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Falluja: vittoria di Pirro
by anarcopan Wednesday, Nov. 10, 2004 at 12:06 PM mail:  

cadaveri per strada migliaia di feriti donne e bambini uccisi: per chi, per cosa? per la gloria del cerebroleso Bush?! Ma sarà vera gloria?

La strafottenza USA sta superando ogni limite accettabile.
Il generale Thomas Metz dichiara spudoratamente che Al Zarqawi non è più in città, l'assalto a Falluja era dichiaratamente un'operazione contro i terroristi di Al Qaeda, ma ora che il gruppo se n'è andato perchè allora continuano a martellare una città abitata da 50.000 persone.? Che senso ha continuare un'azione che mette a repentaglio vite di civili innocenti? Risposta non c'è , la risposta soffia nel vento del deserto insanguinato. In queste ore che le truppe entrano nella città fantasma si apprende che Ramadi è occupata dalla guerriglia irakena: come dire che non sarà possibile pacificare l'IRAK con le armi ovvero che mentre gli odiosi yankees entrano in una città la guerriglia si appropria di un qualunque altro pezzo di territorio. Punto a capo.
Sottovalutare la capacità bellica dell'avversario è la causa prima di ogni sconfitta. Bush & ritengono di poter piegare con qualche bombardamento e un po' di propaganda un popolo che ha saputo reggere una guerra decennale con un milione di morti, sopportare un embargo con 100000 vittime, subire una dittatura che ha portato lutti in ogni famiglia, ma si sbagliano di grosso. Basterebbe ascoltare la fierezza dei palestinesi in queste ore tristi che annunciano che 100.000 Arafat sono pronti a prendere il comando e continuare la lotta per capire qual'è la vera natura dei conflitti nel mondo arabo.
Se ancora fosse stato necessario sottolineare l'inutilità delle guerre dei proiettili di cannone delle bombe ebbene in queste ore l'esercito americano lo sta facendo in modo drammatico e inequivocabile.
L'attacco a Falluja non è servito a nulla e non sortirà alcun effetto positivo per la presenza americana in IRAK, lo hanno già fatto sapere in coro Sunniti e Sciti di nuovo uniti e concordi su questo. Non basta vincere un'elezione per vincere una guerra ingiusta: gli iracheni non sono come quegli stupidi e rassegnati elettori di Bush, gli iracheni sono un popolo che vuole decidere con la propria testa: una testa un voto e vaffanculo gli americani!
E sentite cosa dice ad Al Jazira un leader della resistenza irakena:
Abu Mu’tasim (generale irakeno leader della resistenza)- "Siamo davvero molto soddisfatti riguardo alla realtà della resistenza e dei suoi risultati sul campo. La Resistenza, infatti, si sta trasformando sempre di più in uno stato popolare che nessuno può ignorare. Noi possiamo parlare della Resistenza in due termini.
Prima di tutto in termini iracheni: la Resistenza ha allargato il suo completo controllo su un gran numero di città irachene. Quello che sta accadendo a Fallujah, Samarra, Qaem, Baaquba, Hawijah, Tallafar, Heet, Saqlawiya, Ramadi, Anah, Rawa, Haditha, Balad, Beiji, Bahraz, Baladruz, e in altre città dell’Iraq, non conferma proprio questa realtà? La Resistenza controlla totalmente anche delle aree di Baghdad e dei suoi sobborghi come Yusufiya, Latifiya, Abu Ghraib e Mahmudiya che mostrano l’empasse politica e di sicurezza in cui si trovano gli occupanti ed i loro agenti. Dobbiamo qui menzionare il diffuso appoggio popolare di cui gode la Resistenza in queste aree ed altrove, coprendo tutti i combattenti della resistenza irachena nei momenti dello scontro col nemico.

In secondo luogo in termini statunitensi: Infatti l’amministrazione degli Stati Uniti non è più capace di nascondere le sue perdite che stanno crescendo ogni giorno. Gli iracheni, invece, conoscono l’ampiezza di queste perdite e sono capaci di incrementarle continuamente.

Dopo questa rapida sintesi riassuntiva della realtà della resistenza irachena, io posso dire che siamo molto fiduciosi nel futuro. Tutto quello che noi abbiamo pianificato per contrastare l’Occupazione è stato realizzato sul terreno in modo soddisfacente. Questo dimostra la corretta visione a lungo termine della leadership politica e militare irachena, quando pianificò la Resistenza e diede il via ai suoi attacchi. "

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