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Detenuti siciliani in rivolta I sindacati denunciano il clima di tensione all’interno del carcere di Badu ’e Carros. Un ergastolano sarebbe stato aggredito da un agente di polizia penitenziaria. Ancora problemi di organico: nei giorni scorsi si è dimesso il comandante delle guardie. Detenuti siciliani in rivolta nel carcere di Badu ’e Carros, il comandante delle guardie che si dimette, il personale in perenne agitazione e i livelli di sicurezza ridotti al minino. All’interno del penitenziario nuorese la situazione è sempre esplosiva. Nei giorni scorso un gruppo di reclusi ha scritto una lettera alla direzione della casa circondariale denunciando un presunto pestaggio. Lo stesso documento è stato inviato anche ai giornali. «In data 4 giugno 2004 - si legge - un nostro compagno è stato provocato e aggredito da un brigadiere di polizia penitenziaria. Il nuovo comandante del carcere con un espediente ha fatto uscire dalla cella un nostro compagno e con un agguato, vigliaccamente, lo ha fatto picchiare. A questo punto i detenuti hanno cominciato una serie di proteste affinché il nuovo comandante venga allontanato dall’istituto». Una ventina di detenuti (quasi tutti siciliani) hanno firmato la lettera. Tra loro non ci sono sardi. «Il documento - si legge ancora nella nota - viene firmato solo e volontariamente dai detenuti del continente, ciò per tutelare i compagni locali da una eventuale deportazione in continente». Sull’episodio circola però anche un’altra versione. Le cose sarebbero andate in modo diverso. Il detenuto, un siciliano condannato all’ergastolo per reati di mafia, al termine dell’ora d’aria dopo essersi rifiutato di rientrare in cella avrebbe aggredito poliziotto. Sulla vicende è stata aperta un’inchiesta. Di sicuro si tratta dell’ennesimo segnale negativo dal carcere. Sempre nei giorni scorsi il comandante delle guardie si è dimesso dall’incarico. «É ormai chiaro che la situazione all’interno del penitenziario è sempre più grave - dice Giorgio Mustaro della Cisl Funzione Pubblica - c’è uno stato di sofferenza che interessa non solo i detenuti, ma anche il personale». Il direttore Luigi Magri, arrivato qualche mese fa, divide il suo lavoro tra Badu ’e Carros e il carcere di Viterbo. Tra guardie e impiegati amministrativi secondo i sindacati mancano almeno una trentina dipendenti. «Eppure - spiega Mustaro - secondo l’amministrazione penitenziaria ci sarebbero esuberi. Purtroppo però si assiste a un taglio drastico delle attività e di servizi per i detenuti. Da qualche tempo lo sport è ridotto al minimo. E tutti i servizi in genere. Chiaramente anche i poliziotti, con un problema di organico così grave, non possono garantire buoni livelli di sicurezza». Negli ultimi tempi c’è preoccupazione anche perché Badu ’e Carros ospiterebbe numerosi detenuti particolarmente pericolosi, soprattutto mafiosi e camorristi. Alcuni reclusi hanno scritto numerose lettere ai parlamentari invitandoli a visitare il carcere per denunciare i disagi. «Ormai le lettere stanno uscendo dal penitenziario e superano anche la censura - aggiunge Mustaro - segno che evidentemente c’è l’interesse a far conoscere all’esterno il caso-Badu ’e Carros. In questa situazione particolarmente delicata c’è anche il cambio ai vertici dell’amministrazione penitenziaria. Il provveditore Francesco Massidda è stato trasferito a Bologna, in Sardegna arriva Lello Cesari. Gli avvicendamenti continuano a susseguirsi con una frequenza incredibile. Di questo e di altri problemi si parlerà oggi durante l’incontro dei sindacati unitari e autonomi. Bisogna rilanciare urgentemente la vertenza Badu ’e Carros. Ormai è chiaro: la situazione è esplosiva e c’è la necessità di provvedimenti urgenti per tutelare i detenuti e il personale che lavora in carcere». (f. p.)
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