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Stanno tornando
by ANTIFA' Monday, Jul. 26, 2004 at 2:52 PM mail:  

Non se sono mai andati e non hanno mai pagato PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO

Stanno tornando...
adriano2.jpg, image/jpeg, 213x262

b)Adriano TILGHER è stato la `longa manus' in Italia di Stefano DELLE CHIAIE a far tempo dalla fuga all'estero di quest'ultimo. Responsabile di Avanguardia Nazionale fra il '70 ed il '76, ha -come il latitante DELLE CHIAIE- riportato condanna definitiva per ricostituzione del disciolto Partito Fascista (330).



Come si è visto in narrativa, l'imputato, pur affermando di esser stato contrario alla riunificazione fra Avanguardia Nazionale ed Ordine Nuovo, ha ammesso di aver partecipato a varie riunioni "su questo argomento". Ha escluso, invece, in particolare, di essere stato presente alla riunione di Albano Laziale, comprensibilmente preoccupato -è evidente- diciò cheè emerso sugli specifici contenuti di quell'incontro. Senonché, lo indicano presente ad Albano Laziale Sergio CALORE (331), Aldo Stefano TISEI (332) e Piero CITTI (333). * * * * *

(330) -Cfr. AA, V6, C37; cfr. anche il certificato penale del TILGHER, in CP, C21.

(331) -Cfr. IA, V9/a-1 bis, C13/12, p34 e vu 10/12/87, p52.

(332) -Cfr. EA, V10/a-5, C217 bis, p4 e vu 19/1/88, pp.12 e 20. Il TISEI, che ha sulla riunione notizie `de relato', diede inizialmente indicazioni cronologiche (fine del 1974) e topografiche (una villa di Frascati) imprecise; ma il complesso dei riferimenti e le dichiarazioni dibattimentali non lasciano dubbi sul fatto che le notizie da lui apprese riguardavano la riunione di Albano Laziale del '75.

(333) -Cfr. EB, V2, C50, pp. 8-9 e 16.

Ritroviamo il TILGHER al centro delle vicende della ricostituzione clandestina di Avanguardia Nazionale (334).

Tali vicende, complessivamente considerate, esulano -come si è già avuta occasione di affermare- dall'alveo del presente giudizio. Ai fini che qui rilevano, va semplicemente osservato come il TILGHER, in epoca significativa rispetto all'imputazione di associazione eversiva contestatagli in questo procedimento, si sia personalmante attivato, con iniziative parallele a quelle delle DELLE CHIAIE e del BALLAN, in attività di arruolamento, nell'ambito di un progetto teso al ricompattamento ed alla strumentalizzazione delle forze disperse dell'eversione giovanile neofascista. Già nel procedimento romano per la ricostituzione di Avanguardia Nazionale, il TILGHER, "in data 5/10/84 nel contesto di una più ampia modifica del proprio atteggiamento processuale, comportante l'ammissione dell'aver egli nel corso dei vari interrogatori, detto `qualche non verità', ammette di aver avuto frequenti incontri, tramite VACCARI e CASALI, con giovani ai quali egli ripeteva di stare lontani * * * * *

(334) - Cfr. AA, V9, C58, passim. In particolare, il TILGHER partecipa, fra l'altro, alla riunione nello studio dell'Avv. CAPONETTI, cui è presente il DELLE CHIAIE. da ogni metodo terroristico" (335). Anche di fronte a questa Corte, il prevenuto, pur non desistendo dal porli in relazione ad un "progetto politico come ancora di salvezza per giovani che si stavano avvicinando alla lotta armata", ha dovuto ammettere quei contatti. Significativamente, ha però affermato di non ricordare gli incontri col FIORAVANTI e col SORDI. E se ne comprende la ragione. Valerio FIORAVANTI (336): "Devo dire che nell'inverno del '79 Peppe DI MITRI con il quale avevo rapporti di amicizia mi contattò dicendomi se volevo entrare a far parte di una organizzazione non meglio identificata.Alla mia risposta negativa lui insistette perché andassi con lui ad un incontro da Adriano TILGHER il quale avrebbe nei dettagli precisato in che cosa consisteva l'invito e mi avrebbe convinto della serietà della proposta. Io più che altro per condiscendenza mi recai con DI MITRI da Adriano TILGHER...Mi recai insieme a DI MITRI in via Alessandria nello studio del TILGHER dove il predetto sia pure non esplicitamente cercò * * * * *

(335) -Cfr. AA, V9, C58, p95.

