Nel pomeriggio di domenica 11 luglio la protesta di un gruppo di ragazzi contro il Centro di Permanenza Temporanea – Cpt – Regina Pacis si è trasformata in una caccia all’uomo con un arresto ed una ragazza in ospedale con una gamba fratturata. All’interno del lager per migranti (colpevoli solo di cercare una vita migliore) è seguita una rivolta che è stata brutalmente repressa dalle forze militari presenti nel centro. La lotta contro i Cpt in tutta Italia è iniziata fin dal 2000, anno effettivo della loro istituzione, e vede protagonista un arco largo di forze politiche presenti nel parlamento italiano e l’intero movimento sociale. Questa lotta è necessaria non solo per motivi umanitari, ma anche per contrastare la legge razzista, xenofoba Fini-Bossi che nei Cpt ha il suo caposaldo. Quei ragazzi, che sfidando il caldo afoso, hanno gridato la loro protesta hanno tutta la nostra solidarietà politica, morale e fattuale, anche per la grave ed esagerata repressione subita da parte delle forze dell'Ordine. Ancor più grave è non sapere nulla di ciò che è successo nel Cpt dopo che le forze dell’ “ordine” sono intervenute. I deputati locali del centro-sinistra devono entrare in quel centro per parlare con i migranti, non con i gestori, già sotto processo per violenza. Sono i migranti che devono poter essere garantiti nella loro incolumità fisica, si deve far in modo, nel più breve tempo possibile, che essi possano essere assistiti da legali scelti da loro e non dal collegio legale che difende i gestori. Nelle ultime settimane anche la amministrazione comunale di Melendugno si è espressa contro l’uso di quella struttura a fini carcerari. Ci teniamo a ribadire che però che spostare la struttura fuori dal panorama dei turisti, magari per realizzare un grande albergo, non è la soluzione. Il Cpt Regina Pacis, come tutti gli altri, devono essere chiusi. Dopo il caso della nave Cap Anamur, in cui il nostro paese si è messo al di fuori del diritto internazionale, i Cpt non vanno spostati ma demoliti. I migranti liberati ed integrati ed i nostri giovani non arrestati ma applauditi per il loro coraggio.
Partito della Rifondazione Comunista- federazione Provinciale di Lecce
Lecce, 12.07.04
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