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Secondo il quotidiano Haaretz, esponenti della cosiddetta opposizione democratica libanese avrebbero contattato personalità israeliane, sollecitando il loro intervento presso gli Stati Uniti, perché Washington esercitasse la massima pressione sulla Siria per indurla a lasciare il Libano alla propria sorte.

Tra le personalità che gli esponenti libanesi avrebbero raggiunto, viene citato Uri Lubrani, consigliere del ministro della Difesa israeliano Mofaz. Anche alti funzionari dell'ufficio del premier Sharon sarebbero in contatto con rappresentanti libanesi sin da prima che misteriosi attentatori assassinassero l'ex premier libanese Rafic Hariri. Il giornale afferma che i libanesi che si sono messi in contatto con Israele hanno espresso disappunto per l'insistenza con cui il movimento di resistenza libanese Hezbollah continua la sua battaglia per liberare l'ultimo lembo di terra libanese ancora occupato dallo Stato ebraico nell'area delle Fattorie di Shebaa.

Minacce terroristiche in nome della lotta al terrorismo

Citato dal sito online Al Bawaba, la tv propagandistica americana in lingua araba al Hurra, riferendo fonti di intelligence statunitensi, ha detto che per risolvere i problemi esistenti con la Siria sarebbe necessario un cambiamento politico a Damasco oppure dei "raid aerei simili a quelli compiuti contro l'Afghanistan e il Sudan nell'agosto 1998 per distruggere dei centri terroristici".

Al Hurra ha affermato che "Il comando centrale statunitense per l'Iraq e l'Afghanistan (che ha sede nel Qatar) segue da vicino la situazione nel Libano e in Siria e alti funzionari del Pentagono sono ora convinti che sia necessario colpire obiettivi terroristici in Siria".

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