(336) -Cfr. EB, V3, C86/A, pp. 21-23. Cfr. anche il confronto dibattimentale TILGHER-FIORAVANTI Valerio, in vu 13/5/87, pp. 194-196.

di convincermi in merito all'opportunità di coordinare le



nostre attività. Ovviamente da quanto il TILGHER andava dicendo, era assi chiaro nonostante i giri di parole, che io gli interessavo in quanto persona molto valida sul piano operativo. Anche il DI MITRI intervenne nel discorso garantendo la serietà delle proposte che TILGHER andava facendo invitandomi a riflettere prima di rifiutare le proposte che mi venivano fatte. Rammentoche nella circostanza TILGHER mi assicurò che avrebbe potuto fornirmi tutta l'assistenza di cui potevo avere bisogno compresa quella legale ove avessi potuto incorrere in altri incidenti del tipo di quello occorsomi a Chiasso in occasione di una detenzione di pistola...Devo dire a proposito di DI MITRI che questi ebbe a dirmi che non c'erano preoccupazioni di sorta circa il luogo ove conservare le armi che avevo assieme al mio gruppo. Dopo la mia scarcerazione per i fatti di Monte Chiasso potei personalmente constatare che le armi erano state trasportate nel locale di via Alessandria dove vennero poi sequestrate. Quando io visionai le armi, non avevo ancora incontrato il TILGHER. Quando mi recai da quest'ultimo, mi accorsi che il suo studio era nello stesso stabile dove c'erano le armi. DI MITRI mi raccomandò di non farne parola con TILGHER...Sta di fatto che successivamente Giorgio VALE mi disse che DI MITRI gli aveva mostrato le armi di via Alessandria dicendogli che le armi stesse erano di A.N. che le metteva a disposizione di T.P...." (337)



Walter SORDI (338): "Tra il febbraio ed il marzo dell'80

TILGHER contattò me, Carlo PUCCI ed altri invitandoci a

entrare in A.N. sostenendo che ciò ci veniva

richiesto da Beppe DI MITRI." (339) "Avanguardia in quel * * * * *

(337) - Il 6/5/82, Cristiano FIORAVANTI riferì al Giudice Istruttore (cfr. EA, V10/a-4, C163/1, pp. 48-49): "Di TILGHER so che Dario PEDRETTI e mio fratello Valerio mi fecero chiaramente capire che il sottoscala di via Alessandria, 129 era stato dato in uso per depositare le armi da Adriano TILGHER". In giudizio (cfr. vu 1/12/87, pp. 23-24), non serbava un buon ricordo della circostanza, ed ha introdotto elementi di dubbio circa l'origine della sua consapevolezza in ordine all' appartenenza al TILGHER del sottoscala. Ma, dopo le dichiarazioni del 6/5/82 sopra trascritte, aveva riferito all'autorità giudiziaria romana che il DIMITRI gli aveva confidato esser stato proprio il TILGHER a segnalargli i locali nella cantina dello stabile, ove occultare le armi (cfr. AA, V9, C58, p109). Non è dato dubitare della disponibilità dello scantinato da parte del TILGHER, se solo si pongono le dichiarazioni dei fratelli FIORAVANTI in relazione con la circostanza che lo scantinato sorgeva nello stesso stabile in cui aveva sede la società del TILGHER e con quella ulteriore che proprio il DIMITRI, prima della cattura, aveva operato -come emerge dalle dichiarazioni di Valerio- in veste di emissariodelTILGHERperl'arruolamento.

