la "Palestina" stava per essere data agli ebrei come territorio nazionale in base ad un decreto della Società delle Nazioni risalente al 1917. Ma gli ebrei furono decisamente traditi dall'amministrazione britannica di quel mandato (e la fine dell'impero britannico può essere datata a quel tradimento); la terra fu spartita fra Giordania, Siria, Libano, ecc... Adesso Israele viene accusato di "occupare" una terra che effettivamente è loro da 3000 anni. I "palestinesi", ultimi arrivati, sono sostenuti dal mondo nella menzogna che li vuole come i veri proprietari di questa terra. Il risultato è che il terrorismo non viene più attuato solo contro Israele, ma adesso, visti gli ultimi atti, anche nei confronti degli Stati Uniti per fare pressione e costringere Israele ad abbandonare una terra che gli appartiene di diritto e per diffondere l'Islam nel mondo.

Siamo arrivati ad un momento cruciale: la verità potrebbe trionfare se il mondo accettasse che i terroristi non sono "fanatici" ma Musulmani fondamentalisti e devoti che seguono la loro religione in maniera sincera. Quest'ammissione potrebbe arrecare nuove simpatie ai musulmani di ogni nazionalità intrappolati in questo sistema in maniera tragica. La verità potrebbe mettere in imbarazzo le nazioni musulmane e squarciare le cortine islamiche, permettendo la libertà di varcare i confini di queste nazioni. Potrebbe essere una giornata di aperta evangelizzazione per il mondo, nella quale sarebbe l'amore e la ragione, e non la forza, a permettere ad ogni persona di determinare la fede che essa abbraccerà col cuore.

Preghiamo per questo
TBC - http://www.thebereancall.org

1 David Lamb, The Arabs: Journey Beyond the Mirage (Vintage Books, 1988),
287; David Reed, "The Unholy War Between Iran and Iraq" (Readers Digest, August
1984), 389.

2 Quoted on authority of Ibn 'Abbas in Sahih of al-Bukhari (Part 9),
19. Attested by numerous Islamic scholars.

3 Op. cit. (Part 1), 13. 4 John Laffin, The PLO Connections (Transworld, 1982), 18.

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