sul processo di ieri

Genova, 22 dicembre 2004: performance dei fascisti in tribunale.

Si esibiscono al banco dei testimoni i quattro fascisti allontanati da un treno di manifestanti nel gennaio ’04. Una performance ben preparata nella quale i destri signori interpretano la parte delle vittime di un violento pestaggio che sarebbe stato diretto e in buona parte attuato dal presunto “capo” della nostra organizzazione. Rivendicano il loro credo intollerante anche in aula, esibendone alcuni simboli come l’anello con croce celtica indossato da uno. Le loro menzogne si arricchiscono di dettagli anche nuovi, tutti concentrati sulla figura di Orlando. La loro tracotanza non si lascia intimidire dall’austerità di un’aula di tribunale, si sono preparati bene la parte con l’obiettivo di peggiorare ulteriormente le accuse. Accuse supportate solamente dalle loro parole però, perché nemmeno i certificati medici che hanno prodotto li aiutano molto in questo. Quelli di noi che hanno subito un’efferata aggressione nazista potrebbero riferire delle settimane trascorse in ospedale, degli interventi di ricostruzione facciale, dei segni permanenti che si portano dietro. Per aver preso due schiaffi si può favoleggiare per ore finchè ci sono giudici disposti ad ascoltare, ma queste favole sono fatte solo di parole.
A sostegno dei compagni processati erano presenti in tanti, dentro e fuori dall’aula. Per tutta la durata dell’udienza si è tenuto un presidio nei pressi del tribunale ingrossato a metà mattinata dagli studenti in corteo confluiti in quella piazza.
La mobilitazione, l’indignazione, la denuncia e la controinformazione sono passaggi importanti. Su una vicenda del tutto marginale da nove mesi dei compagni sono privati delle loro libertà e tutto questo non è casuale ma voluto e portato avanti con l’obiettivo di depotenziare chi pratica antagonismo sociale. Sappiamo bene che chi brama in questo senso può servirsi delle parole di quattro stupidi fascistelli come di altri espedienti.
Nel pomeriggio una buona notizia solleva gli animi: revocati gli arresti domiciliari ad Orlando. Ma è solo l’illusione di essere libero di nuovo, perché le limitazioni sono numerose: obbligo di dimora dalle 22 alle 6, obbligo di firma tre volte la settimana, obbligo di rimanere entro i confini milanesi.
Si replica il 12 gennaio 2005 con il banco animato da polfer e digos. Che combinazione: fascisti e polizia dallo stesso lato della sbarra!

Officina della Resistenza SOciale