(338) -Cfr. Cal., V5, C52, p3.

(339) - Il DIMITRI, già elemento di raccordo fra Avanguardia Nazionale e Terza Posizione, e `operativo' infaticabile, era detenuto -come si è avuta occasione di vedere- dal 14/12/79.

periodo non aveva più nessuno che facesse le rapine e che la



finanziasse. Già in precedenza aveva fatto la stessa



proposta a CARMINATI, ALIBRANDI e FIORAVANTI Valerio che gli avevano risposto, come mi dissero, negativamente..." Ancora il SORDI (340): "...Perché TILGHER disse: `sì, voi venite con noi'...Ma prima ci parlò per due ore della necessità di rifondare Avanguardia come movimento rivoluzionario...tutte belle parole e poi ci disse: `Comunque voi entrate con noi, ci date tutte le armi che avete, quando fate le rapine ci chiedete il permesso, ci dite dove le fate, con chi le fate e ci date tutti i soldi.' Al che io gli dissi: `Ma tu le vieni a fare con noi le rapine?' e lui disse di no. `E allora per quale motivo ti devo spiegare tutto questo'."



Emerge così, nitidamente e drammaticamente, la natura davvero singolare dell'opera di apostolato che il TILGHER svolgeva per scongiurare il pericolo del coinvolgimento dei giovani nella lotta armata.



All'epoca dell'incontro, Walter SORDI non aveva ancora

compiuto il diciannovesimo anno di età (341).

* * * * *

(340) - Cfr. vu 20/1/88, p211.

(341) - Cfr. le tremende parole del SORDI trascritte in AA, V9, C58, p220.

c)Marco BALLAN ha dichiarato di esser stato "vicino" (342) ad Avanguardia Nazionale. Vicino al punto -osserva la Corte- da aver partecipato alla riunione di Albano Laziale in veste di rappresentante di Avanguardia per la Lombardia. Di tale partecipazione si ha notizia da Giorgio COZI (343): "Ribadisco inoltre che ad Albano era presente un certo Marco di Milano di cui non rammento le fattezze fisiche e che veniva indicato come il referente per la Lombardia di Avanguardia Nazionale". L'identificazione è certa: sarebbero sufficienti, in tal senso, l'indicazione del nome di battesimo e la provenienza geografica; ma anche l'ulteriore riferimento converge nella medesima direzione, posto che lo stesso BALLAN -il quale, nel negare di esser stato "in Avanguardia", ammette tuttavia di aver "appartenuto al mondo di Avanguardia"- ha dichiarato (344): "sono indicato come referente di A.N., così è apparso, o forse anch'io ho dato modo che apparisse...in un certo senso corrispondeva alla realtà questa apparenza, ma non completamente".



D'altronde -come si è visto in narrativa- v'è, da parte del * * * * * (342) -Cfr. vu 26/5/87, p12. (343) -Cfr. EB, V3, C84, p6 e vu 21/1/88, p66.

(344) -Cfr. vu 26/5/87, p14.

prevenuto, la timida ammissione di un "rapporto minimo" col FACHINI all'epoca del tentativo di riunificazione, nel '75-'76. Sempre dalle dichiarazioni dibattimentali del BALLAN risulta che egli ha partecipato nel '76 a riunioni di Avanguardia Nazionale, ha avuto incontri col DELLE CHIAIE in epoca posteriore allo scioglimento di Avanguardia Nazionale, ed è "molto legato a TILGHER".



