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Autunno caldissimo con i botti della Gae
by aiA Tuesday, Nov. 16, 2004 at 2:59 PM mail:  

ovvero il miglior mix del dituttodipiu per il minestrone collezione autunno-inverno per il pollo Amadori

Amadori ha dei problemi gravi non si riesce a racapezzare tra le veline dei palazzi, ci prova a metterle insieme come in un puzzle pero' non becca mai il pezzo giusto
alla fine, stanco, decide di metterle come capitano tanto l'importante e' che ci siano milioni di terroristi il resto e' noia

Inizia con un primo tentativo per poi accorgersi che ne aveva trascurata qualcuna e allora provvede a rimescolare la zuppa del casale

non e' che con sto zuppone gli danno un posto con rossella nella redazione del TG5?

8/11/2004
L'Aurora di Milano è appena iniziata

L'ordigno alla Manpower è stato soltanto il primo segnale. Perché stamani è esplosa un'altra bomba carta contro un'agenzia interinale. Come anticipato nella rivista clandestina delle nuove Br.



La campagna di propaganda 2004 è iniziata. Gli uomini dell’antiterrorismo se l’aspettavano e gli aspiranti brigatisti milanesi non li hanno voluti deludere: sabato 30 ottobre, verso le 5 del mattino, due ordigni hanno aperto come una lattina la sede della società di lavoro temporaneo Manpower, alla periferia di Milano. Un attentato che è stato considerato dagli investigatori un antipasto dell’inverno esplosivo. Oggi un'altra bomba carta è esplosa, come si temeva, a Milano, nei pressi della sede di un'agenzia interinale di corso Lodi.

Il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, mercoledì 20 ottobre, era stato chiaro: «I residui del terrorismo brigatista e i loro nuovi complici attivi hanno scelto la via che fu della Seconda posizione delle Brigate rosse». Una strategia che prevede la propaganda armata, il ricorso alle bombe per diffondere il messaggio rivoluzionario. Lo stesso modus operandi degli anarcoinsurrezionalisti, possibili alleati dei militanti di matrice marxista in questa campagna eversiva 2004. Che probabilmente non prevede il morto, come ha avvertito Pisanu («Attentati anche clamorosi, ma non l’omicidio politico»), almeno per ora.

La filosofia dei nuovi terroristi è raccolta in una rivista clandestina intitolata «Aurora», il cui contenuto era stato anticipato da Panorama a inizio ottobre (numero 42). Nell’opuscolo di presentazione, datato estate 2002, i redattori combattenti avevano messo a fuoco il nemico: «Il lavoro interinale costituisce un “ritorno” alle origini del capitalismo, al tristemente famoso caporalato». Nella lista nera erano finite quelle agenzie che, negli stessi giorni, il 2 agosto 2002, le Br di Nadia Desdemona Lioce e compagni avevano simbolicamente colpito a Firenze, attaccando uno sportello di Obiettivo lavoro. La colpa della cooperativa? «La funzione che svolge nella riforma del mercato del lavoro». Una riforma «concertata», tanto che tra i «soci» di Ol, accusavano i brigatisti, ci sono persino i sindacati (Cisl e Uil). Non si salvava dalle accuse la Cgil, impegnata «a promuovere lo sbocco verso il lavoro temporaneo». Gli stessi ragionamenti dei militanti di Aurora che invitano gli operai ad andare «oltre il riformismo», a scavalcare gli accordi dei sindacati.
Per questo le organizzazioni dei lavoratori sono l’altro obiettivo dell’eversione, dalle nuove Br al Fronte rivoluzionario per il comunismo che in Lombardia, nel 2002, ha colpito sia un’agenzia di lavoro interinale che i sindacati. Fronte che si sospetta collegato ad Aurora.

«Presto risentiremo parlare di questi terroristi mordi e fuggi» avverte un uomo dell’intelligence. «E non mi stupirei se alzassero il livello dell’attacco». In fondo gli eredi di Seconda posizione, in una circolare interna sequestrata a giugno dalla polizia, avevano annunciato un’«iniziativa di propaganda armata» da compiere entro la fine dell’anno. Ora resta da capire dove vengano arruolate le nuove leve del sindacalismo dinamitardo e incendiario. Gli investigatori li cercano nell’area marxista-leninista del Nord industriale, in particolare nei centri sociali frequentati da ex br come la Panetteria occupata di Milano o tra i Comitati proletari per il comunismo. Ma è sotto osservazione anche la galassia dell’antagonismo più duro, legato all’Autonomia di classe. In attesa della prossima azione.

