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SVEGLIA: A FALLUJA SI COMBATTE
by DRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNN Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:04 PM mail:  

SVEGLIA POPOLO! a falluja la guerra continua. gli usa utilizzano armi chimiche -gas non riuscendo a piegare la resistenza. Bloccati i convogli d' aiuti. si ricomincia coi bombardamenti. gli aggiornamenti di indy son fermi al 24. SVEGLIA.

US army blocks aid convoy for Falluja
Aljazeera.net



Tuesday 30 November 2004 - The US military has prevented an aid convoy from reaching the besieged city of Falluja, a doctor based in Baghdad who accompanied the convoy says.

"The Iraqi ministry of health asked us to go to Falluja. When we were on our way, the US army stopped our convoy, and carried out a search," said Dr Ibrahim al-Kubaisi.

"After we waited in the US base, located near Falluja, for four hours, a doctor told us that they had agreed with the Iraqi ministry of health to send a medical team to Falluja but only after eight or nine days.

"There is a terrible crime going in Falluja and they do not want anybody to know. I transferred four injured people from the Jordanian field hospital to a hospital in Baghdad.

"They told me that there is a crime in there; chemical weapons are being used. The corpses don't have traces of gunshots but black patches.

"US forces allow people to go into al-Hadra al-Muhammadiya area, in Falluja, but they prohibited anybody to enter al-Julan, al-Askari and al-Senai neighbourhoods.

"There are Iraqi families under siege in there," the doctor said.

The humanitarian situation for Falluja residents has been reported to be dire. Thousands of Falluja residents have fled the city and are living in makeshift shelters surrounding the city.


Aljazeera



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D'ACCORDO, PERO' ....
by ken parker Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:12 PM mail:  

d' accordo, ma non e' che esiste solo l'irak.

anzi, diciamolo chiaramente, per stare appresso per un anno e mezzo alla guerra irakena, abbiamo trascurato pesantemente le contraddizioni di classe che scoppiano in italia.

su fatti eclatanti come melfi, scanzano, acerra, sulla lotta esemplare dei tramvieri, come movimento siamo riusciti a mettere in piedi poco e nulla.

e poi, nessuno ti ha detto che oggi c'e' stato uno sciopero generale ?

io la penso come il sub-comandante marcos " il miglior modo per essere internazionalisti e' cercare di fare la rivoluzione a casa propria !"

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certo
by come no Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:24 PM mail:  

"...d' accordo, ma non e' che esiste solo l'irak..."

forse è una questione di priorità.
c'è gente che muore gasata mentre io e te siamo al computer.
c' è gente che combatte. involontariamente anche per noi.

lo sciopero generale se lo mettono in culo il berlusca e compagnia, come le manifestazioni.

penso che invece la questione "nostrana" sia strettamente legata all' iraq.

se un paese occidentale invade, bombarda, stupra, gasa, tortura, in tuo nome, per farti stare "meglio", tu che fai...

lo sciopero generale?

se passano in iraq, passano d' appertutto . in primis a casa tua.

credo sia molto più efficace smontare la propaganda vergognosa in corso che venga da o da sinistra.

MERDINOTTI oggi era in piazza. a difendere i lavoratori. Gli hai sentito dire una parola su falluja nelle ultime settimane? ZERO.
volano bassi. te credi che gente del genere possa davvero fare i tuoi interessi ?

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x lungo fucile
by last Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:28 PM mail:  

un ultima cosa,

il flusso di notizie non dovrebbe adeguarsi al flusso dettato dai media mainstream.

in una parola, se alla tv non parlano più di falluja non è che indy deve fare altrettanto.

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IRAQ - La nostra guerra di liberazione
by jj Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:49 PM mail:  

In Our Name

IRAQ - La nostra guerra di liberazione

Freebooter

 
“Non importa quanti di noi moriranno. Noi combatteremo fino all’ultimo uomo per ottenere la libertà e l’indipendenza”. ~ Ho Chi Minh

“I militari sono stupidi, ottusi animali da utilizzare come pedine della politica estera”. ~ Henry Kissinger

“La guerra è un autentico crimine. Un crimine che è, credo, un qualcosa che non è ciò che sembra alla maggior parte della gente. Solamente un ristretto gruppo sa cosa c’è sotto. E’ condotta a beneficio di pochissimi e a danno delle masse.