Immancabilmente, si ritrova il BALLAN -che di Avanguardia è nulla di meno che un responsabile nazionale (345)- al centro della campagna di arruolamenti lanciata nell'ambito della ricostituzione clandestina del Movimento. Così Valerio FIORAVANTI,nel medesimo verbale in cui ebbe a riferire dell'incontro col TILGHER (346): "Dopo l'incontro presso lo studio del TILGHER si presentarono a casa mia a Roma DI MITRI in compagnia di BALLAN. Non conoscevo quet'ultimo. Nella circostanza entrambi mi sollecitarono ad entrare a far parte della loro organizzazione senza peraltro scendere nei particolari. Il BALLAN si qualificò come persona che all'interno dell'organizzazione svolgeva prevalentemente

* * * * * (345) - Cfr. AA, V9, C58, pp. 407-408. (346) -Cfr. EB, V3, C86/A, p23.

funzioni logistiche piuttosto che politiche e riteneva che proprio questo poteva portarmi ad avere più fiducia in lui piuttosto che non nel TILGHER, dal momento che quet'ultimo invece ricopriva solo un ruolo politico. Nuovamente declinai la proposta". Marco BALLAN, avuta lettura delle dichiarazioni del FIORAVANTI, preferisce non negare in radice l'incontro, e attinge vertici di involontario umorismo, affermando (347): "io ritengo che l'incontro con FIORAVANTI ci sia stato, non ricordo questi particolari che mi sembrano strani, l'incontro c'è stato senz'altro. Io ricollego il discorso di FIORAVANTI, ricordo che andai a casa, a Roma, di un giovane che non sapevo essere FIORAVANTI, lo seppi solo successivamente...non lo conoscevo di fama...Fu un discorso inserito nel discorso che facevo prima, di contattare giovani nella ricerca di una unità di ambiente, non finalizzato a proposte di altro tipo". Nell'occasione, il BALLAN era accompagnato, oltre che dal DIMITRI, anche da Domenico MAGNETTA (348). La puntualizzazione si rende necessaria per meglio afferrare il

* * * * *

(347) - Cfr. vu 26/5/87, p14. (348) -Cfr. AA, V9, C58, pp. 71 e 291.

contesto e l'inequivocabile messaggio sostanziale che, al di là delle formule ambigue e dei sottintesi, era contenuto nelle parole del BALLAN. Giuseppe DIMITRI e Domenico MAGNETTA, infatti, sono, fra l'altro, coloro che, nel medesimo lasso di tempo, si rendono responsabili, con il FIORAVANTI ed altri, di quella rapina alla `Chase Manhattan Bank' della quale oggi anche il DELLE CHIAIE, il TILGHER ed il BALLAN sono chiamati a rispondere, a titolo di concorso morale, davanti alla Corte d'Assise di Roma (349). Ma la natura dei rapporti FIORAVANTI-DIMITRI è attestata dalla comune disponibilità, per la custodia delle armi,

dello scantinato di via Alessandria,e dal fatto che il primo si erarisoltoadincontrare il TILGHER "più chealtro per condiscendenza" verso il DIMITRI, cui era già legato da "rapporti di amicizia". Marco BALLAN, che è di Milano, a Roma si fa accompagnare ad incontrare colui che -tramite gli * * * * *

(349) -La rapina è del 27/11/79. Cfr. AA, V9, C58, pp. 137-138, 245, 351 e 448. Significativo il fatto che il BALLAN -nelle dichiarazioni rese al PUBBLICO MINISTERO di Firenze (cfr. 5° foglio del verbale 6/3/86, in AAD, V3, C15)- pur dichiarandosi estraneo alla rapine della fine del '79 ed affermando di non averne mai saputo in termini precisi, abbia però ammesso che non ignorava "certe situazioni"; e il suo non ignorarle era tale da consentirgli di sapere "che parte del denaro provento delle rapine fu inviato all'estero a DELLE CHIAIE che era in Sud America".

accompagnatori, ed il DIMITRI in particolare- sa benissimo



essere un consumato criminale, dedito a null'altro che a rapine e ad attività terroristica. Peraltro, la vera finalità del discorso di `reductio ad unum' dell'ambiente è fatta palese dalle parole che di lì a qualche tempo, in un analogo contesto, l'altro dirigente nazionale di Avanguardia, Adriano TILGHER, rivolgerà -come si è visto- a Walter SORDI.



