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(arsENIco) MERSE: TRA RICERCHE E ATTI GIUDIZIARI
by IL CITTADINO OGGI Friday, Jul. 23, 2004 at 12:27 AM mail:

MERSE: TRA RICERCHE E ATTI GIUDIZIARI Prosegue ancora l’inchiesta sull’inquinamento del fiume dal commissariamento alle ultime vicende in tribunale.

IL CITTADINO OGGI martedì 13 luglio 2004 pag. 16

MERSE: TRA RICERCHE E ATTI GIUDIZIARI
Prosegue ancora l’inchiesta sull’inquinamento del fiume dal commissariamento alle ultime vicende in tribunale.

VALDIMERSE
Intanto, pochi giorni prima della pubblicazione della ricerca di Francesco Riccobono, si era giunti alla nomina del Commissario regionale competente per gli interventi di bonifica del Fiume Merse. Nessuno potrà dire certo di possedere una verità assoluta circa le modalità con cui si arrivò a questo avvenimento. Forse la carenza di strutture e risorse degli enti vincolati dall’accordo di programma, forse le difficolta di comunicazione tra gli stessi, forse la proverbiale litigiosità che contraddistingue gli enti locali italiani in genere o forse tutti questi fattori insiame, dettarono la necessità di questa scelta.
Di sicuro sono rimaste soltanto le varie espressioni di fermezza dei rappresentanti di Comuni, Province e Regione, con cui il provvedimento venne sposato dagli enti stessi, adducendo motivazioni di migliore coordinamento delle operazioni di bonifica. L’ex assessore della Provincia di Siena, Alessandro Piccini, in testa.E, probabilmente, le manifestazioni di amarezza di chi ravvisò nel commissariamento lo spreco di un’occasione per gli enti locali, di gestire in proprio un’emergenza ambientale grave – che aveva riscosso tanto slancio nell’estate del 2001 – e rimanere così “motore della propria storia”. Comunque il 7 aprile del 2003, con un decreto del presidente della Regione, Claudio Martini, venne resa ufficiale la nomina del Commissario per gli affari del Merse: a tale carica pervenne l’ingegnere Giovanni Barca, già dirigente responsabile della Regione Toscana in materia di rifiuti e bonifiche.
Un nome che, aldilà delle qualità personali, suscitò le riserve delle associazioni ambientaliste, che ravvisarono un “vizio di forma” nella nomina.
In effetti, negli anni precedenti, lo stesso Barca aveva preso parte alle decisioni del comitato tecnico regionale che aveva dato parere favorevole allo stoccaggio delle ceneri ematitiche all’interno della miniera di Campiano.
Quale primo adempimento formale il commissario avrebbe inviato l’atto di diffida alla società Enichem – nella quale nel frattempo è confluita la Società Mineraria Campiano – in quanto soggetto obbligato ad eseguire gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale.
Evidentemente si riteneva che le istituzioni pubbliche avrebbero dovuto adempiere in modo più efficiente al compito che l’ordinanza n. 40 del Comune di Montieri riservava alla azienda mineraria.
Nel frattempo sull’altro fronte, quello giudiziario, il 6 giugno seguente, il giudice grossetano, Armando Mammone, respinse la richiesta di archiviazione sul caso dell’inquinamento del Merse, inoltrata da parte del Pubblico Ministero, Vincenzo Pedone.
Il magistrato inquirente, pur essendo in possesso di un documento dettagliato della gestione dell’area mineraria, redatto dall’ufficiale di polizia giudiziaria, Sandro Tassoni, motivava la richiesta di archiviazione con il sopraggiungimento della prescrizione dei fatti, in considerazione della avvenuta chiusura degli impianti minerari ad opera della Mineraria Campiano nel lontano 1996 (i reati ambientali si prescrivono in un termine di 4 anni).
Il giudice Mammone invece, individuando la consumazione del reato non nella prima metà degli anni ‘90, invitò il Pubblico Ministero Pedone, a procrastinare l’indagine fornendo una proroga ulteriore di quattro mesi per approfondire i dati conoscitivi dell’inchiesta.

(7 – continua)

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