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[Milano] Dax, tutti condannati
by dal manifesto Saturday, May. 15, 2004 at 11:22 AM mail:

20 anni ai due fascisti che accoltellarono il giovane militante del centro sociale Orso.

Federico Morbi, 30 anni, ieri è stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione per avere ucciso a coltellate Davide Cesare, un ragazzo di 27 anni che frequentava il centro sociale Orso di Milano. Gli amici lo chiamavano Dax, era sempre in prima fila quando si trattava di dare una mano alle famiglie sfrattate. Il giudice per l'udienza preliminare, Cesare Tacconi, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha condannato anche Giorgio Morbi, 54 anni, il padre di Federico: 3 anni e 4 mesi per aver tentato di uccidere Antonino Alesi, l'amico di Dax che quella notte fu raggiunto da otto coltellate. Qualche mese fa, il fratello di Federico, Mattia, che era minorenne all'epoca dell'aggressione, è stato condannato a 3 anni dal Tribunale dei minori per omicidio volontario, con affido ai servizi sociali. Il giudice Tacconi, inoltre, ha anche condannato Federico e Giorgio Morbi a pagare 150 mila euro di risarcimento alla madre di Dax, e 100 mila euro a testa rispettivamente alla compagna di Dax e alla sua bambina, che oggi ha sei anni. Sono pene di poco inferiori a quelle richieste dal pm Nicola Piotti, 18 anni per il figlio per omicidio volontario e 5 per il padre per tentato omicidio. Poche ore dopo l'aggressione mortale, la notte tra il 16 e 17 marzo dell'anno scorso, la polizia faticò pochissimo per arrestare gli assassini. I Morbi abitavano in via Brioschi al numero 22, in zona navigli, a pochi passi dal luogo dell'omicidio. In casa, oltre agli indumenti ancora sporchi di sangue, gli inquirenti trovarono ciarpame nazifascista, un busto del duce e un rottweiler di nome Rommel. Erano facce piuttosto note nel quartiere, balordi attaccabrighe con la lama in tasca, fascisti, ma senza appartenere ad organizzazioni politiche di estrema destra. Uno dei tre, pochi giorni prima dell'agguato, aveva litigato con Dax.

I due condannati ieri hanno accolto la sentenza senza dire una parola, è toccato al loro avvocato difensore, Daniela Dawan, lamentarsi perché il giudice non avrebbe tenuto conto delle presunte circostanze attenuanti. «Non esiste il tentato omicidio - ha detto Dawan riferendosi alla condanna del padre - perché non ci sono stati atti diretti idonei a cagionare in modo non equivoco la morte di Alesi» (l'amico di Dax rimasto ferito, ndr).

Secondo l'avvocato, il padre si sarebbe «limitato a tenerlo fermo e a dargli uno schiaffo» e sarebbe intervenuto solo dopo il ferimento.

L'avvocato di parte civile, Mirko Mazzali, non ha alcuna intenzione di entrare nei dettagli processuali. «A noi non interessava la pena - spiega - a noi interessava che le attenuanti chieste dai difensori, cioé quella della provocazione e della legittima difesa, non venissero accolte: e così è stato». E ancora: «Hanno tentato di gettare fango sulla vittima e non ci sono riusciti. Ora, oltre alle scuse della famiglia Morbi, che non sono mai arrivate, aspettiamo i soldi del risarcimento».

Quella notte assurda cha ha sconvolto Milano è rimasta nella memoria di molti anche per quello che è successo dopo, quando Dax era già morto, all'ospedale san Paolo: gli amici accorsi al pronto soccorso, lo sbarramento di carabinieri e polizia, poi le cariche e i pestaggi fin dentro alle corsie dell'ospedale. Tutto documentato - con un filmato che ha messo molto in imbarazzo i vertici della questura milaese - anche grazie alle coraggiose testimonianze del personale medico dell'ospedale milanese, scioccato per le gratuite violenze delle «forze dell'ordine».

L'inchiesta della magistratura si è chiusa con quattro denunce per lesioni e aggressioni a carico degli amici di Dax che sono accorsi all'ospedale per avere sue notizie, ma sono indagati anche cinque agenti fra polizia e carabinieri. Dopo un anno e due mesi, la prima udienza non è ancora stata fissata.




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