L'`operatività'di Marco BALLAN durante il periodo cui l'imputazione si riferisce è attestata dalle proposte che, ancora nei primi mesi del 1981, egli rivolgeva a Gilberto CAVALLINI. Sul punto sono intervenute le dichiarazioni del SORDI e di Angelo IZZO. Il primo (350): "So che CAVALLINI, dopo i fatti di Padova" (351) "si appoggiò al suo vecchio amico MAGNETTA che conosceva fin dai tempi in cui stava a Milano, il quale a sua volta lo indirizzò verso Marco BALLAN. Costui, dopo averlo ospitato in un rifugio che non so indicare, gli propose di espatriare insieme anche a tutti * * * * *

(350) - EA, V10/a-5, C225 bis, p13; cfr., per il giudizio, vu 20/1/88, p218.

(351)-Si allude all'episodio del Canale Scaricatore del 5/2/81, a seguito del quale fu arrestato Valerio FIORAVANTI. gli altri del gruppo, in Bolivia. CAVALLINI mi disse anche



che aveva rifiutato perché le condizioni che gli erano state

poste gli sembravano inaccettabili: infatti avrebbe dovuto consegnare armi e denaro e mettersi alle dipendenze di DELLE CHIAIE in Bolivia, persona di cui non si fidava..."



Il secondo (352): "CAVALLINI mi ha detto che dopo la uccisione dei due carabinieri a Padova lui e quelli del suo gruppo si trovarono in una situazione difficile anche perché vari covi erano caduti ed era caduta la sua copertura in Veneto dove viveva in clandestinità. Mi disse CAVALLINI che a Milano era stato avvicinato, in quella situazione difficile che gli si era creata, da MAGNETTA e BALLAN i quali proposero a lui ed a quelli del suo gruppo di lasciar loro le armi e di rifugiarsi in Bolivia...mi raccontò che aveva detto della proposta fatta da MAGNETTA e BALLAN della Bolivia, a Cristiano FIORAVANTI specificandomi che questo incontro col FIORAVANTI era avvenuto al laghetto dell'EUR a Roma. CAVALLINI mi disse, poi, che aveva lasciato cadere la

* * * * *

(352) - AA, V4, C24, pp. 102-103; cfr. anche EB, V3, C68, pp. 32-33; in dibattimento (cfr. vu 25/11/87, pp. 87-88),l'IZZO ha precisato che la proposta fu fatta in due occasioni e d'aver avuto come fonte anche Gabriele DE FRANCISCI.

proposta di andare in Bolivia..."



Il BALLAN, secondo il suo più recente atteggiamento, fatto di molte menzogne e qualche mezza verità, nel negare d'aver aiutato il CAVALLINI e di averlo personalmente incontrato nell'occasione, ha tuttavia finito con l'ammettere significativamente che si adoperò, per motivi umanitari, per procurare ospitalità alla SBROIAVACCA ed al figlio di lei e del CAVALLINI (353). Ed ha soggiunto: "...In questa occasione può anche darsi che qualcuno vicino a me consigliò al CAVALLINI di andarsene dall'Italia, che forse era la cosa migliore e da qui le varie dichiarazioni dei pentiti..." Non si capisce perché, pur disponibile a soccorrere la SBROIAVACCA, il BALLAN, che poco più di un anno prima aveva contattato un personaggio come Valerio FIORAVANTI, avrebbe dovuto arricciare il naso di fronte alla prospettiva di incontrare il CAVALLINI ("non ho voluto avere a che fare con lui personalmente"), soprattutto dopo che l'aveva già aiutato una volta nel '77, `appoggiandolo' al FACHINI, quando il CAVALLINI evase mentre si trovava detenuto con * * * * *

(353)- Cfr. vu 26/5/87, pp. 17-18.

l'imputazione di omicidio.



