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[Campagna] Muore manifestante sull'A3
by Catenacci assassino ! Wednesday, Feb. 23, 2005 at 1:46 PM mail:

DA IL CORRIERE.IT Tragedia nella notte durante il blocco contro la discarica Muore manifestante sull'A3 Carmine Iuorio, 34 anni, è deceduto verso le 2,30, forse per il freddo. L'autostrada Salerno-Reggio Calabria resta chiusa


Tensione tra manifestanti e polizia durante il blocco sull'A3 (Ansa)
SALERNO - Ora c'è anche un morto tra i manifestanti, probabilmente per il freddo. La tragedia è avvenuta verso le 2,30, durante la seconda notte all'addiaccio per circa 300 manifestanti, che continuano ad occupare le due carreggiate della Salerno-Reggio Calabria a Campagna (Salerno).
Carmine Iuorio, 34 anni, è deceduto forse per il freddo mentre con altri concittadini di Campagna protestava contro il sito dei rifiuti di Basso dell'Olmo.
L'uomo stava manifestando sull'autostrada A3, dove da lunedì è bloccato il transito sul tratto tra Sibari e Battipaglia. Soccorso da un gruppo di manifestanti è stato immediatamente portato al pronto soccorso dell'ospedale di Eboli dove è morto per arresto cardiocircolatorio

PROSEGUONO I BLOCCHI - Il magistrato ha disposto l'autopsia per l'accertamento delle cause del decesso. Intanto, fra la costernazione generale, proseguono sotto la neve i blocchi sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria e sulla Statale 18. Il traffico tra Nord e Sud, con lunghissime code, intasamenti e disagi, si svolge tutto sulla viabilità secondaria.
A Campagna per il terzo giorno consecutivo la maggior parte dei negozi rimarrà chiusa. Solo i generi alimentari per poche ore consentiranno agli abitanti di approvvigionarsi di latte e pane. A nulla è valsa l'opera di mediazione, tentata sino alla tarda serata di martedì, del parlamentare salernitano Franco Cardiello (An) che ha invitato i rivoltosi a lasciare libera almeno una corsia dell'autostrada per consentire agli automezzi il transito.

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Manifestante muore, la rivolta non si ferma
by da il mattino Friday, Feb. 25, 2005 at 1:35 PM mail:

DALL’INVIATO ANTONIO MANZO Campagna. La rabbia si unisce al dolore quando l’alba riconsegna, al popolo in protesta, nuvole minacciose e sempre gravide di pioggia e grandine. Lì, sotto il ponte dello svincolo di Campagna, c’è la brandina di un giovane di 34 anni che ha trascorso la notte all’adiaccio, sul blocco dell’autostrada, per poi morire, intorno alle cinque, all’ospedale di Eboli dopo un inutile soccorso. «Carmine è morto per noi» recita il volantino che il comitato di lotta distribuisce ai campagnesi da tre giorni in lotta contro l’ubicazione della discarica di Basso dell’Olmo. E che continuano ad assediare l’autostrada Salerno-Reggio Calabria nel nuovo e finora più lungo capitolo della guerra dei rifiuti. Il dolore rinfocolerà la rabbia, alle tredici in punto, sotto la pioggia irruente che sfonda perfino gli ombrelli: i rivoltosi non accettano di liberare almeno una carreggiata della Salerno-Reggio Calabria per sbloccare una situazione che diviene pesante: ancora più a sud, la neve blocca l’autostrada a Sibari e i bollettini meteo delle prossime ore prevedono freddo polare. Al Quadrivio, la Ss91 che collega all’Alto Sele e all’Ofantina è tornata nelle mani dei rivoltosi. Bloccata. Le strade nazionali sono intasate di tir e di traffico urbano. Un solo grido: «Noi dall’autostrada non andiamo via», grida Armando Tocco, un imprenditore edile con la passione del calcio. E lo grida a nome di tutti gli uomini, le donne e i bambini che occupano la Salerno-Reggio. «Bene, riferirò al questore questa vostra volontà» risponde il sindaco Biagio Luongo. L’improvvisata assemblea consegna un ultimatum: «Aa questo punto, non trattiamo su nessuna alternativa a Basso dell’Olmo. Qui l’immondizia non deve arrivare». Ore 9. La notizia della morte di Carmine Iuorio è già nelle lacrime dei rivoltosi che hanno dormito all’adiaccio. A centinaia ora arrivano allo svincolo dell’autostrada. Camminano a testa bassa, mentre i furgoncini del comune trasportano carichi di legna per accendere nuovi falò. Ognuno arriva con quel che ha: caffè, the, cornetti caldi, tutto sarà offerto alla comunità della rivolta. Ore 13. Un solo coro per oltre tremila persone, assiepate sotto il tunnel di plastica costruito con i pilastri di ferro dei guardrail che ora svettano sulla terza corsia. Rabbia e dolore riempiono il vuoto dell’attesa di una trattativa che non c’è («Catenacci non ne vuol sapere di revocare l’ordinanza» ripete Biagio Luongo), di una speranza che ormai risiede più a Napoli e a Roma che qui dove il questore Morselli e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Quarta, tessono solo la tela della pazienza. Ore 15,30. Si ritenta il dialogo, ma nulla da fare. Una guerra psicologica? «No, la paziente trattativa perché vinca la forza della ragione» dice il comandante del reparto operativo, colonnello Emilio Cannone. Se la situazione non precipita, dopo tre giorni di tensione e di rabbia, e da poche ore perfino di dolore, è per una linea di equilibrio e di prudenza finora osservata dalle forze dell’ordine. «Anzi vogliamo ringraziarle di cuore» dice Armando Tocco. Il presidente del consorzio di bonifica Destra Sele, Vito Busillo, annuncia: «Abbiamo bloccato l’irrigazione per le diciottomila aziende agricole della Piana». Ore 16,30. Biagio Luongo accompagnato da un fiume di gente torna verso il pilone dell’autostrada dove, nella notte, è morto Carmine Iuorio. La tensione si scioglie nella commozione. Piange Tonino Moscato, un ingegnere di sessant’anni, da tre giorni sull’autostrada. Più avanti Adriana Maggio, insegnante e ricercatrice di storia locale, racconta della civiltà secolare di una terra ricca di tradizioni. Anche di lotta. Ore 17,15. I rivoltosi tornano a bloccare il Quadrivio di Campagna, la Ss 91 che è un’alternativa alla circolazione. Scatta una nuova mediazione: quel che ottengono, carabinieri e polizia è una occupazione a singhiozzo. Ma è solo una promessa. Ore 19. Torna la tensione. Arriva la notizia, del tutto infondata, che stanno per arrivare i camion della Fibe, l’impresa che sta già lavorando a Basso dell’Olmo. Un falso allarme e fa scattare i nervi. Perché qui c’è il filo sottile che potrebbe esser rotto lunedì prossimo, quando sarà chiusa ufficialmente la discarica di Parapoti. Ore 20,30. Ai falò si cucina la cena per i rivoltosi. A mezzogiorno hanno provveduto quelli del Rusticone e gli uomini di una congrega del paese. Qui cominciano a mancare anche i generi di prima necessità. Perché i negozi sono chiusi, non c’è rifornimento di pane, di latte, di carburanti. Come avvenne trent’anni fa a Eboli, quando scoppiò la rivolta per lo scippo della Fiat che andò a Grottaminarda. Ore 23. Fiaccolata per ricordare Carmine, «uno che è morto per noi». E l’annuncio: vogliamo tenere i suoi funerali proprio qui, sull’autostrada. È la terza notte di nuove ombre e di nuova speranza.

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