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Mexico: sfruttamento Walmart
by da "la Jornada", trad il Manifesto Monday, Oct. 25, 2004 at 10:08 AM mail:  

WAL MART Il bacio della morte HERMANN BELLINGHAUSEN*


L'episodio della costruzione di un Wal-Mart nelle vicinanze di Teotihuacan è un pulviscolo nella mappa planetaria di questi supermercati bulldozer (solo in Messico, la Wal-Mart è proprietaria di 657 succursali). Eppure, lo scandalo potrebbe diventare un vero David per questo Golia, una delle maggiori imprese del mondo. Solo nel 2002, la Wal-Mart ha effettuato vendite per 244,5 miliardi di dollari. Come dimostra un accurato studio di Charles Fishman per la rivista imprenditoriale Fast Company di New York, il potere di Wal-Mart determina la vita e la morte di ben 21mila imprese che le fanno da fornitori. La sua tirannia di mercato è unica al mondo. E per imprese come Lovable (che per 72 anni ha dominato il settore della lingerie) è stato come il bacio della morte. «Wal-Mart ci ha masticati e sputati», dice Frank Gleason II, nipote del fondatore di Lovable e ultimo presidente. E' stato fornitore di Wal-Mart da quando Sam Walton aprì il suo primo supermercato.

Paul Krugman, l'analista economico più importante degli Stati uniti, segnala che Wal-Mart può stabilire contatti commerciali in qualunque parte del mondo con rapidità ineguagliabile. E questo è il paradosso. Come dice Fishman, Wal-Mart rappresenta l'esperienza più cruda della globalizzazione per gli statunitensi, meno preparati di altri popoli a questo tipo di assalti. La Wal-Mart controlla imprese o le fa fallire, sostituendole con importazioni cinesi o maquiladoras messicane. Oggi realizza il 10% delle importazioni statunitensi dalla Cina, per un valore pari a 12 miliardi di dollari. Secondo Fishman, la catena di supermercati influisce considerevolmente «nella perdita di posti di lavoro negli Usa, per portarli in paesi meno cari».

In materia di produzione, e con la formula delle maquiladoras, Wal-Mart spreme fino all'osso le ditte che lavorano con i suoi supermercati. Eppure i fornitori fanno la fila. Come dice Fishman, «l'unica cosa peggiore che fare affari con Wal-Mart è non farli». L'impresa Huffy, che fino a poco tempo fa era quella che vendeva più biciclette negli Stati uniti grazie a Wal-Mart, ha perso la sua miniera d'oro quando quest'ultima le ha preferito produttori messicani e cinesi.

Master Lock, il gigante dei lucchetti con base in Milwakee, si è visto costretto a interrompere la sua produzione e a importare dall'Asia per soddisfare la domanda di Wal-Mart. Per soppravvivere, la Master Lock ha aperto una fabbrica a Nogales, nello stato di Sonora, dove 800 lavoratori messicani - molto meno cari - hanno sostituito quelli di Milwakee. Quanto durerà il piccolo miracolo di Nogales? Il capitalismo selvaggio si lecca i canini.

La supercatena della famiglia Walton è la principale venditrice di armi da fuoco negli Usa e ha già messo in ginocchio industrie tessili come Levi Strauss e Carolina Mills. Un'altra scoperta di Fishman è che le imprese che lavorano ancora per la Wal-Mart si rifiutano di informare od opinare sull'argomento, terrorizzate dall'idea di perdere quel mercato.

«Parlare male di Wal-Mart equivale a suicidarsi», secondo Paul Kelly, di una ditta consulente di centri commerciali. Un funzionario di Dial, che fabbrica autoricambi, quando il ricercatore gli ha chiesto un'intervista, ha risposto: «Ma lei è pazzo! Perché diavolo vuole che le parli di Wal-Mart? E' il nostro principale cliente. Mi domandi ciò che vuole, meno di Wal-Mart».

*da La Jornada del 17/10/2004

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