Come tutti i militari, non ho mai pensato con la mia testa finché non ho lasciato il servizio. Le mie facoltà mentali rimanevano in animazione sospesa mentre obbedivo agli ordini dei superiori. Ciò è tipico per chiunque svolga la professione militare”. ~ Magg. Gen. Smedley Butler USMC

 

      *    *    *

Siamo diventati anche noi una nazione di criminali, a causa dei criminali al governo e di quelli all’opposizione. Dopo i crimini della I guerra del Golfo e dell’aggressione alla Jugoslavia, con l’occupazione dell’Iraq abbiamo ottenuto di diritto questa ignominiosa qualifica, siamo al top della classifica dei criminali di guerra. Non ci viene mostrato il video dell’attacco dei nostri “eroi” ai ponti di Nasiriya, e nemmeno la cd “opposizione” si adopera per chiarire la vicenda e portare a galla la verità. Evidentemente, vi è qualcosa di tremendo da nascondere. Tutto il popolo italiano paga, almeno moralmente, almeno quella parte di esso che ha una coscienza civile, le conseguenze delle scelte delittuose degli sciacalli della classe dirigente e dei suoi burattini politici.

Giornalmente veniamo bombardati dai messaggi dei nostri disgustosi media che ci propongono di diventare “patriottici” (“Ecco come muore un italiano” ed altre simili stupidaggini) e sostenere le nostre valorose truppe in missione di pace in Iraq ed ora anche i mercenari. Quegli stessi disgustosi media che raccontano continuamente menzogne sul “terrorismo” e sulla “guerra al terrorismo”, difendendo così un sistema putrefatto che cadrebbe come una pera marcia al primo soffio di verità. Quegli stessi disgustosi media che conoscono ed applicano la teoria delle masse e della propaganda, la cui regola fondamentale è che la massa è fatta di imbecilli, non si rendono conto ce vi è un limite oltre il quale, date anche una certa situazione socioeconomica piuttosto pesante, non è possibile proseguire con la “grande menzogna”. Non capiscono cosa possa accadere quando la massa si accorge di essere stata ingannata. Quegli stessi disgustosi media non vogliono rendersi conto che la criminalizzazione dello Stato è anche la loro criminalizzazione e la loro totale delegittimazione.

I nostri disgustosi media hanno raccontato che le truppe italiane erano impegnate in “missione di pace”, per aiutare gli iracheni nella “ricostruzione”, per facilitare il passaggio alla “democrazia” e per scongiurare una “guerra civile tra le diverse fazioni religiose”. Tutte le persone oneste possono facilmente capire che questi sono solamente dei falsi pretesti.

La realtà è invece che, come qualunque persona con un minimo di cervello può comprendere, le truppe italiane sono laggiù per presidiare il territorio per ordine del governo americano, sono cioè delle forze di occupazione, in flagrante violazione della Costituzione italiana e del diritto internazionale. Sono anche truppe mercenarie, nel senso proprio del termine, perché poste sotto il comando straniero.

Gli USA hanno già non pochi problemi con le loro truppe, del tutto insufficienti in quantità ed allungate in troppi teatri (oltre ai disordini mentali, i suicidi, il morale a pezzi dei soldati), quindi hanno ordinato ai paesi satelliti più asserviti di assisterli nel presidiare il territorio occupato in Iraq. Considerando che il rapporto truppe occupanti-guerriglieri deve essere di uno a venti perché l’occupazione abbia qualche speranza di successo, si capisce come qualsiasi poveraccio con un’arma in mano possa fare comodo.

Dopo i recenti fatti di Nasiriya e Fallujah, sono anche direttamente responsabili, naturalmente assieme a coloro che laggiù le hanno inviate, di un orrendo crimine di guerra.

Quelle stragi sono state ordinate dai militari USA. Secondo il diritto internazionale ed i Principi di Norimberga, i vari stati membri delle forze occupanti, compreso il nostro, sono responsabili assieme agli USA e la Gran Bretagna di quei massacri.

