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BOLIVIA post Refrendum: il porblema del pozzo di San Alberto
by di Wednesday, Jul. 21, 2004 at 10:12 AM mail:  

passato il Referendum, restano comunque molte questioni irrisolte sul tema della gestione del Gas

BOLIVIA post Refrend...
san_alberto.jpg, image/jpeg, 266x180

Comunita' di San Alberto, regione del Gran Chaco, a sud del paese,
confine con il Paraguay.
Qui si trova il piu' grande pozzo di Gas della Bolivia, che produce
1.500.000 metri cubici di gas al giorno.
Dal 2000 e' in mano alla multinazionale petrolifera brasiliana PETROLBRAS, che estrae ed esporta il gas per poi industrializzarlo fuori dal paese e commerciarlo a prezzi internazionali, a cui gli stessi boliviani, che ne sono naturali proprietari, sono costretti a ricomprarlo.
Gli abitanti della comunita' di San Alberto hanno intrapreso lo scorso 30 maggio una lunga marcia, percorrendo a piedi 1700km in 40 giorni, fino alla citta' di La Paz, sede del governo legislativo.
I campesinos si sono poi accampati nella piazza principale della citta', in sciopero della fame, per richiedere al governo del presidente Mesa la riacquisizione da parte della comunita' del pozzo e della ricchezza che si trova nel loro territorio e l'annullamemteo del contratto, chiamato di "Rischio Condiviso", che ne garantisce lo sfruttmanto alla PETROLBRAS.
Questo č uno dei 78 contratti che furono stipulati, per altrettanti pozzi, all'interno del processo neoliberale di
"Capitalizacion", opera dell'ex-presiendente Goni Sanchez de
Lozada (cacciato nell'ottobre scorso), come fondamento della tutt'ora vigente Legge sugli idrocarburi.
Grazie alla falsificazione di documenti, le multinazionali, tra cui la PETROLBRAS, si impossessarono dei pozzi, definendoli come "nuovi", ovvero appena scoperti, e pagando al governo solo il 18% delle imposte statali (imposte di cui per altro le comunita' non beneficiano affatto) invece del 50% che avrebbero dovuto versare, trattandosi di pozzi gią esistenti.
Secondo la suddetta legge, le risorse di gas appartengono ai boliviani solo finche' si trovano sotto terra, ma non appena estratte in superficie, diventano proprieta' delle multinazionali per i successivi 40 anni.

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