d) La posizione di Maurizio GIORGI si presta ad essere rapidamente definita. Si è avuta occasione di rilevare il suo rapporto di collaborazione col S.I.D. Il prevenuto è' poi presente alla riunione di Albano Laziale (354). Si stabilisce in Sudamerica nel luglio del 1977 (355) e rientra definitivamente in Italia nell'ottobre del 1981 (356). Benché in Sudamerica abbia mantenuto contatti personali con Stefano DELLE CHIAIE, non ha partecipato all'opera di riorganizzazione di Avanguardia Nazionale, e, segnatamente, all'opera di arruolamento che ha visto impegnati in prima persona il DELLE CHIAIE, il TILGHER ed il BALLAN. Negli anni in cui dimora fuori dall'Italia, si viene perciò a trovare in posizione defilata, a differenza del DELLE CHIAIE, che, nella sua posizione di latitante all'estero, mantiene tuttavia i rapporti col GELLI, rientra temporaneamente in Italia, per partecipare, da capo carismatico, alla riunione * * * * *

(354) - Cfr.le dichiarazioni del CALORE, in IA, V9/a-1 bis, C13/12, p34 e vu 10/12/87, p52, e quelle del CITTI, in EB, V2, C50, pp. 9 e 16; della presenza del GIORGI ad Albano ebbe a riferire anche Giorgio COZI, come emerge dalla contestazione mossa al GIORGI dal Giudice Istruttore di Roma, ricavabile dal verbale 14/6/83, in IB, C6/1, p7.

(355) -Cfr. IB, C6, p2.

(356) -Cfr. IB, C6, p38.

nello studio dell'Avv. CAPONETTI della primavera del '79, riceve l'ALIBRANDI ed il CARMINATI a Parigi in un contesto grottesco che vorrebbe fungere da catalizzatore per l'adesione all'organizzazione, e, dai comodi rifugi di oltre frontiera, riprende le operazioni in Italia per il tramite dei suoi sottoposti TILGHER, BALLAN, MANGIAMELI.



Il fatto che il GIORGI, in sede di discussione, sia stato sostanzialmente `dimenticato' dalle accuse pubblica e privata è in sé assai eloquente.



Va chiarito che, stanti le premesse di cui sopra, non incide sulla decisione della Corte il fatto che pende tuttora, in istruttoria, un separato procedimento a carico del GIORGI (e del DELLE CHIAIE, del TILGHER e del BALLLAN) per la strage del 2 agosto 1980. Tale questione -con i problemi che essa comporta (quali, ad esempio, l'esatta individuzione del periodo o dei periodi di soggiorno in Italia del GIORGI nel 1980)- può e quindi deve rimanere estranea alla cognizione di questaCortee resta del tuttoimpregiudicata. Infatti, nell'assenza -testé constatata- di elementi diversi che

inducano a ritenere l'inserimento del GIORGI all'interno dell'associazione eversiva ipotizzata dall'accusa, l'eventuale accertamento della responsabilità del prevenuto per l'organizzazione della strage non varrebbe se non ad individuarlo come partecipe del disegno terroristico del gruppo degli attentatori, senza per questo farlo assurgere al livello di membro dell'organizzazione che si assume essersi collocata a monte quale `sponsor' politico occulto di campagne di attentati. Allo stesso modo in cui è stato possibile ipotizzare da parte dell'accusa la penale responsabilità del FIORAVANTI, della MAMBRO e del PICCIAFUOCO per la strage, senza ricollegarla -data la peculiare collocazione di quegli imputati- alla partecipazione all'associazione eversiva, così l'eventuale accertamento della responsabilità del GIORGI nell'attentato del 2 agosto non verrebbe, `rebus sic stantibus', ad alterare il quadro su cui si forma il giudizio circa l'imputazione associativa contestata all'imputato in questa sede.



Da tale imputazione associativa il GIORGI va assolto per non aver commesso il fatto.

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e allora sedicente anarchico ANTIFA' Monday, Jul. 26, 2004 at 5:37 PM
allora? cavallino Monday, Jul. 26, 2004 at 3:11 PM
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