Tuttavia, i nostri disgustosi media ci presentano ancora allegri soldatini che raccontano la favola per idioti della “missione di pace”. Ed ora anche di mercenari (ve ne sono 18.000) che vanno in Iraq  come una volta i nostri emigranti andavano all’estero in cerca di fortuna. Di fatto però, anche le “società di security” sono coinvolte nell’assassinio di civili. Esse operano assieme e/o collaborano con le forze della “coalizione”.

Per coprire tutte queste nefandezze, i criminali dei nostri disgustosi media hanno raccontato falsità di ogni tipo, tra le più ripugnanti ad anche le più assurde, ma è il loro stesso “villaggio globale” che li porterà ad una miserevole fine, congiuntamente al criminale sistema dal quale dipendono.

Anche quando fingono di piangere, assieme ai burattini politici, delle disgrazie dei nostri eroi lo fanno puramente per uno scopo propagandistico, altrimenti avrebbero detto ai militari che la contaminazione radioattiva in Iraq equivale a quella prodotta da 250.000 atomiche tipo quella di Nagasaki e che molti di loro, una volta tornati a casa si ammaleranno e moriranno,e naturalmente saranno abbandonati al loro destino dalle istituzioni.

Dopo le menzogne, pretesti assai noti quanto ridicoli, pronunciate per giustificare questa guerra di aggressione, assolutamente paragonabile alle “guerre preventive” della Germania nazista e ad altre avventure imperiali degli USA, i criminali al potere hanno cercato in tutti i modi di rivoltare la realtà per giustificare la conseguente occupazione coloniale dell’Iraq.

Le nostre prostitute dell’informazione non hanno fatto altro che ripetere ed amplificare i deliri dei loro padroni, prima fra tutte la menzogna che la guerra era finita con l’abbattimento hollywoodiano della statua di Saddam Hussein. Il proconsole USA in Iraq Paul Bremer e gli alti gradi affermavano che la resistenza armata era di poco conto, composta di “elementi sparsi del vecchio regime” nel cd Triangolo Sunnita nell’Iraq centrale, agenti di “al Qaeda” ed una banda fanatici sciiti guidata da Muqtada al-Sadr determinata ad instaurare uno stato islamico, combattenti stranieri dei paesi confinanti ecc.

Allo stesso tempo, sollevano costantemente lo spettro di una guerra civile tra sunniti e sciiti per giustificare un’occupazione indefinita, che non era molto difficile da prevedere.

L’ultima barzelletta è stata l’asserita presenza del redivivo Abu Mussab al-Zarkawi (naturalmente un pezzo grosso di al Qaeda) a Fallujah e nuovamente con tutte e due le gambe. Redivivo perché era stato dato per morto qualche mese fa, dopo aver però perso una gamba durante un bombardamento americano durante la guerra della primavera del 2003. Durante il periodo della sua “resurrezione mediatica” è stato anche indicato come la “mente” degli attentati di Madrid.

Qualsiasi persona ragionevole capisce che si tratta di sciocchezze: l’Iraq non ha mai avuto niente a che fare con il fondamentalismo islamico, il suo regime secolare (ed anche la sua società civile) è sempre stato un nemico giurato dell’estremismo religioso, tanto che nel 1991 Osama bin Laden aveva proposto di formare un esercito di 10.000 mujaheddin per collaborare all’assalto a guida USA.

Pochi nei media ufficiali hanno il coraggio e l’onestà di raccontare come veramente stanno le cose in Iraq. Una delle poche fonti di notizie affidabili sono i reporter indipendenti (che infatti rischiano la pelle poiché sono bersagliati dagli americani, che ne hanno già assassinati molti), in quanto, oltretutto, i dipendenti dei media ufficiali si muovono dai loro alberghi solamente se convocati dai militari, che gli comunicano poi la minestra propagandistica quotidiana. Comunque saltuariamente qualcosa passa tra le maglie della censura (ed autocensura), come l’affermazione “La resistenza irachena è unita” oppure viene concesso di parlare (molto raramente e certamente per errore) ad ospiti scomodi in TV, che poi si lasciano scappare parole come “mercenari” e frasi del tipo “gli iracheni accusano gli USA di molti attentati terroristici” e “il passaggio dei poteri agli iracheni è una farsa”.

