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due cretini
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poveretti... Saturday, Mar. 05, 2005 at 3:34 PM |
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per il primo cretino: non mi pare che l'agente ucciso abbia ucciso nessuno o contribuito all'omicidio di qualcuno (se puoi smentirmi fallo, altrimenti usa correttamente le parole se ne sei capace). per il secondo: a quando via la "coalizione" dall'iraq? e israele dai territori occupati? ciao.
p.s. caro secondo cretino già ieri in un post ti invitavo a usare la tua testa: perché ti ostini a non farlo? scommetto che saresti una persona intelligente, magari con cui non vado d'accordo, ma almeno saresti te. ciao.
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e poi basta
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da parte mia Saturday, Mar. 05, 2005 at 3:50 PM |
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allora: sulle altre occupazioni non dici nulla. e comunque non è giusto che indy diventi un luogo dove ci si becca a vicenda.scusa per il cretino, è un termine forte. ma veramente mi sembra che tu ti faccia portatore di "verità" preconfezionate. non sono affatto povero di spirito, mi fa solo incazzare vedere tanto qualunquismo. ieri confondevi, temo in mala fede, un sacco di cose ("sgozzatori", pacifisti, resistenti) e non mi spiego cosa te ne viene. mica ti sto dicendo che non puoi essere d'accordo con l'invasione dell'iraq, ma perché mescolare le carte? attribuire azioni o intenzioni a chi non la pensa come te? ciao.
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conferma
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del ridispiegamento siriano Saturday, Mar. 05, 2005 at 8:29 PM |
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da arab monitor:
Libano: i servizi di informazione siriani si apprestano a lasciare la propria sede di Beirut Beirut, 5 marzo - Sembra imminente l'evacuazione della sede dei servizi di informazione militari siriani nella capitale libanese. Dalla tarda mattinata, sono affluiti nel quartiere soldati libanesi di una vicina caserma a bordo di blindati e veicoli militari per il trasporto truppe, schierandosi attorno al complesso di edifici, poco distante dal principale campo profugfhi palestinese di Mar Elias.
Girano voci, secondo cui, le unità libanesi assumerebbero il controllo del complesso, per ragioni di sicurezza, non appena le forze siriane lasciano la loro sede. A Beirut non sono presenti truppe siriane, già ritirate dalla capitale l'anno scorso. http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=8951&lang=it
Bashar al Assad: ritiro di tutte le forze siriane nella Valle della Bekaa Damasco, 5 marzo - Il presidente siriano Bashar al Assad ha annunciato in serata che tutte le forze siriane presenti in Libano verranno ritirate nella valle della Bekaa, a ridosso del confine tra il Libano e la Siria, conformemente agli accordi di Taef. Il Supremo consiglio siro-libanese, istituito per le questioni relative alla sicurezza, si riunirà in settimana per definire i dettagli del ridispiegamento. Il presidente siriano, che è intervenuto al Parlamento di Damasco, ha concluso il suo discorso scherzando: "Sentirete degli attacchi al mio discorso non appena avrò terminato. Diranno: ma questo non è sufficiente. Tuttavia sappiate che se il popolo e il governo sono uniti, non dobbiamo temere nulla". Davanti all'Assemblea nazionale siriana si sono raccolte migliaia di persone con le bandiere nazionali in una manifestazione di appoggio popolare al governo.
Bashar al Assad ha spiegato nel suo intervento, durato un'ora e trasmesso significativamente in diretta anche dalla Cnn e dalla Bbc, che le relazioni tra la Siria e il Libano sono forti e che una nuova visione deve prevalere nei rapporti. Ha invitato i siriani a non sentirsi delusi dall'ingratitudine di alcuni ambienti libanesi, perchè si tratta solo di alcuni ambienti. Ha aggiunto che se si forma un consenso popolare in Libano che chiede il ritiro siriano, Damasco non intende rimanere un solo giorno in più nel Paese: "ma anche a ritiro ultimato la Siria avrà un ruolo in Libano".
Il presidente siriano ha lamentato che quanto contenuto nella risoluzione 1559 si concilia male con la stabilità e la sovranità del Libano e con gli accordi Taef. Assad ha affermato che non è il ritiro siriano dal Paese che costituisce il problema, ma la sorte che spetta alla resistenza libanese (Hezbollah) e quella che attende i rifugiati (palestinesi). Si spiega così, ha osservato il leader siriano, perché sono stati uccisi prima Arafat e poi Hariri.
Per il presidente Assad quanto previsto dalla 1559 è stato progettato dopo l'occupazione dell'Iraq. Ha respinto tutte le calunnie statunitensi rivolte alla Siria su una presunta interferenza siriana nelle vicende irachene. Alla richiesta di Damasco di provare le accuse con nomi e documenti, la Siria non ha mai ricevuto risposte. Ha ribadito che per la Siria sono tre le priorità relative all'Iraq: l'unità del Paese, la sua indipendenza e che la futura Costituzione abbia il sostegno di tutti, altrimenti si va alla disintegrazione dello Stato iracheno. Alle accuse Usa di non vigilare abbastanza sul confine siro-iracheno, il presidente ha replicato che il desiderio di cooperare è sempre stato forte, ma a volte mancano i mezzi per farlo.
Sul processo di pace con Israele, Bashar al Assad ha rilevato che per il futuro immediato appare sospeso. Egli ha sottolineato come la Siria non abbia posto precondizioni per la ripresa del dialogo, ma che la restituzione dei Territori occupati è la chiave di ogni autentico processo di pace. Per Damasco la Conferenza di Madrid del 1991 rimane il punto di riferimento, perché è stata convocata sulla base delle risoluzioni Onu che hanno stabilito la restituzione dei Territori arabi sottratti con la forza. http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=8956&lang=it
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