*********

15/11/2004

Autunno caldissimo con i botti della Gae

di Giacomo Amadori

Predicano la guerriglia metropolitana, hanno gli stessi nemici e usano gli stessi manuali: da Pisa alla Lombardia, dal Lazio alla Sardegna, che cosa unisce i terroristi.



Per i bombaroli della Federazione anarchica informale le parole hanno la loro importanza. E così la sigla «Cellule insorgenti metropolitane» con cui hanno firmato le quattro bombe milanesi del 30 ottobre e dell'8 novembre è già un manifesto politico, una proposta di alleanza eversiva. Infatti ammicca all'«insurrezione», alla guerriglia urbana annunciate in primavera dai gruppi di matrice marxista-leninista, ispirati dalle tesi brigatiste anni 80 di Seconda posizione.

In più fa venire in mente un altro esperimento di saldatura, quello delle Cellule di offensiva rivoluzionaria, che nei mesi scorsi hanno colpito a Pisa e dintorni, firmandosi con una stella a cinque punte: le indagini dei carabinieri del Ros hanno portato in carcere il gruppo dirigente del centro sociale anarchico Il silvestre. Ora gli arrestati sono liberi in attesa di processo. E qualcuno continua a intrattenere rapporti con i ragazzi del centro sociale milanese l'Orso che sventolano la bandiera dell'autonomia e dell'antifascismo. L'ennesimo esempio dello scambio di amorosi sensi rivoluzionari.

Nomi simili, dunque, che segnano una convergenza tra ideologie diverse che hanno gli stessi nemici: carceri e agenti carcerari, lavoro salariato e temporaneo, sindacati. Una collaborazione che può avvenire su singole campagne o all'interno di un progetto di guerra di lunga durata.

I primi effetti si sono già visti: con l'attacco a due agenzie di lavoro interinale milanesi (Manpower e Adecco) e con gli ordigni costruiti per ferire (erano pieni di bulloni) lasciati nelle vicinanze del carcere di San Vittore. Che il dialogo fosse in corso gli inquirenti lo sapevano da tempo: in Sardegna le due aree, in vista delle rispettive azioni politiche estive, si erano scambiate inviti di partecipazione; nel Lazio l'anno scorso avevano persino provato a sfilare sotto un'unica insegna, quella di Europposizione, un'alleanza nata per contrastare «l'Europa dei burocrati e dei banchieri». Tentativo naufragato in fretta, ma significativo.

In più gli eredi di Mikhail Bakunin e di Lenin si addestrano alla guerriglia compulsando gli stessi manuali. Un esempio: a giugno, in Friuli-Venezia Giulia, gli investigatori hanno trovato una borsa da fotografo contenente documenti del neonato gruppo ispirato a Seconda posizione. Tra le carte, anche il manuale del perfetto incursore anarchico Mille modi per sabotare questo mondo: know-how eversivo condiviso.

Resta la domanda: chi si nasconde dietro gli ultimi botti della Fai, il cartello che esordì lo scorso Natale con una bomba sotto la casa bolognese di Romano Prodi? Per gli investigatori non sarebbero più di una ventina di persone, globe trotter del tritolo, che girano l'Italia piazzando ordigni come quello di marzo contro un commissariato genovese. Le indagini su quell'episodio si stanno stringendo intorno ad alcuni anarchici del Nord-Est.

Ma è a Milano che sembra giocarsi la partita più importante di questa nuova stagione eversiva. Nella capitale della nuova frontiera antimperialista crescono realtà sino a poco tempo fa inconciliabili come Villa Litta Modignani, covo degli anarcoinsurrezionalisti più arrabbiati, e la Panetteria occupata, frequentata dagli ex brigatisti della colonna Walter Alasia e dagli alfieri dell'intifada palestinese. Un new deal eversivo che promette numerosi altri capitoli (e molti libri) esplosivi.

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