L’asserita rivalità tra i vari gruppi religiosi iracheni esisteva solamente nella propaganda delle presstitutes e nei desideri delle forze d’occupazione: non ha nessun senso che degli iracheni uccidano altri iracheni che non siano dei collaborazionisti e del resto è una menzogna che non regge più. Il senso dell’operazione di intelligence in questione è chiaramente la vecchia tecnica coloniale del “divide et impera” di provocare rivalità e, in ultima analisi, una vera e propria guerra civile in un paese che ha un glorioso passato di lotta anticoloniale.

E’ stata la denuncia del terrorismo USA a provocare tra l’altro la chiusura del giornale di Muqtada al-Sadr e l’arresto dei suoi aiutanti. Il fatto che dietro il “terrorismo islamico” vi siano in realtà gli USA è un argomento esplosivo. Il giornalista che osi parlarne rischia come minimo il posto. Ad ogni modo, all’inizio del giugno scorso, Bremer ha emesso un ordine contro le “attività ostili dei media”. Ha elencato nove differenti ragioni possibili per chiudere un organo di informazione. Per esempio, pubblicare notizie “palesemente false ed intese a favorire l’opposizione” all’autorità di occupazione è proibito. Anche promuovere “disordine sociale, tumulti o danni alla proprietà” è cosa che non si deve fare.

Viene richiamato in servizio anche Osama bin Laden, con il suo ultimo nastro, un altro inganno dell’intelligence USA, nella disperata battaglia condotta dalle prostitute dell’informazione contro l'intelligenza dei cittadini dei paesi occidentali. Bin Laden si dichiara responsabile degli attentati dell’11/9/2001 negli USA e  dell’11/3/2004 in Spagna ed offre una “tregua” ai paesi europei. Senza ulteriori indagini, i disgustosi media occidentali hanno descritto il nastro come un tentativo dello “sceicco del terrore” di creare una spaccatura tra gli USA ed i loro alleati europei.

Il complotto della propaganda consiste non soltanto nel sostenere l’occupazione USA dell’Iraq come parte della più ampia “guerra al terrorismo", ma fornisce anche il pretesto ai governi europei, messi sotto pressione dai movimenti popolari in tutta Europa, per rimanere in Iraq. La presunzione sarebbe che gli “estremisti” in Iraq sono la stessa gente responsabile per l’11/9 e l’11/3. Ne conseguirebbe che gli oppositori dell’occupazione USA appoggiano indirettamente anche al Qaeda.

Più che mai, di fronte ad un crescente risentimento, il governo americano ed i suoi servitori europei hanno disperatamente bisogno di ovvie falsificazioni come questa per giustificare la loro presenza militare in Iraq, cioè l’esistenza di un “nemico esterno” da combattere in una “guerra giusta”.

I nostri disgustosi media non hanno mai raccontato dei crimini compiuti dalle forze d’occupazione in Iraq, che hanno compromesso, forse irreparabilmente la possibilità di un rapporto civile con il mondo musulmano. I nostri disgustosi media anzi insistono nel ripetere le menzogne sulle “cellule dormienti di al Qaeda” e sull’imminenza di attentati terroristici in tutto l’occidente ed in particolare nel nostro paese, per giustificare la fasulla “guerra al terrorismo” che altro non è che la copertura per avventure militari alle dipendenze degli USA e la ratio per la repressione del dissenso all’interno.

No, i media ufficiali si limitano a raccontare le menzogne sulla “democrazia” USA in Iraq, sul “passaggio della sovranità agli iracheni” il 30 giugno, senza dire che il nuovo regime sarà un regime fantoccio, con ogni ministero controllato da funzionari americani, con una “costituzione” scritta a Washington, con un esercito fantoccio ed una forza di polizia di burattini condotta dagli americani. Resterà in vigore una legge del precedente regime che proibisce i sindacati per i dipendenti pubblici ed i principali membri dell’infame polizia segreta di Saddam Hussein, il Mukhabarat, condurranno i “servizi di sicurezza dello stato” diretti  dalla CIA. I militari USA avranno lo stesso accordo sullo “status di forze” che hanno imposto alle nazioni ospitanti le loro 750 basi attorno al mondo, che di fatto li lasciano al comando. L’Iraq in questo disegno sarà una colonia degli USA, come Haiti.

