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Documento di critica al ddl Moratti
by . Wednesday, Nov. 10, 2004 at 12:13 AM mail:  

Torino, 25 ottobre 2004

I Rappresentanti degli Studenti nel CdF di Lettere e Filosofia sottoscrivono il documento di critica al ddl Moratti redatto dal Senato Accademico nella seduta del 15 ottobre e manifestano piena solidarietà ai Ricercatori in mobilitazione contro la riforma dello stato giuridico dei Docenti.


In particolare denunciano che:

L'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito e la conseguente scomparsa di quest'ultimo comportano di fatto che i docenti ricevano retribuzione piena ma possano dedicarsi ad attività di libera professione. Il rapporto di lavoro diventa perciò compatibile con lo svolgimento esterno di attività professionali e con l'eventuale direzione di istituti di ricerca anche privati. Il risultato presumibile è che il libero professionista con attività ben avviata intraprenderà la carriera universitaria come docente, mentre quest'ultimo si vedrà incentivato a dedicare il minor tempo indispensabile all'Università per esercitare un'attività esterna più lucrativa. In conclusione non solo la ricerca viene scissa dalla didattica, ma quest'ultima subirà dei forti contraccolpi nel senso di un degrado della qualità dell'offerta formativa oltre che del rapporto docente-studente (compromesso dal fatto che il docente impegnato nella propria liberà attività sarà raramente presente e disponibile in Università). Ci chiediamo allora: forse che gli studenti devono pagare le tasse universitarie affinché il libero professionista svolga anche la propria attività remunerata privatamente?
La messa ad esaurimento della figura dei ricercatori produce un'inevitabile precarizzazione della categoria: il neo-laureato si trova di fronte alla prospettiva di vent'anni di precariato e di contratti di lavoro a tempo determinato, senza la sicurezza di una futura assunzione. La conseguenza è che in una società come quella italiana, contraddistinta da scarsa mobilità nel mondo del lavoro, chi desidera intraprendere un'attività di ricerca si vedrà costretto a svolgerla all'estero o presso istituti di ricerca privata, accettando serie limitazioni alla libertà dell'indagine scientifica.
La scomparsa giuridica della figura del ricercatore e la sua "trasformazione" in professore aggiunto (con l'obbligo di svolgere 120 ore di attività didattica) comporta, un'ulteriore svilimento della ricerca nell'Università pubblica. Di fronte ad uno scenario del genere dubitiamo fortemente che uno studente possa essere incentivato ad intraprendere la carriera universitaria.


Chiedono inoltre all'Assemblea di pronunciarsi in merito al progetto di ulteriore riforma dell'ordinamento universitario, secondo il cosiddetto modello a Y, che i Rappresentanti degli Studenti ritengono in questo momento inopportuna e dannosa.
Essa stravolge l'ordinamento definito dalla precedente riforma, tuttora in corso di assestamento, prima che se ne possano valutare adeguatamente i risultati. L'ultima cosa di cui l'Università ha bisogno è la confusione che inevitabilmente si genererà da una nuova riforma dell'ordinamento.


I Rappresentanti degli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia
Le Città invisibili - Laboratori Creativi - Sinistr@uni.to

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