Farebbero parte degli ultra dell'Inter. E' sempre in rianimazione il ragazzo del Conchetta accoltellato.

Hanno le ore contate gli skinhead, i giovani dalle teste rasate che l’altra notte hanno accoltellato sei ragazzi del centro sociale Conchetta e avventori dei locali sul Naviglio al termine di quella che sembra un’aggressione premeditata, organizzata nei dettagli contro i giovani di sinistra dell’area antagonista.
Mentre migliorano le condizioni di Giuseppe Rubini, ferito con una coltellata al fegato e ancora ricoverato in rianimazione al San Paolo, alcuni violenti sarebbero già stati identificati dalla polizia.
Riconosciuti tra quelli che frequentano lo stadio nelle file ultra dell’Inter e hanno avuto qualche guaio nelle spedizioni a San Siro. In particolar modo un ultra nerazzurri ventenne è nel mirino degli inquirenti anche se non ci sono ancora provvedimenti concreti contro di lui. Il ragazzo nega di essere stato presente sul luogo dell’aggressione, ma gli agenti avrebbero elementi che provano il contrario.
Gli inquirenti di Via Fatebenefratelli lavorano dal momento dell’agguato senza sosta per dare un nome ad ogni ragazzo di quel branco di venti naziskin dalle magliette inneggianti al potere bianco, nelle mani bastoni, catene, coltelli e fibbie borchiate che all’una di sabato notte si sono incamminate sul Naviglio Pavese tra grida mussoliniane e cori da stadio in cerca dello scontro.
E che hanno seminato il panico tra gli avventori dei locali che si sono ritrovati in mezzo al lancio di sedie, bottiglie, tavolini e un fuggi fuggi generale per mettersi in salvo mentre gli skin si dirigevano verso il loro vero obiettivo: i ragazzo del vicino centro sociale Conchetta.
Gli uomini della Digos anche ieri sera si sono riversati nelle strade, nei locali del Naviglio, rigorosamente in borghese, e fingendosi clienti hanno controllato che non vi fossero rappresaglie, altre azioni dei naziskin oltre a cercare informazioni, verifiche, descrizioni del gruppo di violenti.
Negli uffici di Via Fatebenefratelli è cominciato un lungo lavoro di controllo da parte degli agenti che si occupano delle tifoserie violente per controllare se negli archivi, se tra i nomi dei ragazzi sorpresi a commettere illeciti non sia riconoscibile qualcuno protagonista dell’aggressione di sabato notte. Trovando, a quanto pare, più di un riscontro.
Maggiori elementi potranno darli i feriti quando saranno in grado di essere ascoltati dagli inquirenti. (…)