Pare più che logico pensare che agli iracheni, alla stragrande maggioranza di loro, questa falsa democrazia non vada bene. Tuttavia il Segretario di Stato USA Donald Rumsfeld aveva tentato di minimizzare la resistenza contro le truppe di occupazione: “Il numero di persone coinvolte in quelle battaglie è relativamente piccolo”.

Questa è una considerevole attenuazione. Forse il numero dei veri combattenti è relativamente piccolo, ma questo è sminuire la natura di una guerra di liberazione nazionale. La forza della guerriglia non è nei numeri. In generale, i gruppi di guerriglieri sono piccole unità mobili che possono colpire inaspettatamente e quindi mescolarsi alla popolazione. La loro forza consiste nel sostegno della popolazione, e praticamente l’intera popolazione dell’Iraq è ora implacabilmente contraria all’occupazione del suo paese.

Al-Sadr ed i suoi seguaci non si arrenderanno. Continueranno a combattere fino alla morte. Combattono con fanatico coraggio perché credono appassionatamente in ciò per cui stanno combattendo. Si può dire lo stesso per i soldati americani ed i mercenari che li fronteggiano? E’ estremamente dubbio.

Ai soldati americani era stato detto che stavano andando in Iraq per liberare quel popolo da un governo odiato e tirannico, più o meno sulla falsariga del Vietnam negli anni ’60. Era stato loro assicurato che la popolazione avrebbe dato loro il benvenuto come a degli eroi. Anche se in qualche caso potrebbe essere stato vero, adesso comunque, ovunque si voltino, i soldati d’occupazione incontrano un muro di odio e di sospetto. L’intera popolazione è contro di loro. Non sono al sicuro in nessun posto, in ogni momento. Gli effetti di ciò sul morale possono bene immaginarsi, ed è questa condizione psicologica, unita al razzismo nei confronti degli arabi, che li porta a commettere ogni sorta di atrocità.

E’vero che l’imperialismo USA è una potenza colossale, ma questa potenza non è illimitata. In Iraq gli invasori americani si trovano di fronte ad una sollevazione generale delle masse che non possono sconfiggere nonostante tutta la loro tremenda potenza militare. La cricca della Casa Bianca questo lo sa bene.

Le decisioni di mantenere le truppe in Iraq e magari di inviare rinforzi, persino forse l’intenzione di reintrodurre la leva obbligatoria, sono una tacita ammissione della gravità della situazione. La continua ripetizione dell’affermazione “non abbiamo perso il controllo della situazione” prova, oltre ogni ragionevole dubbio, che gli americani hanno veramente perso il controllo e che saranno necessarie migliaia di altre truppe per affrontare l’insurrezione.

Gli eventi hanno una loro propria logica e, nonostante le assicurazioni dei nostri governi e dei loro servitori, stanno andando fuori controllo. Adesso è scorretto riferirsi ai combattimenti in Iraq come ad una guerra di guerriglia. Il movimento è diventato generalizzato ed ha mutato il suo carattere. Ciò di cui siamo testimoni non è guerriglia ma una sollevazione di massa dell’intera popolazione contro l’odiato invasore straniero. Tutta la storia dimostra che è impossibile sconfiggere un intero popolo, non importa quanti soldati, carri armati ed elicotteri vengano utilizzati.

Persino prima dell’insurrezione l’esercito USA stava già avendo difficoltà nel far fronte alla guerriglia sunnita a nord e ad est di Baghdad. La rivolta degli sciiti ha portato le sue forze vicino al punto di rottura.

Fortunatamente, gli americani hanno qualche alleato, che ora può aspettarsi di condividere con loro le gioie del combattere e morire. Ciò potrebbe non essere molto popolare tra loro. Molte delle truppe alleate nelle città sciite del sud vengono da paesi come l’Italia, ed i governi di questi paesi vogliono dimostrare la loro lealtà agli USA, ma non si aspettavano certo di essere coinvolti essi stessi in seri combattimenti. Come sciacalli essi aspettavano solamente di fare un apparizione dopo la mattanza nella speranza di dividersi alcune ossa. Ma questo magro pasto procurerà loro una grave indigestione, come già sta avvenendo riguardo al nostro paese. Questo governo e questa “opposizione”, con tutta la loro corte di giullari, riusciranno a procurarci il nostro Vietnam portandoci alla rovina totale e definitiva oppure verranno fermati, delegittimati e cacciati in tempo come giustizia ed umanità vorrebbero?

Come suddetto, è un fatto stabilito che il colonialismo e l’imperialismo fanno uso delle aspirazioni delle piccole nazioni e del desiderio all’autodetermnazione per I loro propri cinici scopi. Le piccole nazioni e le minoranze sono solamente delle piccole pedine dell’imperialismo. Un giorno vengono agitate per indebolire un nemico e quello successivo vengono abbandonate al loro destino.

Comunque, l’insurrezione irachena passa attraverso tutte le nazionalità e le differenze religiose. Sunniti e sciiti si sono uniti spontaneamente nella lotta contro il nemico comune, ed è probabile che prima o poi a loro si uniranno anche I kurdi del nord.

Le informazioni su al-Sadr sono limitate, ma pare che non corrisponda alla caricatura di un fanatico religioso sciita presentata dai nostri disgustosi media. In realtà, egli ha dimostrato un certo grado di consapevolezza politica che non ha niente a che fare con la follia attribuita ad “al Qaeda”. Ha avvertito che l’Iraq diverrebbe “un altro Vietnam” per gli USA a meno che essi trasferiscano il potere a degli iracheni non compromessi con l’autorità d’occupazione.

Al-Sadr ha detto: ”Chiedo al popolo americano di stare a fianco dei suoi fratelli del popolo iracheno, che soffre di una ingiustizia provocata dai vostri governanti e dall’esercito di occupazione, per aiutarli nel trasferimento del potere agli iracheni onesti”. Questo linguaggio non è quello di un fanatico irrazionale ed esprime correttamente ciò che è necessario, cioè che l’occupazione dell’Iraq deve terminare, le truppe straniere devono essere ritirate e, invece che mantenere un governo fantoccio con la forza delle armi, l’America deve lasciare che sia il popolo iracheno a decidere chi debba governare.

In una guerra di questo tipo la questione decisiva è l’atteggiamento della popolazione, ovvero quella che gli americani chiamavano la battaglia per i cuori e le menti. Su questo fronte decisivo, l’America, e con essa anche l’Italia, nonostante quello che farneticano i criminali nostrani, ha già perso la guerra.

Sebbene le forze di occupazione possano riguadagnare una qualche forma di controllo, esse non saranno in grado di raggiungere una qualche forma di stabilità. Nessuno dei problemi fondamentali può essere risolto. Perciò saranno inevitabili nuovi sollevamenti ed insurrezioni. Prima o poi gli invasori concluderanno che l’occupazione dell’Iraq costa loro più di quanto possano mai ricavarne. Infatti, negli USA si comincia a parlare, come era già accaduto ai tempi della guerra del Vietnam, di continuare la guerra per “mantenere la credibilità degli USA”. A quel punto l’intera ingloriosa avventura crollerà.

Questa comunque non è una prospettiva immediata. Gli imperialisti USA ora sono intrappolati in Iraq. Non possono ritirarsi perché perderebbero tutto. In Iraq non hanno nessuna base. L’idea di trasferire il potere agli iracheni è uno scherzo. I loro collaboratori sono isolati ed odiati dalla popolazione. Ministri già si stanno dimettendo per salvare la faccia e la pelle. La polizia messa in piedi dagli americani ha fallito miseramente come forza combattente e le diserzioni sono frequenti.

Come al solito, gli imperialisti utilizzeranno l’ONU, cui fare scegliere un governo fantoccio, e probabilmente anche gli ascari della NATO nella loro nuova funzione di truppe coloniali globali, per fornire una rispettabile copertura per le loro operazioni predatorie. Ma, come i buffoni criminali nostrani sembra abbiano dimenticato, anche l’ONU è odiato dagli iracheni, che non hanno certo dimenticato il criminale embargo tra le due guerre, altrettanto quanto le forze d’occupazione, ed è stato già avvertito di tenersi alla larga dall’Iraq.



La cricca della Casa Bianca sa bene che non potrà mai vincere in Iraq, comunque è decisa ad andare fino in fondo. Il loro piano è di cambiare la geopolitica del Medio Oriente frammentando i paesi arabi. E’ possibile che il diffondersi della resistenza sia precisamente ciò che i neocons vogliano? Pare che sia proprio così, perché ogni crisi attirerà le forze USA più avanti nella regione ed ogni contromossa creerà a sua volta dei problemi che possono essere risolti solamente da un ancora maggiore coinvolgimento americano finché un governo fantoccio, o, in mancanza, le truppe USA, governino sull’intero Medio Oriente, con la collaborazione di Israele. La resistenza irachena non sarebbe quindi che un altro passo nella guerra israelo-americana contro il Medio Oriente arabo. Gli ultimi eventi renderanno necessario l’invio di altre truppe in Iraq. AL'invio di altre truppe avrà come risultato in più resistenza. Bush ed i neocons stanno alzando il livello in preparazione per una guerra totale, senza alcun riguardo per le atrocità che questa comporterà.

Potrebbe sembrare un piano pazzesco, comunque è perfettamente in linea con le farneticazioni del gruppo dirigente USA sulla “guerra totale”, “guerra atomica preventiva” ecc. e recentemente è stato messo in luce anche dalle accuse dell’inviato speciale dell’ONU in Iraq al proconsole Brener ed ai militari americani di aver infiammato la situazione.

Ma Bush ed i neocons sarebbero soltanto i capri espiatori nel caso le cose dovessero andare male. Infatti, se alla Casa Bianca ci dovesse essere un altro presidente, democratico o repubblicano, non cambierebbe quasi nulla. Infatti, l’unica differenza tra i due partiti (ovvero “il partito con due nomi”) sta nella schiettezza con la quale i neocons dichiarano apertamente i loro piani, mentre i democratici sarebbero più “diplomatici”.

I piani, comunque, sono quelli della elite che di fatto governa gli USA, non certo quelli dei suoi burattini politici. Le guerre in Afghanistan ed Iraq fanno parte di una più ampia agenda militare che venne lanciata alla fine della Guerra Fredda. L'agenda di guerra in corso è una continuazione della Guerra del Golfo e delle guerre della NATO in Jugoslavia (1991-2001). Più precisamente, le guerre degli ultimi 13 anni sono la fase post Guerra Fredda della “Dottrina Truman”, elaborata nel 1948, che fa comprendere quale continuità vi sia stata nella politica estera USA, dal “contenimento” alla “guerra preventiva”.

A questo riguardo, il piano dei neocons per la conquista globale, il “Rebuilding America’s Defenses” del settembre 2000, dovrebbe essere visto come il culmine dell’agenda post bellica per l’egemonia militare ed il dominio economico globale come inizialmente formulato dal Dipartimento di Stato nel 1948 agli inizi della Guerra Fredda. Le successive amministrazioni democratiche e repubblicane, da H. Truman a George W. Bush sono gli architetti di questo programma per il dominio globale.

Anche il nostro paese verrà trascinato irrimediabilmente in questa avventura, in questa folle corsa verso l’autodistruzione? Dipende anche da noi, da quello che diciamo, da quello che facciamo. Dimostrare contro la guerra è utile, ma serve a ben poco se non si delegittimano i criminali di guerra e non si criminalizza lo Stato, operando a tutti i livelli per rendere noti i collegamenti provati tra il governo USA ed il terrorismo islamico, se non si denunciano apertamente le stragi di Stato dell’11/9 e dell’11/3, se non si smaschera l’inganno che sta dietro alla “guerra al terrorismo” e se non vengono resi evidenti i piani USA per la dominazione globale.

Questo deve essere fatto contemporaneamente al sostegno per la resistenza irachena. Il destino della resistenza in Iraq è di vitale importanza per il destino di tutti noi. Perché, se la resistenza fallisce, gli USA avranno gioco facile in tutto il Medio Oriente e poi certamente attaccheranno altri paesi in altre parti del mondo, mentre soffocheranno, anche nel sangue e con l’aiuto dei governi satelliti, ogni forma di dissenso in occidente.

In Iraq vi sono solamente due parti: una intera nazione che combatte contro un'armata di occupazione coloniale e l'imperialismo USA. La guerra di liberazione in Iraq è la nostra guerra di liberazione.

*     *     *

Freebooter 2004

http://freebooter.da.ru/

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Iraqi Red Crescent can’t treat wounded in Fallujah
by Keralanext Tuesday, Nov. 30, 2004 at 5:58 PM mail:  

Iraqi Red Crescent can’t treat wounded in Fallujah
Keralanext


November 30 - The Iraqi Red Crescent has set up a relief center in the shattered city of Fallujah, but continued clashes between U.S. occupation forces and Iraqi fighters prevent doctors and nurses from treating the wounded, the international Red Cross said on Monday.

The Red Crescent found that Fallujah is still under siege, three weeks after U.S. troops launched their bloody assault on the city, said International Committee of the Red Cross (ICRC) spokeswoman, Rana Sidani.

Sidani also said that "there are many civilians who are still trapped in the city and don't dare to come to the Red Crescent office."

At least 110 Iraqi civilians -- including some with chronic diseases and fever -- are now being sheltered in the center, but Red Crescent workers have not yet found the wounded people, Sidani added.

The Red Crescent, the first independent relief agency that entered Fallujah last week, said that it found a mostly abandoned city.

"Maybe the injured cannot have access to the center," Sidani said, adding that the "doctors' and nurses' access inside the city is restricted because of the fighting."

Sidani noted that the Fallujah General Hospital, which is across the Euphrates River, also had not received any injured people.

She added that “there is a shortage of drinking water" in the city.

“The water station is not working because there is nonstop fighting around it. There are no employees in the station.

"Even if there were someone to operate the water station, we're not sure the water can arrive to the homes" because the water distribution system might have been destroyed, she said.

Sidani also said that Red Crescent workers are cooking hot meals for the civilians, who were deprived of fresh food for about a month.

The agency can not enter deep inside Fallujah because it is not able to get minimum security guarantees form the fighting parties, she added.

She also said that the Red Cross is sheltering people who escaped the city during the deadly offensive and are now living outside the city. She added that those people have enough food for now, but were suffering from skin diseases due to water shortage and improper hygiene.

The ICRC is assigned by the Geneva Conventions to look after the wounded and war victims.






:: The address of this page is : http://www.uruknet.info?p=7686
:: The original address of this article is :
   http://www.keralanext.com/news/?id=70630
:: Article nr. 7686 sent on 30-nov-2004 17:43 ECT


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se il nazionalismo .....
by aladino govoni Tuesday, Nov. 30, 2004 at 6:53 PM mail:  

Se "il nazionalismo e' l' ultimo rifugio della carogne", invece l' internazionalismo come pensiero unico - tipico di molta sinistra del mondo occidentale, roba quasi da "missionari" - e' l' ultimo rifugio di chi non sa che cazzo fare per fare la rivoluzione a casa propria.
E, molto spesso, non ha nemmeno nessuna intenzione di farla.
Piena solidarieta' alla resistenza irakena, ma cerchiamo di non rimanere estranei alla situazione sociale in cui viviamo.
Altrimenti, come stava succedendo fino al mese scorso, in piazza solo per "scopi missionari" ci scendono solo i militonti ( non e' un refuso, ho scritto proprio militonti).

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se il nazionalismo .....
by aladino govoni Tuesday, Nov. 30, 2004 at 7:04 PM mail:  

Se "il nazionalismo e' l' ultimo rifugio della carogne", invece l' internazionalismo come pensiero unico - tipico di molta sinistra del mondo occidentale, roba quasi da "missionari" - e' l' ultimo rifugio di chi non sa che cazzo fare per fare la rivoluzione a casa propria.
E, molto spesso, non ha nemmeno nessuna intenzione di farla.
Piena solidarieta' alla resistenza irakena, ma cerchiamo di non rimanere estranei alla situazione sociale in cui viviamo.
Altrimenti, come stava succedendo fino al mese scorso, in piazza solo per "scopi missionari" ci scendono solo i militonti ( non e' un refuso, ho scritto proprio militonti).

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